Supertest ZINGALI ZERO 6M

G.P. Matarazzo 06 Settembre 2024 Audio

Nei nuovi Zingali ZERO 6M c’è sempre la bellissima tromba Omniray per il tweeter, con un woofer caricato in bass reflex, ma si sente che la musica, o meglio la resa musicale in ambiente, è superiore a quanto fatto finora. Si vede dalle misure mirate ma si sente con le orecchie.

Caratteristiche dichiarate dal costruttore

  • Tipo: cassa reflex da stand
  • Potenza rms: 120 watt (AES)
  • Sensibilità: 91 dB con 1 w ad 1 metro
  • Risposta in frequenza: 38 – 19.000 Hz +/- 3 dB
  • Impedenza: 6 0hm
  • Numero delle vie: due
  • Dispersione: 90° @ -6 dB
  • Tweeter: a compressione con cupola in mylar caricata da Omniray GZ 5”
  • Woofer: da 6,5” con bobina da 39 mm e membrana in cellulosa
  • Crossover: Frequenza di taglio 1800 Hz 12 dB/oct
  • Dimensioni: 220 x 400 x 300 mm (L x A x P)
  • Peso: 8kg
  • Marca: ZINGALI
  • Modello: ZERO SEI -M

 


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Storia del marchio: L’azienda è nata alla fine degli anni ’80, ben 35 anni fa e si è immediatamente imposta sia per lo stile e la bellezza tipicamente “made in Italy” che ha caratterizzato i suoi modelli che per l’originale tromba OMNIRAY interamente realizzata in legno. I diffusori Zingali sono esportati in tutto il mondo ed hanno ricevuto riconoscimenti importanti praticamente ovunque.

Serie di appartenenza modello in prova: la serie zero è una entry level nel mondo della riproduzione di questo marchio con la lettera M che sta per monitor, essendo destinata, credo nel modello bookshelf ad essere utilizzata anche come monitor per studi di registrazione, ove sembra essere molto apprezzata dai fonici. La serie si compone di un modello da stand, quello in prova, e di due diffusori da pavimento.

Breve descrizione del modello: bass reflex da stand con condotti frontali e tweeter caricato da una tromba Omniray

Estetica: sobria ma dal buon impatto visivo


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LA COSTRUZIONE

  • Viti di fissaggio: Bella domanda! Nulla ci è dato da capire senza rovinare l’estetica del diffusore.
  • Assorbente interno: L’assorbente che si vede dai due condotti di accordo e dalla rimozione della vaschetta portacontatti è acrilico ad alta densità, cardato sulle pareti larghe.
  • Rinforzi: Viste le dimensioni, le pareti di mdf da 19 mm, quella frontale da 25 mm come quella posteriore possiamo ammettere che non se ne senta affatto il bisogno. Il diffusore infatti non vibra in alcuna sua parete.
  • Pannello frontale: Il woofer è montato alle spalle del pannello frontale con una ulteriore intercapedine. Delle particolari viti a perforazione di legno serrano il cestello al pannello.


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  • Condotto: due condotti da 47 mm per un’area totale superiore ad un quarto di quella del woofer. Svasature corte per il raccordo al pannello frontale.
  • Crossover: componentistica di buon livello Componenti solidamente fissati al supporto con colla e fascette. Il filtro è trattato in un incorniciato specifico.
  • Condensatori: di medio livello con buona tensione di lavoro.
  • Induttanze: l’unica induttanza è avvolta in aria con un piccolo cilindro di ferrite incollato alle spire.
  • Woofer: 165 mm di costruzione italiana, con cono in cellulosa impermeabilizzata e bobina da 38 mm, realizzato su indicazioni del progettista. L’impermeabilizzazione lascia intuire immediatamente quanto e come il costruttore lavori con i paesi dell’est del pianeta, dove l’umidità è elevatissima e capace di rovinare in poco tempo gli altoparlanti non specificamente trattati.

 
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  • Tweeter: tweeter a compressione con cupola in mylar dello stesso costruttore italiano, caricato con una bellissima tromba in legno dalla profondità di circa 7 cm
  • Tipo di caricamento: bass reflex con due condotti frontali. Accordo simile al QB3 ma tendente al B4.
  • Morsetti: quattro morsetti dorati su vaschetta plastica. Qualità appena inferiore alle aspettative.
  • Cavi: di spessore adeguato con l’isolante trasparente che li fa sembrare sottili. Misurare sempre, anche col calibro, prima di emettere giudizi.


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Particolarità

La lunghezza della tromba ed il particolare posizionamento del woofer offre l’allettante aspettativa di un allineamento quasi preciso dell’offset tra il woofer, che è montato alle spalle del pannello e di un ulteriore contropannello, e quello del tweeter che si trova ad essere arretrato dallo sviluppo della tromba. Bello, direte voi, ma rimane un punto, uno solo, che fatica ad essere compreso dai più. L’allineamento dei centri di emissione conduce in asse ad una fase acustica prossima allo zero se e soltanto se i due driver hanno la stessa banda passante. Utilizzare un passa basso per il woofer, ovvero limitare la risposta dell’altoparlante alle alte frequenze, ed un passa alto per il tweeter, ovvero limitarne la risposta alle basse frequenze, produce la sicura mancanza del “miracolo” della fase relativa prossima allo zero. Oltretutto vi ricordo che misurare le caratteristiche di un tweeter a frequenza mediobassa ha come risultato la sola misura della fase acustica del rumore rilevato dal microfono in ambiente. Per verificare quanto un offset prossimo allo zero debba obbedire all’enunciato visto sopra ho effettuato la step response sia del tweeter che del woofer filtrati dai rispettivi crossover senza spostare ovviamente il microfono. Nella Figura 1 (sotto) possiamo vedere la risposta al gradino del tweeter in rosso e quella del woofer in blu.

Notiamo immediatamente che i due impulsi partono nello stesso istante, a conferma di un buon allineamento dei centri acustici, ma concentratevi sull’andamento: il tweeter sale verticale, deciso, mentre il woofer ha una salita…per così dire obliqua, caratteristica che sta ad indicare la sua limitata banda passante, oltre ad una certa inerzia dovuta alla massa mobile, molto maggiore di quella della cupola del tweeter. Trasformando le due risposte all’impulso otteniamo come era prevedibile delle fasi acustiche differenti, con il tweeter in anticipo di circa 50 gradi rispetto al woofer, cosa che non rappresenta certo un male. Il ritardo di gruppo, unico garante di una fase “coerente” non presenta un andamento lineare attorno alla frequenza di incrocio. Oltretutto occorre ricordare che la ripresa e la successiva analisi effettuata soltanto in asse non basta, viste in genere le variazioni di risposta e soprattutto di fase acustica al variare dell’angolo di misura. Questo è, mettetevi l’anima in pace.


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Risposta in frequenza

La risposta, in accordo con la teoria e la verifica dei parametri e delle condizioni dell’accordo scelto dal progettista, appare estesa e ben decisa fino alla Fb, con una pendenza univoca ma appena inferiore a quella teorica. Discreta la gamma media, con una enfasi appena oltre i 1000Hz che ci ritroviamo, leggermente calante, pure nella waterfall. Notate come la gamma alta in decisa salita superi ampiamente i 95 dB. Una risposta effettuata però soltanto sull’asse preferenziale appare carente di informazioni se non è seguita da quella o quelle effettuate fuori asse, anche in un diffusore utilizzato come monitor da studio.


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Dispersione sul piano orizzontale

Ho effettuato diverse rilevazioni, a 15, a 30 ed a 45 gradi. Come possiamo vedere dal grafico all’aumentare dell’angolo orizzontale tra microfono e diffusore si accentuano alcune esitazioni della risposta nelle vicinanze della frequenza di incrocio che a spanne dovrebbe posizionarsi attorno ai 1700-1800 Hz. Notiamo comunque come la gamma altissima risenta poco della variazione dell’angolo di misura.


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Dispersione sul piano verticale

Trattandosi di un diffusore monitor ho ritenuto indicativa anche una misura sul piano verticale, giusto per posizionare a ragion veduta i due diffusori sul piano del mixer. Ad un metro di distanza uno spostamento del microfono di +/- 15° corrisponde ad una variazione di quota di circa 25 centimetri. Notiamo come sia presente in entrambe le misure, una interazione distruttiva nelle vicinanze della frequenza di incrocio. Un particolare che consiglia una posizione sul banco quasi in linea con le orecchie del fonico. Vista la buona dispersione orizzontale l’alternativa percorribile con successo è quella di inclinare il diffusore sul lato lungo.


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Risposta in ambiente

Posizionati con attenzione i diffusori ho rilevato la risposta in ambiente col rumore rosa. Il grafico ottenuto col diffusore a circa 60 cm dalla parete laterale e poco meno di un metro dalla parete di fondo mostra una estensione notevole alle basse frequenze pur con poca ondulazione. In gamma media ed alta notiamo come la risposta ottenuta assomigli a quella rilevata a 45° sul piano orizzontale. Si vede infatti il leggero avvallamento in gamma medioalta, una certa tenuta della gamma altissima e qualche ondulazione in gamma media.


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Decadimento nel tempo

Questa misura mostra come il decadimento sia abbastanza veloce ed esente da esitazioni particolari, grazie anche alla scelta oculata del rapporto tra le tre dimensioni del cabinet. Notiamo l’assenza di riflessioni all’interno della tromba del tweeter che normalmente vengono riemesse dopo un certo tempo con una ampiezza notevole. La scelta di una cupola non metallica … ripaga così!


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Risposta al gradino o Step Response

Come possiamo vedere a dispetto dell’allineamento meccanico dei centri acustici la risposta al gradino mostra, come era prevedibile, la differenza tra la reazione velocissima del tweeter rispetto a quella del woofer che arriva appena in ritardo. Come abbiamo visto la ragione è semplice, come abbiamo visto nell’analisi del progetto.

 

Waterfall

Di buon livello, con un decadimento notevole in tutta la gamma medioalta, ove non si supera mai il millisecondo e mezzo. Due le risonanze appena visibili, quella dovuta al tweeter attorno ai 4000 Hz che però decade quasi immediatamente e quella a poco più di un kilohertz dovuta alle combinazioni tra le pareti interne del box, riflessioni praticamente ineliminabili.


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Impedenza

Il carico visto dall’amplificatore non presenta problematiche di interfacciamento con l’amplificatore, vista il contenuto andamento della fase elettrica ed il minimo di modulo sempre superiore a sei ohm. La massima condizione di carico è stata trovata poco prima della frequenza di accordo e vale 5,5 ohm. Va notato il picco notevole del modulo a circa 3100 Hz, che sta ad indicare un incrocio elettricamente molto aperto per compensare, probabilmente, l’esuberanza del tweeter alle frequenze medioalte.

Distorsioni armoniche a varie pressioni


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Ad 85 dB di pressione media

Posso dire che in qualche modo mi aspettavo una prestazione del genere, almeno alle frequenze basse e mediobasse. Con 1,58 Volt ai morsetti del diffusore (per ottenere 85 dB di pressione media) ed una cedevolezza molto contenuta, si ottiene ai bassi livelli una maggiore non linearità comunque mediamente ben contenuta. Notate come attorno ai 200 Hz tutte le armoniche si attestino sul fondo del grafico, con la seconda che risale in gamma media, mantenendosi comunque sui -46 dB. Notate le armoniche inesistenti del tweeter alle frequenze altissime.


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A 90 dB

A 2,81 volt rms e 90 dB di pressione media vediamo come la seconda armonica appaia appena più bassa a cavallo dei 300-500 Hz, con la terza armonica che appena oltre sale decisamente sfiorando i -44 dB. In gamma alta, ove funziona soltanto il tweeter vediamo che tutto appare nella norma, con la seconda e la terza armonica che salgono man mano che aumenta la frequenza.


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A 95 dB

Con 4,99 volt rms e 95 dB di pressione media notiamo come fino a 1000 Hz non cambi quasi nulla nella presenza e nell’inviluppo delle prime armoniche, ovvero la seconda e la terza. Le armoniche superiori tendono a sparire sul fondo del grafico man mano che aumenta la frequenza. Oltre il kilohertz notiamo la maggiore salita della seconda armonica nelle vicinanze della frequenza di incrocio, così come in gamma altissima.

ARTICULATION TEST a varie pressioni


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Ad 85 dB

La misura effettuata ad 85 dB ribadisce, ove ce ne fosse ancora dubbio, la profonda differenza tra questa misura e quella di distorsione armonica. Notiamo come in buon accordo con le ipotesi fatte, alla pressione inferiore la gamma bassa sia meno prestante della gamma mediobassa, media e medioalta. Notate come il grafico si mantenga poi praticamente costante fino alla gamma altissima, e per altro attestata su un valore molto basso.


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A 90 dB

A 90 dB di pressione media si inizia a delineare la sua differenza con la THD. I valori invece che peggiorare migliorano, scendendo ad una articolazione prossima ai -50 dB, notevoli per un diffusore. Si vede un solo picco a -40 dB nelle vicinanze della frequenza di incrocio a cui segue una discesa veramente notevole fino ai -55 dB, una prestazione molto vicina a quella dei migliori tweeter a cupola morbida.


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A 95 dB

Alla massima pressione misurata vediamo come l’andamento del grafico rimanga sostanzialmente identico, con l’incrocio che fa notare una piccola risalita e la gamma altissima che si alza molto meno dell’effettivo incremento di segnale.


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Il filtro crossover

Ho affermato spesso che una circuitazione semplice nasconde in molti casi finezze circuitali notevoli e che pochi componenti di filtro non indicano affatto che il progettista sia stato frettoloso o incapace a fare di meglio. I crossover vanno finalizzati solo ed esclusivamente ad una buona resa sonora degli altoparlanti, se questi sono utilizzati nella configurazione più consona. I progettisti da tastiera o da YouTube spesso dimenticano questo piccolo e trascurabile particolare, non avendo alle spalle un sufficiente background di misure e verifiche ragionate una volta all’ascolto. Il crossover della Zingali è fissato sul lato posteriore della vaschetta portacontatti, che è dotata di quattro connettori ponticellati per il doppio cablaggio. Non è stato facilissimo ricavare con certezza lo schema elettrico del filtro senza smontare il circuito stampato, ma comunque disponendo di un po’ di tempo e di tanta pazienza me ne sono fatto un’idea abbastanza precisa. Prima ovviamente di commentare il filtro andiamo a vedere il risultato ottenuto approfittando biecamente del doppio cablaggio. Come possiamo vedere nel grafico qui a fianco (Zingmric.AI) la risposta acustica, che poi è quella che ci interessa, presenta una notevole pendenza sia sul passa basso del woofer che, soprattutto, sul passa alto del tweeter. Come possiamo verificare dal grafico della risposta del tweeter tra 1800 Hz e 900 Hz ci sono ben 33,6 decibel di differenza. Questa è la sintesi perfetta di come funzionano i filtri crossover nella realtà. Quello che ascoltiamo infatti rappresenta la somma complessa della risposta elettrica del filtro e della risposta acustica dell’altoparlante. Complessa perché, ovviamente, in entrambi si deve tener conto anche della parte immaginaria. Una analisi fatta sul filtro ci rivela infatti che in serie al tweeter agisce soltanto un condensatore, seguito da un attenuatore compensato, ovvero da un attenuatore a T ad impedenza “pseudo-costante” a cui è posto in parallelo ad un condensatore che ha il compito di ridurre l’attenuazione all’aumentare della frequenza.


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Un equalizzatore di gamma altissima insomma. Nessuna induttanza verso massa a giustificare una pendenza ELETTRICA molto maggiore dei teorici 6 dB per ottava. Facile verificare allora che la risposta del solo filtro elettrico ai morsetti degli altoparlanti sia del tutto inutile se non forviante. Sul passa basso del woofer notiamo invece un secondo ordine elettrico, formato da una induttanza in serie al segnale ed un condensatore verso massa. La pendenza acustica anche in questo caso supera appena i 20 decibel per ottava pur contando su una pendenza elettrica teorica di soli 12 dB/oct, che nella realtà sono anche di meno a causa dell’induttanza della bobina mobile. Risulta chiaro ancora una volta quindi come la sola verifica del comportamento di un filtro elettrico ci porti totalmente fuori strada. Perdonate l’insistenza di questo assunto, ma annoto spesso delle storture di questo tipo declamate come la verità assoluta. Nell’induttanza del woofer, infine, ho notato un particolare che ritengo degno di nota. Il costruttore ha utilizzato infatti un induttore avvolto in aria, ma ha aggiunto un cilindro di ferrite dal diametro molto inferiore, incollato sulle spire dell’induttanza, un artificio fatto per ottenere, credo, il preciso valore scelto anche se, magari, fuori standard.

 


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ASCOLTO

Preparazione

Per questo diffusore ho ottimizzato al meglio le prestazioni nel mio ambiente posizionandolo ad oltre mezzo metro dalla parete laterale e “giocandomi” la distanza dalla parete posteriore per massimizzare l’estensione senza che il basso divenisse eccessivamente lungo. Dopo qualche prova, poche in verità, ho trovato un buon compromesso tra i 90 ed i 100 cm dalla parete posteriore, con pochissima rotazione verso il punto di ascolto. Ho organizzato anche una postazione ad un metro di distanza dai diffusori per simulare un ascolto come se si trattasse di un monitor da studio, visto che parecchi fonici mi hanno parlato un gran bene della resa in studio di questi diffusori.

Rodaggio

Rodaggio degli altoparlanti eseguito con il solito CD di “movimentazione” delle membrane e delle cupole. Dopo un paio d’ore il basso diventa più ragionevole e dettagliato mentre il tweeter sembra aggiungere qualcosa alla sua estensione. Fornire dei burst di rumore bianco alla cupola di Mylar non è proprio elegante ma le due romane non fanno una virgola, nonostante il livello mediamente sostenuto dei burst.

Timbrica: (bassi profondi – bassi – medio bassi - smorzamento)

Linearità dinamica: Ho sempre affermato che la tromba per le note alte cambia timbrica al variare del livello, diventando spesso aggressiva. Bene, non in questo caso. O meglio non proprio. La timbrica anche al variare del livello sonora rimane simile a se stessa, con la stessa pulizia e la stessa non eccessiva dolcezza. L’unica particolarità che annoto è un certo spostamento in avanti dello stage quando sono coinvolte le frequenze di interesse del tweeter. Il woofer infatti è una roccia, sempre simile a se stesso.

Scena ricreata: L’effetto della scena profonda non mi dispiace affatto anche se non è da record, Però gli esecutori delle mie registrazioni test non appaiono totalmente schiacciati sul fondo della mia sala evidenziando viceversa, anche se non in maniera spettacolare, un buon rispetto dei piani sonori, diversificando in questo modo, ad esempio, le varie file di violini nell’orchestra. Il disegno della scena orizzontale è molto buono, e lascia intuire l’ambiente della sala di registrazione.

Articolazione: come previsto l’articolazione è di buon livello, e diventa veramente notevole aumentando il livello. Fonometro B&K alla mano mi sono ritrovato in condizioni molto buone a circa 90-92 dB nel punto di ascolto quando la resa dei particolari e dell’ambienza raggiunge valori ottimali di buon livello.

Tipi di musica: posso dire di aver ascoltato in prima battuta la musica per grande orchestra, passando poi ai cori misti e successivamente alle musiche per pianoforte. Ho ricavato una buona impressione, con un basso non lungo anche se non smorzatissimo. Buona la gamma mediobassa e media, con una resa sulle voci di buon impatto. Con la musica rock il diffusore pur non cambiando pelle riesce a suonare sempre ben equilibrato, ma massiccio ed aggressivo.


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CONCLUSIONI

  • Manuale: Un po’ scarso di notizie interessanti
  • Rapporto Valore/Prezzo: discreto
  • Valore altoparlanti: di buon livello costruttivo
  • Valore componentistica: buona la componentistica usata, tranne la vaschetta portacontatti, abbastanza economica.
  • Ambiente consigliato: Questo diffusore ha una tenuta eccellente pur senza strafare. Credo che anche in un salotto da almeno 80 metri quadri non sfigurerebbe.
  • Mi è piaciuto: Resa della gamma altissima di una tromba non-tromba
  • Non mi è piaciuto: Niente di particolare da segnalare
  • Voto totale: 7

VOTI ZINGALI ZERO SEI M

Pagella

  • Costruzione: 8
  • Altoparlanti: 7
  • Versatilità: 8
  • Ascolto: 7,5
  • Rapporto Q/P: 7

Benchmark

  • Facilità di pilotaggio: 8,4
  • Sensibilità e regolarità: 5.7
  • Linearità dinamica: 5.47

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