Roma Hi-Fidelity 2022: Majandi, Microsound Technology, Revoxmania

Redazione 11 Novembre 2022 Audio

Le due salette del nuovo 'triumvirato' Revoxmania, Microsound Technology e Studio Majandi, hanno mostrato i muscoli con due sistemi molto diversi tra loro, entrambi con Revox B-77 e A-77, diffusori inconsueti ed elettroniche da un film di fantascienza...


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Il punto di vista di AV Magazine

Al Roma Hi-Fidelity 2022 tra le tante salette prese d'assalto dagli appassionati ce n'erano un paio che sono il frutto di un nuovo 'triumvirato' tra tre professionisti in perfetta sinergia: c'è Luca Maria Olgiati di Revoxmania che si occupa del restauro e del 'modding' dei magnifici registratori e riproduttori a bobina Revox; c'è Carlo Colombo di Microsound Technology che si occupa della progettazione e realizzazione delle elettroniche di preamplificazione e amplificazione e contribuisce in parte al modding dei prodotti Revox su specifiche di Luca Maria Olgiati.

C'è infine Giampiero Majandi di Studio Majandi, già conosciuto dal pubblico di AV Magazine (potete leggere dell'Active Reflex in questo articolo) e che si occupa della progettazione e realizzazione dei sistemi di altoparlanti, sia attivi che passivi. Al Roma Hi-Fidelity 2022, il trio Majandi-Microsound-Revoxmania ha allestito due ambienti molto diversi tra loro.


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Nella prima saletta c'è un sistema di altoparlanti attivo, triamplificato con DSP, due subwoofer da 15" e due coassiali da 8", il tutto con risposta che scende fino a 27 Hz (misurati) e decisamente gagliardo come livelli di pressione sonora indistorta. La sorgente, rigorosamente analogica, è un Revox A-77 restaurato e modificato da Revoxmania in collaborazione con Microsound Technology che ha fornito anche l'eccellente preamplificatore.

Nella seconda saletta, Majandi ha portato un sistema completamente passivo: un diffusore da pavimento da 26x40x115 cm a due vie con woofer da 10" molto vicini a pavimento, con accordo reflex ricavato nello zoccolo del diffusore: due aspetti che riducono decisamente le alterazioni di risposta causate dalla disposizione in ambiente. Il diffusore è capace di scendere fino a 25 Hz.

 
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Il resto della gamma è affidato a due larga banda. Il sistema è ad alta impedenza (16 ohm sulla maggior parte della banda), sopporta fino a 250W per canale ed è predisposto per il bi-wiring e il bi-amping, con by-pass anche del filtro passivo. La sensibilità dichiarata in semispazio è di circa 91 dB con 2,83V a un metro.


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Anche in questa seconda sala abbiamo un registratore a bobine Revox, stavolta B-77, anche questo con restauro a cura di Revoxmania e 'modding' a cura di Microsound Technology. In più, in questa seconda sala c'è anche una sorgente digitale con musica liquida su PC, interfaccia USB North Star Design e DAC ToppingD30 Pro.


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Il pre è lo stesso XSP-11 dell'altra saletta: un 'dual mono' con una base che include quattro schede, due con attenuatori e due con amplificatori e che può essere completato con le schede phono MM/MC RIAA (anche queste 'dual mono'), e anche con 8 ulteriori curve di equalizzazione.


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La regolazione dell'eccellente volume è tramite attenuatore passivo a relè con 128 step di 0,75 dB e i livelli di attenuazione possono essere memorizzati in maniera indipendente per ogni ingresso. La configurazione base prevede3 ingressi AUX di cui 1 RCA e 2 XLR differenziali non sdoppiati.


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I due finali monofonici SMA-10 (Special Mosfet Amplifier), sembrano usciti dalla scenografia di 'Forbidden Planet', che non è solo il mio film di fantascienza preferito ma anche quello che ha ispirato il noto costruttore di elettroniche americano. Si tratta di un prodotto di 'alta sartoria audio', con frontale cromato a specchio e il telaio saldato a mano.

Ogni SMA-10 eroga fino a 20 watt su 8 ohm in pura classe A e fino ad un massimo di 50 watt in classe B, sempre su 8 ohm, con raddoppio della potenza al dimezzamento del carico resistivo, ovvero 100 watt su 4 ohm, 200 watt su 2 ohm e una capacità di erogazione in corrente che li rende particolarmente robusti per qualsiasi tipo di carico.


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L'ascolto di Gian Piero Matarazzo

“C’è qualcosa di nuovo, anzi d’antico” si potrebbe dire parafrasando Pascoli e riferendosi a Gianpiero Majandi inteso in questa fiera come progettista di sistemi customizzati per esigenze specifiche, sistemi particolari, quasi sempre differenti che servono a coprire richieste di sonorizzazione molto particolari. In ben due salette striminzite già sapevo, al mio ingresso, che il basso sarebbe stato notevole e la gamma medioalta appena graffiante. In una delle due salette era esposto un interessante diffusore di dimensioni contenute che sfruttava per le emissione della gamma medioalta un coassiale da 8” della Faitalpro coadiuvato da un subwoofer da ben 15” sempre prodotto dal noto costruttore italiano di trasduttori professionali. Il sistema è triamplificato grazie ad una elettronica esterna della fiorentina Powersoft da 300+150+150 watt ed allineato con grande precisione grazie al DSP incorporato come di consueto nell’elettronica di potenza.


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L’acustica della stanza certamente non ha aiutato il sistema, pur accortamente regolato sulla gamma bassa, che comunque ha esibito una scena notevole per le condizioni al contorno e per l’acustica asimmetrica della sala. Ammetto che perfidamente ho prestato molta attenzione all’incrocio tra il woofer ed il tweeter, una porzione di frequenze alla quale è necessario prestare la massima attenzione quando si impiega un driver coassiale. L’impressione che ho ricavato è notevole per tutte le condizioni al contorno pesantemente avverse, ma la poca aggressività del tweeter a compressione la dice lunga sulla prestazione ottenibile in un ambiente corretto ed almeno di cubatura tripla. La sorgente musicale era costituita da uno splendido Revox A77 fatto girare, ovviamente, a velocità sostenuta.


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Nella seconda saletta era esposto un sistema più tradizionale, un due vie passivo, ma ovviamente originale, composto da un woofer da 10 pollici di “la voce italiana” caricato in reflex  ed incrociato a circa 180 Hz con due larga banda da 3” della Faitalpro connessi in serie per l’unità medioalta. La sorgente era costituita da un Revox A77 con preamplificatore  Micro Sound Technology e due amplificatori dello stesso marchio da 25 watt in classe A. Anche in questo caso il basso la faceva un po’ da padrone, con le medioalte in leggera evidenza a causa dell’ambiente di ascolto. Ovviamente le salette sono state piene fino a sera.

Il triumvirato con i registratori Revox, le elettroniche Microsound e i diffusori di Majandi saranno anche al Milano Hi-Fidelity, in programma sabato 12 e domenica 13 novembre.

Per maggiori info: revoxmania - microsound - studiomajandi - milanohifi

 

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