L'incredibile storia dell'Isola delle Rose

Fabrizio Guerrieri 17 Dicembre 2020 Cinema, Movie e Serie TV

Negli anni in cui tutto sembrava possibile, un ingegnere decide di fondare un suo stato indipendente. Il regista di Smetto quando voglio ci trasporta in una commedia briosa con l’estro di Elio Germano, la forza di Matilda De Angelis, le macchinazioni diaboliche di Fabrizio Bentivoglio e una qualità video strepitosa!


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Bologna, 1968. Il neolaureato ingegnere meccanico Giorgio Rosa, rincontra la sua ex fidanzata Gabriella la quale però lo ritiene incapace di misurarsi con la realtà. Indolente in effetti alle regole comuni, Giorgio decide così di creare uno stato indipendente con tanto di ordinamento e lingua propria (l’esperanto) e con l’amico Maurizio mette in piedi una piattaforma al di fuori delle acque territoriali italiane. L’isola diventa ben presto un’attrattiva per i giovani del posto e non solo. Ma la notizia arriva alle orecchie dei vertici del governo italiano che non potendo restare inermi cercano in tutti i modi di interrompere le attività dei ragazzi. Intanto Giorgio entra in contatto col Consiglio d’Europa che non resta indifferente alle sue richieste nel riconoscere l’isola come stato libero.


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Dopo il grande successo della trilogia di Smetto quando voglio, il regista Sydney Sibilia torna con una commedia basata stavolta su un fatto realmente accaduto. E come si legge nel titolo, la storia ha davvero dell’incredibile. Ovviamente il film romanza molto gli accadimenti. Nella realtà Giorgio e Gabriella erano già sposati quando iniziarono i lavori per l’isola, la cui costruzione durò quasi dieci anni. Un tale inno alla libertà non poteva forse arrivare in un momento migliore, adesso che una pandemia ha tolto a tutti il diritto perfino di abbracciarsi.


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Lui ama lei, ma lei no. Allora lui inventa una cosa per riconquistarla che poi esplode. | Elio Germano
Il Giorgio di Elio Germano è un ragazzo che sceglie di diventare indipendente non, come chiunque, semplicemente dalla famiglia trovandosi un lavoro, ma creando un mondo a parte in cui è lui a dettare le regole. E cioè, nessuna regola, almeno all’inizio come premessa filosofica. E mentre sull’isola le persone fanno ciò che vogliono, nel resto del mondo scoppia una delle più grandi rivoluzioni sociali che il mondo abbia vissuto. Giorgio vuole dimostrare a Gabriella che la sua idea di libertà non è un’utopia irraggiungibile generata dalla mente di un immaturo (se non addirittura di uno squilibrato), che quello che si sogna può diventare reale.

Gabriella è un avvocato, insegna ai ragazzi la differenza tra ciò che è la legge e ciò che è giusto, contraddicendosi di fatto quando si trova di fronte a quello che lei vive come una follia. Matilda De Angelis delinea i tratti di una ragazza determinata e concreta che per questo si scontra con la testardaggine di Giorgio, non perché non voglia condividerne gli ideali ma perché sa che deve tenersene a distanza, anche per evitare guai alla sua stessa carriera. Ma in cuor suo sa bene di essere un’idealista quanto lui.


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Maurizio (Leonardo Lidi) è l’amico storico di Giorgio, non esita mai di fronte alle sfide che lui gli propone, più sono fuori dalla norma e più lo appassionano. La scena della cavalcata dei tubi è l’emblema della sua fuga da una vita canonica a fianco del padre imprenditore.

Neumann (Tom Wlaschiha) è l’organizzatore del successo dell’isola, un vero e proprio PR. Disertore dalla Germania natia, è diventato suo malgrado un apolide ma anche un cittadino del mondo. Vanitoso e un po’ ciarlatano, riesce in poco tempo a popolare la piattaforma senza usare chat o social network ma con la stessa efficacia di un moderno influencer.

Andrea “il Poiana” Pennacchi veste i panni del padre di Giorgio. Anche se si augura per lui un futuro normale facendolo entrare inizialmente nell’azienda per cui lavora, in seguito lo asseconda in ogni sua scelta fino ad arrivare a spronarlo quando tutto sembra perduto.

François Cluzet interpreta lo stupefatto funzionario del Consiglio Europeo, assieme a un Teco Celio en français nei panni del custode. Entrambi all’interno di un’istituzione politica di rilievo fanno in modo che l’apparente follia dell’ingegnere italiano non resti inascoltata donando alla pellicola un tocco di leggerezza necessario a sostenere la tesi che in qualche modo tutto sia possibile.


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- Ministro! Agente Piazza, priorità assoluta. È la pratica degli abitanti dell’isola di mettere nel vino frutta di stagione. Poi si bevono il vino e masticano la frutta.
- Agente Piazza, si chiama sangria! In Spagna la fanno, da sempre! Agente Piazza, io sono quasi sicuro che lei sta parlando con un Ministro della Repubblica Italiana da ubriaco!

Un mefistofelico Fabrizio Bentivoglio è il Ministro dell’Interno Franco Restivo. Avversario diretto di Giorgio, fa tutto ciò che è in suo potere per far capitolare l’allegra combriccola, prima inviando due sconclusionati emissari e poi scendendo direttamente in campo con un monologo degno del miglior Tarantino.
Il Presidente del Consiglio Giovanni Leone è interpretato da un Luca Zingaretti accomodante, quasi indolente, democristiano in tutti i sensi, che si lascia manipolare da chiunque gli garantisca un risultato e soprattutto la stabilità del suo ruolo e della sua poltrona.


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- Giovanni questo è un culo. Capisci? Un culo su un giornale. Dimmi se ti pare una cosa normale.
- No, no, certo. Però, caro Emanuele, non vogliamo mica montare un caso su un culo!

Una delle scene più potenti del film è quella in cui Leone è ai Giardini Vaticani a conversare col cardinale Nunziante il quale gli fa presente che quello che sta accadendo sull’isola non è accettabile. Si disegna così il paradosso assoluto: un rappresentante di uno stato che conta appena un migliaio di abitanti che indica al presidente italiano la via da seguire nei confronti di un altro possibile stato con la medesima potenziale popolazione.


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Nelle 24 ore successive alla pubblicazione su Netflix, L'incredibile storia dell'Isola delle Rose è stato il film più visto in Italia. Pensare che una commedia non abbia il potenziale di un film che racconta una storia vera in tono drammatico è un errore. Come in Smetto quando voglio - in cui menti pregiate in vari ambiti professionali erano costrette loro malgrado a unirsi per sopravvivere creando una droga legale, una sorta di Spaghetti Breaking Bad - anche qui la poetica del regista spinge lo spettatore ad andare oltre ciò che le ingiustizie sociali dispongono malamente. L’ambizione del film di Sibilia non è evidentemente quella di documentare fedelmente ciò che è rimasto nella storia - come fa invece il documentario del 2009 Isola delle Rose, La libertà fa paura diretto da Stefano Bisulli e Roberto Naccari - ma quella di intrattenere piacevolmente con un racconto che trae ispirazione da un sogno. E ci riesce benissimo.


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VALUTAZIONI
regia 8 sceneggiatura 7.5 recitazione 8
fotografia 7.5 musiche 7.5
film 8

Nota tecnica a cura di Emidio Frattaroli
La bella e divertente co-produzione di Netflix e Groelandia, disintegra - finalmente - lo stereotipo dell'immagine un po' patinata e granulosa dei vari film che raccontano il recente passato, soprattutto del nostro Bel Paese. Da questo punto di vista, la casa di produzione indipendente fondata dal 'duo' di 'Smetto Quando Voglio', lo fa spingendo la qualità video a livelli che non avevo mai visto fino ad oggi in una produzione nostrana e non così spesso anche rispetto alle produzioni internazionali. Sarà perché vedo poco Cinema Italiano in questo ultimo periodo ma risoluzione, dettaglio, colori e gamma dinamica del film fotografato da Valerio Azzali con la spettacolare Alexa LF, mi hanno fatto venir voglia di chiedere a gran voce un'edizione in Blur-ray Disc 4K, ovvero con un bitrate all'altezza della situazione. L'attenzione per i particolari, soprattutto nelle larghe inquadrature dove c'è pure un maestoso ricorso alla computer grafica, la precisione della messa a fuoco anche nelle situazioni più difficili, l'utilizzo molto divertente e gagliardo dell'HDR, mi hanno fatto venir voglia di riguardare alcune scene più di una volta e ancora non mi è bastato. Tutto perfetto? Non esattamente. Trovo nel film di Sibilia gli stessi colori di tante altre produzioni Netflix, ad iniziare da 'Stranger Things', quasi fosse obbligatorio un certo grado di uniformità di stile. Non mi ha convinto al 100% neanche il mix audio che, in alcuni passaggi, finisce per impastare alcuni dialoghi con il resto del canali, un po' di più quando si ascolta il film con gli altoparlanti del TV; un po' aspra la timbrica di alcune tracce musicali dell'epoca, ottima invece la ricostruzione della scena a 360 gradi, con una buona quantità di effetti sonori, per giunta ben localizzati. Da guardare su su schermi ben tarati in HDR10 oppure in Dolby Vision e da ascoltare con attenzione, soprattutto con un impianto audio multicanale. 

L'incredibile storia dell'Isola delle Rose
commedia, drammatico, biografico | Italia | 2020 | 118 min | Netflix

regia Sydney Sibilia sceneggiatura Sydney Sibilia, Francesca Manieri fotografia Valerio Azzali montaggio Gianni Vezzosi effetti visivi Fabio Traversari, Stefano Leoni musiche Michele Braga scenografie Tonino Zera costumi Nicoletta Taranta prodotto da Matteo Rovere per Grøenlandia, Netflix

personaggi interpreti

Giorgio Rosa Elio Germano
Gabriella Matilda De Angelis
Maurizio Orlandini Leonardo Lidi
W. R. Neumann Tom Wlaschiha
Franca Violetta Zironi
Franco Restivo Fabrizio Bentivoglio
Giovanni Leone Luca Zingaretti
Jean-Baptiste Tomà François Cluzet
custode del Consiglio d’Europa Teco Celio
Ulisse Rosa Andrea Pennacchi
Pietro Bernardini Alberto Astorri
Carlo Ascanio Balbo

critica IMDB 7.0 /10 | Cinematografo 3 /5 | Rotten Tomatoes 5.9 /10

camera Arri Alexa LF, Zeiss Master Anamorphic and Angenieux Optimo A2S Lenses (A Camera) | Arri Alexa Mini LF, Zeiss Master Anamorphic Lenses (B Camera)
formati D-Cinema
aspect ratio 2.39 : 1

 

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Commenti (3)

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  • Lanfi

    18 Dicembre 2020, 12:40

    Condivido in toto le ottime recensione di Fabrizio Guerrieri ed Emidio Frattaroli.

    Si tratta di un film davvero gradevole, una commedia ben fatta sotto tutti gli aspetti (fotografia, regia, trama, sceneggiatura e recitazione) a ribadire che, nelle giuste condizioni, anche in Italia si possono sfornare bei prodotti vendibili ma di qualità. Peraltro la storia vera su cui si incentra il film è davvero suggestiva, e chissà quante altre storie ci sarebbero da cui prendere spunto invece di fossilizzarsi su materia trita e ritrita.

    Veniamo quindi agli appunti. Ovviamente la storia, per quanto originalissima, è romanzata come ben spiegato da Guerrieri...ed in alcuni passaggi forse è anche un po' troppo romanzata, mi riferisco in particolare alla costruzione della piattaforma dove certo l'idea di Rosa (i tubi galleggianti) semplifica molto le operazioni ma dubito che in due con un barchino abbiano portato i piloni e li abbiano calati in acqua. Ciò detto il romanzare questa storia per renderla un film ci sta tutto, quello che mi ha un po' disturbato è stato vedere come nei vari making of (questo e questo) tutti dicano che i fatti siano andati come nel film. Addirittura nel secondo video arrivano a sostenere che la piattaforma costruita (mirabilmente) per il film fosse identica a quella realmente costruita da Rosa! In realtà era ovviamente diversa, più alta sul livello del mare e dotata di un parapetto lungo tutto il perimetro....particolari rilevanti ma giustamente omessi in fase di realizzazione del film perché credo che funzionasse molto meglio l'immagine di un'isola vera e propria continua rispetto al mare che la circonda.

    Venendo invece alla parte tecnica se non ho capito male netflix pubblica una sorta di capitolato riguardante le camere che si possano utilizzare per le riprese delle loro produzioni (vedi qui). Leggendo la lista mi pare di capire che vogliano eliminare pellicola e digital intermediate ed avere invece un bel file 4k raw che esce direttamente dalla macchina, cosa che personalmente approvo con trasporto. Forse però anche i passaggi in postproduzione sono sottoposti ad alcuni diktat e in questo caso sarebbe un peccato perché, giustamente, ogni team creativo dovrebbe avere il controllo fino alla fine delle sorti del proprio girato.

    Così come sarebbe bello se per le loro produzioni oltre allo stream facessero uscire una versione bluray. Ma ancora più bello sarebbe se si decidessero ad alzare il bitrate (per chi ha connessioni che possono permetterlo) dello stream!
  • pace830sky

    26 Dicembre 2020, 17:22

    Segnalazione interessante, lo metto in whish list. Lo spunto è buono, ricorda I Love Radio Rock (2009), anche quello riferito ad un episodio storico vagamente simile che veramente cambiò il mondo, Italia compresa, con il successivo boom delle radio libere.

    Speriamo che il film si mantenga leggero, ultimamente i film con un possibile bias politico sono un po' più pesanti (e numerosi) del solito, anche su Netflix. Così facendo però N. a lungo andare potrebbe perdere l'aura di alternativa alla Tv di stato.
  • marklevi

    26 Dicembre 2020, 19:53

    Visto e molto gradito. Video e audio molti belli. Solo alcune scene con la CGI sono sottotono ma immagino che il budget non permettesse di andare oltre

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