Sintonie 2019: terza parte

Fabio Angeloni 21 Novembre 2019 Audio

Sintonie High End e Audio Video Show s'incontrano a Rimini per mettere l'ipoteca sulla più importante manifestazione audio e video in Italia: dopo le prime due parti, concludiamo il viaggio tra le sale audio più interessanti e proponendo le nostre conclusioni

MadForMusic di Toniolo Dimitri - Devialet, Kalista, The Wand, Wilson Benesh


- click per ingrandire -

È con una certa apprensione che sono entrato nella sala di Mad4music. L'ambiente latamente sofisticato richiamava un po' lo stile di altri tempi, ma indubbiamente c'era nell'aria un mood al contempo rilassato e rilassante. La sala, che non ascriverei tra le grandi, era apparentemente priva di trattamento; d'altra parte i tre grandi divani (uno laterale, destinato allo staff) e il gran tappeto di moquette, rappresentavano comunque un primo livello di condizionamento ambientale.

Tra gli aspetti più interessanti c'è stato sicuramente il rispetto del silenzio. Nei miei due passaggi avevo notato che anche i rappresentanti della distribuzione rimanevano comodamente seduti, adottando per primi la consegna del silenzio, con il risultato positivo della possibilità di un ascolto degno di questo nome, ma con il collaterale effetto controproducente che poco era dato di sapere ai visitatori su quanto in uso, nel generale imbarazzo a chiedere per rispetto della policy aziendale adottata.

Il punto di ascolto era composto da due comodi ed eleganti divani a tre posti; a fondo sala erano liberamente prelevabili su un tavolino alcuni depliant che illustravano le specifiche tecniche delle macchine in uso. Nei giorni successivi alla manifestazione, grazie allo spirito di iniziativa dell'amico Davide (GoAhead), sono riuscito ad ottenere via whatsapp la composizione e i prezzi del set proposto.

In sala erano dunque presenti un lettore Kalista by Métronome Technologie "DreamPlay One" (€ 37.000), un piatto The Wand con braccio The Wand 12” e testina MadForMusic (€ 5.000), un amplificatore finale Devialet Expert 250 pro (€ 14.900), dei diffusori Wilson Benesch Serie Precision P3 (18.900 la coppia), un "generatore infrasonico" Wilson Benesch Torus (€ 8.900) con cablaggio MadForMusic (3.500€) e grounding box Faber's cable.


- click per ingrandire -

Prima di esaminare i componenti premetto, per onestà, che è piuttosto difficile non rimanere colpiti dai form factor delle macchine di cui è composto il set: avveniristiche o a sogliola o a copertone (non certo inteso in senso dispregiativo) che fossero, ma tutte interessanti o comunque non banali. Una branca della francese Métronome Technologie produce il brand Kalista e il Dream Play One è uno stupendo lettore CD integrato e in due telai, dal design che se da una parte costruttivamente ricorda certi meravigliosi, massicci giradischi in metacrilato al contempo propone la strepitosa modernità estetica tipica delle ultime macchine Chord, con un quanto mai gradito display frontale a colori. Viene fornito con l'unità di alimentazione dedicata Elektra ed è dotato di uscite analogiche con connettori XLR ed RCA, e di uscite digitali AES/EBU, S/PDIF e Toslink.


- click per ingrandire -

The Wand, piatto e braccio unipivot, sono prodotti da "Design, Build, Listen Ltd." (che ha sede in Nuova Zelanda), disegnati da Simon Brown e realizzati a mano. Per i non anglofoni preciso che quel Wand sta per bacchetta magica, con la quale il piatto intenderebbe magicamente trasformare ogni ascolto.

Devialet è un marchio francese dall'alto coefficiente innovativo, specializzato nel trattamento del segnale digitale: dopo una dozzina di anni di attività e il deposito di più di 160 brevetti, ormai non necessita più di presentazioni. Il modello Devialet Expert 250 pro, peraltro, è il top di gamma della serie a due canali ed eroga 250 Watts RMS a 6Ω per canale con un S/N di 130dB e un dumping factor di 8.000. Inutile precisare che accetta segnali fino a 32bit/192KHz mentre è invece piacevole precisare che al form factor sottilissimo coniuga un quanto mai opportuno display posto sulla parte superiore.


- click per ingrandire -

Anche Wilson Benesch è un marchio storico britannico, fondato trenta anni fa, che talvolta viene confuso con un altro, sempre anglosassone, ma americano. Gli innumerevoli riconoscimenti di cui è stato oggetto per via della riconosciuta qualità produttiva in questo trentennio stanno a dimostrare il livello delle sue realizzazioni.


- click per ingrandire -

In anteprima nazionale venivano proposti i P3.0, top di gamma della nuova serie di ingresso "Precision", dei due vie e mezzo da pavimento che adottano tre driver "tactic II" da 17 cm, due bass e un mid che operano su differenti range sviluppati in collaborazione con la Sheffield Hallam University e realizzati in polipropilene isotattico, oltre ad un nuovo tweeter con cupola in seta Leonardo da 2,5 cm "inserito in una flangia in fibra di carbonio composita, tecnologia derivata dal tweeter Fibonacci dell'ammiraglia Eminence", incastonati in un cabinet ibrido legno-alluminio, con una impedenza nominale di 6 Ohm (con un modulo che arriva a 4 Ohm), una sensibilità di 89dB e 150 Watt di tenuta in potenza continua.

Completava il set l'iconico "generatore infrasonico" Wilson Benesch Torus in due telai, giunto ormai al suo tredicesimo anno di vita, dotato di un cono in fibra di carbonio da 18" con una massa di soli 18 grammi (che garantisce grande velocità di risposta ai transienti), che il produttore differenzia da un normale subwoofer amplificato per via della configurazione in push-pull delle due bobine da 8,2 centimetri. L'altoparlante opera nella frequenza dai 10 ai 150Hz, con una sensibilità di 100dB, una impedenza di 8Ω per coil, il Torus amp (esterno) ha una potenza di 200 Watt.


- click per ingrandire -

L'esordio si reifica con un piano, poi una tromba in "A Saint German Des Près", tratto da "F. à Lèo", cui segue una voce maschile profonda e presente, con il sottofondo di una linea di basso solida ma mai trabordante, e una batteria forse non troppo cristallina né sul rullante né sul piatto. La tromba di Paolo Fresu sembra morbida ma anche in questo caso forse non in possesso di una dinamica estesissima. Seguono, dello stesso disco, "Lettura art poétique di Paul Verlaine" e "Vingt Ans". Artisticamente si tratta di un gran bel disco, ma il set andrà riascoltato con una programmazione più idonea a coglierne le caratteristiche soniche ulteriori rispetto a quella, positivamente risolta, del microcontrasto.

 

PAGINE ARTICOLO

Commenti

Focus

News