Blocco del file-sharing illegale

Alessio Tambone 03 Ottobre 2005, alle 09:53 Mobile

Presentato da IFPI(Federazione Internazionale dell'Industria Discografica) e MPA (Associazione dei Produttori Cinematografici) il Digital File Chek, nuovo software gratuito di controllo del file-sharing

Il mondo cinematografico e quello discografico hanno condiviso negli ultimi anni una triste realtà: il file-sharing. Migliaia di utenti in tutto il mondo si sono scambiati - e si continuano a scambiare - film in vari formati (DivX, le immagini .ISO dei DVD), CD e programmi, aggravando ulteriormente quel calo fisiologico di vendite che tutti i mercati stanno vivendo.

Diverse sono state le iniziative di varie associazioni e organi istituzionali, che hanno cercato di contrastare questo fenomeno sempre più crescente. Su tutte, le discutibili campagne informative, che evidentemente non hanno risolto il problema. Da scartare anche la scelta dei lunghi spot obbligatori (addirittura 30'') inseriti nei DVD in commercio, che invece incrementano la "sfida del divieto". Magari una visualizzazione dello spot solo durante la prima visione sarebbe stata più consigliata.

Dopo l'ultima geniale trovata comunicata qualche settimana fa (l'uscita quasi contemporanea del film al cinema, in DVD e in televisione) ecco Digital File Check, un nuovo progetto sviluppato da IFPI (International Federation of Phonographic Industry) in collaborazione con MPA (Motion Picture Association). In sostanza Digital File Check (DFC) è un software che una volta installato sul proprio pc blocca o disinstalla tutti i programmi di file-sharing pericolosi presenti sulla macchina. In questo modo l'utente è costretto a condividere unicamente i file non protetti dal diritto d'autore.

Il software è distribuito gratuitamente in Danimarca, Finlandia, Germania, Italia, Olanda, Spagna, Svezia e Regno Unito ed è disponibile sia on-line che su CD. Per le aziende che intendono installare DFC sui pc della propria rete locale è disponibile anche una guida sulla sicurezza informatica e sui rischi legali che si corrono condividendo file non autorizzati. In questo modo sarà possibile tenere sotto controllo i propri dipendenti.

Questa è la nuova tecnologia di controllo ma, forse, la politica di ribasso dei prezzi attuata in silenzio da qualche distributore vale più di mille campagne informative.

 

Per la versione italiana del software e per la guida:
www.pro-music.it
www.fapav.it

Per informazioni:
www.ifpi.org
www.mpaa.org
www.ivf-video.org

Commenti (14)

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  • maurocip

    04 Ottobre 2005, 10:16

    Re: Un chiarimento sui prezzi

    corgiov ha scritto:
    Il guadagno è davvero minimo, qualunque sia il prezzo:
    ....
    Cut
    ....
    Togliendo il costo per produrre e le royalty che sono meritate (vorremo pagare il cast che ci ha realizzato un capolavoro, vero?), le uniche note stonate sono le tasse troppo elevate.


    questo però avvalora il ragionamento sul prezzo inferiore....
    - se io vendo 1 DVD a 20 euro e le royalties sono del 10% guadagno 2 euro.
    - se, in virtù dei prezzi inferiori, vendo 5 dvd a 10 euro, il mio 10% vale 5 euro.....

    Insomma prezzi più bassi sono l'unico antidoto vero e reale per favorire la diffusione dei supporti originali
  • vernavideo

    04 Ottobre 2005, 10:50

    Re: Un chiarimento sui prezzi

    corgiov ha scritto:
    ....vorremo pagare il cast che ci ha realizzato un capolavoro, vero?......

    Si? e quante volte?
    Scusa l'ingnoranza ma le royalties non vengono anche percepite al botteghino e sui passaggi televisivi?
    E come si spiega il prezzo alto di film di oltre 20 anni?

    Meno male che qualcuno si muove in direzione opposta:
    Mp3 gratis per rivendicare indipendenza

    Ciao,
    Stefano
  • beatboxer

    04 Ottobre 2005, 11:19

    Redazione ha scritto:
    Il mondo cinematografico e quello discografico hanno condiviso negli ultimi anni una triste realtà: il file-sharing. Migliaia di utenti in tutto il mondo si sono scambiati - e si continuano a scambiare - film in vari formati (DivX, le immagini .ISO dei DVD), CD e programmi, aggravando ulteriormente quel calo fisiologico di vendite che tutti i mercati stanno vivendo.


    Leggere queste cose mi lascia sempre molto perplesso e dubbioso.
    Se si ha voglia di cercare un po si scopre che questo mercato è tutt'altro che in crisi!!! Anzi negli ultimi anni è in continua ascesa (provate a leggere qui http://www.univideo.org/stampa/comunicati.asp?Idnews=32).

    Allora forse il P2P non sta facendo così male al cinema come si vuol far credere.

    Ciao
    Beat
  • corgiov

    04 Ottobre 2005, 14:01

    Re: Re: Un chiarimento sui prezzi

    vernavideo ha scritto:
    [I]Si? e quante volte?
    Scusa l'ingnoranza ma le royalties non vengono anche percepite al botteghino e sui passaggi televisivi?
    E come si spiega il prezzo alto di film di oltre 20 anni?

    Meno male che qualcuno si muove in direzione opposta:
    Mp3 gratis per rivendicare indipendenza

    Ciao,
    Stefano [/I]
    Ci sono molti ex artisti o, nel caso di defunti, loro familiari viventi che continuano a vivere di rendita, proprio grazie alle royalties.
    Oggi molto società come la SIAE in ogni nazione si ritrovano dinanzi ad un grave problema: il diritto d'autore dura solitamente 50 anni, secondo la nazione, e oggi per molte opere musicali e cinematografiche questo periodo è scaduto, di conseguenza, gli eredi smetteranno di ricevere le royalties, ma contemporaneamente si offre la libera modificazione dell'opera originale.
    Questo significa che la distribuzione gratuita non solo tramite rete potrebbe iniziare a considerarsi totalmente legale, ma potrebbe anche significare la morte di quell'opera, oramai priva di diritti! Chiunque potrebbe modificarla liberamente!
    Immaginatevi uno dei film di Charlot che oggi hanno circa 80 anni, e che ci siamo abituati a vedere in una maniera, dovesse essere modificato: nuova colonna sonora, magari dance, oppure aggiunta di nuove scene girate oggi, o simili.
    È meglio che mi blocco...
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