Amplificatore Trends Audio TA-10.1
Tra gli amplificatori in "classe T", figli di quel prodigioso chip Tripath TA2024 che tanto ha sopreso per qualità e musicalità una lunga schiera di appassionati, il TA-10.1 della Trends Audio è il progetto meglio riuscito poiché è riuscito a far dimenticare alcuni dei pesanti limiti del vecchio T-Amp e di altri piccoli cloni
La prova d'ascolto
Il test del TA-10.1, a dispetto delle previsioni, è stato molto lungo e complesso. All'inizio abbiamo ricreato le stesse condizioni della prova del T-Amp, all'interno dello stesso ambiente d'ascolto. In queste condizioni il piccolo TA-10.1 ha letteralmente stracciato il predecessore sotto ogni punto di vista, con una menzione speciale per l'equilibrio timbrico notevolmente superiore e per la gamma bassa finalmente credibile e ben articolata.
Il vero divertimento è arrivato quando abbiamo collegato al TA-10.1 una coppia di Klipsch RB81, un diffusore compatto a due vie caratterizzato da una efficienza molto elevata di cui vi parleremo molto presto e che è riuscito a far dimenticare la potenza limitata del piccolo amplificatore. Anche le Klipsch ci hanno aiutato ad apprezzare una scena con dimensioni molto ampie, soprattutto in senso verticale.
Di questo piccolo amplificatore abbiamo apprezzato anche la notevole versatilità, verificata con il pilotaggio di un peccatuccio di gioventù del sottoscritto: una coppia di JBL LX66: due mostriciattoli da pavimento di generose dimensioni con doppio woofer da 20 cm, caratterizzati da un carico non proprio semplicissimo. Anche in questo caso il TA-10.1 se l'è cavata egregiamente, sfruttando a dovere l'efficienza di circa 92 dB delle JBL.
Nella quarta configurazione, abbiamo collegato una coppia di B&W XT2, provata recentemente in questo articolo e caratterizzate da una sensibilità non molto elevata, proprio per cercare di mettere in crisi il nostro piccolo ampli. In questa situazione i limiti di erogazione arrivano molto più rapidamente e la pressione sonora ricreata è nettamente inferiore rispetto alle altre configurazioni.
In ogni modo, in tutti e quattro i casi, abbiamo potuto apprezzare una gamma bassa molto potente, smorzata e ben articolata, dotata di una energia insospettabile che lascia immaginare doti dinamiche ben più elevate di quanto certifichino misure e dati di targa e che cancella tutti i limiti evidenziati dal t-amp. Anche la gamma medioalta appare sinceramente più attendibile che in passato, con qualche piccolo limite sullo spettro più elevato che si traduce in una leggera perdita di naturalezza nei passaggi più impegnativi.