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Sweet Tooth | stagione 1 | la recensione

Recensione di Fabrizio Guerrieri , pubblicato il 15 Giugno 2021 nel canale CINEMA

“Il live action di Netflix tratto dai fumetti DC Comics inizia come una favola assumendo gradualmente tonalità più oscure e affascinanti, in un’avventura che ci racconta di una pandemia in cui un bambino per metà animale parte alla ricerca della madre mai conosciuta”


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Il virus H5-G9 è la causa di una pandemia che decima la razza umana. Contemporaneamente alcuni bambini nascono per metà umani e per metà animali. Le due cose messe in relazione scatenano una caccia ai cosiddetti ibridi, rei secondo alcuni di aver innescato il virus, facendoli diventare cavie da laboratorio. Su di loro vengono probabilmente condotti esperimenti disumani atti a trovare una cura. Alcuni anni dopo, Gus, un bambino per metà cervo, vive col padre Richard, che lui chiama Pubba, in una casa nella foresta al sicuro dagli Ultimi Uomini che braccano gli ibridi. Crescendo chiede della madre senza mai ottenere una risposta esaustiva. Ma quando il piccolo resta solo, compare Jepperd, un uomo grande e grosso che accompagna il bambino in un improbabile viaggio alla ricerca di quella donna che non ha mai conosciuto. Viaggio che gli mostrerà quanto gli avvertimenti del padre fossero giusti e quanto il mondo sia diventato profondamente mostruoso.


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Prodotta e fortemente voluta dai coniugi Susan e Robert Downey jr., Sweet Tooth trae origine dall’omonima serie di fumetti creati da Jeff Lemire pubblicati in sei volumi tra il 2009 e il 2012 dalla DC Comics. La prima stagione di questa versione live action fa riferimento al primo capitolo a fumetti intitolato Fuori dai guai la cui differenza primaria è rappresentata dal personaggio di Jepperd che nella versione di Netflix appare decisamente più onesto e umano. In più, nella serie conosciamo subito il Dottor Singh che appare nel secondo capitolo scritto e disegnato da Lemire intitolato In cattività che sarà il tema della seconda stagione. Di fatto la serie si avvicina molto di più a una fiaba per ragazzi rispetto al fumetto, più crudo e senza mezze misure. Almeno inizialmente, ma di questo parleremo fra poco.


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I personaggi di Sweet Tooth (letteralmente Golosone) ruotano attorno ai pensieri e alle azioni del piccolo protagonista. Gus è un bambino speciale perché ha un udito e un olfatto più spiccati. Suo padre Pubba cerca di tenerlo nascosto dal mondo ma sa che non potrà farlo per sempre perché nonostante il grande spazio a disposizione di Gus intorno alla loro casa, il desiderio di esplorare il resto di ciò che li circonda inizia a farsi sempre più forte. Jepperd (detto Uomo Grande) oscilla tra indipendenza e istinto di protezione, combatte con sé stesso perché non sa cosa sia meglio fare, se continuare a vagabondare da solitario o aiutare il bambino cervo in un percorso ai limiti del possibile. Sulla loro strada arriva Bear, una ragazza a capo di un gruppo che difende la libertà degli ibridi. Il suo incontro con Gus e Jepperd metterà in crisi il suo equilibrio costruito negli anni con fatica e abnegazione.


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Ci sono poi le storie che si intersecano con quelle della trama principale. Prima del cosiddetto Grande Crollo, Aimee era una psicologa, che in seguito si è rifugiata in uno zoo in cui ha adottato Wendy, una bimba per metà maiale. Anche il loro nascondiglio viene messo continuamente a rischio dal perfido Abbot, un Generale a capo degli Ultimi Uomini, l’organizzazione paramilitare che bracca gli ibridi. Il dottor Aditya Singh ha smesso con la professione medica dopo il Grande Crollo perché non ha retto psicologicamente. Ma in qualche modo continua a seguire il giuramento di Ippocrate per curare sua moglie Rani, affetta dal virus ma stranamente non contagiosa. Cosa che viene tenuta nascosta ai vicini che giustiziano sistematicamente quanti mostrino il sintomo primario della malattia. Attraverso alcuni flash del passato conosciamo infine Birdie, madre di Gus, una scienziata le cui scoperte hanno in qualche modo cambiato le sorti del pianeta, ma non si sa bene in che modo.


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L’inizio della serie non è delle migliori, si mostra con alcune debolezze tipiche di prodotti mirati a una fascia di età diversa dal target cui invece mira. Ma andando avanti nella visione, migliora sensibilmente. Dalle atmosfere da fiaba quasi delicate, inizia ad assumere sempre più i toni di un drammatico incubo senza via d’uscita. L’avventura ricca di pericoli si fa largo tra i racconti di fantasia di Pubba a Gus che suo malgrado si ritrova ben presto catapultato in una realtà ostile dalla quale però, in un modo o nell’altro, sembra riuscire ad essere immune così come sembra esserlo dal virus. E le domande che avvolgono lo spettatore, così come la mente del bambino, divengono man mano più pressanti. Il virus viene davvero dai bambini ibridi? Qual è la cura? Riuscirà il nostro giovane eroe a trovare sua madre?


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Oltre all’ovvio riferimento alla pandemia che stiamo vivendo e di cui non conosciamo ancora fino in fondo le conseguenze sociali che porterà, all’interno di Sweet Tooth sono presenti elementi cari a una letteratura per ragazzi che incrocia però quella più propriamente per adulti. La prima affinità è certamente con La fattoria degli animali di Orwell in cui le bestie si ribellano agli uomini. Qui la ribellione è invece fondamentale per l’immediata sopravvivenza, ma la metafora resta evidente e centrale. La figura del Cervo (presente anche nella recente serie Tenebre e Ossa) è accostata alla Conoscenza, rappresentazione presente nella mitologia induista attraverso la dea Sarasvati che assume la forma di un cervo rosso chiamato Rohit. In questa prima stagione vi viene solo fatto cenno ma il concetto assumerà certamente maggiore forma nel prosieguo.


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Sebbene decisamente ben costruita, nella sceneggiatura risulta sgradevole la scelta di concentrare nel finale tante aspettative per il seguito, rendendo questo primo capitolo ingiustamente quasi irrisolto. Un difetto che pesa come un peccato mortale in una costruzione davvero entusiasmante, sia per l’ottimo impianto tecnico che per gli interpreti efficaci e appassionanti nonostante la loro tridimensionalità fisica rischiasse paradossalmente di ridurre la potenza della versione disegnata. L’epilogo spalanca più di una porta sulle connessioni con la prossima stagione che da tali premesse sarà verosimilmente ancor più densa di azione e pathos. Ed essendo i libri a fumetti divisi in sei archi narrativi, se il riscontro a questo inizio dovesse essere positivo potremmo aspettarci almeno altre cinque stagioni, senza considerare che Jeff Lemire si è già messo al lavoro per un nuovo tomo dall’enigmatico titolo Sweet Tooth: The Return. Fortunatamente provvisorio.


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VALUTAZIONI

dal trailer all’intera serie
Aspettativa 6,5 Potenziale 8,5

soglia d’attenzione
Scorrevolezza MEDIA Impegno MEDIO

visione
Intrattenimento 7,5 Senso 8,5 Qualità 8
Giudizio Complessivo 7,7

Sweet Tooth | stagione 1
fantasy, drammatico, avventura | USA | 4 giu 2021 | 8 ep / 46 min | Netflix

ideatore Jim Mickle tratta dall’omonima serie a fumetti di Jeff Lemire

personaggi interpreti
Gus Christian Convery
Tommy Jepperd / Uomo grande Nonso Anozie
Richard Fox / Pubba Will Forte
Dr. Aditya Singh Adeel Akhtar
Rani Singh Aliza Vellani
Bear Stefania LaVie Owen
Aimee Dania Ramirez
Wendy Naledi Murray
Generale Steven Abbot Neil Sandilands
Dr. Gladys Bell Sarah Peirse
Birdie Amy Seimetz
narratore James Brolin (versione originale)

critica IMDB 8,2 /10 | Rotten Tomatoes critica 8 /10 utenti 4,5 /5 | Metacritic critica 78 /100 utenti 7,6 /10

aspect ratio 2,39 : 1

 

 

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Commenti (3)

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Commento # 1 di: mau741 pubblicato il 16 Giugno 2021, 13:08
Bella serie... non me l'aspettavo (ho iniziato a vederla solo perchè non sapevo piu cosa guardare) ma sono rimasto decisamente soddisfatto.
Commento # 2 di: stazzatleta pubblicato il 16 Giugno 2021, 15:15
sono al secondo episodio. mi piacerebbe fosse un po' più veloce nell'incedere.
Commento # 3 di: AlbertoPN pubblicato il 18 Giugno 2021, 11:52
Anche io ho iniziato a vederla per noia (in assenza di altro ...), e devo dire che è scivolata tutto sommato bene.
Il finale era telefonato dalla sigla del primo episodio (che peraltro non so neppure se ha una sigla .. il pulsante salta è una manna dal cielo in Netflix ) ma ci sta. Il protagonista è molto tenero, come la sua famiglia.
Vediamo se avrò voglia di guardare il seguito, o se magari la noia prenderà il sopravvento anche in quella occasione ....