Apple: Steve Jobs si dimette!
In molti temevano il momento, ma tutti speravano non dovesse accadere. Invece Steve Jobs, per via dei suoi noti problemi di salute, non ce la fa e ha deciso di lasciare la guida di Apple rassegnando le sue dimissioni da amministratore delegato del gruppo
Con un'email inviata ieri sera agli azionisti e ai dipendenti del suo gruppo, il fondatore della Apple Steve Jobs si è dimesso dal suo incarico di amministratore delegato. Il momento tanto temuto per Apple è arrivato: Steve Jobs, per i suoi noti problemi di salute, getta la spugna e lascia il suo incarico esecutivo al suo vice Tim Cook. Alle 18.30 ora di New York si è ufficialmente aperta l'era del "dopo Steve Jobs" per la più importante azienda informatica del mondo (in termini di capitalizzazione di Borsa).
"Ho sempre detto che se fosse arrivato il giorno in cui non avrei più potuto far fronte ai miei impegni come amministratore delegato di Apple, sarei stato il primo a farvelo sapere. Sfortunatamente quel giorno è arrivato. Rassegno le mie dimissioni da amministratore delegato di Apple. Vorrei essere, se il consiglio di amministrazione lo ritiene, il presidente del board e un dipendente di Apple. Raccomando fortemente l'esecuzione del nostro piano di successione e la nomina di Tim Cook come amministratore delegato di Apple. Ritengo che i giorni più splendidi e più innovativi per Apple siano davanti a noi, voglio contribuire al successo di Apple con un nuovo ruolo. Nella mia vita in Apple mi sono fatto alcuni dei miei migliori amici e voglio ringraziare tutti per i molti anni in cui ho potuto lavorare con voi".
Cosa succederà ora nessuno può dirlo. Apple è ormai un gigante, dalle basi solide e con le spalle larghe e riteniamo che sulla carta il gruppo abbia tutte le risorse e le competenze per proseguire con i trionfi degli ultimi anni (leggi iPod, iTunes, iPhone, iPad), ma è indubbio che Steve Jobs è stato il simbolo indiscusso dei tanti successi e Wall Street ha subito reagito all'annuncio: nel dopo-Borsa le azioni di Apple hanno immediatamente fatto segnare un meno 4,4%. Al di là di queste "emotive" speculazioni borsistiche, auguriamo a Steve Jobs di pensare ora esclusivamente ai suoi problemi di salute e di riuscire a superare questo momento così difficile. Da non fan della "mela morsicata" (in tutti questi anni mi ha sedotto solo l'iPad) spero possa tornare in futuro ai comandi della "sua" azienda.
Fonte: Repubblica
Commenti (14)
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Originariamente inviato da: Alberto Pilotcerti speculatori e sciacalli, davvero, meriterebbero una fine proporzionata alla loro mancanza di rispetto per le persone .....
Quoto.... -
E poi, sui TG, tutte le persone preoccupate di come andrà la Apple... Ma dico, nessuno si preoccupa della salute di Jobs?!?
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Nessuno commenta la salute di Jobs perchè, verosimilmente, non c'è più nulla da fare. Sono sinceramente dispiaciuto, ma era nell'aria che sarebbe andata così, quindi non c'è stata sorpresa da parte di alcuno.
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Come ha detto MDL Steve Jobs, volenti o nolenti, ha segnato un'epoca. I libri di informatica e marketing - i due filoni ormai si permeano, da quando Internet ha permesso la diffusione dei PC a qualsiasi livello - lo indicheranno come l'uomo dell'ultimo decennio, così come Gates lo era stato in quello precedente. Con l'ulteriore caratteristica che Jobs ha introdotto in modo determinante e definitivo l'elemento design in ambito tecnologico, influenzando e contaminando addirittura altri settori non omologhi al proprio.
Pensando al primo Mac WYSIWYG o a Pixar, al design dell'iMac o all'iPod (e alla conseguente diffusione della musica liquida), o all'iPhone e all'iPad, ma soprattutto guardandolo come padre/padrone di un marchio che ha letteralmente reinventato le emozioni del branding e del design industriale del nuovo millennio (senza considerare le pietre miliari nell'advertising), Jobs sarà studiato dai nostri figli e nipoti come un rivoluzionario planetario al pari di alcuni soggetti rappresentati nella leggendaria campagna Think Different del 1997. Ripeto: volenti o nolenti.
Svilire aprioristicamente la sua figura e ritenere (ancora???) che milioni di persone siano sostanzialmente enormi greggi di pecore fashion victims rimbambite da prodotti fighi o solo dalla pubblicità creata dagli starnuti è un oltraggio all'intelligenza di molti fra noi (e alla professionalità: lavoro su Mac dal 1994...).
Piuttosto penso (e temo) che se un soggetto così tenace e sovrapponibile alla propria azienda e ai suoi destini decide di farsi da parte definitivamente, vuole dire che ormai la sua salute è realmente e drammaticamente agli sgoccioli...