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Pagina 1 - Introduzione e caratteristiche
La crescita vertiginosa di Huawei nel settore "Smartphone" ha quasi dell'incredibile. Le quote di mercato nel primo trimestre 2015 erano al 5%; in questo primo trimestre del 2019 sono invece al 19%. (fonte: Statista.com) Nella sua crescita vertiginosa, oltre ai "contenuti" di qualità elevata e ad una presenza ormai in tutte le fasce di prezzo - anche quelle più alte - Huawei ha colto l’enorme potenziale tecnico e di marketing del marchio Leica, decidendo di puntare sulla qualità delle immagini. Il modello in esame è l’ultima evoluzione di un'idea progettuale che affonda le radici nel tempo: l’inizio dello sviluppo da parte di Huawei del comparto fotografico dei propri smartphone data infatti 2016 (P9, P9 Plus, P10, P10 Plus, Mate 9, Mate 9 Pro, Mate 10, Mate 10 Pro, P20, P20 Pro, Mate 20, Mate 20 Pro, Mate 20 X, Mate X e P30) ed è inestricabilmente legato al marchio del suadente bollino rosso, brand capace di rinascere dalle sue ceneri, come l'araba fenice. Il P30 Pro rappresenta la massima rappresentazione del brand Huawei e viene commercializzato in tre versioni pressoché identiche: la prima con 128GB di ROM e 6GB di RAM; la seconda sempre con 128GB di ROM ma con 8GB di RAM; la terza con 256GB di ROM e 8GB di RAM. Tutte e tre le versioni sono "dual SIM" e consentono di inserire al posto della seconda SIM una scheda di espansione di memoria in formato Nano Memory Card (NM Card), più piccola ma anche più costosa rispetto allo standare "de facto" microSD. Il P30 Pro ha dimensioni importanti (158x73x8mm), ha una peso di 192g, batteria da ben 4.200 mAh e certificazione IP68 per acqua e polvere, ricarica rapida wireless (fino a 15W) mediante caricabatterie compatibili certificati Qi. Lo stesso smartphone ha funzioni di "power-bank" e grazie all'alimentatore in dotazione (da ben 40W) riesce a ricaricare l'accumulatore al 70% in mezz'ora. Il cuore del P30 Pro è costituito dal SoC proprietario octa-core HiSilicon Kirin 980 (con doppia unità NMU, per calcoli IA e machine learning) con processo litografico a 7 nanometri, all'interno del quale sono inclusi 4 Cortex-A76 @ 2,6 GHz e 4 Cortex-A55 @ 1,8 GHz, il tutto coadiuvato da una GPU ARM Mali-G76 MP10. Lo schermo, con tecnologia AMOLED, ha una diagonale di 6,47" e una risoluzione FHD+ di 2340x1080 punti in formato 19.5:9, con densità di 398 ppi. Come vedremo più avanti nelle pagine delle misure, è caratterizzato da un gamut molto esteso (fino al DCI-P3), oltre a luminanza e rapporto di contrasto elevati. In più, grazie alla tecnologia “Acoustic Display”, lo stesso display viene messo in vibrazione per l'emissione sonora in modalità "viva voce" e integra anche il sensore biometrico per le impronte digitali. Sul frontale c’è un minuscolo notch a goccia per il sensore fotografico: il fatto che lo schermo, a parte quella minuscola goccia superiore, si sviluppi senza soluzione di continuità per praticamente tutta la superficie, dona indubbiamente al cellulare una sobria eleganza "minimal" che ammalia dal primo istante. Tra le altre caratteristiche più interessanti, ricordiamo la presenza di un emettitore a infrarossi (utile per usare il cellulare come telecomando) e la modalità di sblocco con il volto. La confezione è abbastanza ricca: oltre al caricatore da 40W, c'è un cavo USB-A -> USB-C e una coppia di auricolari di qualità media, queste ultime con connettore USB-C; lo smartphone è sprovvisto purtroppo di connettore minijack per cuffie e microfono. Il modem integrato nel telefono si "ferma" allo standard LTE 4G Cat. 21, quindi 1.4 Gbps in download e 200 Mbps in upload. Oltre alle spettacolari specifiche del comparto fotografico, che affrontiamo nel dettaglio nella pagina seguente, il P30 Pro supporta la rete WiFi con standard 802.11ac dual band, ma non il recentissimo 802.11ax (WiFi 6) e al Bluetooth 5.0 con quell’aptX (anche in formato HD) così tanto caro agli audiofili (ma BLE, SBC, AAC, LDAC e HWA Audio compatibile). Inoltre, il comparto audio decodifica Dolby Atmos (Dolby Digital, Dolby Digital+, Dolby AC-4), MP3, MP4, 3GP, OGG, AMR, AAC, Flac, Wav e Midi, mentre il video accetta 3GP ed MP4.
Pagina 2 - Il comparto fotografico
Il vero asso nella manica del P30 Pro è senz’altro costituito dal comparto fotografico. Lo smartphone, oltre ad un flash dual led e alla camera anteriore con singolo sensore da 32 megapixel, possiede altri quattro sensori posteriori, organizzati nel modulo "Leica Quad Camera". Segue quindi un riepilogo di tutti i sensori fotografici e relativa configurazione ottica:
La sezione camera del P30 Pro, che consente il salvataggio delle fotografie anche in formato RAW, sembra quasi fatta apposta per sostituire l’ingombrante e pesante valigetta obiettivi che portiamo sempre con noi insieme alla reflex, offrendo complessivamente ben 4 diverse lunghezze focali dalle caratteristiche diverse, ma complementari. Le lunghezze focali disponibili posteriormente sono tre e sono rispettivamente pari a 16mm, 25mm e 125mm, quest'ultimo pari a 4,63X rispetto alla camera principale da 40MP. Il sensore principale, prodotto da Sony, può contare su 40 megapixel con CFA (Color Filter Array) RYYB, quindi con sub-pixel dotati di filtro giallo e non verde; questo consente di guadagnare ben il 40 per cento di luce in più oltre alla straordinaria capacità visiva definita Super Spectrum, che in modalità automatica riesce a "vedere" fino a 409600 ISO! Il sensore potrebbe essere una versione "custom" del Sony IMX607 Exmor RS, un CMOS con "pixel binning" per le immagini notturne e Quad Pixel PDAF per la messa a fuoco. Tutto questo, in effetti, rappresenta solo l’antipasto. Oltre al supporto generalizzato della AI, seguono la stabilizzazione ottica OIS sulle due camere principali, l’applicazione di algoritmi più evoluti per le scene in bassa luce, il "silk effect" per le acque in scorrimento, la modalità AI HDR+, la modalità macro (con messa a fuoco a 2,5 cm per la camera da 16mm eqv.), la funzione dual view recording per la registrazione contemporanea di video con due sensori posteriori che offrono due punti di ripresa diversi) e una modalità notturna davvero incredibile: dove quasi tutti i concorrenti mostrano uno schermo desolantemente nero, il P30 Pro fa la differenza anche e si avvicina molto alle super-prestazioni del Sony Xperia XZ2 Premium che abbiamo testato in questo articolo. Oltre alle caratteristiche fin qui riassunte, uno degli aspetti più interessanti del nuovo P30 Pro è l'obiettivo a "periscopio” della terza camera posteriore, con lunghezza focale equivalente pari a ben 125mm che diventano 250 con un blando zomm digitale 2X, aiutato dall'intelligenza artificiale e dai dati estratti anche dalla camera da 40mp. Dal punto di vista costruttivo, il gruppo di lenti zoom con lunghezza focale compresa tra 25mm e 125mm eqv, si sviluppa in senso verticale e può contare su uno specchio orientato a 45 gradi. Questo tipo di obiettivo è stato utilizzato anni fa su alcune fotocamere digitali compatte e proprio negli smartphone permette di esaltarne i vantaggi. La gestione delle tre camere e dello zoom è "trasparente" all'utente finale zoom non è continuo ma permette di selezionare quattro step di ingrandimento ottico (24mm, 50mm, 75mm e 125mm), oltre a due ingrandimenti digitali (250mm eqv. e 500mm eqv.). Colpisce, a questo punto, un possibile parallelo con la citata fase pioneristica di Leica, passata dal costruire oggetti per ingrandire l’infinitamente piccolo (microscopi) al costruire minuscoli oggetti per ingrandire qualcosa di molto grande (periscopi). Tutti gli appassionati di fotografia sanno quanto siano ingombranti gli zoom dedicati alle focali tele. Nessuno era mai riuscito ad inserire in uno smartphone commerciale, un vero e proprio zoom ottico con queste strabilianti caratteristiche. Al di là della solita, geniale Oppo che ha presentato al Mobile World Congress 2019 un brevetto per un sistema di ripresa analogo a triplo sensore con stabilizzazione ottica e lo ha reificato in un prototipo. In buona sostanza, grazie ad una "trappola ottica" che usa uno specchio angolato a 45 gradi, Leica e Huawei hanno inserito in un oggetto della profondità di una lisca di pesce un vero obiettivo zoom ottico stabilizzato otticamente, con il quale si possono scattare foto finora letteralmente impensabili.
Pagina 3 - System e display benchmark
Dopo la "scoperta" di UL Benchmarks e Anandtech, di cui abbiamo parlato in questo articolo, Huawei ha inserito la possibilità di attivare la modalità "boost" manualmente, in modo da non risparmiare la frequenza dei core. Con o senza la modalità "boost" attivata (si chiama in realtà "Performance mode"), il telefono si è scaldato durante il test anche se in maniera non eccessiva. Ripetendo in loop alcuni test come GFXBench, il terminale ha presentato effetti di thermal throttling: effettuando i test "Manhattan 3.0" e "T-Rex HD" assoluti, abbiamo rilevato un benchmark (on-screen e off-screen) rispettivamente di 59-88 fps e 60-124 fps. Invece, effettuando la serie completa di benchmark, i valori peggiori in assoluto scendono rispettivamente a 39-42 fps per "Manhattan 3.0" e a 58-70 fps per "T-Rex HD" Il display è realizzato con tecnologia AMOLED ed ha un picco di luminanza di 775 NIT soltanto con APL contenuti (5%). Con APL del 50% il picco di luminanza scende a circa 600 NIT, valore comunque più che adeguato per la visione di contenuti anche in piena luce. Il rapporto di contrasto è tra i più elevati misurati e si avvicina ai limiti del nostro sistema di misurazione. Dopo aver misurato i due profili immagine principali, base ed esteso, abbiamo anche calibrato quello base che, già in default si avvicina molto al riferimento. A sinistra osserviamo i valori del gamma del profilo "base" dopo la calibrazione mentre a destra c'è quello "esteso" in condizioni di default, con valori un po' elevati e la tendenza ad affogare particolari sulle basse luci. Stesse condizioni per il bilanciamento del bianco: a sinistra quello "base" con calibrazione ad un punto e a destra quella con profilo colore "esteso" in condizioni di default. In quest'ultima modalità, benché il Delta E uv della scala dei grigi sia comunque sensibile, il risultato generale è accettabile. Con la calibrazione la situazione migliora, con la perfezione raggiunta al 50% del segnale in ingresso e con pochi problemi agli estremi della scala dei grigi. I tre gamut con i colori a saturazione intermedia, certificano una riproduzione cromatica con qualità superiore alla media. Con la calibrazione del profilo base aumenta la precisione della tinta di alcuni colori secondari ma scende la precisione della saturazione, con prestazioni generali comunque molto buone. In modalità "estesa" il gamut DCI viene ampiamente superato, almeno in teoria: il vertice rosso subisce un piccolo errore che inserisce un po' di blu nella modulazione del colore primario che sposta leggermente la coordinata verso quella del REC 709.
Pagina 4 - Audio benchmark e ascolto
Il comparto audio del P30 Pro Premium è di eccellente qualità. Manca purtroppo la porta per il minijack stereo a quattro vie e si è costretti all'utilizzo di adattatori come per tutti ultimi terminali del produttore cinese: un vero peccato. La potenza è più che sufficiente per la gran parte degli auricolari a media e bassa impedenza; l'utilizzo di cuffie non particolarmente efficienti o con impedenza molto elevata non è comunque consigliabile.
La potenza dell'uscita audio è in posizione mediana nella classifica ideale di tutti gli smartphone misurati, con quasi quattro milliwatt e mezzo su carico di 30 ohm e una potenza insufficiente per cuffie ad alta impedenza (meno di mezzo milliwatt per 250 ohm). Al di là della potenza, la qualita del comparto audio del terminale si intuisce già con i valori di gamma dinamica e rapporto S/N (rispettivamente pari a 101,26 dB e 104,65 dB), tra i migliori mai misurati. Ricordiamo infatti che i 100 dB di gamma dinamica del P30 Pro sono decisamente avvantaggati dalla selezione della potenza d'uscita pari a quasi 2 mW. La risposta in frequenza è perfetta in banda audio, con un'estensione fino ad oltre 22 kHz, anche con file fino a 192 kHz. A destra possiamo osservare invece il tono ad 1 kHz a -60 deciBel, con un tappeto di rumore di poco al di sotto dei -130 dB e una gamma bassa che non supera la soglia dei -120 dB. Le distorsioni sono nella media e il cross-talk vale ben 54 dB per entrambi i canali, rimanendo costante da 20Hz a 20 kHz.
Pagina 5 - Camera, hands-on e conclusioni
Come accade quasi sempre, quando le premesse sono buone i risultati non tardano a farsi attendere. Il P30 Pro esteticamente appare sobriamente inappuntabile e pone in risalto la grande qualità costruttiva e la notevole pregevolezza dei materiali usati. Potrebbe forse risultare un po’ scivoloso per via del trattamento della superficie (molto piacevole al tatto) e del peso, al punto che in alcune confezioni internazionali viene fornita in bundle la classica cover di silicone trasparente. La qualità di ascolto dell’audio delle telefonate e il suo volume massimo sono ottimi anche per chi non ha una acutezza uditiva elevatissima, segno che il sistema di trasmissione del suono attraverso il vetro funziona a perfezione, mentre il comparto audio in sé mostra qualche debolezza per via della emissione monoaurale e delle carenze in gamma bassa. Ottima invece l'uscita audio, nonostante la censurabile decisione di rimuovere la porta minijack. Il comparto fotografico conferma le caratteristiche da indiscutibile primo della classe, entusiasma l’appassionato e garantisce una ecletticità che non ha eguali, riuscendo a non far rimpiangere troppo oggetti specificamente nati per questo uso (ai quali non può però essere direttamente confrontato, come ovvio), mentre la sezione video offre prestazioni nella norma. L’interfaccia grafica non strabilia e le app proposte - per i miei gusti - chiedono troppi permessi di superamento della privacy. L’autonomia garantita dalla batteria è letteralmente fenomenale. A tal proposito consiglio di selezionare un fondo scuro, di settare nel menu in "batteria" la voce "interfaccia colori scuri", di attivare le funzioni "risoluzione intelligente" e "risparmio energetico", dopo aver attentamente selezionato le notifiche proposte e aver disinstallato o disabilitato le app inutili. L’esperienza d’uso è davvero piacevole, anche grazie alla fluidità assicurata dalle caratteristiche hardware di livello premium. Lo schermo non brilla per risoluzione, il che potrebbe rispondere ad una condivisibile scelta progettuale, dati l'inutilità oggettiva di disporre di risoluzioni elevatissime su superfici limitatissime e l'opportunità di far godere all'utente il relativo e non esiguo vantaggio in termini di minore assorbimento energetico. Il display in modalità "intensa" copre la gran parte dello spazio esteso DCI-P3, mostrando anche di possedere una notevole luminanza massima. Inoltre il punto del bianco può essere calibrato con buoni risultati. La ricarica veloce wireless non rappresenta più una novità per nessuno, ma la funzione di ricarica inversa (power-bank) può invece rivelarsi preziosa in momenti in cui averla a disposizione può fare davvero la differenza. In tempi di "mining," Huawei ha insomma estratto dall'indistinto e indistinguibile la sua gemma più preziosa: sono certo che il suo splendore abbaglierà tutti e che molti cercheranno di farla propria. Per parte mia, conscio del fatto che acquistare un cellulare a meno di un mese dalla sua messa in commercio equivale, economicamente, ad una sorta di suicidio assistito, credo che oltre alla gemma farò mio il brocardo di Wilde: "Posso resistere a tutto, tranne che alle tentazioni". La pagella secondo la redazione di AV Magazine:
Voto medio: 8,61 Per maggiori informazioni: consumer.huawei.com/it/phones/p30-pro
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