Bee Movie
Nelle sale italiane in questi giorni c'è il nuovo film della DreamWorks Animation che torna ad occuparsi degli insetti a 10 anni da "Z La Formica". Bee Movie è la storia di un'ape che porta alla riscossa la causa del suo piccolo mondo. Una lotta tra la lobby del miele e le ignare api lavoratrici
Scelte d'illuminazione
Doug Cooper, supervisore degli effetti visivi del film, era d'accordo con i registi. Per concentrare l'attenzione dello spettatore su un singolo personaggio o su una determinata zona dello schermo, non sarebbe stata usata la sola tecnica, di origine fotografica, della poca profondità di campo. Questa sostanzialmente facilita la lavorazione, perché sfoca letteralmente lo sfondo permettendo una costruzione meno precisa di alcune zone del set, ma di fatto limita la visuale dello spettatore. Per indirizzare invece lo sguardo senza forzature i tecnici hanno deciso di utilizzare anche il colore e la luce come evidenziatori non distruttivi.
Sulla destra soft focus, sulla sinistra scelte d'illuminazione
“Abbiamo utilizzato colore e luce per indirizzare l’attenzione del pubblico nella direzione che volevamo, per aiutarlo ad identificare il personaggio principale nella scena" spiega Cooper. "Abbiamo stabilito il tono emotivo della scena con l’utilizzo del colore e manipolando la direzione verso la quale guarda il pubblico. Aiutiamo a sottolineare quello che è importante e aiutiamo a diminuire quello che non è importante, quello che potrebbe rappresentare una distrazione nella scena.”
Questo però ha richiesto un lavoro di rendering non indifferente, supportato
da una scelta hardware di primo livello. Il limite massimo raggiunto, uno dei
record nel settore, ha previsto ben 191 luci piazzate sul set digitale: un
numero impressionante di parametri da regolare considerando le dominanti di
colore, le ombre e le riflessioni dei materiali.