
Hunters - Stagione 1 | la recensione
Qual è il limite tra bene e male? Può un animo sensibile trasformarsi per portare a termine una giusta vendetta? Hunters pone questo e altri interrogativi, tra azione e memoria.
New York, 1977. Un gruppo di cacciatori si mette alla ricerca di ex ufficiali nazisti che si celano dietro vite e nomi fittizi allo scopo di creare il Quarto Reich negli Stati Uniti. La squadra degli Hunters guidata da Meyer Offerman si allarga con l’ingresso di Jonah, un ragazzo a cui è stata uccisa la nonna, unica parente rimastagli. L’avventura per fermare il piano genocida si fa via via più violenta e sanguinosa e svelerà segreti inconfessabili.
La serie si sviluppa a macchia d’olio nella descrizione dei personaggi e degli accadimenti che hanno portato la squadra a formarsi, con continui flashback di Auschwitz e dei vari deportati, ognuno con la propria storia personale. Il problema sorge proprio in questi momenti, alcuni dei quali ritenuti fuori luogo non da nostalgici nazifascisti ma dalla comunità ebraica. Una per tutte la scena degli “scacchi viventi” (che non descriviamo per non spoilerare) che appare davvero come un’invenzione eccessiva. A questo punto viene alla mente un’altra serie, The boys, per molti versi simile a Hunters. In entrambe un ragazzo subisce una perdita umana per mano di qualcuno e in seguito a ciò si unisce a un gruppo sovversivo per combattere quelli che hanno portato alla morte della persona cara. Quello che succede dopo è un elenco di abusi e violenze perpetrate dai cattivi, motivo per cui i buoni dovranno diventare simili ai primi. Ma mentre The boys è una serie di fantasia, Hunters è basata sull’Olocausto, uno degli eventi non solo più atroci della storia ma anche tra i più documentati attraverso testimonianze, documentari e film. Inventare episodi per spettacolarizzare il racconto è pericoloso perché rischia di intaccare con una caricatura la memoria di qualcosa che è invece realmente accaduto.
Ed è un peccato perché il ritmo di Hunters è davvero ben congegnato. I vari inserti pop alla Tarantino, il quiz televisivo antisemita, la riunione in bianco e nero degli americani pronti ad accogliere i nazisti dopo la guerra, tutti momenti che vanno ad impreziosire con sagacia gli accadimenti lineari del racconto, che avanza impetuoso e adrenalinico. Il tutto non senza qualche sbavatura nella continuità (come un accoltellamento perfettamente guarito da un episodio all’altro) o in soluzioni troppo drastiche e semplici (come quella più importante verso il finale). Interessante proprio in conclusione il colpo di scena inatteso che apre scenari vicini a quelli di The man in the high castle, altra serie Amazon (consigliata, basata su una storia del celebrato Philip K. Dick).
L’interpretazione dei vari personaggi è un po’ il fiore all’occhiello dell’intera stagione. Primo fra tutti il Meyer Offerman di Al Pacino che con fare felino si muove tra le trame naziste e al contempo orienta le ricerche degli altri cacciatori. Il giovane Jonah di Logan Lerman è arrabbiato, ingenuo, sensibile e arguto, con accelerazioni improvvise di tono e ritorni degni di un attore ben più maturo. Si troverà più volte a decidere se continuare la sua vita normale o deviare verso l’inevitabile perdita dell’innocenza. A fianco del più anziano Meyer e del più giovane Jonah ci sono gli altri cacciatori. La coppia formata da Murray e Mindy (Saul Rubinek e Carol Kane) con alle spalle la perdita di un bimbo, dona sorrisi e lacrime, tra l’impegno nel decifrare codici e la difficoltà a gestire con equilibrio il lutto e l’odio. Lonny (interpretato dal Josh Radnor di How I met your mother) è un attore in declino, sboccato, volgare, egocentrico eppure irresistibile. Roxy (Tiffany Boone) è una ragazza che nonostante una figlia piccola riesce a condurre una seconda vita all’interno del gruppo. Abile nel combattimento corpo a corpo si troverà a dover scegliere se continuare a rischiare la vita o smettere per dedicarsi alla piccola. Joe Mizushima (Louis Ozawa Changchien) è un ex soldato impiegato in Vietnam, tormentato dai ricordi a base di napalm. Anche lui esperto nel combattimento è sempre pronto a esporsi, sembra non aver paura di niente come uno che ormai non ha più niente da perdere. Kate Mulvany interpreta sorella Harriet, una suora dall’infanzia passata in un convento come protezione dal Reich e dal presente non del tutto chiaro. Rabbiosa e implacabile ricorda spesso per determinazione la Sposa di Kill Bill.
Millie Morris (Jerrika Hinton) è un’agente FBI (donna, di colore e omosessuale) che incontra non poche difficoltà nell’affrontare le indagini sia perché i nazisti sono riusciti a penetrare i gangli del potere fino ai vertici dello stesso Bureau sia perché la sua vita privata viene messa seriamente alla prova. La Hinton si districa perfettamente tra una varietà quasi inesauribile di sentimenti e sensazioni in continuo contrasto. Si troverà a dover capire da che parte stare, se da quella della legge o quella degli Hunters.
E poi ci sono i vari cattivi della storia. Il primo è Biff Simpson (Dylan Baker), un agente nazista diventato un politico vicinissimo al presidente Carter che una volta smascherato non esita a sterminare chiunque (ma proprio chiunque) pur di non far saltare la propria copertura. Una vera faccia da schiaffi, spietato, in grado di manipolare anche le più alte sfere del governo statunitense. Travis Leich (Greg Austin) è un ragazzo americano affascinato dalla cultura nazista che si mette al servizio dell’organizzazione. Freddo e calcolatore con punte di psicopatia fuori dall’ordinario (imperdibili le interpretazioni canore con cui celebra la sua follia omicida) ambisce a diventare un pezzo grosso e a questo scopo non si pone limiti nell’eliminare quanti gli si mettono di traverso. E infine c’è una notevole Lena Olin che interpreta il Colonnello, ufficiale a capo dell’intera organizzazione che come un serpente si muove sinuosa tra tutte le mansioni da condurre, dal dare ordini agli accoliti fino alla direzione di un piano diabolico per decimare la popolazione ritenuta inferiore e impura.
La prima stagione della serie merita la visione per la capacità di intrattenere lo spettatore grazie a ritmi incalzanti misti a momenti di riflessione. Il dramma si mescola spesso alla commedia, l’azione è al servizio dell’intreccio, non diventa protagonista come in un qualsiasi prodotto di simile fattura. E il finale di stagione tanto atteso rivela più di un interrogativo, compresi quelli che la serie non introduce durante il resto della storia.
Difficile capire se ci sarà una seconda stagione di Hunters. Al momento infatti la serie non è stata ancora sorprendentemente riconfermata nonostante abbia avuto un’eco non indifferente. Gli elementi per il prosieguo sono vari, gli interrogativi sollevati durante i vari episodi e in particolare nel decimo e ultimo indurrebbero a pensare che sia impossibile non proseguire. Bisognerà attendere che Amazon decida in base alle reazioni di pubblico e critica che sono state davvero tra le più disparate. Per quello che riguarda invece produttori e sceneggiatori di carne al fuoco, come già detto, ne hanno davvero molta sebbene non sarà semplice realizzare un seguito che abbia la stessa potenza visiva e recitativa.
Valutazioni
DAL TRAILER ALL’INTERA SERIE
Aspettativa 9 Risultato 7,5
SOGLIA D’ATTENZIONE
Scorrevolezza medio/alta Impegnativa media
VISIONE
Intrattenimento 8,5 Qualità 6
Hunters - Stagione 1
thriller, drammatico, azione, commedia | USA | 21 feb 2020 | 10 ep / 60 min | Amazon Prime Video
ideatore David Weil
personaggi interpreti
Meyer Offerman Al Pacino
Jonah Heidelbaum Logan Lerman
Millie Morris Jerrika Hinton
il Colonnello Lena Olin
Murray Markowitz Saul Rubinek
Mindy Markowitz Carol Kane
Lonny Flash Josh Radnor
Travis Leich Greg Austin
Roxy Jones Tiffany Boone
Joe Mizushima Torrance Louis Ozawa Changchien
sorella Harriet Kate Mulvany
Biff Simpson Dylan Baker
critica IMDB 7,2 (su 10) | Rotten Tomatoes 5,7 (su 10) | Metacritic 55 (su 100)
camera Red Weapon Monstro, Sigma FF High Speed Lenses | aspect ratio 16:9 HD
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Menzione d'onore al sempre ottimo Giannini nel doppiaggio di Al Pacino ed alla qualità Audio Video, secondo me la migliore mai vista in una piattaforma di streaming, grazie all'utilizzo di Dolby Vision / Atmos (e dire che in questo periodo le bande di tx sono castate causa COVID19).
