Lunghetto, sorry.

Originariamente scritto da
Andrea Manuti
Ovvero la relazione, che a volte è insuperabile, e può condurre ad errori (anche gravi) tra proiettore (intendo le sue caratteristiche), ambiente e schermo.
Ciao Andrea.
Come ti ho già accennato in pvt, ci sono alcune cose che non mi sono chiare.
Cercherò di spiegarmi meglio usando qualche esempio pratico, come già fatto parlando con Danik.
Consideriamo i due tipi di rilevamenti a cui ha fatto riferimento: cioè su una semplice scala di grigi, per compensare la luminosità (direi il maggior guadagno) e le dominanti indotte dall'ambiente ed il rilevamento dei vertici del Gamut CIE.
Consideriamo anche che i 6° di ampiezza della sonda rilevino una porzione centrale, o comunue limitata, dello schermo verso il quale è rivolta. Su uno schermo 16:9 da 2 mt di base, la sonda posizionata a 2 mt coprirà una zona all'incirca grande così:

1) Supponiamo adesso di essere in una normale stanza non dedicata, quindi con pareti beige chiare, mobili scuri, un divano blu elettrico, quadri colorati, ecc….
In questo caso avremo sicuramente un innalzamento del punto bianco a causa della luminosità delle pareti, ed un viraggio verso il blu a causa del divano. In sostanza più luce e più fredda (non saprei darti una misura precisa e forse sbaglio ma a occhio credo che almeno 10/20 cd/m2 siano attendibili in un ambiente domestico).
Nella rilevazione della scala dei grigi, la sonda leggerà i valori di luminosità e crominanza dei pattern equilibrandoli. Ma già qui mi sorge un dubbio.
La zona dello schermo che non viene rilevata abbiamo visto che è maggioritaria ed è proprio quella che, riflettendo quanto proiettato, determina l'entità e la "qualità delle interazioni che noi vogliamo annullare.
Ma allora di che colore deve essere questa zona affinchè la misurazione sia corretta?
La risposta che a me verebbe d'istinto è: "come il pattern rilevato". Quindi lo schermo dovrebbe essere tutto nero, poi tutto grigio, nelle sue varie intensità luminose ed infine tutto bianco.
Questa misurazione, a mio avviso, serve solo a regolare il gamma totale dell'immagine, ma il risultato sulle singole curve di trasferimento è valido unicamente per quella condizione, invero assai rara.
Mi spiego meglio.
Se lo la sonda rilevasse lo stesso identico grigio in queste tre diverse condizioni:
a
b
c
Nonstante la zona letta sia sempre uguale, le riflessioni ambientali sarebbero totalmente differenti, dando origine a tre misurazioni di quel grigio assai diversi, sia in termini di luminosità (il rosso sarà la condizione più scura) che in termini cromatici (il verde sarà la condizione più ingannevole per lo strumento, in questo caso).
In ogni modo, nessuna delle rilevazioni sarà esatta, per i motivi suddetti e sopratutto per la capacità dell'occhio di adattarsi molto lentamente alle variazioni cromatiche.
Anche qui serve una spiegazione.
Il nostro cervello adotta una serie di meccanismi di difesa quando si trova in presenza di stimoli eccesivi o inusuali, tendendo a portarli il più possibile all'interno delle percezioni conosciute e tollerate.
Tipica è la capacità delle persone che abitano vicino ad una linea ferroviaria di riuscire a dormire nonostante il rumore dei treni che passano. Semplicemente il cervello si abitua a non considerare quel rumore un pericolo e chi dorme non lo sente più.
Parlando dell'occhio, sappiamo che si adatta alle diverse condizioni di luminosità aprendo o chiudendo l'iride, anche se abbastanza lentamente (tipico è l'abbaglio all'uscita di una galleria o i pochi secondi di maggior oscurità quando vi si entra).
Relativamente ai colori, l'occhio tende a compensarli riducendone la saturazione. L'effetto è tanto maggiore quanto maggiore è la saturazione del colore visto, ma anche questo avviene molto lentamente.
Per maggior chiarezza ho fatto un piccolo esempio.
Se ci si concentra sul fondo grigio neutro, fissando il piccolo punto nero al centro, si vedrà chiaramente come al variare dei colori presenti nel campo visivo, l'occhio tenderà ad inserire una specie di filtro (passatemi il termine) di colore opposto, o per meglio dire complementare al colore visto.
Il risultato sarà che quando si torna di colpo alla condizione neutra (il grigio) per qualche secondo il "filtro" sarà attivo, facendoci vedere quel fondo grigio neutro con una dominante esattamente contraria al colore appena visto.
Cliccare e visionare il file a tutto schermo, se possibile oscurando l'ambiente.

La cosa che più mi preme farti notare è che in realtà l'effetto compensativo non è di uguale intesità per tutti i colori. Il verde è un colore molto presente in natura ed il nostro occhio lo interpreta abbastanza bene, al contrario il magenta (complementare del verde) non è molto comune. Il risultato è che notiamo di più il grigio/verde sotto il riquadro magenta che non viceversa.
Di fatto questa caratteristica del nostro occhio, in determinate sequenze, inficierà i risultati ottenuti con la calibrazione.
In altre la renderà pressoché inutile proprio per la capacità di compensare le dominati.
2) Supponiamo ora che si vada a fare la taratura uno dei vertici del Gamut, il rosso pieno.
Schermo completamente rosso e stanza che riflette parte della luce, variandone anche in questo caso luminanza e crominanza.
La sonda legge e corregge l'emissione del rosso, considerando l'apporto ambientale, abbassandone leggermente la luminosità (per compensarne l'aumento dovuto alle pareti chiare) e alzando leggermente il verde per "scaldare" un po' il rosso reffreddatto dal blu rilfesso del divano.
Fin qui tutto bene, quel rosso che riempe lo schermo, pur avendo coordinate diverse da quelle che dovrebbe all'interno dello spazio CIE LAB, verrà visto dal nostro occhio come se le avesse (o almeno si spera).
Ma, ripredendo l'esempio già citato da Danik, supponiamo che quello stesso rosso sia il colore dei petali di un bel papavero ripreso in primo piano mentre si staglia in un prato di un bel verde intenso che copre la maggior parte dello schermo o che sia ripreso buttato a terra su un marciapiede grigio o ancora ripreso dal basso con un bel cielo blu di sfondo.
In tutti questi casi la luce riflessa dalle pareti, dal divano blu, dai quadri ecc…, non sarà mai quella rilevata in fase di taratura e l'apporto ambientale sarà sempre diverso. Di conseguenza noi vedremmo quel rosso (che avrà sempre le stesse coorinate spaziali) ogni volta in modo diverso: meno saturo, più chiaro o più freddo rispettivamente. Senza contare che il nostro occhio reagirà diversamente alla quantà di luce di volta in volta presente ed alla sua dominante.
Ancora mi domando: la parte non rilevata che colore deve avere?
Tutta rossa no, per i motivi suddetti, allora?
Nero no, perchè toglierebbe quella luminosita ambientale che invece dobbiamo considerare. Il classico grigio neutro fotografico (18%) no, perché probabilmente non corrisponderebbe alla luminosità media presente nei film (e poi a me piacciono X-File, Dark Angel, ed altri con molte scene scure).
Un grigio medio (50%) potrebbe essere il compromesso migliore, ma sarebbe un compromesso. Lo scopo non era avere un riferimento assoluto?
Insomma, anche in questo caso mi sembra che le variabili non calcolabili siano maggiori di quelle controllabili.
Il dubbio quindi è: cosa possiamo aspettarci da una taratura fatta in un ambiente non idoneo alla proiezione?
La taratura (intesa come corrispondenza ai valori CIE) mi sembra molto ardua se non impossibile (a meno che l'ambiente non sia "neutro", tutto grigio o tutto bianco).
Forse si può sperare in un gamma il pù possibile lineare, intervenendo, oltre che sui controlli del vpr, sui parametri ambientali che influenzano la luminosità massima e minima.
Un ambiente troppo luminoso abbassa il contrasto percepito, quindi bisogna considerarlo ed alzare la luminosità massima del VP ed intervenire sul nero "meccanicamente", filtri ND, schermi grigi, mascherature, ecc….
Personalmente poi, prima di mettermi a regolare le curve di trasferimento in base al colore del divano o delle pareti arancioni, cercherei di mettere qualche correzione ambientale, passiva, in più. Una cornice scura nella quale inserire lo schermo, una tenda da tirare durante la proiezione, o altra roba simile (ovviamente WAF compliant).
Quindi, ricollegandomi al quote, correggimi se sbaglio, l'ambiente influenza, e tanto, la visione ma le correzioni e le tarature applicabili non possono fare miracoli ed in alcuni casi (se non si può avere un ambiente ad hoc) è meglio accontentarsi e godere.
Che ne pensi?
Scusa la lunghezza.
Ciao.
Ultima modifica di Girmi; 12-03-2009 alle 18:59
Mitsubishi HC-5000, Toshiba HD-XE1; Samnsung BD-P2500; MacMini; Onkyo TX-NR905; diffusori autocostruiti.
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