Profitti dei servizi streaming in calo, si profilano ulteriori aumenti dei prezzi
Un'analisi pubblicata da MoffettNathanson descrive uno scenario poco allettante per il settore VOD, arrivato a rappresentare un investimento in perdita, spingendo a ulteriori limitazioni per gli abbonamenti con pubblicità e nuovi ritocchi dei prezzi
Il momento di massimo splendore dello streaming video è ormai passato e sia i produttori che i consumatori devono prepararsi a una radicale fase di cambiamento. Sono queste le conclusioni del rapporto MoffettNathanson pubblicato il 18 gennaio scorso. L'analisi descrive l'evoluzione dell'industria dell'intrattenimento come divisa idealmente in tre atti. Il primo è quello antecedente alla distribuzione digitale, in cui le aziende vengono descritte come capaci di "stampare letteralmente denaro". Profitti più che cospicui erano assicurati dalle vendita dei biglietti al botteghino, la successiva distribuzione in VHS, DVD o Blu-ray e i diritti pagati dalla pay TV e dalla televisione lineare. Nel secondo atto tutti i produttori, sull'onda del successo di Netflix, si sono concentrati sul mercato dello streaming.
Ora dovremmo essere al limite del terzo atto, in cui, oltre agli azionisti e gli investitori, anche i vertici aziendali si stanno rendendo conto che i profitti con la distribuzione in streaming si sono assottigliati al punto tale da rappresentare un business in perdita. I produttori pagano scelte come quella di distribuire i film direttamente sulle piattaforme streaming, inizialmente una misura di emergenza contro il Covid-19. Questa tendenza comunque è proseguita anche dopo il ritorno alla normalità, in alcuni casi con l'uscita dei film contemporaneamente al cinema e in streaming, oppure accorciando significativamente la finestra. Si è arrivati a ipotizzare la prematura fine dei cinema, senza fare i conti però con la ferma opposizione di molti personaggi di spicco di Hollywood.
Uno di questi è Tom Cruise, che per Top Gun: Maverick ha imposto una finestra cinematografica lunga ed esclusiva. I risultati al botteghino sono stati più che eloquenti e subito dopo, a confermare come il cinema sia ancora attuale, è arrivato James Cameron con Avatar 2: La Via dell'Acqua. Il film, uscito alla fine del 2022, si è rivelato uno dei maggiori successi nella storia del cinema, incassando oltre due miliardi di dollari a livello mondiale. Dato che diverse produzioni non originali cambiano periodicamente piattaforma allo scadere dei diritti, anche l'acquisto di Blu-ray e Ultra HD Blu-ray può avere perfettamente senso, visto che la qualità audio/video tra l'altro risulta generalmente migliore. Il tutto senza considerare che le pay TV erano in grado di generare entrate circa sei volte maggiori rispetto allo streaming.
Secondo il rapporto comunque i produttori non cercheranno di rivitalizzare i vecchi metodi distributivi, almeno per il momento. Si presume che si interverrà sugli abbonamenti con annunci pubblicitari, un modello a cui si sono adeguati anche colossi del settore come Netflix e Disney+. È possibile anche che chi ha sottoscritto questi piani, più economici, ma che a volte non danno accesso all'intero catalogo, debba attendere i nuovi contenuti più a lungo (tra due e quattro settimane) rispetto agli utenti premium. Questi provvedimenti saranno accompagnati da ulteriori aumenti dei prezzi, oltre al pagamento di una tariffa extra per la condivisione dell'account al di fuori del nucleo domestico. Il 2023 quindi potrebbe rivelarsi un anno cruciale per il futuro dei servizi VOD.
Fonte: 4KFilme
Commenti (5)
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pensavano di aver trovato la nuova eldorado...aumentando i prezzi faranno scappare altri utenti.
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I provvedimenti annunciati nell' articolo mi lasciano abbastanza indifferente, in particolare i sembra sacrosanto far pagare di più chi condivide l'account con altri anche se sarei curioso di sapere come faranno, visto che ci sono utenti internet con indirizzo IP variabile: al massimo potranno limitare il numero dei device connessi, che non è esattamente la stessa cosa.
Il [I][U]vero problema è invece la frammentazione della distribuzione delle produzioni importanti: per vedere tutte le migliori serie dell' anno occorrerebbe abbonarsi a tutte le piattaforme[/U][/I] ed è chiaro che a questo punto rispunta lo spettro della pirateria... -
Grazie per la news.
@runner
Ciao, ti quoto. -
Piu aumentano i prezzi e piu c'è il rischio che la gente torni alla pirateria.
Costi bassi spingono la gente a restare nella legalità... costi alti spingono a rivolgersi altrove.
P.s. Non giustifico chi ricorre alla pirateria, dico solo cosa potrebbe succedere. -
Sì, non nel senso che se ne fossero andati, ma certo possono aumentare il numero degli scarichi. Infatti...
...secondo uno studio Ipsos del 2021 (fonte Adnkronos, link) si evidenzia come a fronte di una riduzione del numero di atti di pirateria in continua diminuzione, il numero delle persone che scaricano illegalmente è in crescita, arrivando al 43% della popolazione sopra i 15anni.
Il 43% della popolazione adulta è veramente tanto, specie se pensiamo che il 26% delle famiglie internet veloce non ce l'hanno proprio, e che nell' ambito di una famiglia possiamo supporre che a scaricare materiale audiovisivo sia una sola persona.
[I][U]Conclusione[/U][/I] le persone non hanno mai cestinato l'armamentario usato per scaricare i film, è anzi in aumento il numero di quelli che si sono attrezzati allo scopo. Semplicemente usano qull' armamentario più raramente ed è credibile che siano pronte ad usarlo più intensamente se solo se ne presenta l'occasione di trarne un significativo vantaggio.