Test: Wilson Audio Tune Tot

G.P. Matarazzo 05 Luglio 2019 Audio

Un diffusore di nobile, nobilissima, casata che costa molto ma rimane pur sempre un due vie da stand. Gli altoparlanti sono customizzati da uno dei migliori costruttori al mondo e le caratteristiche di allineamento e di emissione leggermente variabili in sede di messa a punto. Andiamo allora a vedere di che si tratta.

Costruzione, componenti e prime misure


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L’analisi della costruzione della Wilson Audio appare abbastanza difficile, non tanto per lo smontaggio in sé e per sé, quanto per il valore dell’oggetto che mi fa decidere di toccare il minimo indispensabile. Tranne ovviamente la piastra posteriore di alluminio, che sembra chiamarmi con voce suadente per essere rimossa e mostrare l’interno del box. La realizzazione della Tune Tot è improntata alla massima cura di ogni particolare, e l’analisi costruttiva rappresenta una vera e propria “ricetta” per la produzione di un diffusore ad alte, altissime prestazioni. I due altoparlanti sono fissati con delle viti a brugola con passo “americano”: meno male che in dotazione c’è il necessario per rimuovere tutto ciò che può essere rimosso. Ovviamente me ne guardo bene, salvo rimuovere una sola vite dal woofer ed una dal tweeter e scoprire che si tratta di viti dal "passo stretto" a cui corrisponde - ovviamente - una madrevite annegata nel rigidissimo pannello frontale.


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Per la produzione del telaio, quando si parla di Wilson Audio si pensa immediatamente al corian, un materiale messo a punto dalla DuPont e costituito da una miscela di una percentuale minoritaria di resina a cui nella fase liquida viene addizionata una polvere molto fine di marmo e altri materiali estremamente rigidi e densi. La miscela migliore e le percentuali dei vari componenti  sono state messe a punto da Wilson Audio negli anni, fino ad ottenere una rigidità molto elevata, unita ad uno smorzamento sostanzialmente diverso dal marmo, che da solo tende a risuonare a frequenze medioalte. Il materiale credo sia stampato a caldo, ma la realizzazione finale appare incredibilmente precisa in tutti i particolari apparentemente più insignificanti.


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Grazie all’insperato aiuto di una microcamera a fibre ottiche, collegata al mio smartphone, cerco in prima battuta di guadagnare l’interno passando attraverso il condotto di accordo, corto e lamellare. La lunghezza ridottissima ed il diametro equivalente di 4,4 cm ci fanno capire che il diffusore è accordato molto in alto, con una discreta smussatura sia all’esterno che all’interno. Il volume disponibile nel diffusore, in verità, è quasi tutto occupato dal filtro crossover, i cui componenti sono annegati nella resina. Non c’è verso di riconoscere alcunché e l’unica analisi possibile è quella di ricavare la risposta ai capi degli altoparlanti, una volta rimossa la piastra posteriore di elegante alluminio satinato. I cavi che vanno dal crossover agli altoparlanti  sono infatti fissati con delle solide viti che possono essere rimosse grazie alla chiave in dotazione. I cavi sono di spessore più che generoso e fanno capo ai due connettori di ingresso ed ai due altoparlanti.


Risposta in frequenza del filtro crossover
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Ci sono invero due viti che fanno capo ad una resistenza antiinduttiva di 12 ohm che è connessa, per quello che ho potuto capire, verso massa sul ramo passa alto del filtro del tweeter. Ho ricavato, ovviamente, la risposta ai capi degli altoparlanti ed ho ottenuto la risposta nel grafico qui in alto, dove possiamo vedere che la frequenza di incrocio è vicinissima ai 2.000 Hz e che il filtro utilizzato è del tipo a doppia pendenza, ovvero che inizia con una attenuazione molto dolce sin dai 200 Hz per piegare in maniera più decisa dopo l’incrocio. Impossibile ipotizzare altro, ma va notata la discreta attenuazione effettuata sul tweeter con una configurazione bilanciata, tweeter che senza filtro crossover dovrebbe sfiorare i 95 dB di sensibilità.


Ritardo di gruppo
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Il ritardo di gruppo mostra un altro fiore all’occhiello del diffusore: notate come alle frequenze interessate dall’incrocio l’andamento sia pianeggiante, ovviamente appena sollevato dallo zero ma con un andamento costante, assimilabile ad un "delay puro".


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Veniamo agli altoparlanti utilizzati. Il woofer è senza esitazione uno Scan Speak, probabilmente costruito su parametri particolari, ma con tutta la bassa distorsione e la linearità dinamica propri di questo marchio.


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Anche il tweeter mi sembra uno Scan, ma con la micro-camera ho notato un volume posteriore più ampio di quello molto piccolo scelto all’origine dal costruttore. La cupola, per questo tipo di tweeter dovrebbe essere rigida ma nella release Wilson Audio è morbida. Il volume posteriore, anche se smorzato, dovrebbe abbassare la già bassa risonanza attorno ai 300 Hz, meglio di un medio a cupola, con una tenuta in potenza certamente maggiore.


Waterfall
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L’analisi della Waterfall si sviluppa in 8 ms con una dinamica di 42 dB, fissa nell’intervallo ma variabile nei livelli, così da offrire la massima chiarezza indipendentemente dalla sensibilità del diffusore. Come possiamo vedere dal grafico abbiamo poche riflessioni interne in gamma mediobassa, grazie anche ad un materiale assorbente abbastanza rigido, ed un decadimento estremamente veloce in gamma media. Notiamo qualche risonanza in gamma medioalta di livello estremamente contenuto ed un decadimento quasi brutale in gamma altissima, con qualche esitazione appena visibile nel primo millisecondo ma a livelli molto bassi. Da queste misure si ipotizzano dunque due altoparlanti ed un filtro crossover estremamente curati.  

Le condizioni di emissione a bassa frequenza appaiono abbastanza strane, con l’accordo che abbiamo verificato essere posto nelle vicinanze degli 80 Hz. Considerando la natura del woofer e le sue caratteristiche generali prima della customizzazione, è facile ipotizzare un accordo ed una estensione in frequenza molto più basse, diciamo attorno ai 45-50 Hz. E’ facile verificare comunque che, stringi stringi, il volume del carico reflex non è enorme a causa dell’ingombrante filtro crossover e che con la frequenza di accordo scelta otterremo un discreto picco oltre gli 80 Hz. Meno male che è stato previsto un tappo poliuretanico di chiusura che rende la gamma bassa meno appuntita e molto più smorzata.   

 

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