Roma Hi-Fidelity 2021 - VREL

G.P. Matarazzo 28 Dicembre 2021 Audio

Parte 8 | Il nostro report del Roma Hi-Fidelity prosegue nelle tre salette allestite con diffusori VREL electroacoustic, tutti in configurazione 'dipolo' ad elevata efficienza e senza crossover: una decisa conferma della qualità dei prodotti italiani, dopo gli ascolti al Milano Hi-Fidelity in configurazione multicanale


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Ho ascoltato per la prima volta i diffusori VREL electroacoustic al Milano Hi-Fidelity di qualche anno fa, assieme a Marco Cicogna, incuriositi entrambi dall'imponente sistema di riproduzione multicanale allestito nella sala più grande dell'hotel Melià. Si tratta di una sala notoriamente ingestibile, con 770 metri cubi di volume e forma quasi cubica e con un soffitto 'a specchi': una sorta di sfida. Ebbene, la sala VREL del Milano Hi-Fidelity, seppure piuttosto recente, è già un 'classico' ed è l'occasione migliore per ascoltare praticamente tutta la produzione dell'azienda umbra, frutto dell'ingegno di Roberto Verdi, che da più di 30 anni gravita nella galassia del 'settore musicale professionale', con la produzione di mixer da studio, amplificatori e monitor professionali.

Mentre negli anni l'attività del Verdi continuava in altre direzioni, nel 2014 la sua passione per la musica riprodotta ha creato le condizioni necessarie e la produzione del primo diffusore dipolare: un due vie con alcune soluzioni inedite e senza crossover che arriva in realtà da esperienze di gioventù.

La gamma oggi si compone di due monitor da studio, quattro diffusori serie Bequadro da pavimento, quattro subwoofer serie Gravis da pavimento, che si abbinano perfettamente ai 4 diffusori principali e tre canali centrali serie Vox. Sono tutti dei veri dipoli, quindi con altoparlanti montati su pannello che emettono nei due semispazi, tutti caratterizzati da elevata efficienza (fino a 100dB) e totale assenza di filtro crossover. A parziale 'difesa' del tweeter, c'è infatti una semplice protezione R , parzialmente L, ben al di fuori della frequenza di taglio.


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Al Roma Hi-Fidelity, VREL electroacoustic era presente in tre sale in cui è stato possibile ascoltare buona parte della serie Bequadro. Rispetto alla gigantesca installazione multicanale che abbiamo apprezzato al Milano Hi-Fidelity dello scorso ottobre, le tre salette all'Hotel Mercure West erano sicuramente più vicine allo spazio disponibile in un appartamento. Nella prima sala, che vedete qui in basso, erano presenti ben due coppie di diffusori Bequadro. 


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C'erano le Bequadro B1 (2 vie con 2 woofer 255A, 1 driver HDPP  26A/X2 caricato a tromba, 92dB/1W/1m, impedenza 8/11 ohm e risposta in ambiente tra 35 a 18.000 Hz, +/-2dB) e le Bequadro B2 (2 vie con 3 woofer 255A, 1 driver HDPP 26A/X2 + MCD horn caricato a tromba, 95dB/1W/1m, impedenza 11 ohm e risposta in ambiente tra 30 a 18.000 Hz, +/-2dB), con entrambe le coppie pilotate 'provocatoriamente' da un integrato multicanale Onkyo Integra TX-DS989 e da un lettore DVD-Video Onkyo Integra DV-S939.


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La sala era presidiata direttamente da Roberto Verdi che ha utilizzato elettroniche - non proprio recentissime e di fascia decisamente più modesta rispetto ai diffusori - per due motivi principali: da una parte per sottolineare l'estrema semplicità del carico dei suoi diffusori che viene 'visto' dall'amplificazione; dall'altro per coerenza rispetto alla 'filosofia' - che in parte condividiamo - che la maggior parte della responsabilità del 'suono' di un impianto deriva certamente dal diffusore e dall'ambiente, piuttosto che dalle elettroniche.


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Nelle immagini riconoscerete Gian Piero Matarazzo: non ho potuto resistere dal coinvolgerlo, ovviamente per l'assenza di crossover 'elettrici' (ma solo di tipo 'meccanico') nei diffusori di Roberto Verdi. L'incontro tra Matarazzo e Verdi è stato quasi surreale: il Genio Assoluto dei crossover - riconosciuto a livello interplanetario - davanti ad un progettista che non utilizza crossover. Come dire: 'il diavolo e l'acqua santa'! Se avessi avuto la prontezza di registrare quel momento, il video sarebbe diventato virale in pochi giorni. Potete leggere il giudizio preliminare di Gian Piero più in basso, in questa stessa pagina.


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I diffusori VREL erano anche nella saletta di Zavalinka Records, distributrice di nastri con un sistema tutto analogico, con registratore a bobine Revox e amplificazione minimale Tektron da 5 watt per canale. Nella piccola sala troneggiavano i diffusori Bequadro 3: un due vie con tre altoparlanti (2 x 385A, 1 x HDPP driver 26A/X2, quest'ultimo caricato a tromba), ricordo senza alcuna compressione, nessun elemento di rifasatura acustica, ne tantomeno carico posteriore, dato che il driver HDPP è isobarico con efficienza di 97 dB, impedenza compresa tra 8 e 11 ohm e riposta in frequenza in ambiente compresa tra 30 e 18.000 Hz entro +/-2 dB. 

In questa sala ho apprezzato un suono caldo e avvolgente, con registro medio-basso e basso ben presenti, dinamica travolgente ed ottima timbrica, con registro medio leggerissimamente in evidenza. Durante il mio ascolto andava uno spettacolare nastro di 'Sinatra' che mi ha fatto tornare la voglia di analogico...


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VREL era presente anche nella sala Tektron, con un sistema misto digitale e valvole. In ascolto c'erano ancora le Bequadro 3, un  2 vie con 2 woofer 385A, 1 driver HDPP 26A/X2 caricato a tromba, 97dB/1W/1m, impedenza di 8/11 ohm e risposta in frequenza in ambiente compresa tra 25 Hz e 18.000 Hz entro +/-2 dB. Anche in questo caso ho apprezzato un suono potente e dinamico, con insospettabile estensione in frequenza, specialmente in basso e, soprattutto, una scena credibile. Chissà che in futuro Gian Piero non riesca a corrompere il buon Verdi per fargli provare un crossover, magari progettato direttamente da Gian Piero.


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Il modello di business di VREL electroacoustic è semplice: 'dal produttore al consumatore', saltando di fatto distribuzione e punti vendita. Si tratta di un modello in parte simile a quello di AM Audio di cui conosciamo sia le elettroniche che i diffusori.

La capacità produttiva di VREL è tale da rivolgersi anche al mercato internazionale, che raggiunge soprattutto attraverso fiere di settore come il Monaco Hi-End, già dal 2018, con la presenza stabile in una decina di Stati. Oltre alla presenza nelle manifestazioni come il Milano e il Roma Hi-Fidelity, è possibile ascoltare i diffusori VREL sia nella sede a Foligno, sia grazie ad alcuni 'ambasciatori' che mettono a disposizione degli appassionati curiosi, alcune sale d'ascolto in giro per l'Italia che scopriremo insieme il prossimo anno.

Il giudizio di Gian Piero Matarazzo

Sento ripetere spesso che un bravo recensore non ha antipatie preconcette o posizioni aprioristiche dalle quali non muoversi: tutte balle! Il recensore è una persona, e quindi ha le sue antipatie e le sue simpatie, ma deve possedere, secondo me, una grande apertura mentale anche rispetto a persone, diffusori e configurazioni che sono molto distanti dalle proprie convinzioni, maturate magari in decenni di misure ed ascolti.  Posso dire, guardando indietro alla mia storia, di aver cambiato idea più di una volta, e ciò, per fortuna, capita e può capitare soltanto di fronte ai fatti, ovvero ad una attenta sessione di ascolto. Alta efficienza, bassa efficienza, reflex, sospensione pneumatica e tante altre mille colorazioni del nostro mondo possiedono immancabilmente pregi e difetti. Sciocco mi sembra piuttosto chi prende una di queste caratteristiche e ne fa il centro della propria vita progettuale, senza guardare né a destra né a sinistra, convinto di essere in qualche modo un privilegiato, un baciato dal Padreterno.


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E’ anche vero però che tra mille progettisti che si sono uniformati, con poco impegno, alla realizzazione di diffusori dalla facile vendita sono poi emersi quattro o cinque costruttori con idee in netta controtendenza al mercato dell’epoca,  che in un modo o nell’altro hanno fatto parlare di se e dei diffusori proposti. Mi riferisco a personaggi del calibro di Klipsch, di Bose o di Wilson e di quelli che hanno proposto diffusori a tromba su quasi tutta la banda audio, restringendo il proprio campo di potenziale vendita ai soli possessori di ambienti di ascolto molto grandi. Personalmente detesto molti di questi marchi ed i loro prodotti, ma a fronte di varie sessioni di ascolto, anche in “atmosfera controllata”  non ho mai avuto occasione di averli in prova, per poterne analizzare pregi e difetti.


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Appena giunto al Roma Hi- end mi sono ritrovato di fronte i 'capi' di AV Magazine, Emidio e Franco,  che mi hanno indicato le cose per loro interessanti e meritevoli di una visita e di un ascolto. Chi mi legge sa perfettamente quante volte ho dichiarato che giudicare un diffusore ad una fiera è la cosa più ingannevole che ci possa essere, specialmente nelle salette dei piani superiori, quelle da 3 x 4 metri dove i diffusori non possono assolutamente esprimersi al meglio delle loro possibilità. Tra tutte le indicazioni mi hanno consigliato di ascoltare anche i diffusori Bequadro della VREL, caratterizzati da una efficienza elevata, una costruzione atipica e l’assenza di qualunque rete di filtro crossover.


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Ho lasciato decantare la cosa per un paio d’ore salutando amici e tentando qualche affollato ascolto ma poi mi sono trovato di fronte alla porta della loro saletta e non ho potuto fare a meno di entrare.  Una saletta piccola come le altre e per di più molto affollata. La musica che proveniva dai diffusori non era affatto male ma un ascolto era quanto meno improbabile.  Rinviando tutto al primo pomeriggio ho continuato la mia visita tra diffusori tutti uguali, soffermandomi soltanto a guardare le cose proposte da Axiomedia, col desiderio di acquistare tutto quello che era esposto sul tavolo. Dopo un buon pranzo in compagnia di amici mi sono presentato nella saletta Vrel ad ascoltare i diffusori 'under investigation' come dicono in Formula 1.


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Innanzitutto cercherò di descriverli prima di raccontarvi le mie impressioni. Si tratta del modello  Bequadro 2,  un modello di dimensioni importanti, con tre woofer a larga banda che lavorano in dipolo ed un tweeter molto originale caricato apparentemente a tromba. Per fortuna erano ancora tutti a pranzo, così mi sono potuto sedere in posizione centrale, anche se leggermente arretrato rispetto ai diffusori, almeno per quanto concedeva la piccola saletta loro assegnata. Dire che la timbrica era mediamente naturale può apparire un eufemismo in una saletta piccola e non trattata, ma ho notato, tra le tracce a me ben conosciute, come la Bequadro 2 cercasse di ricostruire un po’ di scena e come a dispetto di tutto ci riuscisse.

La gamma media mi è sembrata leggermente avanzata, come se si trattasse di un monitor da studio, ma la traccia rivelatrice delle dimensioni dello stage mi ha fatto notare come gli strumenti stessero abbastanza dietro la cantante, con una notevole correttezza scenica. Ammetto di essere rimasto un po’ perplesso per delle qualità che non mi aspettavo in quel contesto abbastanza sacrificato, ma allo stesso tempo ho desiderato sin da subito provare questi diffusori in un ambiente più ampio ed areato rispetto alla piccola sala d’ascolto. Forse ci riesco. Rimane un punto che si collega all’inizio di questa breve cronistoria: quando trovi un diffusore che ti lascia intuire le sue possibilità puoi cambiare idea su mille altre cose, ma il buon suono lo riconosci.

Per maggiori informazioni: www.vrel.eu

 

 

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