Enola Holmes 2 | la recensione
Dopo la prima avventura da detective, Enola ha aperto la sua agenzia investigativa, ma tutti le preferiscono suo fratello Sherlock, ritenendola troppo giovane e inesperta. Fino a quando non bussa alla sua porta una bambina che le chiede di ritrovare sua sorella scomparsa.
Dopo la prima avventura da detective, Enola Holmes ha aperto la sua agenzia investigativa. Il problema è che tutti vogliono il suo indaffaratissimo fratello Sherlock, ritenendo lei troppo giovane e inesperta. La madre Eudoria impegnata in battaglie per la parità dei diritti tra uomini e donne è ancora latitante. Proprio quando l’agenzia sta per chiudere per mancanza di clienti, la piccola Bessie si reca da Enola affidandole il caso di Sarah Chapman, sua sorella scomparsa. In una Londra flagellata dal tifo, Enola indaga all’interno della fabbrica di fiammiferi in cui la ragazza lavorava, infiltrandosi nella vita mondana dell’alta borghesia. Con l’aiuto di Sherlock e del visconte Tewkesbury, diventato nel frattempo membro della Camera dei Lord, la giovane Holmes si ritroverà a sbrigliare una matassa molto più grande e complessa di quello che era sembrato inizialmente.
Secondo capitolo delle avventure della giovane Holmes (qui la recensione di Enola Holmes) tratte dai romanzi di Nancy Springer (ma questa volta non adattato da uno di essi), ambientato in epoca vittoriana e ispirato alla storia vera di Sarah Chapman che guidò allo sciopero un gruppo di fiammiferaie nel 1888, il film si presenta ancora una volta come un buon intrattenimento. In un’ipotetica scala young-adult in cui 0 corrisponde a young e 10 ad adult, il film si trova attorno al 6, godibile più o meno per tutti, modello commerciale cui tanti ambiscono senza successo. La ragazzina che si infila nei guai è cresciuta un po’ e la sua ambizione ancor di più. La figura di Sherlock (Henry Cavill) viene disegnata in modo molto meno perfetto di quello del primo capitolo, arrivando a farlo trovare dalla sorella cacciato da un pub in un vistoso stato di ubriachezza. Non c’è questa volta Mycroft (per i molteplici impegni di Sam Claflin), che un po’ manca per quell’equilibrio/disequilibrio che stabiliva assieme agli altri due componenti della singolare famiglia.
Se resterai fedele a te stessa il tuo cammino ti ritroverà sempre.
Torna invece Eudoria (interpretata dalla sempre brillante Helen Bonham Carter) che essendo in fuga dalla legge appare all’inizio della storia tra i ricordi di Enola, con flashback centrati sull’educazione e i consigli dispensati alla piccola figlia. Così come torna l’ispettore Lestrade a chiedere l’aiuto del venerato Sherlock, affiancato però dal sovrintendente Grail (che ha il volto di un perfido David Thewlis), un uomo che fa di tutto per trovare un capro espiatorio che gli procuri al più presto un’ambita promozione. C’è anche Edith, donna decisa e battagliera che con Eudoria rappresenta di nuovo la parte femminile forte da cui la protagonista trae ispirazione, tempra e impeto. E a un certo momento spunta addirittura Moriarty.
– Sono un uomo ormai.
– Sarai un uomo quando io dirò che lo sei.
E naturalmente c’è il ritorno di Tewkesbury. Enola ha una forte avversione per il genere maschile dettato dall’indipendenza insegnatale da sua madre, che per la verità a un certo punto la esorta ad essere meno dura e determinata in questo senso. Ma nonostante questo piglio che sfiora la repulsione, non riesce a tenere a freno un debole per il ragazzo, con cui ha condiviso il primo caso, che tratta come un sodale alla pari, di cui si fida come del fratello, e a cui chiedere aiuto nei momenti difficili. Il loro rapporto non è tormentato, né avversato, ma risulta comunque come un ostacolo al dinamismo di Enola che pensa che cedere ai sentimenti potrebbe condurla a perdere lucidità sul lavoro. E a forza di lottare tra una convinzione e quella opposta dovrà trovare una quadra che metterà tutto in equilibrio.
Sono terribili, non trovate, questi eventi. Solo donne vanesie e damerini.
Come detto, l’intrattenimento della pellicola è molto alto così come la qualità dei vari reparti, a partire da quelli delle scenografie e dei costumi ancora una volta impeccabili. Gli interni di casa di Sherlock al 221B di Baker Street sono molto simili a quelli dello Sherlock interpretato da Benedict Cumberbatch nella serie (irraggiungibile) di Moffat e Gatiss, sebbene quest’ultima sia ambientata ai giorni nostri. Le innumerevoli mise di Enola vanno dall’umiltà delle lavoratrici di fiammiferi fino allo sfarzo del ballo nell’alta società, così come sono molto curati gli interni del Paragon Theatre e quelli della fabbrica di fiammiferi. Il problema è nella tenuta della sospensione dell’incredulità a causa di alcune cadute di stile e di forza in sceneggiatura. Solo come esempio, va citata una scena in cui qualcuno minaccia sparando con un’arma da fuoco. Nella stessa scena, una volta raggiunta la preda, le armi da fuoco sono scomparse consentendo alla suddetta di darsi facilmente alla fuga. Una mancanza di attenzione che in una produzione così elevata si colloca in maniera inaspettata e stridente.
Non potete controllare Enola Holmes. È una forza della natura, obbedisce solo a sé stessa.
Torna ovviamente la rottura della quarta parete, ormai marchio di fabbrica del franchise. Enola si rivolge agli spettatori come a chiedere conforto e conferma, e in diversi passaggi lo fa riferita a quelli del 2022. Nel senso che esce dall’epoca in cui si trova meravigliandosi per questioni che al giorno d’oggi sono acclarate e nella norma, mentre allora non lo erano affatto. Il che se da un lato potrebbe risultare poco ortodosso e quindi straniante, quando non efficace, dall’altro crea un’empatia che varca la soglia dello spazio e del tempo. Il tutto condito dalle consuete sfacciataggine e maldestrezza che la rendono emancipata e allo stesso tempo simpatica. E nella baraonda delle avventure della ragazza, in cui le sue indagini si incrociano con quelle di Sherlock, trova spazio un’ambientazione che delinea in maniera interessante ed efficace il tessuto politico sociale e la condizione femminile nel mondo del lavoro. Non ci sono ancora notizie circa il terzo capitolo che non avrà alcuna difficoltà ad arrivare, probabilmente fra un altro paio d’anni. Quando Millie Bobby Brown sarà passata dai sedici anni del primo capitolo ai venti e soprattutto avrà già chiuso i giochi con Stranger Things, la serie che l’ha resa nota in tutto il mondo.
VALUTAZIONI
prima della visione
Aspettativa 7,5 Potenziale 8,5
soglia d’attenzione
Scorrevolezza MEDIO/ALTA Impegno MEDIO
visione
Intrattenimento 8 Senso 6 Qualità 7,5
Giudizio Complessivo 7,2
Enola Holmes 2
commedia, giallo, drammatico | UK, USA | 4 nov 2022 | 129 min | Netflix
regia Harry Bradbeer sceneggiatura Jack Thorne tratto dalla serie di romanzi di Nancy Springer fotografia Giles Nuttgens musiche Daniel Pemberton
personaggi interpreti
Enola Holmes Millie Bobby Brown
Sherlock Holmes Henry Cavill
Visconte Tewkesbury Louis Partridge
Lestrade Adeel Akhtar
Edith Susie Wokoma
Eudoria Holmes Helena Bonham Carter
sovrintendente Grail David Thewlis
Bessie Chapman Serrana Su-Ling Bliss
Mira Troy Sharon Duncan-Brewster
Cicely Hannah Dodd
Mae Abbie Hern
Hilda Lyon Roisin Monaghan
William Lyon Gabriel Tierney
Henry Lyon David Westhead
Agatha Gowerdale Catriona Chandler
Charles McIntyre Tim McMullan
Bill Crouch Lee Boardman
dottor Watson Himesh Patel
critica IMDb 6,8 /10 | Rotten Tomatoes critica 7 /10 utenti 4 /5 | Metacritic critica 64 /100 utenti 6,6 /10
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Commenti (2)
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Non ho ancora finito di vederlo (mi sono addormentato sul divano mentre lo guardavo, perchè era già tardi ), ma mi sembra inferiore al precedente che mi era piaciuto.
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A me è capitato il contrario , col primo capitolo avevo preso sonno (ma poi ho recuoerato), mentre questo me lo sono visto tutto d'un fiato, anche se dura un bel pò. Carino, scorre bene, non mi è spiaciuto.
I capolavori sono altri, ma c'è anche tanto (ma tanto) di peggio. Una visione vale la pena IMHO