
Pure Acoustics PRO 838
La porta di ingresso all’alta fedeltà secondo Pure Acoustics: un diffusore tanto economico quanto interessante, che passiamo sotto la lente di ingrandimento della sala di ascolto anche del laboratorio. Se poi amate il saldatore ed il DIY allora ci si può davvero divertire
Interno e componenti
Basta una chiave esagonale da 3 mm per ridurre la 838 ad un insieme di pezzi posti ordinatamente l’uno accanto all’altro sul nostro tavolo operatorio. Beh, magari serve anche un saldatore, giusto per dissaldare i due altoparlanti, operazione che conduce direttamente alla valutazione dei cavi di collegamento, evidentemente sottili, del tipo rosso e nero, saldati con uno stagno grigio matto che non fa presupporre niente di buono. I cavi fanno capo alla basetta del crossover, il cui schema è effettivamente ridotto all’osso: una induttanza avvolta su nucleo di lamierini in serie al woofer ed un condensatore di media qualità posto in serie al tweeter, tutto qui. Ovvio che visto il budget a disposizione non si potesse fare un crossover "alla Kef", e ci va già bene che il woofer è filtrato verso la gamma medioalta che avrebbe potuto riprodurre almeno fino a 5000 Hz, pur se con una manifesta irregolarità in asse e con una limitazione a circa 3000 Hz fuori asse. Per quanto riguarda la costruzione del mobile, Pure Acoustics ha fatto ricorso al medium density di spessore ridotto, con una discreta impiallacciatura delle pareti laterali in finto legno ed una copertura in PVC simile alla pelle per tutto il resto del box. L’effetto non è malvagio, tanto da poter concedere a questa finitura una discreta eleganza.
Il woofer è da 215 millimetri di diametro nominale e 165 millimetri di diametro effettivo, con la sospensione in gomma e la membrana realizzata in polipropilene. In effetti si tratta di un polipropilene abbastanza diverso da quello solito, nella cui pasta molle a media temperatura viene iniettata della mica, un materiale rigido e molto leggero. L’insieme che ne deriva ha una rigidità notevole al prezzo di un modesto aumento della massa, e per altro con un decente smorzamento interno quindi con break-up abbastanza limitati. Il cestello in lamiera sa di economico. Completano il quadro il magnete di dimensioni appena ridotte ed il foro sul fondello posteriore che attraversa tutto il polo centrale fino a sboccare immediatamente alle spalle della cuffia parapolvere, anch’essa rigida. Si tratta in pratica di una soluzione obbligata quando il cestello è totalmente chiuso sotto il centratore e si paventano discrete compressioni dell’aria spostata dalla membrana. Per quello che ho da dirvi nella prossima puntata, ho misurato anche i parametri caratteristici, annotando una frequenza di risonanza piuttosto alta nonostante la massa di oltre 31 grammi. Ovviamente la cedevolezza è limitata, una ottima strada per ottenere un volume di lavoro ridotto se il fattore di forza è elevato.
Per il tweeter si è utilizzato un driver con la cupola in seta pre-trattata. Si tratta di un tipo di trattamento utilizzato dalla maggioranza dei costruttori di membrane per tweeter. La seta viene impregnata con un liquido particolarmente sensibile alla temperatura. Interponendo questo leggerissimo foglio di seta nelle forme riscaldate a discreta temperatura il liquido fonde ed imprime alla seta la forma voluta, aggiungendo molta rigidità ed un sufficiente smorzamento. Il perfetto equilibrio tra sostanze smorzanti e sostanze irrigidenti, ricetta che ogni buon costruttore tiene segreta, conduce ad una gamma altissima estesa e pulita, con una spesa abbastanza ridotta.
Il condotto di accordo è realizzato in PVC e fissato a pressione, con una protezione interna che evita l’ingresso accidentale di piccoli oggetti nel diffusore. Lo sviluppo del condotto non è a sezione costante ma variabile da 60 mm dell’interno a circa 65 dell’uscita, e grazie al volume del diffusore ed alla frequenza di accordo inusitatamente elevata è pure molto corto. Il rapporto del diametro del woofer con quello di uscita del condotto vale 2,5, da considerarsi sufficiente ad evitare effetti di turbolenza dell’aria appena al di sotto della frequenza di accordo quando i livelli di pressione sono elevati. Completano il quadro mediamente economico un piccolo panno di acrilico posto come assorbente e la morsettiera di ingresso, due connettori dorati e rivestiti di plastica, comunque troppo ravvicinati per le mie ditone, fissati su una vaschetta di materiale plastico.