Black Mirror | stagione 7 | la recensione
Torna dopo quasi due anni dal capitolo precedente la serie antologica di fantascienza per eccellenza con un sotteso filo rosso che specialmente stavolta, amplia i propri orizzonti facendo viaggiare la fantasia in modi articolati e, al solito, decisamente complessi
Torna dopo quasi due anni dal capitolo precedente la serie antologica di fantascienza per eccellenza. Il fatto che in quattordici anni la tecnologia sia avanzata rendendo meno fantascientifici alcuni episodi, incide poco sulla qualità della serie, perché il senso resta, le metafore avanzano e il risultato è una narrazione sempre e comunque intrigante. Lo spettro narrativo in cui si muovono gli episodi è, come sempre è accaduto, molto variegato, con un sotteso filo rosso che specialmente stavolta, amplia i propri orizzonti facendo viaggiare la fantasia in modi articolati e, al solito, decisamente complessi.
episodio 1 | Gente comune | voto 6,7
Il marito devoto di una maestra in fin di vita la integra in un sistema super tecnologico per farla sopravvivere. Ma il prezzo è elevato...
Tra i più classici della serie, l’episodio inizia rose e fiori e termina amaramente. Introduce il tema ormai d’attualità dei chip creati da Musk, che una volta impiantati nel cervello umano possono sistemare dei problemi. Ovviamente qui c’è una visione distopica che porta a ragionare sul come diventare dipendenti anzi schiavi di tali dispositivi fino alle estreme conseguenze. La presenza della tecnologia e del fatto che ci troviamo in un futuro più o meno prossimo si avvertono appena, tutto è calato nella normalità, come se si fosse in un presente alternativo. Un po’ trascurato nello sviluppo e superficiale ed esagerato in alcuni passaggi che gli fanno perdere realismo, resta nel complesso comunque interessante e metaforicamente molto apprezzabile.
Dolce. Disperato. Tragico.
episodio 2 | Bestia nera | voto 7,5
Una giovane donna è turbata quando una sua vecchia conoscenza arriva nell’azienda dove lavora, soprattutto per via di una capacità che solo lei è in grado di riconoscere.
Una vendetta dai contorni allucinanti, nel vero senso della parola, con quel senso di “ma non è possibile” e di “sto impazzendo” che costringono in una claustrofobia dalla quale appare improbabile sfuggire. L’onnipotenza assoluta della carnefice contro l’impotenza straniata della vittima. Peccato per un finale che arriva troppo presto e che interrompe l’acquolina in bocca circa i molteplici sviluppi possibili nel rovesciamento delle parti e che lascia così in sospeso la domanda “una volta conquistato il potere dei malvagi non si può che diventare come loro?”
Paranoico. Narcisistico. Perverso.
episodio 3 | Hotel Reverie | voto 7,9
Il remake high-tech di un film cult spedisce la protagonista in un’altra dimensione, dove deve seguire il copione per riuscire a tornare a casa.
Tra i migliori episodi della stagione. Non si tratta il tema degli attori creati con l’intelligenza artificiale come si potrebbe pensare all’inizio, ma della dimensione virtuale del set che catapulta la protagonista in un mondo a parte. Che inizialmente crea disagio ma pian piano affascina e conquista. Le immagini del film in bianco e nero sono costruite con sapienza ed eccellenza, in un esperimento in cui il gioco narrativo si concentra nel parallelo tra il vecchio e il nuovo film che a un certo punto diverge e crea qualcosa di diverso, più vero ed emozionante, perché incrocia la finzione col reale. Interessante anche il lavoro sullo storytelling, controllato da livelli come “tensione” e “romanticismo”, come a sbeffeggiare quel calcolo che proprio la piattaforma della grande N rossa sembra portare avanti in maniera indefessa e che sta portando alle stesse conseguenze delle abusate dimensioni parallele della Marvel. A tratti didascalico, ma con apprezzabili venature ironiche come quella circa i due Ryan (Gosling e Reynolds) che si cerca di coinvolgere nel progetto.
Romantico. Virtuale. Toccante.
episodio 4 | Come un giocattolo | voto 7,6
A Londra in un futuro non lontano, un uomo eccentrico sospettato di omicidio è collegato a uno strano videogioco degli anni ’90 che nasconde una società di forme di vita digitali.
Si rivede il Will Poulter dell’episodio interattivo Bandersnatch ancora nei panni di Colin Ritman, il programmatore di viodeogames. Con i flashback si torna indietro nel tempo, quando il processore più ambito era il Pentium, in un’operazione simile a quella di Stranger Things, altrettanto malinconica e con risvolti che virano verso l’orrore. Nonostante l’ottima costruzione narrativa, anche in questo caso il finale è strozzato lasciando diversi interrogativi aperti. La speranza è che ci possa essere un seguito, visto che già nella storia c’è un collegamento a un capitolo precedente.
Informatico. Lisergico. Risolutivo.
episodio 5 | Eulogy | voto 8,6
Un uomo solo scopre un sistema innovativo che permette agli utenti di entrare in vecchie foto, un processo che suscita forti emozioni.
La scansione tridimensionale della fotografia in Blade Runner potrebbe essere stato il punto di partenza di questo episodio, tanto nostalgico quanto profondo. Come nell’episodio precedente si va indietro, in un passato a noi noto, un passato senza smartphone, dove le foto sono stampate piuttosto che essere accatastate in dispositivi smart. Qui si entra dentro la foto mentre si cerca di ricordare più o meno esattamente gli accadimenti di quando si era più allegri ma anche impulsivi. L’importanza della conservazione della memoria si incontra col bisogno di mettere ordine tra i (ri)sentimenti cercando di ritrovare una pace perduta. Il migliore episodio della stagione, grazie anche a un’altra grande interpretazione di Paul Giamatti.
Arrabbiato. Doloroso. Liberatorio.
episodio 6 | USS Callister: Infinity | voto 7,8
Nanette Cole e l’equipaggio della USS Callister sono bloccati in un vasto universo virtuale dove lottano per la sopravvivenza contro trenta milioni di giocatori.
Si torna sulla navicella spaziale che sette anni fa aveva fatto tribolare i suoi protagonisti e gli spettatori. Un episodio quasi metaludico, dato il carattere giocoso con cui viene narrato, unito a quello che dall’esterno è solo un videogioco, all’interno del quale però sono stati replicati i DNA di persone reali. Oltre che da una sceneggiatura non banale o scontata, il buon risultato finale è dato ancora una volta dai protagonisti: insieme a Cristin Milioti torna Jesse Plemons (sì, c’erano dubbi) e il climax non poteva che arrivare quando si ritrovano faccia a faccia, stavolta in un ambiente molto diverso. La redenzione è possibile, è appena dietro l’angolo e la direzione che gli sceneggiatori imboccano fa pensare a diverse sliding doors. Ma non siamo in Bandersnatch, c’è solo una scelta da fare, ad alcuni non piacerà, per altri risulterà conforme e coerente con la narrazione. E non è detto che questo sia l’ultimo capitolo della storia.
Avventuroso. Ludico. Positivo.
Rispetto alla stagione precedente, si torna maggiormente nella sfera tipica della serie, quella che tenta di prevedere e anticipare ciò che verrà, e che utilizzando il futuro analizza il presente. Un buon capitolo dunque che prende sempre più atto del fatto che rispetto a quando la serie ha avuto inizio la tecnologia non si è fermata. Ma soprattutto che diventa sempre più utile fermare le nostre menti per riflettere sulle conseguenze del continuo delegare agli schermi neri il nostro modo di agire, particolarmente in tempi di intelligenza artificiale, diminuendo sensibilmente oltre alle capacità cognitive, il potere delle nostre coscienze.
VALUTAZIONI
prima della visione
Aspettativa 7,5 Potenziale 9
dopo la visione
Intrattenimento 8 Senso 7 Qualità 8
Giudizio Complessivo 7,7
soglia d’attenzione
Scorrevolezza MEDIA Impegno MEDIO
Black Mirror | stagione 7
fantascienza, drammatico, commedia, grottesco, thriller | UK | 10 apr 2025 | 6 ep / 61 min | Netflix
ideatore Charlie Brooker
interpreti
1. Rashida Jones, Chris O'Dowd e Tracee Ellis Ross
2. Rosy McEwen e Siena Kelly
3. Emma Corrin, Issa Rae e Awkwafina
4. Peter Capaldi, Lewis Gribben, Will Poulter e Asim Chaudhry
5. Paul Giamatti e Patsy Ferran
6. Cristin Milioti, Jesse Plemons e Jimmi Simpson
critica IMDb 7,6 /10 | Rotten Tomatoes critica 8,1 /10 utenti 3,8 /5 | Metacritic critica 74 /100 utenti 6,7 /10
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