Godzilla

Redazione 17 Maggio 2014 Cinema, Movie e Serie TV

Il celebre kaiju giapponese torna sul grande schermo con un reboot da non sottovalutare. Deciso omaggio alla pellicola originale del 1954, il film si basa su un'impatto video decisamente esemplare. Ecco il giudizio di AV Magazine

Gli effetti speciali

Nel 1954 Teizo Toshimitsu della Toho (con la collaborazione di Eizo Kaimai, Kanju Yagi e Yasue Yagi) realizzò un costume di Godzilla in latex indossato dall'attore Haruo Nakajima per simulare la distruzione di una Tokyo in miniatura. Una scena diventata iconica nel mondo del cinema, alla quale i tecnici di questo film si sono voluti dichiaratamente ispirare utilizzando le nuove tecnologie a disposizione.

Grandi i professionisti coinvolti nei reparti degli effetti visivi.

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Per la progettazione delle creature il regista ha collaborato con il disegnatore Matt Allsopp e i titolati tecnici della Weta Workshop, Ltd. Andrew Baker, Christian Pearce e Greg Broadmore, mentre la Motion Picture Company si è occupata dell'animazione keyframe. Animazione basata su sessioni di performance capture curate dall'esperto Jim Rygiel, assistente di un certo Andy Serkis nella lavorazione di titoli come Il Signore degli Anelli, King Kong e L'alba del pianeta delle scimmie.

Alto oltre 100 metri, Godzilla si muove con una paurosa pesantezza, mostrando inoltre una ricca gamma di espressioni attraverso un cranio molto corto e un deciso muso largo. Di ottima fattura le texture utilizzate.

Non possiamo parlare di Godzilla senza citare il suo terrificante ruggito. Nell'originale del 1954 Akira Ifukube compose la colonna sonora e il famoso ruggito sfregando le corde di un contrabbasso con un guanto ricoperto di resina. Il progettista del suono si occupò quindi di declinare quella registrazione a diverse velocità per ottenere le varie espressioni.

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Nel 2014 a occuparsi di questo importante compito sono stati chiamati i progettisti del suono premio Oscar Erik Aadahl e Ethan Van der Ryn (Transformers, Il Signore degli Anelli), che hanno sperimentato diverse opzioni tra cui proprio un guanto ricoperto di resina di pino e una corda di contrabbasso per avvicinarsi il più possibile all'originale.

Alla fine i progettisti hanno suddiviso il ruggito in tre diverse parti: uno strillo metallico seguito da un forte lamento e una sorta di muggito finale, registrando i suoni con una frequenza di campionamento superiore ai 20 kHz - limite udibile dall'uomo - utilizzando il particolare microfono giapponese Sanken CO-100K adatto per questo tipo di inusuali registrazione (frequenza attestata sui 100 kHz). I suoni, che comprendevano anche svariati versi di animali, sono stati portati a frequenze udibili dall'uomo e uniti tra loro per dar vita all'incredibile ruggito del nuovo Godzilla.

Il suono è stato quindi trasmesso attraverso un sistema sonoro alto quattro metri e lungo quanto un intero viale degli studios della Warner Bros. di Burbank, con una potenza totale di circa 100.000 watt udibile fino a cinque chilometri di distanza con annesse vibrazioni di tubature e tetti circostanti. Questa incredibile potenza di fuoco è stata utilizzata per registrare il ruggito di Godzilla in diverse situazioni e da diverse angolazioni, come all'interno di vicoli, dentro le automobili o dietro le vetrine dei negozi. Obiettivo era chiaramente la cattura di riverberi e armonie reali da inserire in post-produzione all'interno del film.

Segue : La scenografia

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