High End Munich 2022: Una sala da Sogno

Fabio Angeloni 08 Giugno 2022 Cinema, Movie e Serie TV

Un set da sogno messo a punto da MAG Theatron, con 21 diffusori strategicamente posizionati in sala, Trinnov Altitude, proiettore Sony Laser 4K XW7000, Oppo 205, Lumagen Radiance ed una serie di elettroniche audio da togliere il fiato...


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La sala cinema professionale di MAG Theatron, Dynacord, Lumagen, Musical Fidelity, Oppo, Stewart Filmscreen, Sony, Trinnov

di Fabio Angeloni

Nell'ultimo High End era la Heimkino Raum di Sound United, questa volta è la Heimkino Raum di MAG Theatron: all'HEM c'è sempre almeno una sala in cui si riesca a godere di un programma audiovisivo riprodotto su un set dal layout senza compromessi!

Il fulcro di questa grande sala, infatti, erano senza dubbio gli speaker di MAG Theatron.


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Non pensiate che si tratti di un marchio spuntato dal nulla, perché "MAG Audio è un fornitore globale leader di sistemi audio professionali per eventi e cinema da oltre 25 anni: vincitore di numerosi premi prestigiosi, membro dell'ICTA - International Cinema Technology Association e da ultimo fornitore esclusivo di audio al Festival di Cannes". Gli speaker sono integralmente costruiti nel loro stabilimento e godono di una garanzia fino a 6 anni.

L'impianto era certamente diretto ai fortunati appassionati che utilizzano sale dedicate, magari con le caratteristiche scure di una batcave, ma in realtà era godibilissimo anche da parte di coloro che non dispongono di spazi dedicati, ma che si guardano intorno con attenzione per mettere in preventivo il possibile upgrade successivo o che sognano sempre in un futuro migliore.


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La fonte era il classico Oppo UDP-205 (la cui particolare home page abbiamo subito riconosciuto a schermo), ma anche un UDP-203 stivato come macchina di sicurezza: entrambi lettori universali a risoluzione UHD ormai fuori produzione, visto che il comparto AV di Oppo ha chiuso i battenti, ma evidentemente ancora in grado di garantire prestazioni di alto livello.

L'immagine veniva trattata da un processore video Lumagen RadiancePro, dotato di ingressi 4K60 UltraHD 18 gHz (dagli 8.000€ ai 9.000€ a seconda della disponibilità di 4, 6 od 8 entrate), che non ha certo bisogno di presentazioni.


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Una volta trattato, il segnale video veniva inviato ad uno dei due nuovissimi VPJ Sony laser, e più precisamente al modello maggiore, il VPL-XW7000, nativo UHD con nuove matrici SXRD (Silicon X-tal Reflective Display) da 0,61", con una nuova ottica wide dynamic range, una luminosità dichiarata di 3.200 lumen ed un costo di 14.990€.


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Visto che ci siamo, ricordo che proprio questi nuovi VPJ di Sony sono stati prima oggetto di un supertest da parte di AV Magazine, ma da oggi saranno presentati nel corso di un roadshow condotto dal patron Emidio Frattaroli prima da Audio Quality a San Lazzaro di Savena (Bologna) l'8 e il 9 giugno, poi da Videosell a Milano il 10 e 11 giugno, a seguire il 18 e 19 giugno prossimi a Roma, al Parco della Musica.

Torniamo a noi. Il Sony 7000 illuminava un grande schermo microperforato da 4,3 metri di base, un magnifico Stewart Filmscreen modello Studiotek 130 G3, rapporto 2.40:1, gain 1.3.


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Il sonoro veniva invece veicolato digitalmente ad un pre pro Trinnov Altitude 32, macchina di livello assoluto e vera e propria perla del set, che con una manciata di altre da anni si contende il primato di migliore del momento, per l'enorme flessibilità di installazione e per la notevole articolazione strutturale del setup, circa 32.000€. Dopo averlo trattato, il Trinnov somministrava il segnale a 3 finali a 7 canali della Musical Fidelity M6x 250.7 (7 canali per 250 Watt in classe AB, con picchi fino a 400 Watt, proposto a circa 3.500€) e a 2 finali Dynacord L2800FD DSP silent edition (dedicati ai sub passivi, circa 1.050€, in classe H con una potenza erogata di 650 Watt ad Ohm e 1.300 Watt a 4 Ohm).


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A livello basso erano posizionati 9 altoparlanti MAG Theatron Performance M12 (4 a sinistra, 4 a destra e 1 al centro (circa 1.900€), mentre al livello alto lavoravano altri 9 altoparlanti MAG Theatron Performance S6 (circa 800€) che operavano nelle medesime posizioni ma in posizione rialzata, con 2 subwoofer frontali MAG Theatron Performance SB18 (circa 1.700€) ed uno ulteriore posteriore MAG Theatron Performance SB21 (circa 2.500€). In effetti, si tratta di speaker dalla chiara vocazione cinematografica, che vengono proposti ad un prezzo particolarmente aggressivo ed interessante.


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Nella hall antistante alla sala il massiccio MAG Theatron Performance Thor-P da 9.000€ dava bella mostra di sé attirando gli obiettivi delle macchine fotografiche come la parte imburrata della tartina viene irrimediabilmente attratta, cadendo, dalla moquette: il driver ha una risposta in frequenza di 18-120 Hertz (con + o - 3 dB di margine), produce una pressione sonora massima di 140 dB, ha un cono da 24', con 4 od 8 Ohm di impedenza (lo si evince dal suffisso -4 od -8) e ha una tenuta in potenza nominale di 2.000 Watt. Con tali caratteristiche il Thor-P diviene senza dubbio, almeno sulla carta, il nuovo mastodonte che il mercato deve battere.

Nell'insieme, insomma, si tratta di un set da sogno, per l'effetto di pervasività dell'immagine sonora garantito dai 21 speaker strategicamente posizionati in sala e per l'elevata qualità della parte visiva, quest'ultima lievemente al limite per problemi di inquinamento luminoso di fondo e per via delle dimensioni gigantiche dello schermo. Non bastava, infatti, il non piccolo vantaggio dovuto al fatto che esso assicurasse un guadagno luminoso del 30%, trattandosi di una tela con gain 1.3 originariamente creata per le proiezioni con VPJ CRT.

Dicevamo, un atipico 9.3.9. Ma spieghiamo meglio di cosa si tratta. I nove speaker a livello orecchi sinistri e destri sono, per ogni lato, due frontali, due side in posizione molto avanzata, due surround in posizione molto avanzata e due surround back, più uno speaker centrale. I due sub anteriori e gli speaker centrali (basso e alto) erano mascherati dallo schermo fonotrasparente, così come era stato parzialmente mascherato il subwoofer centrale posteriore da 21". Tutti i ceiling di fatto replicavano le posizioni degli speaker ad altezza orecchio, con il vantaggio dovuto alla particolare conformazione strutturale del tweeter, che irradia naturalmente verso il basso.


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Da qui in poi spero siate clementi, perché le 100 parole in tedesco che mi salvano dall'abisso non mi sono bastate a comprendere a fondo quello che un mediatore tecnologico rigorosamente germanofono ha inteso spiegare in sala.


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Appena si sono spente le luci in sala il programma si è aperto con Dolby Atmos Amaze, anche se del perfetto connubio foreste ed elicotteri/Atmos eravamo già tutti convinti! La Trinnov trailer experience faceva irrompere in sala una gamma bassa impressionante in termini di pressione sonora, particolarmente profonda ma perfettamente intelligibile. Ha fatto seguito un excerpt tratto da Last Night in Soho. La superficie di proiezione si riduceva, e i suoni circondavano copiosamente la ragazza, appena "scesa" in strada; i panning erano forse troppo veloci, ma quel che appariva a schermo rispettava alla lettera le volontà del regista e del direttore della fotografia.


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Si passava alla partenza e alla corsa sul ponte di Ready player one, dove i messaggi sonori si incrociavano, di volta in volta convergendo e divergendo. La capacità di identificare l'esatta provenienza di quel certo suono nello spazio era piuttosto fuori dall'ordinario. Si tratta di una demo un po' abusata e forse non freschissima, ma che qui veniva resa in modo mirabile. Ce ne veniva comunque  proposto solo un pezzetto, non tutto il capitolo. Si continuava con un classico Mission Impossible di Tom Cruise. L'ambiente rimaneva fresco per l'aria condizionata che sparava aria fredda a gogo, ma il rumore di fondo dell'impianto, pure udibile, scompariva totalmente nel corso delle proiezioni. Questa parte terminava con Star Wars: il risveglio della forza, con il quale il mediatore tecnologico mostrava (se ancora ce ne fosse stato il bisogno) il grande apporto degli speaker ceiling al messaggio sonoro, attivandoli e disinserendoli ripetutamente.


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Si passava quindi all'audio, con pezzi tratti da "Master of 3D-sound". Ascoltando Maarja Nuut: threads, World Choir for Peace - Nicol Matt Lavinia Meijer la sala si riempiva di suoni che indubbiamente donavano onnipervasività al messaggio sonoro. Seguivano, dalla stessa raccolta, Counter Block, di the Count Basie Orchestra in Dolby Atmos (Grobitv), poi Audio Creativ Wolfgang Sieber (2012), un pezzo originariamente registrato in due canali. Udivamo poi Cosmik Milk, di Silent Work. L'effetto circondamento che mixava segnali sonori diversi era notevole ed efficace, il messaggio sonoro appariva poderoso, ma fermo. Faceva seguito Rodriguez jr Blisss, BR in Dolby Atmos o in pure audio.


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Ancora una volta ci veniva fatta apprezzare la differenza tra un set multicanale cui venga aggiunta o sottratta la dimensione verticale del Dolby Atmos: nell'insieme si passava da un effetto circondamento laterale ad un effetto pervasività ed anche il segnale sonoro appariva nel complesso più godibile, mentre a video scorrevano le immagini statiche. La demo era stata senza dubbio generosa, essendo durata ben 45 minuti. I presenti uscivano dalla sala molto soddisfatti e lievemente storditi da una presentazione davvero pirotecnica, dove l'efficacia degli speaker ceiling (anche posizionati non a soffitto, ma in semplice posizione elevata) credo abbia defiinitivamente convinto anche i più scettici!

Brava Ucraina, prodotti validi proposti a prezzi accessibili! Da tenere sott'occhio con attenzione.

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