Aeranti Corallo chiede il passaggio al DVB-T2 / HEVC entro il 2023
L'associazione di categoria Aeranti-Corallo, che rappresenta circa 600 imprese radiotelevisive locali, chiede che siano avviate al più presto le trasmissioni DVB-T2 codificate in HEVC, dato che con l'attuale standard l’emittenza televisiva locale ha spazi radioelettrici troppo ridotti per trasmettere con qualità tecnica adeguata
A oggi non c'è ancora una data certa per il passaggio al DVB-T2, il prossimo standard per le trasmissioni TV digitali terrestri. Fissato per il giugno del 2022 nella roadmap pubblicata nel 2017, è stato rimandato diverse volte, l'ultima sulla base dell'ancora cospicuo numero di televisori non pronti per lo switch-off al 30 giugno 2022. Alla fine si è deciso di rinviarlo genericamente al 2023, attendendo l'analisi dei dati rilevati a marzo prima di decidere le tempistiche. Nel dicembre scorso si è invece completata la dismissione del codec MPEG-2 in favore del più efficiente MPEG-4 per tutte le emittenti nazionali. Il fatto che MPEG-2 fosse il formato dei canali SD e MPEG-4 quello dei canali HD ha lasciato intendere erroneamente che il passaggio all'alta risoluzione fosse automatico. Il legislatore tuttavia non ha imposto alcun obbligo alle emittenti tranne l'abbandono di MPEG-2 per risparmiare banda di trasmissione.
Quello che manca da allora è il cosiddetto simulcast, cioè la possibilità di trasmettere contemporaneamente gli stessi canali in MPEG-2 e MPEG-4, in modo da non escludere i proprietari di apparecchi più datati. L'intera vicenda è legata alla liberazione della banda 700, compresa tra i 694 e i 790 MHz, per metterla a disposizione degli operatori di telefonia 5G. La decisione, presa in ambito europeo, imponeva solo la liberazione della banda 700 dalle trasmissioni televisive, mentre il contemporaneo passaggio al DVB-T2 fu deciso per farlo coincidere con il necessario cambio delle frequenze assegnate alle emittenti. La legge stabiliva che le concessioni delle frequenze fossero convertite in banda disponibile, mantenendo così il bit-rate a disposizione degli operatori. Questo grazie alla maggiore velocità di trasmissione del DVB-T2, che raggiunge valori oltre il 50% superiori rispetto al DVB-T, combinato con la migliore efficienza del codec H.265/HEVC.
Per la liberazione della banda 700 comunque le televisioni nazionali hanno dovuto dismettere una parte delle proprie reti, mentre quelle locali completamente. Le bande di frequenza lasciate alle tv locali sono di conseguenza molto ridotte e disponibili per pochi operatori. Se da un lato le televisioni nazionali (che dispongono, mediante le rispettive reti, di un'adeguata capacità trasmissiva) possono comunque mantenere un buon livello qualitativo, la mancata adozione del DVB-T2 non permette altrettanto a quelle locali, penalizzate dalla limitatezza degli spazi radioelettrici assegnati. Sul tema è intervenuto l’avvocato Marco Rossignoli, coordinatore di Aeranti-Corallo, associazione di categoria che rappresenta circa 600 imprese radiotelevisive locali, tra cui 147 tv, a conclusione dell’incontro del Comitato Esecutivo della federazione che si è svolto martedì scorso.
"Aeranti-Corallo ritiene che debbano essere avviate al più presto le trasmissioni DVB-T2/HEVC in quanto con le attuali trasmissioni in DVB-T/MPEG-4 l’emittenza televisiva locale ha spazi radioelettrici troppo ridotti per poter trasmettere i programmi con adeguata qualità tecnica. Tale situazione sta causando gravi danni al nostro comparto con evidenti ricadute in termini occupazionali e di pluralismo informativo"
"Per questo – ha proseguito Rossignoli – riteniamo che debba essere fissata al più presto e, comunque entro il corrente anno 2023, la data per il passaggio dell’intero sistema televisivo nazionale (tv nazionali e tv locali) alla tecnologia DVB-T2/HEVC. Solo in questo modo ci sarà una accelerazione della vendita dei televisori e dei decoder idonei alla ricezione della nuova tecnologia. Occorre, peraltro, rilevare che negli ultimi anni vi è, comunque, già stato un forte sviluppo del mercato delle smart-tv che sono predisposte anche per la ricezione DVB-T2/HEVC". Con lo sviluppo della nuova tecnologia trasmissiva – ha concluso Rossignoli – le tv locali saranno stimolate ad effettuare investimenti al riguardo, con conseguenti nuove opportunità per l’utenza".
Fonte: Digital-News
Commenti (1)
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Finiti i tempi che si occupavano i canali magari con l' occhio benevolente di chi pensava che qualunque cosa fosse meglio della grande Tv privata.
Oggi il pluralismo è una realtà ampiamente garantita dall' aumento del numero di network nazionali , per quanto mi riguarda se chiudessero domani non me ne accorgerei nemmeno e non sarei certo l'unico.