Inverso - The Peripheral | stag. 1 | recensione

Fabrizio Guerrieri 30 Dicembre 2022 Cinema, Movie e Serie TV

Nel 2032, Flynne Fisher, molto abile nel mondo videoludico in realtà virtuale collabora col fratello Burton, per guadagnare quanto basta per pagare le cure per la madre malata. Fin quando si ritrova in un gioco ambientato in una Londra del futuro che presto scoprirà non essere una simulazione.


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Nel 2032, Flynne Fisher è una ragazza di provincia che lavora in un negozio per la stampa in 3D. Molto abile nel mondo videoludico in realtà virtuale collabora col fratello Burton, reduce di guerra, per guadagnare quanto basta per pagare le costose cure per la madre malata. Quando Burton le propone di indossare un dispositivo per un gioco di simulazione in fase di sperimentazione, Flynne si ritrova in una Londra futuristica in un’avventura molto realistica. Una volta terminato il gioco viene contattata da qualcuno che la avverte di tornare a indossare il dispositivo al più presto perché la sua vita e quella dei suoi cari è in pericolo. Capisce di essere finita nel vero 2099 e che quello che sembrava un gioco è in realtà un’intricata macchinazione dietro cui si celano interessi enormi che coinvolgono persino il prosieguo della vita degli esseri umani nel suo presente.


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Basata sul romanzo del 2014 di William Gibson, padre del cyberpunk, la serie prodotta da Jonathan Nolan e Lisa Joy, creatori di Westworld (cancellata dopo le prime quattro stagioni, sebbene ne fosse prevista una quinta ed ultima), si muove inizialmente con buona destrezza, nonostante una partenza non del tutto convincente. A parte la prima delle scene ambientate nel 2099, i primi episodi non sono dei più esaltanti. Ma un po’ per volta la storia assume la giusta densità, anche se un po’ altalenante, soprattutto quando proiettata nel futuro posteriore rispetto alla linea di partenza collocata fra 10 anni, nel 2032. La differenza tra le due linee temporali emerge immediatamente, in uno scontro in cui la visione di qualcosa di totalmente lontano tecnologicamente ha la meglio per fascinazioni, ambientazioni e azione.


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Non aver niente da perdere è un po’ il pensiero che manda avanti alcuni personaggi chiave, a partire da Conner, che pian piano assume sempre maggiore importanza all’interno del plot che, dopo gli echi di Ready player one, reca con sé anche quelli di Avatar. Il reduce di guerra tornato a casa senza gambe e un braccio diventa centrale e decisamente più tridimensionale e interessante via via che il racconto si compone, per il fatto che la sua evoluzione è la più potente tra tutte. E se da una parte il suo personaggio è sviluppato bene, dall’altra ce ne sono altri che potrebbero risultare determinanti (e che probabilmente verranno sviluppati meglio nel prossimo capitolo) che vengono invece appena abbozzati, come se in sala di montaggio diversi loro interventi fossero stati eliminati. Primo fra tutti quello di Jasper lasciato in ombra per una buona metà della stagione.


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Il focus principale resta ovviamente sui protagonisti. Flynne (Chloë Grace Moretz, che dopo le evoluzioni nei due Kick-Ass è particolarmente credibile nelle scene di lotta), la cui intraprendenza e acume brillano da subito stabilendo il fulcro dell’intera storia e catalizzando quasi ogni rapporto tra gli altri personaggi e accadimenti. Suo fratello Burton che ripone una gran fiducia in lei ma resta rigido su diverse questioni. E Wilf che fa di tutto per convincere la ragazza a collaborare col suo gruppo nel 2099 riconoscendone le abilità e la profonda sensibilità. Tra i cattivi c’è Corbell Pickett, un ricco uomo d’affari partito dal basso, collocato nel presente, che tiene in mano le sorti economiche di gran parte del piccolo paese. Nel futuro invece intervengono Lev Zubov che non è chiaro da che parte stia ma si avverte che i suoi scopi abbiano un fondamento oscuro, e soprattutto Cherise Nuland (interpretata da T'Nia Miller, vista in Sex education e in The Haunting of Bly Manor), spietata e determinante villain in ottimo equilibrio tra sfidanti con la protagonista.


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Le buone premesse da cui parte la serie collidono in diversi punti con la sua realizzazione. Così come è affascinante la parte nel futuro del 2099 e potenzialmente ancora più vasta di quanto si veda in questa prima stagione, è altrettanto poco interessante quella nel 2032. Da un lato ci sono i dispositivi avveniristici, con le relative istruzioni per il loro utilizzo, ben calibrati anche grazie a effetti visivi molto curati, dall’altro spicca in negativo la noiosa, rozza e soprattutto abusata provincia americana, specchio di un’arretratezza culturale ingombrante che qui sembra trovare quasi delle giustificazioni piuttosto che venire stigmatizzata. I dialoghi, inizialmente dinamici come il mondo videoludico che veicolano, diventano sempre più verbosi accanto a strutture comunicative non immediate da seguire perché ricche di riferimenti fantascientifici (Frammento, RI, Jackpot) oltre che a volte decisamente mal poste, al punto che quando un certo strumento viene banalmente definito arnese si tira una profonda boccata d’aria fresca. Infine gli episodi da oltre un’ora rendono la storia prolissa, laddove come già detto, si avvertono tagli su congiunture importanti, quando sarebbe stato più utile ed efficace asciugare diversi passaggi superflui.


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Un adattamento nel complesso sufficiente ma da cui ci si aspettava molto di più. Il ritmo spesso troppo lento e ripetitivo, porta una debolezza che incide su tutto l’impianto, minando a più riprese la sospensione dell’incredulità. La seconda stagione, per cui la produzione si è già messa al lavoro sulla sceneggiatura, dovrebbe partire dallo sviluppo contenuto nella scena post credit dell’ultimo episodio. Anche se non ci sono ancora notizie ufficiali riguardo alla conferma per un seguito, Inverso - The Peripheral ha buone possibilità di tornare presto. Sperando che si metta meglio a fuoco lo scopo dell’intreccio, che è quello di evitare una catastrofe mondiale, non si sa bene sacrificando cosa e soprattutto chi.


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VALUTAZIONI

prima della visione
Aspettativa 8,5 Potenziale 9

dopo la visione
Intrattenimento 6,5 Senso 7,5 Qualità 7,5
Giudizio Complessivo 7,2

soglia d’attenzione
Scorrevolezza MEDIO/BASSA Impegno MEDIO

Inverso - The Peripheral | stagione 1 (The Peripheral)
fantascienza, thriller, drammatico | USA | 21 ott - 2 dic 2022 | 8 ep / 62 min | Amazon Prime Video

ideatore Scott B. Smith

personaggi interpreti
Flynne Fisher Chloë Grace Moretz
Wilf Netherton Gary Carr
Aelita West Charlotte Riley
Burton Fisher Jack Reynor
Conner Penske Eli Goree
Lev Zubov JJ Feild
Cherise Nuland T'Nia Miller
Corbell Pickett Louis Herthum
Ash Katie Leung
Ella Fisher Melinda Page Hamilton
Jasper Baker Chris Coy
Tommy Constantine Alex Hernandez
Ossian Julian Moore-Cook
Billy Ann Baker Adelind Horan
Leon Austin Rising
ispettore Ainsley Lowbeer Alexandra Billings

critica IMDb 7,9 /10 | Rotten Tomatoes critica 6,6 /10 utenti 4,3 /5 | Metacritic critica 57 /100 utenti 6,1 /10

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Commenti (10)

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  • AlbertoPN

    31 Dicembre 2022, 09:44

    Infine gli episodi da oltre un’ora rendono la storia prolissa, laddove come già detto, si avvertono tagli su congiunture importanti, quando sarebbe stato più utile ed efficace asciugare diversi passaggi superflui.
    Un adattamento nel complesso sufficiente ma da cui ci si aspettava molto di più. Il ritmo spesso troppo lento e ripetitivo, porta una debolezza che incide su tutto l’impianto, minando a più riprese la sospensione dell’incredulità


    Ma tu sei sempre lo stesso che ha dato quel voto scabroso alla serie degli Anelli del Potere ? E parli qui di prolissità o di messa a fuoco ? Come cambiano le cose a volte
    Personalmente mi è piaciuta, era dai tempi di Fringe che una serie sui multi versi o realtà parallele non mi prendeva così. Certo non è perfetta, ma il tutto scorre ben intrecciato verso l'epilogo che lascia anche un pochino spiazzati, e che ho rivisto per essere sicuro di aver capito cosa sia successo davvero.
    Una delle serie più riuscite, IMHO, di questo 2022 che finalmente finisce.
  • stazzatleta

    02 Gennaio 2023, 12:49

    Concordo, avvincente ed intrigante. Richiede concentrazione per seguirne tutti i risvolti
  • pace830sky

    04 Gennaio 2023, 19:08

    Non mi ha fatto impazzire, ci hanno buttato dentro un po' di tutto, dal mondo post-apocalittico alla distopia della multinazionale che governa di fatto il mondo, agli universi paralleli per non parlare de quasi viaggi nel tempo qui in una versione particolarmente sofisticata ma narrativamente parlando che la costruzione fantastica che li consente sia naive o sofisticata da un punto di vista dello sviluppo storia poco o nulla cambia.

    Inutile dire che siamo nello schema l' eroina salva il mondo (o almeno ci sta provando) e trova l' amore (o almeno ha delle buone chances di riuscirci).

    Come da vincoli standard delle produzioni politicamente corrette la protagonista è donna, l' aspirante fidanzato è nero, la poliziotta è di genere non chiaramente identificabile, i cattivi ricchi ed onnipotenti ecc ecc: immagino che ci sia una check list degli stereotipi da mettere in scena per evitare stroncature preventive, chissà.
  • ZioArvi

    05 Gennaio 2023, 14:23

    Nel romanzo da cui è tratto l'eroina è una donna, il contatto nell'universo parallelo non è nero, la poliziotta è di genere indefinibile.
    Gibson non è uno da politicamente corretto.
    Le basi della serie e del racconto sono abbastanza coerenti, poi la storia si dipana in maniera piuttosto diversa, anche nell'atmosfera.

    Consiglio a tutti di leggere l'ottimo il romanzo, dopo aver visto la serie...
  • pace830sky

    05 Gennaio 2023, 16:30

    Originariamente inviato da: ZioArvi;5227501
    ... Gibson non è uno da politicamente corretto. ...


    Insomma è proprio convinto di quello che scrive, immagino che da un certo punto di vista sia un pregio.

    Sulla lettura del romanzo passo, eppure mi precipitai a leggere Altered Carbon, e non perché il protagonista fosse un maschio, piuttosto perché all' epoca (appena 4 anni fa) di robe Cyber Punk non ne avevo ancora conosciute molte, forse ne giravano meno forse solo per un caso.
  • gio_1981

    08 Gennaio 2023, 00:40

    Finito ! grande delusione ! :hmm: Ennesima serie mediocre, dal trailer sembrava molto più bella, il problema principale è che hanno voluto mettere troppe tecnologie e cose incasinate, andando a copiare vari film o serie tv di fantascienza, mi è sembrato che di scienza ce ne fosse davvero poca :ehh:
    Nella serie hanno messo : realtà virtuale (Ready Player 1 ecc.), realtà aumentata, universi paralleli, robot umanoidi (Westworld), robot manovrati da umani (il Mondo dei replicanti) tecnologie stealth del futuro, insomma più incasinata di cosi' non potevano farla :hmm: Non è minimamente paragonabile a Westworld ! Serie molto complicata pure lei ma che almeno era plausibile e aveva un senso, ma pure gli altri film che ho citato sono decisamete superiori a questa serie.
    Non ho apprezzato nemmeno alcune cose ridicole come gestire la realtà aumentata con dei gesti delle mani, la fusione delle menti, gestire non so cosa toccando il palato con la lingua
    Aggiungo che il finale è aperto e non autoconclusivo, non penso che guarderò una seconda stagione !
  • pace830sky

    08 Gennaio 2023, 07:47

    vero,altro è chiudere con il classico cliffhanger una narrazione comunque arrivata ad un punto fermo altro è troncarla di netto.

    Una riflessione mi è sorta leggendo @gio_1981: la sostanza della tramma prevale sempre sulla sofisticazione dei pretesti narrativi con cui si cerca di giustificare le solite menate (mondi paralleli, viaggi nel tempo ecc).

    La semplicità assoluta della fiaba perfetta resta una vetta narrativa insuperata: [I][U]l' apertura di un frammento verso un universo parallelo dove si sta vivendo il nostro passato non è più credibile di una De Lorean che andando a 88mph buca la barriera spazio-tempo e ti porta nel far west.[/U][/I]

    E' invece ovvio che la scena della De Lorean [I][U]ti invita a liberare l'io-bambino[/U][/I] ed a giocare insieme alle belle favole.

    Altrettanto ovvio che le pippe mentali sul multiverso e sul metaverso [I][U]liberano l'io-nerd di chi ne avesse uno[/U][/I] lasciando indifferente il resto del mondo che continua a chiedersi il perché di tante complicazioni, se queste non nascondano una pura e semplice [I][U]mancanza di fantasia[/U][/I].

    Attenzione: non ce l' ho con The Peripheral in particolare ma con [I][U]tutto il pacco delle fiction spazio-temporali più strampalate, da Dark all' ultima stagione di Westworld[/U][/I], una vera e propria fiera delle castronerie che mette in scena la fantasia contorta di una [B][I][U]generazione di autori[/U][/I][/B] cresciuta a pane e vidogiochi, che ha perso la capacità di affabulare il pubblico con la semplicità della tradizione senza riuscire però a proporre una narrativa altrettanto potente.
  • ZioArvi

    09 Gennaio 2023, 13:36

    Vorrei precisare, per correttezza di informazione, che Gibson, nato nel 1948, autore del romanzo (del 2014) da cui è tratta la serie, ha cominciato a parlare/scrivere di metaverso negli anni 80, il suo primo romanzo, Neuromante, è del 1984 (premio Hugo, premio Nebula e premio Philip K. Dick nel 1985).
    Dunque tutto quello che è venuto dopo è stato copiato da lui e dalla generazione degli scrittori cyberpunk.

    Vi consiglio caldamente di leggere alcuni dei suoi romanzi per rendervi conto della narrativa potente, maldestramente riportata sullo schermo per un pubblico, quello sì, cresciuto a pane e videogiochi.
  • ellebiser

    09 Gennaio 2023, 15:11

    Un plauso alla giusta precisazione!
  • pace830sky

    09 Gennaio 2023, 16:11

    Originariamente inviato da: ZioArvi;5228041
    Vi consiglio caldamente di leggere alcuni dei suoi romanzi ...


    Peccato essermeli persi all' epoca, oggi come oggi ma anche no, grazie.

    Sul fatto che la serie sia aderente al romanzo mi fido sulla parola, d' altro canto che uno stereotipo narrativo (topos, se preferisci) abbia stancato perché gli imitatori sono arrivati prima dell' originale non cambia la sostanza.

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