Supertest Samsung Trilaser LSP9T

Emidio Frattaroli 27 Aprile 2021 4K e 8K

Dopo quasi 10 anni, Samsung torna nella videoproiezione casalinga dalla 'porta principale' con un prodotto esclusivo, con tecnologia DLP e ottica a tiro cortissimo, sorgente luminosa laser 3P e copertura completa dello spazio colore REC BT.2020

Misure e calibrazione in REC BT.2100

 


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Con i contenuti in HDR la situazione si fa piuttosto interessante. Anche in questo caso, in default sono da evitare le due impostazioni predefinite 'Dinamica' e 'Standard'. Meglio preferire la modalità 'FIMMAKER MODE' oppure 'Film', ricordando che solo quest'ultima permette la calibrazione del bianco anche su 10 punti.


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Sia in 'FILMMAKER MODE' che in 'Film', il Samsung ha un'ottima modulazione della curva del gamma PQ, con clipping che avviene attorno all'80% del segnale in ingresso ma con il 75% (ovvero 1.000 NIT eqv) già a livello molto elevato. Ancora più interessante il livello al 50% del segnale in ingresso che vale circa il 22% del picco di luminanza, in linea con un sistema (schermo + proiettore) con picco di luminanza in HDR di 100 NIT. Il bilanciamento del bianco invece non è molto preciso e registriamo la stessa 'abbondanza' di rosso che avevamo già visto nelle modalità SDR, anche se in maniera differente.


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Altrettanto interessante la riproduzione dei colori, con una piccola nota. In 'automatico' il proiettore non va oltre il DCI P3, almeno nelle nostre condizioni di visione e di misura. Selezionando manualmente lo spazio colore 'Nativo', l'estensione del gamut diventa massima e il tone mapping risente ovviamente dei limiti del bilanciamento del bianco di default, con errori sia di tinta che di saturazione.


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Per la calibrazione, vale lo stesso appunto che ho già esternato nella pagina precedente, quindi con limiti nella calibrazione dei vari punti del bilanciamento del bianco: bisogna sempre uscire e rientrare nel menu di calibrazione del bianco. In queste condizioni, ho investito tutto il mio tempo nel tentare di raggiungere un bilanciamento del bianco pressoché perfetto lungo i vari gradini della scala dei grigi, rinunciando soltanto a circa 10 NIT sulle alte luci e cedendo qualcosina anche al rapporto di contrasto, che scende a circa 1.600:1.


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Come al solito, la calibrazione del bilanciamento del bianco ha effetti positivi anche nella riproduzione dei colori a varie saturazioni. Registriamo comunque alcuni errori nel magenta e nel rosso, soprattutto nel verde ma pienamente accettabili. Dopo aver passato tante ore con questo proiettore, sono giunto a conclusione che il massimo delle prestazioni per la riproduzione di contenuti HDR può essere raggiunto al momento soltanto con un tone-mapping esterno con un processore che possa anche gestire una 3D LUT. Per essere più preciso, mi riferisco ad un Digifast, ad un Lumagen Radiance Pro, un madVR Envy, un qualsiasi HTPC con madVR oppure ancora una LUT box. Del resto, anche con la calibrazione manuale, i risultati che possono essere raggiunti sono degni di nota.

 

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