Halston | la recensione della miniserie

Fabrizio Guerrieri 25 Maggio 2021 Cinema, Movie e Serie TV

Il biopic su Roy Halston Frowick non brilla per originalità ma racconta con cura la vita dello stilista, tra gli eccessi dello Studio 54 e l’estro artistico delle sue indimenticate creazioni, mettendo a nudo i pregi dell’artista e le debolezze dell’uomo


- click per ingrandire -

Basata sul libro Simply Halston di Steven Gaines e prodotta da Ryan Murphy, creatore di Nip/TuckGleeAmerican Horror StoryThe Politician e Ratched, questa biografia si presenta fin dal trailer come un prodotto di buona qualità, particolarmente nel panorama seriale. Divenuto famoso grazie al cappellino pillbox indossato dalla first lady Jacqueline Kennedy al discorso d'insediamento del marito John Fitzgerald Kennedy nel 1961, Roy Halston Frowick visse una notevole ascesa nel campo della moda.


- click per ingrandire -

Oltre a Andy Warhol che nella serie appare solo per pochi fotogrammi, lo stilista ha avuto vicino la cantante e attrice Liza Minnelli, grande amica e per lui anche modella e l’italiana Elsa Peretti, musa e indossatrice, divenuta poi, anche grazie all’aiuto di Halston, designer di gioielli per Tiffany, scomparsa giusto lo scorso marzo. Interessante anche l’incontro col giovane e insicuro apprendista Joel Schumacher, che in seguito sarebbe diventato l’affermato regista di Un giorno di ordinaria follia, Il cliente e In linea con l’assassino (oltre purtroppo a due dimenticabili Batman). Lo stile anni ’70, molto simile a quello dell’ottima serie The Deuce, ci catapulta inizialmente in un mondo in transizione, una realtà in cui libertà ed esplorazione sembravano essere le parole d’ordine e in cui il rinnovamento (mai davvero compiuto) appariva naturale e possibile. Ma di lì a poco sarebbero arrivati i conseguenti anni ’80 in cui oltre all’esplosione di un benessere vacuo sarebbe arrivato anche l’AIDS.


- click per ingrandire -

- Mi sento come se avessi di nuovo quattro anni. Non riesco a creare quando mi sento così. E neanche a essere me stesso.
- Oh, tesoro. Essere artisti significa questo.

Attraverso le varie fasi della vita di Halston scorrono diversi temi già visti in altri biopic di colleghi altrettanto illustri, ma non per questo ridondanti o inutili da affrontare ancora una volta. Quelli che appaiono troppo spesso come i capricci di un uomo che non ha vissuto serenamente l’infanzia, nascondono l’insicurezza dell’artista prima di mostrarsi al mondo con le proprie creazioni, totalmente esposto al giudizio. Emblematica a riguardo la scena in cui la Minnelli ricorda all’amico le immense difficoltà incontrate nell’affrontare Cabaret, il film che poi le valse l’Oscar. L’uomo che si cela dietro lo stilista è una persona normale, coi suoi bisogni e problemi amplificati da una vita certamente privilegiata ma i cui sfarzi non possono colmare i vuoti e i torti subìti.


- click per ingrandire -

L’uso di cocaina che lo porterà a rompere i rapporti con tante persone care, tra cui il fidato Joe e l’onnipresente Elsa, è uno degli elementi che sottolineano gli insensati eccessi di cui non solo il protagonista si rende schiavo, particolarmente all’interno del mitico Studio 54. Ci sono poi il suo nome come marchio impresso sui prodotti, nome la cui vendita significherà quantità di denaro spropositate ma anche graduale perdita di libertà, accanto al cuore e alla mente, reali fantasia e motore delle sue creazioni. E dopo un’esistenza di passione, vissuta tra vizi e virtù, arriva una fine precoce che prelude a un’immortalità annunciata.


- click per ingrandire -

Il cast è di tutto rispetto, sia tra gli interpreti noti che tra quelli poco conosciuti. Ewan McGregor disegna il protagonista aggiungendo gradualmente i nuovi tratti di un uomo che muta parallelamente ai successi conseguiti, sempre a rischio deriva ma con la determinazione di chi sa che le sue scelte sono quelle giuste da compiere per poter innovare. La gaiezza e solarità di Krysta Rodriguez restituisce una Liza Minnelli in pieno fulgore che, nonostante il peso dell’essere figlia di due mostri sacri come Vincente Minnelli e Judy Garland, celebra l’arte e la vita con positività e dedizione. Rebecca Dayan è allo stesso tempo eterea e terrena nel raccontare la musa Elsa, riuscendo nel complesso compito di accostare semplicità e classe nella donna che amava lo stilista, non solo artisticamente, sapendo di non poter essere ricambiata pienamente.


- click per ingrandire -

David Pittu è Joe, l’uomo che accompagna l’estro dell’amico provando come gli altri a mantenerlo stabile e in equilibrio. Bill Pullman interpreta David J. Mahoney, l’imprenditore che non riuscirà a restare fino in fondo l’uomo tutto d’un pezzo di cui Halston si fida. Rory Culkin è un giovane Joel Schumacher, che da umile apprendista lascia che il fuoco del maestro lo investa fino all’umiliazione. Anche Vera Farmiga ha un ruolo chiave sebbene minore, quello della fragrance designer Adele che nel collaborare con Halston per creare il suo profumo lo porta ad attraversare il suo passato alla ricerca degli odori che ricorda con maggiore intensità, in una interessante lezione sulla composizione di una fragranza.


- click per ingrandire -

I cinque episodi scorrono veloci ma densi come la vita dello stilista, con una costruzione tecnica impeccabile grazie alla fotografia di William Rexer (The get down, Sneaky Pete, Hunters, Solos) e Tim Ives (House of Cards, Mr. Robot, Girls, Stranger things), insieme ai comparti di scenografia e costumi che ricostruiscono minuziosamente il periodo storico sospendendo ottimamente l’incredulità. Una serie che non brilla per originalità ma che racconta la storia dello stilista con la giusta efficacia, consigliata a chi ama le biografie e ha voglia di immergersi nelle atmosfere della fine del secolo scorso con curiosità, leggerezza e un pizzico di malinconia.


- click per ingrandire -

VALUTAZIONI

soglia d’attenzione
Scorrevolezza MEDIA Impegno MEDIO

visione
Intrattenimento 7 Senso 8 Qualità 8

dal trailer all’intera serie
Aspettativa 7,5 Potenziale 9
Giudizio Complessivo 7,8

Halston | miniserie
drammatico, biografico | USA | 14 mag 2021 | 5 ep / 47 min | Netflix

ideatore Sharr White basata sul libro Simply Halston di Steven Gaines prodotta da Ryan Murphy diretta da Daniel Minahan

personaggi interpreti
Roy Halston Ewan McGregor
Elsa Peretti Rebecca Dayan
Joe Eula David Pittu
Liza Minnelli Krysta Rodriguez
David J. Mahoney Bill Pullman
Joel Schumacher Rory Culkin
Ed Austin Sullivan Jones
Eleanor Lambert Kelly Bishop
Victor Hugo Gian Franco Rodriguez
Pat Cleveland Dilone
Adele Vera Farmiga
Mike James Waterston
Carl Epstein Jason Kravits
Martha Graham Mary Beth Peil
giovane Roy Halston Maxim Swinton
Karen Bjornson Sietzka Rose

critica IMDB 7,6 /10 | Rotten Tomatoes critica 6 /10 utenti 4 /5 | Metacritic critica 48 /100 utenti 6,8 /10

camera Panavision DXL2 and Red Monstro
aspect ratio 2,35 : 1

 

Similar Post You May Like

Commenti (1)

Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - Info
  • Billius

    06 Giugno 2021, 10:14

    L'ho visto e voglio dire che questo è un grande film su una grande persona

Focus

News