Recensione soundbar Sony Bravia Theatre Bar 8

Nicola Zucchini Buriani 25 Febbraio 2025 Audio

In prova la nuova soundbar Sony di fascia alta, un prodotto espandibile e dotato di varie funzioni come la calibrazione automatica. Bar 8 crea inoltre sinergie particolari con i TV Sony Bravia, aggiungendo la funzione Acoustic Center Sync.


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Lo scorso anno Sony ha razionalizzato la gamma di prodotti home cinema, un’operazione che ha portato a semplificare i nomi dei prodotti e ad offrire una gamma più snella e facile da inquadrare. Tra le categorie di dispositivi inclusi troviamo anche le soundbar: Bravia Theatre Bar 9 e Bravia Theatre Bar 8.

Abbiamo potuto testare Bar 8 insieme al TV OLED Bravia 8 (la potete leggere qui), un’accoppiata necessaria per valutare non solo la bontà del prodotto ma anche le funzioni esclusive che si rendono disponibili solo quando si abbina un televisore Sony.

Non abbiamo invece provato l'accoppiata con speaker e subwoofer opzionali: come vedremo nel capitolo sulle caratteristiche, la Bar 8 è una soundbar espandibile che parte come sistema a sé stante e può diventare un vero e proprio impianto multi-canale. In questa recensione valutiamo perciò solo le prestazioni di base, senza alcuna aggiunta.

 

SOMMARIO

 

CARATTERISTICHE E DESIGN


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Bravia Theatre Bar 8 si posiziona nella fascia alta, subito al di sotto della top di gamma Bar 9. I punti in comune son la “sorella maggiore" sono numerosi: design, costruzione e quasi tutte le funzioni. La principale differenza è rappresentata dal grado di sofisticazione del sistema integrato: sono 13 speaker e 7.0.2 canali per Bar 9 contro gli 11 speaker e i 5.0.2 canali di Bar 8. La potenza erogata complessivamente è di 495 W.

I canali frontali e il centrale utilizzano una configurazione a due vie con woofer e tweeter. Gli altri speaker sono collocati a coppie sui lati e sopra: in questo caso Sony ha optato per diffusori full-range (a larga banda). La configurazione completa è la seguente:

  • Canale centrale: 1 tweeter da 22 mm in cupola morbida e 2 woofer X-Balanced da 45 x 90 mm;
  • Canali destro e sinistro: 2 tweeter da 10 mm in cupola morbida e 2 woofer X-Balanced da 45 x 90 mm;
  • Canali laterali: 2 trasduttori full-range X-Balanced da 46 x 54 mm;
  • Canali superiori: 2 trasduttori full-range X-Balanced da 46 x 54 mm inclinati di 45 gradi.


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L’amplificazione è digitale e si affida alla tecnologia S-Master HX. Dove la Bar 8 vince rispetto alla Bar 9 è nell’ingombro: il sistema a 7.0.2 canali inserito nell’ammiraglia richiede molto spazio, infatti la soundbar arriva a misurare circa 1,3 metri in larghezza, davvero tanti. Bar 8 non si può sicuramente dire compatta ma recupera comunque 20 centimetri: le misure sono 1.100 (L) x 64 (A) x 113 (P) millimetri. Questa configurazione si può espandere aggiungendo componenti opzionali: nello specifico si possono abbinare speaker wireless per i canali posteriori e un subwoofer, sempre in wireless. I prodotti compatibili sono gli speaker SA-RS5, SA-RS3S e i subwoofer SA-SW5 e SA-SW3.

Bar 8 gestisce tracce audio in formato LPCM, Dolby Digital, Dolby Digital Plus, Dolby Atmos, Dolby TrueHD, DTS, DTS-HD Master Audio e DTS:X. Ci sono anche il 360 Reality Audio di Sony e IMAX Enhanced, arrivato con un aggiornamento firmware e attivabile se si aggiungono gli speaker e un subwoofer wireless. La connettività mette a disposizione il Bluetooth 5.2 con SBC, AAC e anche LDAC, quindi alta qualità ove disponibile sul dispositivo che invia il segnale alla soundbar. Si aggiungono anche Wi-Fi 5, AirPlay 2, Spotify Connect, il connettore per la funzione Acoustic Center Sync, un ingresso e un’uscita HDMI.


I subwoofer e gli speaker wireless opzionali
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Le HDMI sono in versione 2.1b (40 Gbps di banda) e gestiscono perciò segnali Ultra HD fino a 120 Hz e 8K fino a 60 Hz, eventualmente anche con HDR, Dolby Vision e HLG. Sull’uscita troviamo eARC, il canale di ritorno audio evoluto. Per quanto riguarda le funzioni proposte, Bar 8 propone numerose opzioni, a cominciare dal Sound Field Optimization, cioè l’Ottimizzazione del Campo Sonoro. Dietro questo nome si cela il sistema di calibrazione acustica integrato nell’app Bravia Connect, disponibile per dispositivi iOS o Android.

In pratica si sfrutta il microfono del proprio smartphone per misurare le caratteristiche della stanza: la soundbar invia una serie di suoni che servono per rilevare la posizione dell’ascoltatore e correggere le criticità presenti. È sufficiente tenere lo smartphone in mano e seguire i passi proposti dall’app. La procedura richiede circa 3 minuti per il completamento e serve anche per il 360 Spatial Sound Mapping, una funzione che ricrea fino a 11 speaker virtuali e genera un bolla di suono che avvolge l’utente.


L'app Bravia Connect permette di controllare soundbar e TV Sony
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La soundbar ottimizza il posizionamento degli speaker virtuali grazie alle misurazioni effettuati dalla calibrazione automatica. Gli speaker virtuali sono 3 sul lato frontale, 4 in alto, 2 ai lati e 2 dietro. Se si utilizza la soundbar in combinazione con un TV Bravia si sbloccano altre opzioni come Voice Zoom 3 e la già citata Acoustic Center Sync. La prima permette di amplificare il volume delle voci, senza toccare gli altri suoni. Acoustic Center Sync serve invece a creare una sinergia tra televisore e soundbar, finalizzata ad una migliore resa del canale centrale e dunque dei dialoghi.

Tutte le impostazioni sono racchiuse nell’app Bravia Connect, della quale parlerò più in dettaglio nel capitolo sulla prova di ascolto. Bravia Theatre Bar 8 è costruita prevalentemente in plastica, con tutta la parte frontale, gran parte dei lati e la porzione superiore ricoperta da tessuto fonotrasparente. Non ci sono pertanto materiali particolarmente nobili ma questo non ha pregiudicato il livello costruttivo, che rimane ottimo. Le linee sono estremamente pulite: l'unico elemento che sporca leggermente la continuità è il pulsante di accensione/spegnimento sul lato destro, che comunque si nota molto poco per le dimensioni e il colore nero. Ci sono poi due indicatori di stato in basso a destra e il logo Sony impresso in alto a sinistra.


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La soundbar è robusta e presenta sul retro la stessa finitura a scacchiera che troviamo anche sui TV Bravia. I connettori sono collocati tutti all’interno di una vaschetta sul retro, fatta eccezione per una porta USB-A di servizio (che non verrà praticamente mai usata) che è invece sul lato inferiore. Nella confezione sono inclusi vari accessori: un cavo HDMI, il cavo da usare con i televisori Bravia per l’Acoustic Center Sync, la staffa per il montaggio a parete e anche due piedini.

Questi ultimi servono per alzare leggermente la soundbar: può essere utile per far passare i piedini dei televisori al di sotto di essa, ovviamente se lo spessore degli stessi lo consente. Il telecomando fornito in dotazione è molto semplice e di fattura abbastanza economica. L’ergonomia è buona, merito anche del numero di tasti ridotto all’essenziale: abbiamo ON/OFF, la scelta dell’ingresso, l’attivazione delle modalità Sound Field (Campo Sonoro), Voice e Night, la regolazione dei bassi, il muto e la regolazione del volume al centro, con dimensioni maggiorate per non confonderlo con gli altri pulsanti. Bravia Theatre Bar 8 viene proposta al prezzo di 1.000 euro.

 

LA PROVA DI ASCOLTO


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L’installazione del prodotto è davvero molto semplice: non ci sono componenti aggiuntivi e anche la configurazione è alla portata di tutti, grazie all’app Bravia Connect. Bar 8 è strettamente legata all’applicazione per smartphone: se ne potrebbe fare teoricamente a meno ma usarla è molto comodo, sia perché sblocca possibilità altrimenti precluse (la calibrazione ad esempio) sia perché il processo è guidato passo-passo con immagini e spiegazioni testuali.

Chi possiede un TV Bravia può aggiungerlo insieme alla soundbar e impostare quest’ultima per funzionare insieme al televisore, sempre con la massima semplicità. L’elevato grado di integrazione tra i prodotti Sony è ulteriormente rafforzato dalla presenza di menu dedicati: si può gestire tutto dall’interfaccia dei TV e a quel punto il telecomando della soundbar non serve più.


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Ci sono poi alcune regolazioni che richiedono tassativamente l'app: il Campo Sonoro, quando attivato, ricrea di base gli speaker virtuali tramite il 360 Spatial Sound Mapping. Non è però l’unica opzione disponibile: volendo si può optare per il DTS Virtual:X o per il Dolby Speaker Virtualizer. L’app permette inoltre di regolare l’altezza del Campo Sonoro, cioè di alzare i dialoghi per portarli ad un livello più coincidente con le immagini che scorrono su schermo.

Ho iniziato gli ascolti con una serie di film, a cominciare dall’ultimo titolo della saga di 007, “No Time To Die”. In particolare mi sono soffermato sulla sequenza girata a Matera, nota sia per il luogo molto caratteristico sia perché viene usata spesso come filmato dimostrativo per TV e proiettori. La calibrazione automatica è un passo altamente consigliato: l’esperienza cambia sensibilmente senza le ottimizzazioni apportate in seguito alle misurazioni. Con le regolazioni di base i dialoghi appaiono più ovattati e meno chiari, soprattutto nelle scene dove si sommano altri rumori forti. Le basse frequenze sono inoltre molto meno presenti e l’impatto generale ne soffre.


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Con la calibrazione effettuata e Campo Sonoro attivo i dialoghi migliorano e sono molto soddisfacenti: il parlato è chiaro, spicca bene sul resto della traccia ed è ben bilanciato, anche a volumi sostenuti. L’abbinamento con il TV Bravia 8 funziona: la sinergia creata aiuta soprattutto a centrare meglio l’origine dei suoni con le immagini. Se serve si può comunque usare l’apposito comando per regolare l’altezza del canale centrale. Per quanto riguarda i bassi, l’assenza di un subwoofer si fa sentire: manca il colpo allo stomaco che un’unità esterna dedicata riesce a dare.

Anche qui si può giocare con le impostazioni: in “No Time To Die”, come in molti altri film, ho preferito alzare i bassi al massimo; anche se probabilmente si colora un pochino il suono, si guadagna decisamente di più sulla pienezza e sul bilanciamento tra le frequenze. La sequenza dell’inseguimento in auto e la successiva sparatoria restituiscono un ottimo coinvolgimento: la pressione sonora è più che sufficiente per riempire stanze di dimensioni medio/grandi. Se però occorre alzare molto il volume, arrivando vicini al massimo, c’è da considerare che di base è attiva la compressione della gamma dinamica (Audio DRC).


La vaschetta sul retro ospita tutti i connettori
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Chi non vuole alterare la sorgente può disattivare la suddetta funzione. Nel caso lo si faccia si deve però prestare attenzione: se si raggiungono livelli di volume molto alti senza Audio DRC, il suono può perdere naturalezza e bilanciamento, con alcune frequenze eccessivamente enfatizzate. Con l’Ultra HD Blu-ray di “Mad Max: Fury Road” ho messo alla prova la ricostruzione degli speaker virtuali. La traccia Dolby Atmos inglese del film di George Miller è ideale soprattutto per l’espansione verticale del suono: in alcuni passaggi le voci che parlano nella mente del protagonista sono poste più in alto rispetto ai dialoghi, proprio per differenziarle dal normale parlato.

Se escludiamo la possibilità di attivare Campo Sonoro e la relativa altezza, non ci sono altre impostazioni che consentono di modificare l’elaborazione del suono. Tutto è quindi affidato soprattutto a 360 Spatial Sound Mapping, che delle tre opzioni disponibili è quella che mi è parsa più convincente. Com’è dunque la resa? Campo Sonoro si fa sicuramente sentire e anzi, lo definirei indispensabile per espandere l’esperienza di ascolto oltre i confini fisici della soundbar. Parlerei però più di un’espansione soprattutto in orizzontale e in parte, seppur se in misura minore, anche in verticale.


L'app Bravia Connect include guide passo-passo per semplificare installazione e funzionamento
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Ovviamente la bontà del sistema varia anche in relazione all’ambiente, dato che gli speaker virtuali per i canali in alto, ai lati e dietro vengono simulati tramite riflessioni dei suoni. Non ho invece percepito un vero e proprio effetto avvolgente capace di creare una bolla di suono che circonda l’ascoltatore a 360 gradi. Sicuramente l’aggiunta degli speaker posteriori opzionali aiuterebbe notevolmente in tal senso, del resto fino ad oggi nessun effetto virtuale mi ha restituito la stessa esperienza di un diffusore fisico, per quanto evoluti possano essere gli algoritmi e i sistemi di correzione acustica.

Sconsiglio caldamente di disattivare Campo Sonoro (Sound Field) con film, serie TV e programmi televisivi: senza il suo ausilio l’ascolto non è molto diverso da un buon sistema a 3 canali, con un ottimo centrale ma con effetti che praticamente nascono e muoiono sul fronte anteriore, senza arrivare nemmeno ai lati e con un’enfasi praticamente nulla anche in verticale. Le impressioni descritte si sono consolidate con l'ascolto di altri film, tra cui “Top Gun: Maverick” e “The Batman” su Ultra HD Blu-ray, “Altered Carbon” su Netflix e “Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere” su Prime Video. Si possono avvertire alcune differenze legate alla lavorazione e qualità delle tracce ma il comportamento della Bar 8 non cambia.


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La soundbar Sony si può ovviamente ascoltare musica: le opzioni disponibili del resto non mancano, tra AirPlay per i dispositivi Apple, Spotify Connect e anche il Bluetooth in alta qualità con LDAC. L’esperienza varia in funzione della tipologia dei brani: musica in Dolby Atmos o comunque audio spaziale e tracce stereo. Nel primo caso parliamo di musica nata per creare un effetto avvolgente: è quindi altamente consigliabile mantenere attiva la funzione Campo Sonoro per ottenere un’espansione del suono. Ho ascoltato alcuni brani in streaming e anche su supporti ottici, tra cui Point degli Yello, una demo perfetta per la musica in Dolby Atmos (se ve lo siete perso, recuperate l’articolo su Visions of Sound dove ne parlo in dettaglio).

Ovviamente non si può pretendere un risultato simile a quello di un sistema home cinema vero e proprio: la spazialità, il preciso collocamento dei suoni nell’ambiente e anche la presenza di bassi non sono paragonabili. Se portiamo però il paragone ad un livello più sensato, cioè sistemi compatti e altre soundbar, la Bar 8 si difende abbastanza bene. L’ascolto è piacevole e si avverte un’espansione del fronte sonoro, anche in questo caso non completa ma comunque piacevole e ben bilanciata.


I due LED di stato
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Con i brani in stereo il discorso cambia: l’intervento di Campo Sonoro mi è sembrato peggiorativo. L’elaborazione eseguita dalla soundbar porta a una perdita di bilanciamento e naturalezza, senza tra l’altro apportare particolari benefici. A farmi preferire la semplice riproduzione del segnale, senza ulteriori interventi, è la gestione delle medie frequenze: Campo Sonoro tende a enfatizzarle a discapito della trasparenza e della chiarezza complessive. È vero che senza Campo Sonoro si perde in spazialità, ma con sorgenti stereo il suono non è avvolgente nemmeno all’origine. Senza ausili il fronte sonoro percepito è poco più ampio rispetto alla larghezza della Bar 8, un risultato che definirei adeguato per una soundbar.

 

CONCLUSIONI E PAGELLA


I menu dei TV Sony si integrano con le funzioni della soundbar
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Bravia Theatre Bar 8 è un prodotto ben riuscito, che abbina prestazioni convincenti a una costruzione solida ed esteticamente appagante. La soundbar del marchio giapponese genera una pressione sonora più che sufficiente per ambienti di dimensioni piuttosto generose. Garantisce inoltre un buon impatto e un ottimo bilanciamento. Spiccano sempre i dialoghi mentre bisogna accettare qualche compromesso sui bassi: come prodotto tutto in uno non se la cava male, ma nei film più dinamici l’assenza di un subwoofer non passa inosservata.

L’espansione del fronte sonoro si avverte ma il suono non avvolge completamente l’ascoltatore: si percepisce un fronte più ampio rispetto alle dimensioni della soundbar e qualcosa arriva anche sopra e sui lati. Non si raggiunge però l’esperienza offerta un sistema multi-canale con componenti separati e ben posizionati nella stanza.


Tutte le funzioni avanzate e la calibrazione automatica sono presenti nell'app Bravia Connect
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Probabilmente sarebbe servita qualche impostazione in più: quelle offerte non sono molte, manca ad esempio una modalità specifica per ascoltare la musica. La funzione Campo Sonoro è comunque convincente così come la calibrazione automatica e la gestione tramite l’app Bravia Connect, molto semplice e piacevole da usare. Un aspetto degno di nota è l'eccellente compatibilità con i formati audio: ci sono praticamente tutti quelli più rilevanti.

L’aspetto meno convincente è il prezzo: la qualità c'è ma l’esborso, se si considera il prezzo di listino, colloca la Bar 8 nella fascia alta di mercato. In questo segmento la competizione è molto serrata: alcuni potenziali rivali includono nella dotazione gli speaker posteriori e/o un subwoofer esterno. È vero che la Bar 8 è espandibile e dunque potenzialmente migliorabile in qualsiasi momento, ma la spesa per il pacchetto completo diventa decisamente importante.


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A mitigare la valutazione sul listino sono i prezzi proposti dai negozi e le iniziative promozionali della stessa Sony (c’è un rimborso nel momento in cui scrivo questa recensione): sommando questi due fattori il costo cala sensibilmente, circa il 50% in meno. Il consiglio è di tenere d’occhio lo street price e le promozioni: con le giuste combinazioni il rapporto qualità/prezzo diventa ben più interessante e a mio avviso più congruo. Il voto che potete leggere nella pagella alla fine dell'articolo ne tiene conto ed è in pratica una media tra i due estremi (listino e street price più promozioni).

Molto positiva, infine, la sinergia con i TV Sony, sia per le possibilità offerte (Acoustic Center Sync) sia per l'integrazione perfettamente riuscita con i menu dei televisori. In poche parole non serve più nemmeno il telecomando della soundbar. Chi possiede un TV Bravia ha un motivo in più per preferire la Bar 8 ad altri modelli della concorrenza.

Per maggiori informazioni: sito ufficiale Sony.

La pagella secondo Nicola Zucchini Buriani: voto finale 7.4

  • Costruzione: 8
  • Design: 8
  • Versatilità: 7.5
  • Qualità Audio: 7
  • Rapporto Q/P: 6.5

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