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Giradischi sotto i 500€: guida all'acquisto
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Risultati da 76 a 79 di 79
  1. #76
    Data registrazione
    Apr 2013
    Località
    Torino
    Messaggi
    1.909

    Un venditore di pianoforti mi disse una volta che la loro timbrica cambiava in base al produttore...

  2. #77
    Data registrazione
    Jul 2011
    Località
    Milano
    Messaggi
    4.989
    Citazione Originariamente scritto da kaio Visualizza messaggio
    continuo a pensare che troppo spesso si confonde il suono di uno strumento dal vivo col suono dello stesso strumento inciso.
    d'accordo, ma perché il suono di uno strumento (o di una voce) incisa dovrebbe essere diversa?
    la voce presumo per renderla più bella, e lo strumento, anche? in ogni caso qualcuno costruisce un messaggio con l'intento di farlo ascoltare, poi io modifico a mia volta?
    e ancora, come potremmo fare qualsiasi critica se già in partenza, preferiamo costruirci uno suono che ci piaccia di più? e su quali basi lo potremmo fare?
    Ultima modifica di Falchetto; 13-02-2016 alle 22:52
    HT: LG-55B7V; Denon AVR-3313; MA-GX50 + GXC150; Velodyne SPL1200
    2CH: Auralic Altair G1; Krell Phantom III; Krell Evo 2250; Dynaudio Contour 20;
    NAS: Qnap TS-453

  3. #78
    Data registrazione
    Apr 2013
    Località
    Torino
    Messaggi
    1.909
    L'impianto deve riprodurre musica all'interno dei nostri muri domestici magari anche con pochi metri quadri..un orchestra in un teatro magari risulta piacevole all'ascolto, ma se ce la mettiamo in casa nostra sarebbe lo stesso?

  4. #79
    Data registrazione
    Feb 2004
    Località
    Rimembriti di Pier da Medicina, se mai torni a....
    Messaggi
    41.397

    Certo che ogni marchio di strumenti musicali ha un proprio timbro, se uno ha molto orecchio e conosce la materia può riconoscere la marca dei pianoforti più prestigiosi, sono sempre pianoforti (magari a coda), ma ognuno ha un suo particolare timbro, questo è ovvio.

    Ma il punto è che un pianoforte, quale che sia il suo timbro e marca non dovrà mai sembrare un clavicembalo o un Fender Rhodes.

    Di piatti per batteria ne esistono tantissime tipologie e marche, uno Zildjian avrà un timbro diverso da un Paiste o da un Sabian, ma un piatto avrà sempre e comunque un particolare suono che lo fa distinguere da due coperchi di pentole sbattuti assieme.

    Invece ho sentito tantissime volte impianti in cui il suono dei piatti, di qualsiasi marca fossero, non poteva comunque essere quello vero.

    Chiunque conosca appena appena il loro suono avrebbe dovuto uscire immediatamente da quella sala di ascolto (come faccio io di solito) invece molti erano li a pontificare estasiati su suoni setosi, bassi rotondi, sul nero infrastrumentale e si grana di tutti le dimensioni da far invidia ad una cava di sabbia.

    E' stato giustamente detto che in fase di registrazione il suono può venire (e effettivamente viene) "lavorato" per ottenere un sound che è quello che piace all'artista o al produttore, noi non sapremo mai quali sono questi interventi, per questo ho suggerito l'ascolto di musica non amplificata (jazz o classica) cercando di valutare il suono di qualche strumento (per me è principalmente la batteria, pur avendo convissuto con chi suonava chitarra classica e pianoforte a mezzacoda), se quell'impianto riproduce ragionevolmente questo strumento riprodurrà ragionevolmente bene anche i suoni di strumenti che sono stati alterati in fase di mixing, non importa in che modo, quello che sentirò sarà il più possibile fedele all'originale.

    Se non mi piace la colpa non sarà dell'impianto, quella registrazione è stata fatta in quel modo, dovrò rassegnarmi.

    Diverso è il discorso relativo a certi interventi indispensabili proprio per cercare di correggere le possibile alterazioni introdotte dall'ambiente o dalle interazioni tra orecchio e livello di ascolto, eppure moltissimi non se ne curano minimamente, passando però magari ore a disquisire sulle differenze introdotte dal tale o dal tal altro cavo di alimentazione.
    "Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).


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