Test OLED Sony KD65A1

Emidio Frattaroli 22 Settembre 2017 4K e 8K

Il "primo" OLED di Sony si distingue dalla nuova ondata di nuovi schermi "organici" con un'estetica a cui è difficile resistere, con un sistema audio innovativo e la promessa di prestazioni video che rasentano l'eccellenza e in alcuni casi potrebbero addirittura a superarla. Sarà tutto vero?

Costruzione, audio e menu


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Prima di riceverlo in laboratorio, ho avuto modo di osservare da vicino il nuovo "A1" in due occasioni. Il primo, vero contatto, l'ho avuto alla presentazione per la stampa italiana, in cui sono riuscito a ricavare un paio di ore per fare qualche misura, con risultati molto promettenti ma non ancora adeguati per una pubblicazione. Il secondo contatto l'ho avuto nella sede italiana di Sony, dove ho potuto misurare ben due modelli, sia quello da 55" che da 65". Infine ho potuto analizzare per due intere settimane un ulteriore modello con diagonale da 65". In tutte le occasioni ho potuto apprezzare design e costruzione ai vertici della categoria, non solo per la bellezza in sé del disegno generale e delle finiture ma anche per la solidità del telaio e dalla grande sensazione di robustezza che ne deriva.

Il design a "V" rovesciata trasforma la base del pannello in parte del piedistallo; la porzione posteriore, che reca il woofer, l'elettronica e le connessioni, è collegata con una cerniera sul lato superiore del pannello mentre in basso c'è una staffa metallica che lo blocca nella giusta posizione quando il TV deve essere poggiato su un piano. In caso di montaggio a parete, la parte posteriore si ripiega sul pannello con lo spessore totale che non è trascurabile e vale 8,6 cm per i TV con diagonale da 55" e 65" mentre arriva a 9,9 cm per il nuovo modello da 77".  La bellezza ha un piccolo prezzo che si paga anche con l' ingombro in profondità quando è aperto: 34 cm per i due modelli da 55" e 65", 40cm per il nuovo TV da 77". La dotazione di ingressi è vasta e ben nascosta vicino al bordo inferiore del piedistallo posteriore.


Risposta in ambiente con microfono a 2 metri e TV a ridosso della parete posteriore
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L'audio è un aspetto chiave e decisamente propedeutico all'estetica del nuovo Bravia OLED; gli altoparlanti sono in realtà degli "attuatori" montati a diretto contatto con la superficie posteriore del TV in modo da trasmetterne le vibrazioni. Gli attuatori sono due e consentono di avere una immagine stereofonica precisa e con una soprendente profondità di scena. La risposta in frequenza si estende fino a ben oltre i 16 kHz mentre in basso il piccolo woofer montato nel piedistallo posteriore consente di arrivare fino a circa 60Hz con una buona pressione sonora, a patto di posizionare il TV a ridosso della parete posteriore. 


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Uno dei più importanti vantaggi del Sony Bravia A1, rispetto a buona parte dei TV OLED concorrenti, è nella qualità dell'elettronica che sovrintende alle elaborazioni del segnale video. C'è anche da ricordare che Sony utilizza pannelli W-AMOLED di LG già nel settore professionale, precisamente nel monitor PVM-X550, in cui è riuscita a raggiungere prestazioni impensabili fino a poco tempo prima per un monitor broadcast con risoluzione 4K e diagonale di 55". Con questa premessa e dopo aver analizzato il nuovo A1, ho la certezza che Sony abbia portato buona parte dell'esperienza accumulata con il PVM-X550 all'interno del nuovo BRAVIA OLED.

Il sistema operativo Android, sicuramente apprezzabile per quantità di applicazioni, versatilità e - finalmente - per "robustezza", non brilla ancora per fluidità e immediatezza; in alcune occasioni ho rilevato un'attesa piuttosto fastidiosa - anche di qualche secondo - per l'attivazione di alcuni comandi elementari, come la modulazione del volume degli altoparlanti. Sony dovrebbe sbrigarsi a rendere un po' più efficiente la programmazione oppure, più semplicemente, potrebbe equipaggiare i suoi TV con SoC decisamente più potenti. Il menu per la gestione della qualità d'immagine è quello classico degli ultimi TV Bravia con Android, completo e ben organizzato anche se continua ad esserci la mancanza di alcune funzioni chiave per la calibrazione colore. 

 

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