Solos | la recensione della miniserie

Fabrizio Guerrieri 30 Giugno 2021 Cinema, Movie e Serie TV

La miniserie con Anne Hathaway, Morgan Freeman ed Anthony Mackie è interessante se presa per singoli episodi, che vanno dalla commedia al drammatico passando per il grottesco, ma manca del giusto amalgama per essere davvero risolta rispetto agli esiti che si prefigge di raggiungere


- click per ingrandire -

Creata da David Weil, sceneggiatore e produttore della serie Hunters, che qui si mette alla prova anche come regista in ben tre episodi, la miniserie si pone di fronte al contrasto fra il passato dei singoli personaggi e il futuro nel quale si trovano rispetto a noi. Il risultato non è sempre perfetto, tra l’esigenza di non tradire troppo le altissime aspettative date dalla presenza di interpreti importanti, e il tentativo di riuscire ad essere risolutivo fino in fondo. Compito certamente arduo vista la varietà di temi che tocca ma che sarebbe stato necessario cesellare con maggiore cura, concentrandosi di più sulla costruzione della sceneggiatura e meno sul tema degli assoli recitativi da cui prende il titolo, che in alcuni momenti fanno apparire l’operazione più un esercizio di stile che un impianto descrittivo esaustivo ed emozionante.


- click per ingrandire -

episodio 1 | Leah | voto 8
Leah è una fisica intenta a trovare un sistema per viaggiare nel tempo. Quando sembra aver trovato la strada giusta, due personaggi la metteranno di fronte a sé stessa e ai reali scopi per cui vuole raggiungere la meta.
Diretto da Zach Braff, il divertente JD di Scrubs, il primo episodio è pieno di citazioni di film – primo su tutti Ritorno al futuro che appare anche in alcuni oggetti – da parte della fisica che vorrebbe diventare la prima donna protagonista in un film di fantascienza sostenendo che non ve ne siano. Dopo l’ennesimo fallimento e la seguente illuminazione si trova costretta a confrontarsi due volte con sé stessa e tra inganni e ammissioni di responsabilità, proverà a cambiare la linea temporale in cui si trova. I dialoghi partono a raffica in batti e ribatti divertenti e rapidi, in tipico stile Scrubs, per poi virare verso un tono più drammatico ed emozionale. Anne Hathaway che ha già preso parte a Modern Love, altra serie antologica in cui interpretava una ragazza affetta da disturbo bipolare, si trova perfettamente a suo agio in un ruolo che sembra scritto su misura per i suoi occhi entusiasti e il suo esplosivo sorriso alternato a un broncio divertentemente risentito. Brillante e profondo.


- click per ingrandire -

episodio 2 | Tom | voto 7,5
Quando Tom scopre di essere affetto da una malattia incurabile decide di contattare una compagnia che crea copie di esseri umani. Ma una volta incontrato il suo doppio resta sconvolto e non capisce se sia giusto lasciare ai suoi cari una sua versione sintetica che se ne prenda cura.
Il secondo episodio parte in maniera straniante, per poi dipanare un po’ alla volta i dubbi sulle identità dei due personaggi identici. In un alternarsi di battute da partita di tennis, si consuma il confronto fra un uomo spaventato non solo per l’avvicinarsi del proprio commiato dal mondo ma anche per il destino che aspetta la sua famiglia e un’intelligenza artificiale che dovrà sostituirlo. Scritto e diretto da David Weil, creatore della serie, vede un duplice Anthony Mackie nel delicato compito di trovare un equilibrio tra chi sta facendo i conti con la sua fine e chi ne erediterà i ruoli di marito, padre, figlio e amico, cercando di rassicurare il primo sul fatto che non verrà dimenticato. Arrabbiato e vitale.


- click per ingrandire -

episodio 3 | Peg | voto 8,5
Su un’astronave diretta verso l’esplorazione spaziale, l’anziana Peg dialoga con l’intelligenza artificiale a bordo, ripercorrendo le fasi più emozionanti della sua vita e in che modo l’hanno portata a compiere un viaggio dal quale non potrà fare ritorno.
Helen Mirren – reduce dal fantastico duetto con Checco Zalone nell’ironico video La vacinada – brilla di luce propria in questo terzo episodio, direttamente legato al precedente, che scorre sulle parole dell’attrice come se invece di avere davanti agli occhi il suo viso per tutto il tempo, si assistesse a un intero lungometraggio in cui si avvicendano le immagini di una commedia sentimentale con tratti drammatici sostenuta dalla costante serenità dell’espressione sorridente di Peg. Nonostante i vari stacchi, l’impressione è quella di un magnifico piano sequenza in cui è facile perdersi, dal primo innamoramento alle sue conseguenze, in un percorso di vita che è tutt’altro che concluso e in cui nonostante un’evidenza contraria, la passione è l’unico vero moto che guida la protagonista. Delicato e positivo.


- click per ingrandire -

episodio 4 | Sasha | voto 6
Sasha vive in un’abitazione creata per salvaguardare le persone dal virus che ha invaso il pianeta. Ma quando il computer al suo interno la invita ad uscire spiegandole che dopo vent’anni ogni rischio di contagio è scongiurato, la donna resiste convinta che la compagnia che le ha dato rifugio voglia ingannarla.
La protagonista di questo quarto episodio non fa niente per essere amata dallo spettatore. Si oppone a quello che appare come evidente, con fare ossessivo e nervoso, fino a un epilogo in cui i nodi vengono al pettine e viene svelato se Sasha avesse ragione a diffidare o meno. Nonostante la buona prova dell’interprete, la storia resta sospesa nello stesso limbo in cui si trova la donna, a causa di un finale che non risolve ma condanna senza alcuna possibilità di redenzione. Paranoico ed agorafobico.


- click per ingrandire -

episodio 5 | Jenny | voto 7
Jenny si trova nel salotto di un appartamento senza sapere come mai vi si trovi e perché. Rievocando alcuni momenti del suo passato inizia a colmare i buchi di memoria che sembrano affliggerla. Fino a giungere a un drammatico episodio chiave che ha cambiato completamente la sua esistenza.
Il dramma che si consuma in questo quinto episodio viene raccontato da un lungo flashback di singole immagini evocate dalla protagonista che niente sembrano avere a che fare tra di loro ma che invece sono vicine come i chicchi di un melograno. Le due ali di plastica sulla schiena di Jenny sono il perfetto contrasto col makeup che un po’ per volta anticipa quello che verrà. Le parole della donna sviluppano una storia fatta di insoddisfazione, desiderio, anaffettività e voglia di maternità che mescolate insieme si intuisce che non porteranno a niente di buono. Fino a capire dove Jenny in realtà si trovi. Spiazzante e doloroso.


- click per ingrandire -

episodio 6 | Nera | voto 6
In una notte tempestosa che causa problemi di comunicazione con l’esterno, Nera si vede costretta a partorire da sola in casa. Il fatto di aver seguito un’avveniristica terapia per la fertilità avrà ripercussioni sul bambino che inizia a mostrare i segni di qualcosa di assolutamente insolito.
Il sesto episodio diventa ben presto una storia in stile Black Mirror, il primo, quello in cui regnava un’apparente iniziale normalità immediatamente spazzata via da uno spaesamento grottesco. La protagonista è bloccata dentro casa senza poter essere assistita dal proprio medico e dopo questo momento certamente drammatico ma realistico, accade l’imponderabile. E accade velocemente, investendo la primipara con qualcosa che in un primo tempo la terrorizza e in un secondo la porta a riconsiderare la sua drammatica decisione iniziale. Purtroppo l’episodio si chiude troppo presto, avrebbe meritato uno sviluppo ben più approfondito che rendesse il finale soddisfacente e completamente chiaro. Materno e oscuro.


- click per ingrandire -

episodio 7 | Stuart | voto 7,5
Seduto su un divano in riva al mare, il vecchio Stuart riceve una visita da Otto, un ragazzo che prova a curare la sua demenza senile con degli innesti di memoria. Via via che nella mente di Stuart riaffiorano i ricordi si scopre una verità dolorosa di cui Otto è rimasto vittima e per la quale pretende un risarcimento.
L’ultimo episodio che in qualche modo doveva riassumere e contenere tutti gli altri, risulta meno incisivo di quanto avrebbe potuto. Il confronto tra Stuart e Otto scatena un conflitto interiore che va tenuto sotto controllo per raggiungere uno scopo molto importante ma difficile. Morgan Freeman si muove perfettamente nel mare dei vari ricordi che vengono a galla, con la padronanza dell’attore consumato che non dà mai niente per scontato. Rendendo il lavoro di Dan Stevens da un lato più complicato, perché paragonato a quello del collega rischia grosso, ma dall’altro più agevole perché notevolmente stimolato a far suonare corde che raramente si possono sollecitare. Controverso e pacificatore.


- click per ingrandire -

Il problema di Solos è nella mancata omogeneità, non tanto nel far congiungere i toni tra un episodio e l’altro, quanto nell’esito finale che non include appieno quanto seminato precedentemente. La qualità generale, comunque discreta, non raggiunge le potenzialità che meritava. Restano delle storie interessanti da vedere a cui sarebbe stato meglio non affidare la responsabilità di qualcosa di più ampio e corposo. Tentativo ambizioso ma non raggiunto, il cui peccato è quello di abbassare sensibilmente la bellezza di alcuni episodi davvero piacevoli e riusciti, che presi singolarmente piuttosto che nell’interezza del prodotto sarebbero risultati decisamente più apprezzabili.


- click per ingrandire -

VALUTAZIONI

dal trailer all’intera serie
Aspettativa 7,5 Potenziale 9

soglia d’attenzione
Scorrevolezza MEDIA Impegno MEDIO/ALTO

visione
Intrattenimento 6 Senso 7 Qualità 7
Giudizio Complessivo 6,5

Solos | miniserie
fantascienza, drammatico, commedia | USA | 25 giu 2021 | 7 ep / 21-32 min | Amazon Prime Video

ideatore David Weil

personaggi interpreti | credits

episodio 1 | Leah
Leah Anne Hathaway | diretto da Zach Braff scritto da David Weil

episodio 2 | Tom
Tom Anthony Mackie | diretto da David Weil scritto da David Weil

episodio 3 | Peg
Peg Helen Mirren | diretto da Sam Taylor-Johnson scritto da David Weil

episodio 4 | Sasha
Sasha Uzo Aduba | diretto da David Weil scritto da Tori Sampson

episodio 5 | Jenny
Jenny Constance Wu | diretto da David Weil scritto da David Weil

episodio 6 | Nera
Nera Nicole Beharie | diretto da Tiffany Johnson scritto da Stacy Osei-Kuffour

episodio 7 | Stuart
Stuart Morgan Freeman Otto Dan Stevens | diretto da Sam Taylor-Johnson scritto da David Weil

critica IMDB 5,6 /10 | Rotten Tomatoes critica 5,9 /10 utenti 4,1 /5 | Metacritic critica 45 /100 utenti nd

aspect ratio 16 : 9

 

Similar Post You May Like

Commenti

Focus

News