Huawei P30 Pro
Il P30 Pro è la massima espressione del brand Huawei, viene commercializzato in tre versioni, tutte con 8GB di RAM, dual SIM, batteria da ben 4.200 mAh, certificazione IP68, schermo AMOLED da 6,47" e un comparto fotografico con 5 camere complessive e zoom ottico 5X con lenti in configurazione a periscopio
System e display benchmark
Dopo la "scoperta" di UL Benchmarks e Anandtech, di cui abbiamo parlato in questo articolo, Huawei ha inserito la possibilità di attivare la modalità "boost" manualmente, in modo da non risparmiare la frequenza dei core. Con o senza la modalità "boost" attivata (si chiama in realtà "Performance mode"), il telefono si è scaldato durante il test anche se in maniera non eccessiva. Ripetendo in loop alcuni test come GFXBench, il terminale ha presentato effetti di thermal throttling: effettuando i test "Manhattan 3.0" e "T-Rex HD" assoluti, abbiamo rilevato un benchmark (on-screen e off-screen) rispettivamente di 59-88 fps e 60-124 fps. Invece, effettuando la serie completa di benchmark, i valori peggiori in assoluto scendono rispettivamente a 39-42 fps per "Manhattan 3.0" e a 58-70 fps per "T-Rex HD"
Il display è realizzato con tecnologia AMOLED ed ha un picco di luminanza di 775 NIT soltanto con APL contenuti (5%). Con APL del 50% il picco di luminanza scende a circa 600 NIT, valore comunque più che adeguato per la visione di contenuti anche in piena luce. Il rapporto di contrasto è tra i più elevati misurati e si avvicina ai limiti del nostro sistema di misurazione.
Dopo aver misurato i due profili immagine principali, base ed esteso, abbiamo anche calibrato quello base che, già in default si avvicina molto al riferimento. A sinistra osserviamo i valori del gamma del profilo "base" dopo la calibrazione mentre a destra c'è quello "esteso" in condizioni di default, con valori un po' elevati e la tendenza ad affogare particolari sulle basse luci.
Stesse condizioni per il bilanciamento del bianco: a sinistra quello "base" con calibrazione ad un punto e a destra quella con profilo colore "esteso" in condizioni di default. In quest'ultima modalità, benché il Delta E uv della scala dei grigi sia comunque sensibile, il risultato generale è accettabile. Con la calibrazione la situazione migliora, con la perfezione raggiunta al 50% del segnale in ingresso e con pochi problemi agli estremi della scala dei grigi.
I tre gamut con i colori a saturazione intermedia, certificano una riproduzione cromatica con qualità superiore alla media. Con la calibrazione del profilo base aumenta la precisione della tinta di alcuni colori secondari ma scende la precisione della saturazione, con prestazioni generali comunque molto buone. In modalità "estesa" il gamut DCI viene ampiamente superato, almeno in teoria: il vertice rosso subisce un piccolo errore che inserisce un po' di blu nella modulazione del colore primario che sposta leggermente la coordinata verso quella del REC 709.