Lupin | parte 2 | la recensione
Il seguito della serie francese che ha riscosso un enorme successo a livello internazionale, affascina per il tema del ladro gentiluomo cui il protagonista si ispira, ma non brilla a causa di una sceneggiatura piena di falle, riconducibili a regie non all’altezza di quella di Louis Leterrier che ha diretto il solo episodio pilota
In seguito al rapimento di suo figlio Raoul, Assane Diop si mette alla ricerca dell’uomo che lo ha preso, già responsabile della morte della giornalista d’inchiesta Fabienne Beriot. Ma durante l’operazione, la polizia smaschera Assane e la sua faccia finisce su tutti i telegiornali nazionali. Intanto Hubert Pellegrini che ha macchinato il rapimento, organizza una raccolta di beneficenza, tramite la propria fondazione, a favore di ragazzi svantaggiati con sua figlia Juliette, la quale però è all’oscuro del reale proposito del padre: lasciare una minima parte alla nobile causa e, con la complicità di un giovane e scaltro esperto finanziario, intascare il resto delle donazioni. Così Assane deve escogitare qualcosa per sventare i piani di Hubert e riscattare la sua figura e quella di suo padre Babakar ucciso anni prima in prigione dopo essere stato accusato di furto.
La prima parte della serie di George Kay e François Uzan ha riscosso un successo clamoroso. È risultata come la prima serie francese a classificarsi tra le prime 10 su Netflix negli Stati Uniti, raggiungendo il terzo posto due giorni dopo la sua uscita; oltre che in Francia si è classificata al primo posto in Germania, Austria, Italia, Spagna, Danimarca, Svezia, Canada, Brasile, Argentina e Sud Africa; dopo tre settimane si è stimato che fosse stata vista da 70 milioni di famiglie, mentre ad aprile scorso Netflix ha rivelato che Lupin è stato il titolo più visto sulla piattaforma nel primo trimestre del 2021. Record che hanno giovato al lancio della seconda parte, rendendo la serie una di quelle su cui puntare maggiormente per il futuro.
leggi anche: Lupin | parte 1 | la recensione
Nonostante tanta attenzione però, Lupin soffre di mancanze importanti, già intraviste all’inizio ma che in questa seconda parte si accentuano visibilmente. I problemi sono quasi tutti a carico di una sceneggiatura che non brilla per credibilità. Piena di falle, sfiora continuamente il ridicolo fin dal primo episodio, in cui, per esempio, un personaggio ha uno smartphone ma decide di usare un telefono pubblico senza che nessuno batta ciglio. C’è poi una poliziotta (francese, non americana in un film d’azione fatto male) che spara nel traffico senza il timore di sbagliare mira. Dopo appena una settimana dall'essere sfuggito per poco alla polizia, il protagonista se ne va in giro in totale tranquillità come se niente fosse, per non parlare di quando la sua faccia diventa di dominio pubblico trasformandolo nell’uomo più ricercato di Francia. C’è anche un indizio lasciato su internet, improbabile da trovare e decifrare in un tempo tanto breve, su cui si regge una buona metà della riuscita di un piano importante e che si sviluppa più come una fortunata coincidenza che come un congegno ineccepibile.
Anche i reparti costumi, trucco e parrucco – che nella prima parte avevano fatto il loro dovere – non sono immuni da scivoloni, come un travestimento di Assane nel finale, efficace quanto quello degli occhiali di Clark Kent. Ma il punto centrale di tanta confusione risiede certamente nella regia. Se si affida la direzione dell’episodio pilota a un professionista del genere come Louis Leterrier e poi si lascia tutto nelle mani di registi capaci ma non all’altezza di tanto collega, le cose possono sfuggire di mano facilmente, finendo per ridurre le potenzialità di un prodotto internazionale a quelle di una fiction che potrebbe essere intitolata Il simpatico ladro e gli allegri gendarmi. Senza dimenticare che Lupin è un titolo molto furbo ma non il più adatto per questa serie, perché il protagonista non è il personaggio creato dalla penna di Maurice Leblanc ma un uomo che si ispira alle sue gesta. E neanche quello originale, Lupin - Dans l'ombre d'Arsène, è sufficientemente onesto e corretto.
Fortunatamente non tutto è da buttare via. L’eredità lasciata dal succitato Leterrier non raccolta a dovere nella prima parte, qui ritrova un po’ di vigore. Le dinamiche vengono migliorate, specialmente per aver spostato molta attenzione in favore dell’amico di Assane e suo complice, Benjamin. L’azione ne risente positivamente, aumentando gli intrecci avventurosi in nuove affascinanti location. Ciò fa sì che da un certo punto in poi venga fuori il meglio di questa seconda parte: l’architettura di un piano che, anche se in parte prevedibile, risulta efficace e ben costruito. Il dubbio che appaia più interessante di quel che è, perché di fianco ai difetti di cui sopra ne risulta decisamente superiore, non è completamente evidente a una prima visione. Ma la struttura del piano supera talmente il contenuto che molto di ciò che sarebbe potuto essere migliore viene parzialmente perdonato.
Non sarebbe stato male se ciò che Assane è in grado di controllare si fosse scontrato maggiormente con l’imprevedibilità degli eventi, aumentando così la sua capacità nel riuscire a imporsi comunque con scaltrezza e genialità nelle traversie più complesse. Non mancano neanche in questo seguito, gli ottimi rimandi al passato grazie ai flashback tra l’Assane ragazzo e quello adulto, in continui paralleli atti a sottolineare quanto abbia imparato dagli errori di gioventù. Vengono poi approfonditi discretamente altri temi centrali come quello della corruzione tra alcuni elementi delle forze dell’ordine o quelli di razzismo e prevaricazione sociale.
Al termine dell’ultimo episodio si staglia sullo schermo la prevedibile epigrafe “Lupin ritorna con la parte 3”. Una seconda stagione è infatti in fase di sviluppo e visto il successo di cui sopra, non possiamo che augurarci che Netflix riservi un’attenzione produttiva speciale alla serie, che merita certamente una cura più adeguata. Non fosse altro per il fatto che reca il nome di un personaggio francese le cui avventure sono state tradotte egregiamente in disegni animati dal giapponese Kazuhiko Katō, noto ai più con lo pseudonimo di Monkey Punch, e non si capisce per quale motivo non debba essere celebrato in maniera altrettanto grandiosa nella sua terra d’origine.
VALUTAZIONI
dal trailer all’intera serie
Aspettativa 7,5 Potenziale 8,5
soglia d’attenzione
Scorrevolezza MEDIA Impegno MEDIO
visione
Intrattenimento 7 Senso 5 Qualità 6
Giudizio Complessivo 6,2
Lupin | stagione 1, parte 2 (Lupin - Dans l'ombre d'Arsène)
avventura, thriller, drammatico, commedia | Francia | 11 giu 2021 | 5 ep / 44 min | Netflix
ideatori George Kay, François Uzan basata sul personaggio di Arsène Lupin creato da Maurice Leblanc
personaggi interpreti
Assane Diop Omar Sy
Claire Ludivine Sagnier
Juliette Pellegrini Clotilde Hesme
Hubert Pellegrini Hervé Pierre
Raoul Etan Simon
Anne Pellegrini Nicole Garcia
agente Youssef Guedira Soufiane Guerrab
Benjamin Ferel Antoine Gouy
Philippe Courbet Stefan Crepon
giovane Assane Mamadou Haidara
giovane Claire Ludmilla Makowski
giovane Juliette Léa Bonneau
Babakar Diop Fargass Assandé
capitano Romain Laugier Vincent Londez
tenente Sofia Belkacem Shirine Boutella
commissario Gabriel Dumont Vincent Garanger
giovane Gabriel Dumont Johann Dionnet
Fabienne Beriot Anne Benoît
critica IMDB 7,7 /10 | Rotten Tomatoes critica 8 /10 utenti 4 /5 | Metacritic critica 81 /100 utenti 6,9 /10
camera Arri Alexa Lf, P+S Technik Technovision 1.5x Full Frame Lenses
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Commenti (6)
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La prima stagione mi è piaciuta... la seconda è (secondo me) decisamente deludente.
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Penso siano le due parti della prima stagione.
E sono d'accordo con te. La prima parte era anche originale (insomma, ma si lasciava guardare), la seconda parte l'ho trovata alquanto sbrigativa e molto meno realistica (per quello che possa essere, ovviamente) dell'inizio.
Non bene il giudizio complessivo finale, IMHO. -
Concordo in pieno con quanto detto sopra. La seconda parte sembra fatta con altra mano, meno raffinata e quasi frettolosa. Certamente è mancata la stuzzicante qualità delle arguzie della prima parte.
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Io non sono riuscito ad andare oltre i primi 10 minuti del primo episodio della prima serie, proprio non m'ispirava.
Probabilmente perché avevo finito da pochi giorni la serie la regina degli scacchi e mi ero abituato al meglio. -
Originariamente inviato da: Franco Rossi;5148839Io non sono riuscito ad andare oltre i primi 10 minuti del primo episodio della prima serie, proprio non m'ispirava....
E quella era la parte migliore...! finita a fatica, almeno 4-5 situazioni più irrealistiche ed esagerate di un cinecomic.
Grazie al cielo avete scritto che la seconda parte è anche peggio così evito proprio...
Speriamo arrivino presto BCS6, The Great 2 e Euphoria 2 -
Originariamente inviato da: marklevi;5148854E quella era la parte migliore...! finita a fatica, almeno 4-5 situazioni più irrealistiche ed esagerate di un cinecomic.
Grazie al cielo avete scritto che la seconda parte è anche peggio così evito proprio...
Speriamo arrivino presto BCS6, The Great 2 e Euphoria 2
Mi sono salvato allora!