5' @ HEM19: Heimkino Raum
Cinque minuti, ovvero il tempo oggettivamente concesso dalla stragrande maggioranza dei visitatori alle varie sale di una manifestazione ricchissima di contenuti, come nel caso di High End Munich: chi espone i propri prodotti all'HEM sa bene di giocarsi tutto in un colpo solo
L'ultimo appuntamento con il video dell'audio all'interno del M.O.C. era in questa Heimkino Raum, una sala cinema che sta diventando un nuovo grande classico. Senza dubbio la più grande, poteva avvantaggiarsi della forza commerciale della californiana DEI Holdings, proprietaria della società Sound United (anche se poi tutto fa capo alla società di private equity Charlesbank Capital Partners), che fino a ieri raggruppava, per l'appunto, "solo" Boston, Classé, Definitive Technology, Denon, Marantz, Polk, ed Heos, ma che da "domani" ricomprenderà anche Elite, Integra, Onkyo e Pioneer. Una illuminazione non abbagliante, un po' di affollamento in sala, la difficoltà a tornarci come avrei voluto fare per approfondire alcune questioni tecniche relative ad un impianto monstre, anche in base a quanto segnava l'orologio posto provvidenzialmente fuori dall'ingresso alla sala (a vantaggio della necessità di programmazione del pubblico) che scandiva gli orari delle sessioni, tutte queste cose hanno reso tutto più complicato.
Nella non breve attesa del mio turno, il team si era momentaneamente "asserragliato" all'interno per operare una ulteriore messa a punto di un impianto molto articolato ed oggettivamente complesso, cui impartiva poderose "scosse telluriche" riproducendo uno dei tanti film con terremoto (in cui l'audio immersivo, come risaputo, dà il meglio di sé) di cui avvertivamo una eco piuttosto realistica e ravvicinata anche da fuori. Una volta entrato, ho potuto ammirare sul soffitto il poderoso proiettore Sony VPL-VW5000ES, a risoluzione nativa 4K e sistema d'illuminamento ibrido con laser e fosfori: una macchina da circa 64.000 Euro, IVA inclusa, 5.000 lumen dichiarati, lente ARC-F, All Range Crisp Focus (la medesima dell'ultimo laser VPL-VW 870ES), pesa 43 kg ed ha un assorbimento massimo di 1,2 kilowatt.
Il Sony proiettava su uno schermo Stewart Filmscreen ad alto contrasto da 3.80 metri di base in formato 21:9, mentre le fonti erano il solito lettore universale Oppo UDP-203, un DMP-UB900 della Panasonic (la discussione sul forum è a questo link), predecessore top di gamma dell'attuale DP-UB9000, e un lettore universale Denon DBT-3313UD. Il sintoamplificatore era il premio EISA 2018-2019 nella categoria "Home Theater Amplifier" Denon AVC-X8500H, un bestione a 13.2 canali (con costruzione a componenti audio discreti high-grade, dichiarato in grado di erogare 150 W su 8 Ohm su ognuno dei 13 canali) compatibile con tutti i formati audio immersivi (Dolby Atmos, DTS:X e Auro 3D), con correzione acustica ambientale Audyssey MultEQ XT32, compatibilità HLG, Enhanced Audio Return Channel (eARC), DSP SHARC dual core Griffin Lite con riduzione del clock jitter e 900 Watt di assorbimento massimo.
Anche in questa sala il cablaggio era curato da Avinity, mentre i rack erano di Roterring. Tutto il set di speaker era di Definitive Technology, casa produttrice su cui mi soffermo volentieri per un momento. Seguo questo marchio praticamente dalla sua nascita, avvenuta circa 30 anni fa. Le riviste americane del settore dell'epoca ne decantavano incessantemente le lodi ed io ero alla ricerca di un altoparlante centrale di alto livello. Ricordo che feci in modo di far coincidere un mio viaggio a Parigi con una visita all'importatore e finalmente lo ascoltai con le mie orecchie, operazione che considero assolutamente necessaria prima di ogni acquisto importante. Si trattava di un centrale piuttosto ingombrante ma dalla voce davvero straordinaria, limpida, chiara e al contempo estesa fino alle tonalità più profonde.
Rinunciai a prenderlo per via del costo di spedizione in Italia, allora quasi pari a quello (già decisamente elevato per le mie tasche) del componente stesso; ma da allora non posso negare di avere una buona disposizione verso questi prodotti, che adottano criteri emissivi piuttosto inusuali. Infatti, mentre a quei tempi l'emissione a dipolo era diffusissima anche per via delle raccomandazioni THX, oggi è assai meno frequente trovare in commercio altoparlanti che utilizzino questo principio come fa Definitive Technology, peraltro ormai abbreviato solo con una D seguita da un punto: "D.". Un po' come certi altoparlanti onnidirezionali, quelli ad emissione dipolare usano infatti anche le riflessioni dell'ambiente per produrre l'effetto desiderato, quindi grande era la mia curiosità prima di entrare in una sala che difficilmente, a mio avviso, avrebbe potuto ricreare le caratteristiche emissive ideali.
Nella stanza gli altoparlanti principali erano i top di gamma a torre modello BP9080x, che colpiscono davvero per la loro linea elegante ma solida e al contempo per l'insolito tipo di emissione. Si tratta infatti di altoparlanti dipolari, composti da un sub autoamplificato (con un finale in classe D) da 12' con emissione laterale, due radiatori passivi sempre da 12", due midrange da 5.25" e un tweeter da 1"con cupola di alluminio front firing; un midrange da 5.2" e un tweeter da 1" che puntano verso la parte posteriore; un mid-woofer da 4.5" accoppiato ad un tweeter da 1" che puntano verso il soffitto, lievemente inclinati verso il lato anteriore. Il diffusore ha una impedenza di 8 ohm, una sensibilità di 92 dB per 300 watt di potenza massima.
Per le vie laterali e posteriori erano utilizzate due coppie di BP9040 (il modello immediatamente inferiore al precedente), altoparlanti dipolari a torre composti da un sub autoamplificato (con un finale finale in classe D) da 10" con emissione laterale con due radiatori passivi da 10", due midrange da 4.25" e un tweeter da 1" front firing; un midrange da 5.25" e un tweeter da 1" che puntano verso la parte posteriore. Anche questo diffusore ha una impedenza di 8 Ohm, una sensibilità di 92 dB per 300 watt di potenza massima. Va considerato che questi altoparlanti dispongono di un connettore superiore che può essere collegato ad altoparlanti simili a quelli installati di serie nel modello superiore (opzionali) per riprodurre 2 canali "ceiling" che sfruttano i riflessi superiori del soffitto.
Il centrale era un CS9080 con woofer da 8" e un radiatore passivo da 10" che emettono verso l'alto, oltre ad una coppia di midrange da 5,25" e un tweeter da 1" con cupola in alluminio, tutti front firing. Il diffusore ha 8 Ohm di impedenza, 91 dB di sensibilità e 300 watt di potenza massima. Anteriormente erano posizionati (in alto, come logico) 3 height frontali Demand D9 con woofer da 5,25" e tweeter con cupola in alluminio da 1" con impedenza "compatibile" 8 Ohm, 88 dB di sensibilità e 150 watt di potenza massima e del medesimo modelli erano anche i due "celings" superiori (a soffitto) che campeggiavano a metà sala ed altri due situati nella parte posteriore. Il set era completato da 2 sub anteriori SuperCube 8000 con cono da 11" attivo e doppio radiatore passivo da 12" con finale classe HD da 1500 Watt e 2 posteriori SuperCube 2000 con cono da 7,5" attivo e doppio radiatore passivo da 7,5" con finale classe HD da 650 Watt. A fondo sala erano disposti due diffusori acustici.
La sala conteneva 17 posti comodi, ma sono state fatte entrare molte più persone, che piuttosto che rinunciare hanno deciso di rimanere in piedi. A questa prima fase dell'ingresso ha fatto seguito quella (inusuale, ma quanto mai opportuna) della delocalizzazione delle persone che si erano poste di fronte ad uno qualsiasi dei 18 speakers (in sala c'erano più speaker che spettatori). Il mediatore tecnologico ha iniziato il programma (illustrando tutto rigorosamente in tedesco) mostrandoci, dal distopico film spielgeriano "Ready Player One" (master in 2K upscalato, pieno di CGI, molto colorato e dotato di un audio spettacolare) il solito spezzone contente la corsa sul ponte di auto e moto, che in questo set il Dolby Atmos trasformava in una esperienza tellurica con potenti onde sonore che si infrangevano fisicamente sui nostri corpi.
Aveva fatto seguito il IV capitolo della saga di Star Wars, A new hope, derivante da un 35mm con audio in Dolby Atmos, sulle cui notevoli caratteristiche tecniche non devo dilungarmi, trattandosi dell'opera prima della famosa saga in nove episodi del THXiano George Lucas. Si era poi passati ad un disco demo "Imax Enhanced": si tratta di una nuova certificazione che sancisce la collaborazione tra i maghi del video di Imax (con la novità della presenza dell'HDR10+) e quelli dell'audio di DTS (suppostamente proposto nel formato ":X"). Sospinta inizialmente da Denon, Marantz e Sony (tre dei brand presenti in sala, che ormai da un anno producono prodotti compatibili o resi compatibili via firmware) oltre che dalle case di produzione cinematografiche Sony e Paramount, ha poi visto aderire anche Arcam, Elite, Integra, Lexicon, Onkyo, Pioneer e Trinnov (ricordo che Elite, Integra, Onkyo e Pioneer, come detto, stanno entrando a far parte di Sound United).
Di Spider-man Homecoming IMAX Enhanced (uno dei tre film, con "Venom" e "Jumanji: Into the Jungle", di cui sarà resa disponibile la versione UHD), ci veniva proposta la scena che si svolge sul traghetto. Malgrado il digital intermediate a 2K, anche qui risultiamo letteralmente abbagliati dalle immagini luminose e dai colori quanto mai vividi della fonte laser accompagnate da un suono poderosissimo, indistorto, ricco di gamma bassa ma certo non avaro in gamma medioalta al punto che più che sentirci immersi, ci sentiamo quasi sommersi. Purtroppo la mia posizione di ascolto e di visione non era ideale, in quanto decisamente laterale e a fondo sala. In ogni caso l'ascolto, piacesse o no, strabiliava davvero.
Sempre in IMAX Enhanced ci veniva infine proposta la partenza di uno shuttle tratto dal documentario del 2002 "Space station", ma anche in questo caso la rielaborazione di audio e video era davvero ben fatta e l'esperienza di ascolto era davvero unica per la poderosità e la pervasività spaziale del suono. I prodotti IMAX Enhanced in Europa saranno probabilmente resi disponibili in streaming da Rakuten TV, mentre Space Station (che a breve sarà reso disponibile sul mercato in formato UHD, probabilmente lo stesso che abbiamo visionato) negli Stati Uniti viene anche proposto gratuitamente in streaming ai possessori di alcune TV Sony tramite app.
Ulteriori commenti, in questo caso, sono forse superflui. Dato per scontato che la calibrazione di questi impianti viene effettuata con intenti spiccatamente dimostrativi, le emozioni fisiche che è in grado di donare una catena del genere spinta al massimo hanno pochi eguali. Coloro che hanno la fortuna di avere un luogo adatto a posizionare 18 speakers (ben 6 dei quali a torre) oltre alla necessaria disponibilità economica per acquistarli, potranno replicare questo impianto "da corsa" o effettuare una calibrazione più conservativa e latamente audiophile, ma sono certo che in ogni caso riusciranno a godere di un risultato visivo e uditivo sicuramente emozionante, che li risucchierà al centro di una perfetta bolla sonora. Coloro che invece non sono in grado di rispettare quelle precondizioni, possono senz'altro ispirarsi ad un modello del genere per tendere ad avvicinarsene il più possibile!
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