Vivid Audio Giya 3 + CH Precision

Marco Cicogna 28 Aprile 2021 Audio

L'ascolto delle belle Giya G3, pilotate dal 'duo' CH Precision, è un'esperienza da fare assolutamente. Sono in dimostrazione presso HiFi Roma Store, all'interno di un sistema di riferimento assoluto, con sorgenti Merging Technologies, amplificazione CH Precision e set-up a cura di Igor Fiorini.

L'ascolto delle Giya G3 S2

 
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Il percorso discografico ancora una volta è stato indirizzato a spaziare sia per repertorio che per panorama delle diverse case discografiche, ciascuna con la propria “impronta sonora”. Dai piccoli gruppi strumentali per cogliere l'aspetto timbrico alle espressioni orchestrali più complesse ove si gioca dinamica e leggibilità della frase, senza mancare quei brani tra il jazz e pop che per quanto più “commerciali” rappresentano per molti appassionati un insostituibile riferimento musicale. L'utilizzo di file audio rende più agevole la panoramica dei brani, potendo cogliere sia nel PCM ad alta risoluzione che (e soprattutto) nel DSD nativo lo stato dell'arte della registrazione.

La prima parte degli ascolti come sempre vuole indicare i tratti timbrici del sistema, ovvero il colore e la struttura nella resa strumentale. Bastano qui pochi assaggi a dimostrare neutralità e rigore nel senso migliore del termine. Se qualcuno nell'osservare i driver con membrana in alluminio poteva temere un comportamento asettico e puntiglioso, sgombri il campo ad ogni affanno. Le Giya sono particolareggiate ma non affaticanti, ottimo il passaggio tra le gamme affidate agli altoparlanti, un fluire ininterrotto privo di asperità. In tal senso il violino della Podger in casa Channel Classics (Vivaldi), il clavicembalo nella recente pubblicazione dei concerti di Bach (Pentatone), il suggestivo duo voce e chitarra di Sciubba e Forcione nell'intramontabile “Caruso” (Linn) risultano in corretto equilibrio.


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Luminosi ma definiti e dotati di una raffinata leggibilità nella porzione media dello spettro acustico. Solide la note fondamentali, ricca la rifinitura armonica a caratterizzare il timbro di ciascuno strumento nella sua individualità. La coppia di woofer di appena 135 mm (a lunga escursione, due per diffusore sui lati e con accordo reflex)  gestisce una gamma bassa che giunge in ambiente con i 30 Hz ben presenti. Più importante dell'estensione è l'incrocio tra medio-basso e basso ove cadono le fondamentali di strumenti grandi, trombone, fagotto, violoncello e contrabbasso, le voci che danno corpo alla piccola e grande orchestra, per un senso di compiuta solidità. Spingendoci oltre si apprezza la pedaliera e la modulazione verso la prima ottava nelle registrazioni di organo che ormai sono un riferimento (Reference Recordings, MDG, 2L). Sulla percussione profonda scateniamo l'attacco della 'Fanfare' di Copland, la prima traccia del nostro album della Chandos, ad indicare non solo  l'impatto suggestivo dell'accordo timpani-grancassa sino a volume davvero sostenuti (varie centinaia di Watt di picco come indicato dal display del finale svizzero) ma anche un controllo naturale del decadimento.


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Notevole senso di ariosità e percezione dei naturali (o virtuali) segnali di ambienza presente nelle registrazioni più performanti, con attacchi pronti dei segnali transitori che rivelano un pianoforte sempre attendibile sia nelle parti più intense e percussive che nei passaggi più delicati di quelle pagine (Debussy) in cui si giunge ai limiti della risoluzione dell'album. Le incisioni meno buone non hanno vita facile. Chi si trova per le mani album dal suono esile o addirittura aspro sia avvertito. Nulla viene perdonato ai mediocri e le nostre non vogliono regalare sete o velluti a chicchessia, tanto per restare su quel linguaggio “tessile” che il giornalismo audio ha reso un parametro più o meno comprensibile a tutti. “Emolliente” e “lenitivo” sono termini che vanno bene per una crema per il corpo, non per un riproduttore musicale.   

Lontano da effetti speciali Vivid Audio assicura che anche lo spessore sonoro dei brani più esteriori e suggestivi non viene meno. Vi siggerisco ad esempio il sommesso rullare al principio della Overture dei Vespri Siciliani (Muti, Chicago Symphony, Chandos), un passaggio che usiamo per tarare i subwoofer e che trovate a pochi centesimi sulle diverse piattaforme di musica liquida.  Quando tutta l’orchestra entra in fortissimo il fronte sonoro si mantiene in buon ordine, ogni parte strumentale è pronta a farsi identificare, il gioco delle percussioni si innesta su ottoni al calor bianco.

 
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Chi ama il classico “Decca Sound” troverà irresistibile i concerti di Bach (versione per pianoforte di Bahrami) in cui Riccardo Chailly realizza una lettura tersa ed intelligente, che pur non utilizzando strumenti “originali” risulta per molti versi più moderna di tante di scuola filologica. Si apprezza da un lato il pianismo intenso, asciutto ed essenziale di Bahrami, dall'altro il fraseggio brillante degli archi dell'orchestra del Gewandhaus, dal  timbro morbido e luminoso al tempo stesso, dotati di uno spiccato senso del ritmo nel seguire i tempi decisamente agili imposti da Chailly.

Non vi voglio però incantare con le prodezze dei formati audio “high-resolution”. Godiamoci il terzo tempo dal concerto per piano di Mozart KV 503 in un semplice Flac di livello “CD”. Apprezzabile consistenza la struttura sonora dell’orchestra da camera di Losanna, con archi naturali ed espressivi, il bel risalto ai fiati dal fondale, timpani punteggiati con disinvoltura. Il suono è garbato e piacevole, il “colore mozartiano” reso con attendibilità anche dopo l’entrata del solista, un fluire luminoso di note e riproposto con un generoso senso di struttura a questi livelli davvero sorprendente. Ampia e tridimensionale la scena sonora virtuale che viene proposta, per un senso di trasparente coerenza ma anche con una forza espressiva che si appoggia su toni fondamentali solidi e quando occorre, corposi.

 
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Troppo facile pensare che la ricca scatola sonora sia merito del valido software; direi piuttosto che  proprio queste incisioni fresche e dinamiche hanno bisogno sempre di più di una catena di riproduzione concreta. Un sistema attendibile dovrebbe rendere felice l'audiofilo raffinato che ascolta a volume sommesso le tenui (?) sonorità di qualche esotico strumento senza peraltro averlo mai ascoltato dal vivo? O forse deve poter soddisfare anche coloro che della musica vogliono una rappresentazione vibrante e coinvolgente? Le nostre esibiscono una timbrica priva di colorazioni ed il “carattere” della riproduzione è allora quello proprio del software, con i suoi eventuali pregi. Il naturale equilibrio tra le gamme, l’emissione sonora qui non influenzata (se non in positivo) dalle caratteristiche acustiche dell’ambiente, la correttezza nel raffigurare le dimensioni relative dei diversi eventi sonori, il senso di luminosità nella gamma media sono ai migliori livelli oggi percepibili. La trasparenza in gamma media raramente è affrontata e risolta in questi termini. E parlo in senso assoluto.


Live streaming con Igor Fiorini e Marco Cicogna del 10 Aprile 2021

Mi rendo conto che stiamo descrivendo il suono di una catena audio che costa come un piccolo appartamento (di periferia), ma è pur vero che chi potrà investire molto per godere della grande musica troverà qui una delle poche possibili soluzioni effettivamente attendibili. Che il limite al piacere sia il portafoglio è giusto, ma sarebbe un peccato, ove possibile, non cogliere il pieno godimento che solo il vero audio “High-End” è in grado di offrire. Buon ascolto.

Per maggiori informazioni: audiogamma.it  -  vividaudio.com  -  hifi-roma-store

 

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