High End Munich 2022: MBL e Bayz Audio

Fabio Angeloni 22 Giugno 2022 Diffusori

Si fa presto a dire onnidirezionale. L'argomento viene affrontato in modo diverso e interpretato non sempre correttamente dai costruttori che si confrontano con questa complessa tipologia di speaker. Qui di seguito due esempi riusciti!

MBL

In Germania il Land della Baviera è geograficamente il più esteso, secondo solo per popolazione ai restanti 15, e nella sua capitale, Monaco, 4 giorni all'anno sorge come dal nulla l'enclave specifica dell'High End. Alcuni visitatori, come me, negli anni sono diventati dei veri e propri habitué della manifestazione. Ebbene i returning customer dell'HEM non mancano mai di far visita alla sala di MBL Akustikgeräte GmbH & Co. KG. Come detto nel pezzo introduttivo alla mostra, quest'anno il marchio berlinese occupava una sala lievemente più piccola di quella d'angolo tradizionale ed infatti ospitava un solo impianto, quello top, con i grandi diffusori lucidi neri che si sviluppano verticalmente e che sono ornati da eleganti filini verticali anteriori (quasi a proteggere il tipico Radialstrahler onnidirezionale a "doppio baccello"), richiamando esteticamente certe eleganti realizzazioni che hanno contraddistinto i più bei prodotti italiani di Sonus Faber, marchio peraltro del tutto assente alla mostra.

 
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Sono passato da quelle parti un paio di volte e ho sempre trovato la saletta piena, con soli posti in piedi (per di più decentrati), che non sarebbero quindi stati il massimo per l'unico ascolto fugace che prevede il format, anche se proprio la caratteristica di onnidirezionalità degli speaker rende decisamente meno critico il punto di ascolto. Quando però ho sfiorato l'area per la terza volta mi sono dato da fare per posizionarmi in zona promozione, in piedi, ma nell'unica parte laterale, in pole position per poter occupare la prima seduta che si sarebbe potuta liberare. Alla fine, mi sono guadagnato il tanto ambito posto centrale in prima fila (che peraltro non sempre risulta essere il migliore).


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Il set era tutto della Reference Line, la top of the line, superiore alle serie Noble e Corona. L'impianto era composto da una meccanica CD 1621 A (24.200€), da un D/A converter 1611 F (24.800€), da un preamplificatore 6010 D (23.500€), da 4 amplificatori finali 9008 A 4x25.400€) e dal sistema con radiatore radiale 101 X-Treme MKII completo dei grandi subwoofer posti ai lati della stanza (250.000€), per un totale di 424.100€.


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È sempre un piacere planare in quella placida pista, dove tutti i brani del programma ricevono un plus di ambienza e di pulizia sonica che costituiscono il tratto distintivo di questo storico marchio tedesco, ormai in attività da più di trent'anni. Nella mia sessione, purtroppo, il mediatore tecnologico (a differenza di altre sessioni previste nel programma) era solo germanofono.


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Conosciamo la qualità e la spiazzante peculiarità sonora del suono volutamente saturo del CD When We All Fall Asleep, Where Do We Go? di Billie Eilish, da cui era tratto Bad guy, reso molto bene, anche se con una gamma bassa meno impetuosa dell'atteso.

Ha fatto seguito Hold on, we're going home, di Drake, featuring Majid Jordan, tratto da Nothing was the same. Qui emergeva un suono particolarmente poderoso e quasi muscolare che non avremmo mai potuto pensare potesse essere nelle possibilità dei prodotti del brand. Felici di esserci potuti ricredere.

Con Fields of gold, di Eva Cassidy tratto da Songbird una voce e una chitarra particolarmente limpide si stagliavano vivide nella sala, con frequenze medie lievemente meno morbide di quanto previsto. Si creava però la solita scena enorme, che determinava una oggettiva difficoltà ad identificare selettivamente la provenienza del suono, ma che creava quella sensazione onnidirezionale e immersiva che (qui) assumeva grande senso!

La sessione terminava con Gone with the wind, di Rob Wasserman (& Dan Hicks), tratto da Duets, non è dato di sapere se nella versione CD o SACD. Il contrabbasso risultava lievemente meno morbido dell'atteso, ma esibiva una articolazione di livello davvero notevole. Mi è rimasto un dubbio sulle resa delle frequenze che legano i grandi sub dinamici allo speaker principale, che approfondirò in una prossima occasione, sempre che il programma consentirà di farlo.


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La prestazione di alto livello, come sempre, dell'impianto di mbl era stata resa in un ambiente non trattato, fatto salvo il tradizionale foltissimo tappetone rosso steso innanzi al parterre del panel d'ascolto, in ottemperanza al mottetto ultimativo del marchio: Das ändert alles!, Questo cambia tutto!

 

Bayz Audio

Altro marchio che produce altoparlanti onnidirezionali assolutamente degni di nota è Bayz Audio. Inutile negare che ci si avvicini a questo speaker per motivi prettamente estetici. Non capita spesso di vedere pezzi di bravura estetico-costruttiva come questo, che inevitabilmente finiscono per dividere in due il pubblico degli audiofili, che esprimono giudizi che vanno dall'"interessanti", al "particolari" al "geniali!". Ma in casi consimili troppo spesso i motivi estetici che ci hanno spinto a procedere all'ascolto non garantiscono poi una adeguata resa qualitativa.

In questo caso, però, il costruttore ungherese, a Monaco, c'era davvero, in persona: il mediatore tecnologico della sala era infatti il patron Zoltan Bay, che pazientemente metteva a disposizione dell'uditorio i suoi diffusori, interfacciati con DAC, preamplificatore e finale della Chord, sotto condizionatore di rete. La caratteristica peculiare del set è l'adozione del "Bayz Radial Speaker (BRS) brevettato, un design unico di "tweeter radiale"; il tweeter radiale BRS è stato sviluppato come un modo idealizzato per fornire un impulso coerente di fase singolare e una distorsione evanescente molto inferiore rispetto ad altri design di tweeter".


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Troppo fugace l'ascolto per dire se questo tipo di altoparlanti sia in grado di riprodurre ogni programma musicale con la dovuta attendibilità, ma certo è che ascoltare Bostich (Reflected) di Yello, tratto da Touch Yello, convinceva per la gamma media, la naturalezza delle voci, l'estensione della gamma bassa. A guardare il cosiddetto capello, la gamma acuta andava così in alto da trasformarsi quasi in un sibilio, ma conosciamo i mix spinti di Yello... Nello Stabat Mater in F Minor, P. 77: Stabat Mater Dolorosa, di Pergolesi, Sonya Yoncheva, Karine Deshayes & Ensemble Amarillis, l'onnidirezionalità del medio/medioalto aiutava molto nel ricreare una scena avvolgente. La saletta, del tutto priva di trattamento e con pareti riflettenti, precostituiva le condizioni ideali per programmare Bubbles, di Yosi Orikawa, tratto da Wandering, e in effetti si ricreava nell'ambiente un intenso effetto onnidirezionale: anche se la gamma bassa non era perfetta, le mille palline da pingpong rimbalzavano in ogni dove e si libravano nell'aria, stupendo e convincendo.

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