Roma Hi-Fidelity 2022: VREL Electroacoustic

Fabio Angeloni 12 Novembre 2022 Diffusori

Gli speaker di VREL adottano una filosofia innovativa ed apparentemente spregiudicata. L'abolizione del crossover e la tipologia dipolare di tutti i componenti determinano un suono deciso e vibrante. Li abbiamo riascoltati a Roma. Buona lettura!


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Del binomio Hi-Fidelity e VREL Electroacoustic, AV Magazine si è interessata nella scorsa edizione romana con una news, una intervista e un reportage. Per questa nuova edizione, dunque, una visita alle tre sale del marchio era senz'altro d'obbligo. La VREL Electroacoustic è una realtà umbra, e più precisamente di Foligno (in Via delle Industrie, 11), in provincia di Perugia. Nasce dalla mente di Roberto Verdi, che da più di 30 anni gravita nella galassia del settore musicale professionale e che già negli anni 90 produceva mixer da studio, amplificatori e diffusori monitor professionali.


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A queste prime esperienze ha fatto seguito un'attività nel settore PA, con inediti diffusori da esterno di tipo coassiale, per il sound reinforcement. Nel 1997 sono comparsi i primi ampli valvolari Cymbalon, che in futuro torneranno in produzione, essendo ancora in una fase avanzata di sviluppo. Mentre proseguivano altre attività industriali, nel 2014 nasceva il progetto di Bequadro (in breve, Beq), un diffusore dipolare inedito, a due vie, senza crossover, che derivava in realtà da esperienze di gioventù e che giungeva a compimento nel 2016.


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Nel 2018 c'è stata la presentazione sul mercato nazionale di 4 modelli di Bequadro, diversi solo per taglia, e al contempo l'esposizione più diretta al mercato internazionale al Munich High End, dove è stato raccolto un notevole successo. L'anno scorso è stata invece organizzata al Milano Hi-Fidelity una presentazione pubblica di un esteso set multicanale posizionato in una grande sala del Melia' notoriamente poco gestibile, con 770 metri cubi di volume e forma quasi cubica dotata di un soffitto a specchi: una sfida superata a pieni voti, che ha concorso a catalizzare - se possibile - ancor più l'attenzione del pubblico sui prodotti del marchio.

 
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Come molte aziende che funzionano come orologi svizzeri, anche VREL Electroacoustic ha una solida base familiare, poiché il fondatore Roberto Verdi ha cooptato anche suo figlio Sebastiano e suo nipote Riccardo, che hanno favorito quella spinta propulsiva in termini di innovazione e di approccio ai mercati connaturata ad una visione dinamica, che non potrà che contribuire all'espansione del marchio, di fatto già presente in una decina di Paesi. Mentre la sede produttiva, come detto, è ben piantata in Umbria, sono presenti ambasciatori del brand anche a Milano, in Sicilia e in Sardegna, per favorire gli ascolti degli appassionati lungo tutto lo stivale.

 
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La filosofia sottesa alla produzione tiene conto dell'assunto secondo il quale i diffusori concorrono per almeno l'80% alla resa finale del set. Ma un'altra caratteristica fondante del brand risiede nel proporre al mercato i prodotti a prezzi reali anche grazie al modello economico adottato della vendita diretta in Italia e di accordi sottoscritti con i distributori esteri che fanno perno sullo stesso principio. La cura maniacale del prodotto si spinge fino all'attenta progettazione degli imballi destinati a superare i possibili inconvenienti derivanti dalle complesse spedizioni transoceaniche.

Con un'inflazione mondiale galoppante è assolutamente da rimarcare positivamente il fatto che il listino pubblicato sia rimasto invariato dall'anno scorso, che con gli speaker vengano forniti 4 cavi per la biamplificazione e che gli altoparlanti godano di una incredibile garanzia di 10 anni. La produzione attuale ricomprende la serie Bequadro, dall'1 al 4 (tutti a 2 vie), la serie Bequadro Gravis (bass extender) dall'1 al 4 e i centrali Bequadro Vox Alpha, Beta e Gamma (tutti a 2 vie), oltre a due NFM.

In questa edizione VREL Electroacoustic proponeva i suoi prodotti Bequadro in tre sale diverse. Nella grande sala Domitilla, situata al -1, gli speaker erano presentati staticamente le attuali top di gamma Bequadro 4 e un NFM near field monitor (monitor da studio), liberamente ammirabili anche nel loro lato B, per dar modo ai visitatori di verificarne le caratteristiche costruttive.


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Al primo piano, invece, nelle suite 612 e 620 era possibile ascoltare i diffusori Bequadro 1, 2 e 3, con gli altoparlanti regolarmente in funzione. Si tratta di speaker caratterizzati tutti da un progetto a 2 vie, senza crossover, in configurazione D'Appolito modificata, con componenti proprietari dipolari quali i woofer e il driver HDPP (High Dynamic Push Pull) isobarico caricato a tromba MDC (Modified Constant Directivity) che lavorano a banda intera, con solo un carico resistivo posto a protezione del tweeter ben al di fuori della frequenza di taglio utile ad evitare possibili danni al componente.

Guardando lo speaker sul 'lato B' si nota un componente rosso vinaccia che potrebbe essere facilmente scambiato per un secondo tweeter. Ma non è così. Si tratta, in effetti, semplicemente della parte posteriore del tweeter anteriore (caricato a tromba) che emette, per l'appunto, in modo dipolare anche posteriormente. Trattandosi di dipoli, vale a dire di altoparlanti i cui driver emettono nei due semispazi, l'aspetto del posizionamento dalle pareti di fondo e laterali riveste dunque una importanza notevole e va curato con particolare attenzione. Per trarre il maggiore giovamento dal suono emesso, le caratteristiche di ambiente non dovrebbero quindi essere troppo polarizzate su materiali assorbenti.


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Nelle sale di ascolto, infatti, non erano presenti materiali per il trattamento sonoro e questo costituisce un innegabile vantaggio anche per l'acquirente del prodotto, in termini di risparmio economico ma anche di mantenimento dell'estetica ambientale originaria. Nella sala con i modelli di 'attacco' era possibile ascoltare a confronto la Beq 1 e la Beq 2.

La Beq 1 ha a bordo 2 woofer 255A da 10" dipolari, 1 driver HDPP 26A/X2 dipolare caricato a tromba MDC da 1", con una sensibilità di 92dB/1W/1m, un'impedenza di 8/11 ohm e una risposta in ambiente compresa tra 35 a 18.000 Hz, +/-2dB.

La Beq 2, invece, utilizza un woofer in più, potendo disporre di 3 woofer 255A da 10" dipolari, 1 driver HDPP 26A/X2 dipolare caricato a tromba MDC da 1", con una sensibilità di 95dB/1W/1m, un'impedenza di 11 ohm e una risposta in ambiente compresa tra 30 a 18.000 Hz, +/-2dB.

 
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Partiamo dalla sala in cui erano presenti due coppie di Beq, le rosse, modello 1, e le grigie, modello 2. Il set era composto da un PC, da un convertitore e da un amplificatore finale a valvole. Gli speaker provocatoriamente erano infatti pilotati dal DAC di un DVD audio Integra di cui veniva usata la sola parte di conversione di Apogee, con conversione differenziale 1060, e il segnale veniva poi amplificato da un Audio Innovation serie 400, valvolare inglese con tre decenni alle spalle, 10 watt per canale, con PP el84

L'ascolto iniziava con le (per modo di dire) baby di gamma, le Bequadro 1. In programmazione c'era un classico, "I can explain" di Rachelle Ferrell, tratto da Individuality (can i be me?). Il registro basso appariva particolarmente controllato, la straordinaria voce di Rachelle veniva resa splendidamente come solo un componente caricato a tromba è in grado di fare, con evidenti doti di dispersione orizzontale.

Si passava a "On Stream" di Nils Petter Molvær tratto da Khmer: qui entravano in gioco le percussioni e la tromba, due ambiti in questo uno speaker del genere non poteva che eccellere. Ed infatti così è. Percussioni proposte con la loro naturale dinamica e adeguata profondità in basso e una tromba che veniva sonicamente reificata da un componente a tromba rendevano il brano, già piacevole, quasi ammaliante. Non a caso, anche in questo caso il mediatore tecnologico presente in sala aveva sapientemente scelto un pezzo in grado di esaltare le potenzialità delle Bequadro 1.


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Si è quindi cambiato speaker e venivano attivate le Bequadro 2, la cui unica differenza apparente rispetto dalle precedenti, oltre alle dimensioni, è la presenza di un terzo ulteriore woofer da 10".

Veniva programmata la Danse Macabre, Luben Yordanoff, Orchestre de Paris e Daniel Barenboim per Deutsche Grammophone. Come immaginabile, il messaggio sonoro guadagnava autorevolezza, ma non era predittible invece che il brano di musica classica acquisse una notevole vitalità, anche se forse un tocco in più di volume avrebbe forse conferito e non sottratto qualcosa al suono complessivo.


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Nella seconda sala c'era una coppia di Beq 3, che utilizza 2 woofer dimensionalmente più grandi, vale a dire 2 385A da 15" dipolari, 1 driver HDPP 26A/X2 caricato a tromba MDC da 1", con una sensibilità di 97dB/1W/1m, un'impedenza di 8/11 ohm e una risposta in frequenza in ambiente compresa tra 25 Hz e 18.000 Hz +/-2 dB. Il componente per la gamma acuta è il medesimo della gamma, ma si tornava alla configurazione con due woofer, seppure dimensionalmente più importanti, in quanto si passava dai 10" ai 15". Il set prevede sempre un PC come fonte digitale, poi un DAC ed infine un amplificatore integrato valvolare di una ventina di anni fa, un Conrad-Johnson CAV-50 da 45 watts per canale, con 1 12AU7, 2 12AX7, 2 6SN7, 4 EL34.

 
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Veniva programmata la Lute Suite in E Major, BWV 1006a, tratta da Violin Works, vol. 2 di J.S. Bach, arrangiata per chitarra ed eseguito da Jason Vieaux per Azica Records. Il suono delle corde dello strumento era indubbiamente esaltato dalla naturale inclinazione ad un suono live delle Bequadro 3, che riuscivano a comporre uno stage quanto mai vivido e vibrante.

Si passava alla Sonata "La follia", Hespèrion XXI & Jordi Savall per Alia Vox, tratto da Altre Follie (1500-1750): impossibile notare come gli archi venissero resi in modo neutro.

Tratto da "From the age of swing" si finiva con Topsy di Dick Hyman per Reference Recording inciso in HDCD (High Definition Compatible Digital). RR rappresenta sempre una garanzia di qualità ma questo brano in particolare si manteneva apparentemente sempre ben lontano dagli estremi di gamma ed esaltava la particolare capacità delle Bequadro di interpretare la gamma media, che rappresenta una forza indiscussa di tutta la gamma, così come la capacità di fornire un suono non addomesticato né forzato, somministrato sempre in modo fluido, con una gamma bassa che quando veniva sollecitata ad intervenire lo faceva in modo adeguato (anche se forse la volta scorsa, con gli stato solido, in modo forse lievemente più autorevole), ed un medio acuto credibile e sostanzioso, sempre con la particolare inclinazione a far fronte senza affanno alla dinamica dell'incisione.

La parola a Gian Piero Matarazzo.


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L'ascolto di Gian Piero Matarazzo

E’ la seconda volta che ho modo di ascoltare i diffusori di questo marchio che mi hanno fatto la stessa impressione della volta scorsa. Sarà perché la saletta era la stessa o perché i diffusori sono gli stessi, ma tornando a casa tra i tanti marchi ascoltati mi ricordo innanzitutto questi. Sarà la stazza, l’emissione particolare delle basse e medie frequenze, oppure quel tentativo dei diffusori di riproporre uno stage di dimensioni maggiori della piccola saletta a loro destinata, ma ho la netta sensazione che possano esprimere molto di più di quello che sembra.


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Le Bequadro 2 e le 1, di dimensioni più contenute, sono costruite artigianalmente dalla Vrel che cura ogni aspetto della sua produzione, ad iniziare proprio dalla parte più difficile, ovvero gli altoparlanti, che per forza di cose devono possedere delle caratteristiche abbastanza atipiche. In particolare posso dire che il tweeter, caricato da una tromba, è l’unico, a mia memoria, che suona come un trasduttore a cupola e non come un driver a compressione, cosa che in assoluto non è. Senza entrare nei particolari posso dire che posizionando una torcia elettrica alle spalle dei driver è possibile vederne la luce fuoriuscire dalla tromba. Come suonano? Devo dire che suonano…veloci, definite, con una ricostruzione scenica che cerca, ed a tratti ci riesce, a forzare le dimensioni della stanza ed espandersi intorno. Va notata la mancanza di colorazioni particolari e la conseguente articolazione molto elevata.

VREL sarà con i suoi diffusori anche al Milano Hi-Fidelity, in programma sabato 12 e domenica 13 novembre.

Per maggiori info: www.vrel.eu

 

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