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Sky Rojo | stagione 2 | la recensione

Recensione di Fabrizio Guerrieri , pubblicato il 09 Agosto 2021 nel canale CINEMA

“Dopo un folgorante esordio, la serie spagnola ideata dal creatore di La Casa di Carta, non si adagia neanche un po’, anzi aumenta se possibile intensità e qualità premendo l’acceleratore su violenza e compassione come fossero le due facce alternate della stessa medaglia”


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Dopo aver fatto cadere in trappola Moisés e aver salvato la vita a Romeo, le tre ragazze in fuga cercano un modo per lasciarsi definitivamente il passato alle spalle. Wendy sanguina in sella alla moto guidata da Gina, Coral tornata al club per soldi e passaporti decide, dopo aver assunto un buon quantitativo di coca, che è venuto il momento di divertirsi un po’ a scapito degli scagnozzi del padrone. Intanto Christian è alla ricerca del fratello e dopo averlo dissotterrato, in un momento di lucidità cerca di convincerlo a smetterla con quella sfida in cui nessuno può vincere fino in fondo. Ma le cose si complicano quando ognuno cercherà ancora una volta la propria vendetta in un muro contro muro che pare senza fine.
La recensione della prima stagione di Sky Rojo


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Il western moderno in lingua spagnola ideato da Esther Martínez Lobato e dal creatore di La Casa di Carta Álex Pina, continua a ricalcare perfettamente i tratti caratteristici dei personaggi messicani del genere, con cui condividono l’idioma. L’aspetto latino e i modi sprezzanti da eterni antagonisti brutti sporchi e cattivi sono il mood perfetto per una serie che sembra nata dalla mente meravigliosamente perversa di Quentin Tarantino. E come nel suo Kill Bill i cui protagonisti erano Uma Thurman e David Carradine, anche qui i personaggi sono uniti e divisi da scelte brutali e ciniche. La Sposa e Bill da due diventano sei: da una parte tre donne che vogliono scappare disperatamente ma finiscono per tornare sempre all’ovile per chiudere definitivamente i conti, dall’altra tre uomini che non potendole più controllare le vogliono morte. Le modalità e i caratteri sono ovviamente differenti ma gli scopi sono gli stessi.


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Gina è la più sensibile (e spesso debole) ma non si tira indietro quando c’è da combattere per la sopravvivenza. Wendy è la più arrabbiata e decisa, ma i suoi modi sbrigativi tendono a tradirla facilmente. Coral è la testa del drago, la donna in grado di far innamorare due dei suoi aguzzini credendo così di averne il controllo salvo poi capire che non riesce a odiarli abbastanza da farla finita. E oltre al buon cuore a corrente alternata si lascia spesso tentare dall’abuso di sostanze per staccare il cervello dal peso della realtà e poter così agire indisturbata. Almeno questo è ciò che pensa lei.


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Christian è il più sregolato dei maschi, i suoi accessi di rabbia lo portano continuamente a sbagliare, ma stavolta il suo disequilibrio vacilla di fronte al miraggio di una pace saggia ma al contempo quasi impossibile da raggiungere. Romeo è un uomo affascinante che cita i classici per giustificare la propria condotta, un vedovo che tiene alle sue figlie e un padrone insensibile alle esigenze delle donne che lavorano per lui. Moisés, fratello del primo, è il ponte tra i due. Ama Christian nonostante la sua follia, ma nutre anche un grande rispetto per Romeo che anni prima lo ha aiutato nel difficile rapporto col padre violento. Come Coral, alterna per lei amore e odio.


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Stavolta i conflitti sono, se possibile, ancor più cruenti, anche grazie all’innesto di nuovi personaggi – in particolare Fermin, un cliente del club Las Novias già apparso nella prima stagione e Ines, l’anziana guida spirituale di Moisés – che smuovono le acque, comunque mai immote. Ogni incontro/scontro aumenta le proprie potenzialità alimentando gli aspetti negativi nelle interazioni fra i protagonisti e la sete vampiresca di sangue dello spettatore. Da cui una domanda si fa largo fra tutte: perché quando a turno ne hanno la possibilità, non uccidono con un semplice e risolutivo colpo di pistola? Perché tutti e sei nel fondo di sé stessi sperano che quella sfida sfibrante continui, come Zenigata che ha bisogno di rincorrere Lupin, o uno sportivo che ha bisogno del suo avversario più forte per battere un record.


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Anche in questo seguito c’è una gran cura in tutti i reparti, a partire da quello stilistico. I ritagli dal widescreen 2,35 : 1 a un indefinito 1,60 : 1, sottolineano la claustrofobia in cui si sentono costrette le protagoniste, confuse dall’ossigeno che sta per finire e dai momenti più terribili che hanno vissuto. Si allarga infatti il passato della storia con flashback continui atti a sottolineare ulteriormente gli atti deplorevoli verso le ragazze, non solo le protagoniste ma anche quelli verso le altre del club. Che sante non sono, ma neanche schiave. Sono soldati silenti, tre già in azione, altre in attesa che lo spiraglio di libertà divenga più largo per esplodere, nonostante l’abitudine a sentirsi meri oggetti di piacere. Ancora una volta il montaggio è uno dei punti di forza maggiori della serie. Sviluppa pian piano l’intreccio come se ogni passaggio rivelasse ogni volta una piccola meraviglia, buona o cattiva che sia, con la naturalezza, la spontaneità e l’imprevedibilità necessarie a un prodotto di qualità. E poi ci sono gli sguardi in macchina (accompagnati a volte dalla voce fuori campo) coi sorrisi disperati e seducenti di Coral, la più matura ma anche la più instabile, sia per l’uso smodato di droghe che per il fondo di buon cuore che le fa commettere errori; i colori saturi; i movimenti di macchina ipercinetici, non per creare effetto ma per seguire e supportare l’azione.


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Alcuni passaggi di sceneggiatura sono decisamente forzati, la casualità troppo spesso diventa pretestuosa. Ma non ci si fa troppo caso, perché il resto è a dir poco abbagliante. Non ci sono episodi minori, tutto scorre sempre alla medesima intensità, alta, incessante, violenta, spietata ma a tratti compassionevole, come per controbilanciare l’impianto creando continui cortocircuiti, che hanno funzionato sia nella prima, che in questa seconda parte. Intanto gli autori sono già al lavoro per la terza stagione che si sposterà in una nuova location, un nuovo campo di battaglia probabilmente più neutro e per questo egualitario ed eccitante, in cui sfogare gli ultimi istinti a colpi sempre più bassi e inganni sempre più fatali. E visto il successo che la serie sta riscuotendo, non è detto che il prossimo sarà l’ultimo capitolo.


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VALUTAZIONI

dal trailer all’intera serie
Aspettativa 7,5 Potenziale 8,5

soglia d’attenzione
Scorrevolezza MEDIO/ALTA Impegno MEDIO

visione
Intrattenimento 8 Senso 7,5 Qualità 8
Giudizio Complessivo 7,8

Sky Rojo | stagione 2
drammatico, azione, avventura, commedia | Spagna | 23 lug 2021 | 8 ep / 27 min | Netflix

ideatori Álex Pina, Esther Martínez Lobato

personaggi interpreti
Coral Verónica Sánchez
Moisés Miguel Ángel Silvestre
Wendy Lali Espósito
Romeo Asier Etxeandia
Gina Yany Prado
Christian Enric Auquer
Fermin José Manuel Poga
Cachopo Niko Verona
Charlotte Carmen Santamaría

critica IMDB 7,1 /10 | Rotten Tomatoes nd | Metacritic nd

camera RED Helium with Leitz SUMMILUX-C and Hawk lenses
aspect ratio 2,35 : 1

 

 

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