La legge di Lidia Poët | stagione 1 | la recensione

Fabrizio Guerrieri 17 Marzo 2023 Cinema, Movie e Serie TV

Mentre si accinge ad affrontare il suo primo caso, l’avvocata Lidia Poët viene radiata dall’Albo per il semplice motivo di essere donna. Nel ruolo di assistente del fratello, riesce a dar seguito alle indagini che gli altri organi eseguono con poca accuratezza, interessati solo a trovare un capro espiatorio.


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Mentre si accinge ad affrontare il suo primo caso, l’avvocata Lidia Poët viene radiata dall’Albo degli Avvocati per il semplice motivo di essere una donna. Per portare avanti la causa contro il suo assistito decide di mettere da parte l’orgoglio e chiedere aiuto a suo fratello Enrico, anche lui avvocato. Nel ruolo di assistente, riesce a dar seguito alle indagini che gli altri organi eseguono con poca accuratezza, interessati solo a trovare un capro espiatorio. Così ha inizio la carriera di Lidia che tra sopraffazioni di vario genere si fa largo in un mondo dominato dal sesso maschile. Via via che la sua testardaggine la porta a risolvere diversi casi scagionando i non colpevoli, si trova a dover fare i conti con la propria vita privata. Oltre che col fratello, si barcamena tra la passione per il libertino Andrea e la possibilità di un amore più profondo ma pericoloso col giornalista Jacopo, fratello della moglie di Enrico.


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Prodotta da Matteo Rovere per Groenlandia (già produttore, tra gli altri, di L'incredibile storia dell'Isola delle Rose), la serie è ispirata alla vera storia di Lidia Poët, la prima donna a entrare nell'Ordine degli avvocati in Italia. Un dramma in costume a tinte gialle con sprazzi di commedia che mira molto a far affezionare lo spettatore all’eroina protagonista entrando in un privato le cui tracce reali sono alquanto difficili da reperire. Per cui vale tutto. E se questo da un lato agevola la visione di una storia che ha come scopo principale quello di vincere lo stereotipo patriarcale della donna che dovrebbe pensare ad altro piuttosto che alla carriera in una professione per l’epoca prettamente maschile, dall’altro toglie credibilità agli intrecci tra i personaggi che nonostante la buona sceneggiatura poco hanno a che fare con la realtà di quel tempo. Un peccato viste le potenzialità di una serie che già dal trailer risulta accattivante e densa di fascino.


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Tecnicamente la serie è pressoché impeccabile. I costumi spiccano per il loro essere significanti nella storia. Il rosso, preponderante nelle mise di Lidia, si alterna ai toni freddi del blu quando la protagonista è apparentemente costretta a venire a patti con un mondo che la vuole sottomessa, quando in realtà sta escogitando razionalmente metodi per aggirare quel perbenismo ipocrita che vorrebbe ridurla a mera macchina da prole, con la testardaggine di un caprone mista a un acume raro. Allo stesso modo anche la fotografia risulta pregevole, particolarmente nelle scene notturne, affascinante ed evocativa, così come le scenografie, con quella patina anticata che proietta efficacemente alla fine del 1800.


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Per quel che riguarda la scrittura, tutt’altro che banale, ciò che salta all’occhio prima di tutto sono i riferimenti, voluti o meno, ad altri prodotti. Diversi congegni narrativi riportano alla mente le prime due avventure di Enola Holmes, sia per la cocciutaggine della protagonista che per il rapporto con un fratello ingombrante, anche se in questo caso meno geniale e specialmente all’inizio più ruvido. In alcuni momenti ricorda CSI, sia per i personaggi che sembrano chiedere al cadavere di turno di rivelargli qualcosa che possa far deviare le indagini nella giusta direzione, sia per le tecniche d’indagine innovative come le impronte digitali o il guanto volumetrico. Sebbene di genere diverso, c’è anche qualcosa che ha a che fare con il Dottor House che in ogni episodio si trovava alle prese con pazienti affetti da patologie complesse quasi al limite del fantascientifico. Qui Lidia si trova di fronte a vari casi, tutti di omicidio, probabilmente ravvicinati (almeno questa è la percezione che si ha), tutti affidati a lei e al fratello, quasi tutti con un’evidenza che finisce per incastrare qualcuno ma che non corrisponde alla verità dei fatti.


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Il modo in cui la trama orizzontale e quelle verticali si compenetrano è davvero ben portato, in particolare nel modo in cui il rapporto tra Lidia e suo fratello Enrico evolve, ad ogni capitolo un gradino di più. E se come detto la storia è davvero molto romanzata, sia nel linguaggio che negli usi, è anche vero che la funzione sociale che svolge merita più di un plauso quando sottolinea questioni che oggi potrebbero far sorridere, come la mancanza del diritto di voto per le donne, ma che portano inevitabilmente a riflessioni profonde circa diritti e doveri condivisi.


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Gli interpreti non osano troppo, se non per una buona dose di piacevole ironia, ben rappresentata in particolare da Eduardo Scarpetta che dopo il David di Donatello per Qui rido io si diverte nei panni del giornalista Jacopo con la sfacciataggine di un damerino e l’oscurità necessaria per proteggere un mistero controverso. È oscuro il motivo per cui in diversi momenti la recitazione della protagonista sia sussurrata, a scapito sia della comprensione delle parole che dell’interpretazione di una sempre brava Matilda De Angelis. Capace di alternare momenti di rabbia dettata dalla frustrazione ad altri in cui la sua protagonista combatte con sé stessa per concentrarsi solo sullo scopo finale, il raggiungimento di una verità incontrovertibile. C’è ancora molto da raccontare dei percorsi intrapresi della vera Lidia e dato che è quasi certa una seconda stagione visto il successo della prima e un finale tutt’altro che risolutivo, ci si aspettano nuovi sviluppi dei personaggi e nuovi assassini a cui dare il giusto volto.


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VALUTAZIONI

prima della visione
Aspettativa 7,5 Potenziale 9

dopo la visione
Intrattenimento 7,5 Senso 6,5 Qualità 8
Giudizio Complessivo 7,3

soglia d’attenzione
Scorrevolezza MEDIA Impegno MEDIO

La legge di Lidia Poët | stagione 1
thriller, drammatico, commedia | Italia | 15 febbraio 2023 | 6 ep / 48 min | Netflix

ideatori Guido Iuculano, Davide Orsini

personaggi interpreti
Lidia Poët Matilda De Angelis
Jacopo Barberis Eduardo Scarpetta
Enrico Poët Pier Luigi Pasino
Marianna Poët Sinéad Thornhill
Teresa Barberis Sara Lazzaro
Andrea Caracciolo Dario Aita

critica IMDb 7,5 /10 | Rotten Tomatoes critica 6,8 /10 utenti 4,4 /5 | Metacritic nd

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Commenti (6)

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  • the_real_redeagle

    17 Marzo 2023, 14:32

    Visti i primi 20 minuti, non ce l'ho fatta e l'ho abbandonata subito.
  • ovimax

    17 Marzo 2023, 15:24

    Idem ; Idea era pure carina, ma la recitazione è quella di una tele novella... inguardabile
  • lupoal

    20 Marzo 2023, 17:31

    bella topa.. bei costumi... bella ambientazione... trama leggerina... comparto audio da galera, oltre il pessimo
  • uncletoma

    20 Marzo 2023, 21:27

    i casi sono due: o l'attrice protagonista non sa recitare, oppure lo faceva in corsivo.
  • ovimax

    21 Marzo 2023, 11:20

    Veloce come il vento è stata molto prava, è proprio la regia che è da telenovela.
  • pace830sky

    21 Marzo 2023, 15:14

    Tra un centinaio di anni si farà una serie Tv sulla Prima donna italiana che scelse coraggiosamente di fare la mamma.

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