Immersive Audio Day da Hi-Fi Roma Store

Marco Cicogna 03 Novembre 2020 Audio

Un sogno che si avvera: il confronto tra due sistemi multicanale audiophile con diffusori B&W e PSI, nella sala d'ascolto senza compromessi di HiFi Roma Store, è stata l'occasione per una diretta web molto divertente, con una selezione musicale che vi presentiamo nel dettaglio


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Finalmente! Erano anni che Emidio Frattaroli ed io non ascoltavamo un impianto audio multicanale dedicato alla Musica. Non che siano mancate le occasioni, ma quasi sempre si è trattato dell'audio a supporto del video, quasi esclusivamente in contesti 'Home-Cinema'. Rarissimo poter disporre di una catena pensata principalmente per l'audio di qualità. Fonte privilegiata è stata la mia personale selezione di brani DSD in multicanale; godibili anche (ed evidentemente) nel semplice stereo; questi album, concepiti sin dall'origine per un corretto 'immersive audio', offrono tutti i vantaggi che negli anni abbiamo imparato ad apprezzare ascoltando buona musica in multicanale: il 'respiro' dell'ambiente naturale della registrazione, la solidità della scena, che si avvale del contributo fondamentale del canale centrale, la concretezza dei toni fondamentali degli strumenti, che acquistano in tale cornice un realismo inedito.


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In più, anche se non saprei dirvi la ragione tecnica, c'è la sensazione di poter apprezzare un sound generoso a livelli pressochè realistici senza fatica d'ascolto. La possibilità di gestire separatamente e in maniera semplice il livello dei diversi canali e la presenza 'nativa' del 'bass-management' nei pre-decoder multicanale, consentono una flessibilità che è preclusa ad una catena stereo tradizionale nell'effettivo inserimento ed ottimizzazione in ambiente d'ascolto. Sempre sul fronte della sorgente, abbiamo avuto a disposizione il sistema Merging Horus che è di fatto analogo alle apparecchiature utilizzate nella stessa registrazione dalle case discografiche. In tal senso (stereo o multicanale che sia) l'ascolto dei file DSD avvicina molto alla magia sonora del vero analogico, l'ascolto del master a nastro con un riproduttore a bobine allo stato dell'arte. 

In questo caso abbiamo potuto focalizzare l'attenzione sull'ascolto di musica, grazie a due diversi impianti realizzati nel 'salotto musicale' di Igor Fiorini. Il primo è un impianto di vocazione domestica basato sulla amplificazione Anthem e diffusori B&W 702 Signature (i tre frontali) e B&W 705 Signature (i posteriori), con il contributo del gagliardo subwoofer REL 212SE. Nei mesi passati ho avuto in prova sia il modello 702 che il 705 e non starò qui a raccontarvi di come suonano. Interessante la prestazione anche (ma c'era da aspettarselo) in ambito della nostra catena 5.1. Approfitto solo per segnalarvi il nostro test sulle 702 Signature con il mio ascolto a questo indirizzo.


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L'altro sistema ha invece una vocazione professionale attraverso i diffusori attivi della PSI. Per me una scoperta che mi ha lasciato senza fiato per la straordinaria correttezza timbrica ed il generoso respiro dinamico. Istituzionalmente e professionalmente legato alla musica più che all'alta fedeltà, il patron di Hi-Fi Roma Store è anche titolare dello studio di registrazione VDM, che cura registrazioni anche (ma non esclusivamente) per l'Accademia di Santa Cecilia. Diplomato in flauto e in composizione, Igor Fiorini sa di cosa parla quando affronta temi musicali, riuscendo (tra i pochissimi nel nostro settore) ad inquadrare in modo consapevole l'intero percorso della riproduzione musicale, dalla esecuzione del brano al suo ascolto in disco attraverso l'impianto. Forse proprio per questo mi sono trovato bene con lui, potendo in questa circostanza presentare le sensazioni di pieno coinvolgimento sonoro delle più recenti pubblicazioni del catalogo disponibile sulla piattaforma di Native DSD. 


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A chi pensa che il “multicanale” sia un ascolto antitetico a quello della più tradizionale audio High-End vorrei ricordare che una catena 5.0 (o 5.1) suona benissimo (se ben realizzata) anche con una normale incisione stereo. Ascolteremo il nostro disco (CD, vinile, file audio) in due canali, con la qualità propria dell'impianto a disposizione. Ma quando ci sarà da ascoltare un Blu-ray Disc musicale, un SACD o meglio ancora un file DSD nativo multicanale, allora l'impianto spicca il volo. Non saremo più di fronte ad una finestra aperta sull'evento sonoro, ma saremo presenti 'nella stessa sala' ove la musica viene suonata. Questo il concetto fondamentale. Che poi ci voglia un maggior impegno nel realizzare un corretto allestimento rispetto ad un “semplice” due canali, lo sappiamo molto bene. Ma per molti rappresenterà una strada affascinante dalla quale non tornare più indietro. Se da un lato ci vogliono l'impianto e l'ambiente giusti, dall'altro ci vuole anche il software adatto. In tal senso, la piattaforma regina della musica di qualità in multicanale è senza dubbio Native DSD, che con oltre 1.200 album e 70 etichette offre un panorama davvero globale.


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Molti lettori hanno osservato che la mia musica in alta risoluzione da me presentata è focalizzata sul repertorio classico. Un po’ per mia limitazione di repertorio, che spazia su quattro secoli, ma si ferma a 70 anni fa. C'è anche un motivo oggettivo: la maggior parte delle incisioni multicanale di qualità sono di genere classico, così come appartengono al repertorio colto anche i SACD che sono stati (e continuano ad essere) pubblicati. Importante segnalare allora le pubblicazioni jazz della 2L, quelle della Liason Records, della Yarlung Records e soprattutto la serie curata da Renè La Flamme per la sua label 2xHD. Alcune solo in stereo, altre in entrambi i formati. In evidenza l'arrivo della etichetta audiophile DMP nella scuderia di Native DSD. L’ascolto del disco 'Vivino Brothers' offre un blues di notevole impatto e realismo non consueto per questo genere musicale, E' stato uno degli album che più mi hanno convinto nell'evento multicanale nel negozio Hi-Fi Roma Store, capace di ricreare nella sala l'impatto realistico del piccolo gruppo strumentale. Qui troviamo Jimmy Vivino e il fratello Jerry Vivino assieme a Michael Merritt (basso), James “The Worm” Wormworth (batteria), Fred Walcott (percussioni) e Brian Charette (organo e pianoforte). Un blues che ha toni jazz e soul a suo tempo (2000) registrato da Tom Jung in persona, il fondatore della label DMP.


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Le più recenti registrazioni disponibili sulla piattaforma di Native DSD hanno dunque alzato l'asticella della musicalità delle migliori registrazioni. A chi preferisce un jazz dai toni caldi suggerisco il Warren Bernhardt Trio con il suo album 'So Real', inciso agli inizi della storia del SACD in stereo e multicanale con il Sony Sonoma 8 Channel DSD Workstation dallo stesso Tom Jung. Warren Bernhardt è accompagnato da Jay Anderson al contrabbasso e da Peter Erskine alla batteria. 


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Ai lettori di lingua inglese vorrei segnalare una delle più belle incisioni della storica Orchestre de la Suisse Romande. Con sede a Ginevra era stata protagonista del Decca Sound degli anni Sessanta, ma nelle recenti incisioni Pentatone suona decisamente meglio, anche senza multicanale.

'Russian Dances' by Pentatone - An orchestral showpiece in DSD

'Russian Dances' offers a pleasant selection of pleasant orchestral pieces. 'Easy' but not routine. Audiophiles will thrive in the familiar suite from Tchaikovsky 'Swan Lake' but will also be thrilled with Shostakovich's 'The Age of Gold' and Stravinsky's exhilarating 'Circus Polka'. All show orchestral refinement, expression and dynamic. This SACD (also available for download in native DSD) is part of Pentatone mini cycle of 'dance related' symphonic music well played and even better recorded with Kazuki Yamada and the Orchestre de la Suisse Romande. The dutch label today has much to offer in technical terms and their hundreds of discs demonstrate they know how to record symphonic repertoire. Together with the work of 2L, Channel Classics and Challenge Records this is DSD at its best, with a sense of unparalleled realism and lack of listening fatigue in both 2 and 5 channel as clearly shown in the brief 'Polka' from Shostakovich witty suite. In just three minutes you get a true orchestral showpiece as indicated by the vibrant xilophone and the deep double-bassoon sculpted within the deep orchestral texture. To upgrade your audiophile music collection you may purchase just this track online and get a concise glimpse of the sonic potential of these recordings. Give good Music a chance with the best set-up you can afford.


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Il grande Organo, trionfo dell’Immersive Audio.

Tra le uscite della 2L c’è un disco di musica per organo registrato in uno spazio acustico interessante. Il tutto vale, s'intende, anche nel semplice cinque canali o nel tradizionale ascolto stereo. Questa incisione dell'etichetta norvegese è stata la portabandiera in una serie di ascolti che ancora una volta hanno messo in evidenza come un sistema multicanale abbia una marcia in più nel configurare un'immagine realistica e coinvolgente, soprattutto con organo e grande orchestra sinfonica.  2L è tecnicamente all’avanguardia e alcuni dei titoli disponibili in Blu-ray Audio offrono ora anche il formato Dolby Atmos. Sul sito della stessa 2L trovate ogni dettaglio tecnico. Siamo nella chiesa norvegese di Ålesund, non molto alta, con soffitto in legno a profilo accentuato come da tradizioni per le costruzioni nordiche. Lo strumento 'Jorgensen' del 1945 è stato più volte rimaneggiato sino al completo restauro nel 2009 che ha portato all'aggiunta di un possente registro 'subbasso' da 32''. Nell'insieme, comprende 94 registri e quasi 8.000 canne, decisamente dotato soprattutto in relazione allo spazio acustico che lo contiene. Il suono è trasparente e dettagliato, con un respiro ampio e naturale ma una riverberazione controllata, in grado di restituire la complessità della struttura musicale dei brani senza creare 'eccesso di riverbero. 


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Tchaikovsky con Pletnev in DSD.

In termini di bellezza sonora l'integrale delle sinfonie di Tchaikovsky realizzate da Pletnev per la Pentatone ha pochi rivali. Lo avevano notato già al momento in cui queste registrazioni con la Russian National Symphony Orchestra di Mosca erano state pubblicate in SACD (multicanale). Da qualche tempo sono disponibili in formato liquido, decisamente performanti con la possibilità di utilizzare convertitori di altissima qualità. Nella serie anche il “Manfred”, vera e propria sinfonia che nel tumultuoso finale del primo tempo regala un fortissimo orchestrale da brivido. Lo avevamo dimostrato già nella versione CD durante l'High-End di Monaco, ma in alta risoluzione l'immagine della grande orchestra difficilmente potrebbe essere più realistica. La solidità delle frasi degli ottoni nella prima ottava, il rullante imperioso dei timpani e la dinamica realistica tanto nelle parti più intense quanto negli episodi più delicate ne fa una incisione di riferimento. La stretta conclusiva del primo tempo, voglio ripetermi, vi lascerà senza fiato.


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Channel Classics - arrivano i “Brandeburghesi”

La Channel Classics vanta un catalogo artistico di tutto rispetto, ma qui voglio approfondire anche l'aspetto tecnico. In tale ambito l'etichetta è sempre stata sulla cresta dell’onda ed oggi è protagonista del sito di Native DSD che come sapete ha in catalogo più di mille album in questo formato. Notevoli le sue pubblicazioni in SACD e non a caso Jared Sacks, patron dell'azienda, crede nel coinvolgimento offerto dalla corretta riproduzione in multicanale. Il ciclo di Mahler diretto da Fischer con la Budapest Festival Orchestra è un esempio significativo. Channel Classics impiega cavi microfonici e di potenza realizzati su specifiche da Van Den Hul e microfoni specializzati per i vari strumenti e sezioni di marchi come Schoeps, Bruel & Kjaer, DPA e AKG. I convertitori utilizzati sono della Grimm Audio, Meitner ed Emm Labs.

Il gruppo inglese Florilegium ha registrato una delle letture filologiche dei Brandeburghesi più godibili degli ultimi anni. Affascina ancora oggi la ricchezza timbrica e ritmica di questi concerti, la ricca tavolozza strumentale, la varietà del mezzo espressivo. L'ensemble Florilegium da prova di grande forza espressiva in un repertorio tra i più frequentati. Ottima la scansione ritmica, con tempi incisivi ma non frettolosi, notevoli le prime parti, puntuali ed incisivi i corni nel difficile ruolo del primo concerto e curata l'intonazione della tromba nel secondo.


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Mahler 3 “Universo in musica”

Con Mahler c'è la raffigurazione “pittorica” del mondo attraverso il più complesso ed elaborato degli strumenti: la grande orchestra. La più lunga delle sinfonie dell'autore boemo utilizza una vasta orchestrazione, un contralto solista, coro femminile e coro di fanciulli che intervengono in parti suggestive e delicate di questa partitura. Il nostro è un approccio 'audiofililo' alla discografia, un tentativo di aprire i vasti orizzonti musicali giocato sulla piacevolezza dell'ascolto. E' un mondo di forti contrasti dinamici, ma anche di mezze tinte, di episodi lirici e distesi che tendono quasi al silenzio. In alcuni momenti troviamo delicate affidate a pochi strumenti che risaltano nello smalto della massima risoluzione di cui il nostro impianto è capace. Il respiro della sala e le sfumature espressive di ciascun solista diventano protagoniste. Significativo è l’avvio con la nobile fanfara sui corni ed il primo fortissimo sorretto dalle percussioni. Si introduce un lungo episodio in cui sono le più cupe e profonde sonorità dell’orchestra a condurre il filo narrativo. In gamma profonda, in pianissimo, ecco la percussione della grancassa, quasi un assolo, una sorta di rullante il cui dettaglio è curato allo spasimo. Avvolgente e dilatata nei contorni l’acustica della Béla Bartók National Concert Hall, Budapest, per un palcoscenico meno dettagliato rispetto alle mode “audiofile” più estreme. Convince per omogeneità e spessore soprattutto nell’ascolto in 5.0, un multicanale da dimostrazione la cui efficacia tuttavia non compromette il piacere dell'ascolto nel più tradizionale due canali. La versione “liquida” nei vari formati su Native DSD (DSD 64, 128 e 256 e anche in DXD!).


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Sinfonia delle Alpi – le incisioni americane di Pentatone

Richard Strauss (si, proprio quello dello “Zarathustra”) utilizza in questa grande pagina descrittiva una strumentazione ricchissima che comprende sessantaquattro archi, legni raddoppiati, ampia sezione ottoni, percussioni, organo. Se i dodici corni “fuori scena” vi sembrano eccessivi, che dire allora della inedita “macchina del vento”, responsabile del minaccioso sibilare in quel mondo di effetti speciali che si ascoltano nell’episodio del “Temporale”, in cui accade davvero di tutto. Non mancano episodi delicati ed espressivi in cui pochissimi strumenti intrecciano un dialogo cameristico e gli impianti migliori si giocano la carta della risoluzione ai bassi livelli di segnale. Strauss costruisce una sorte di 'documentario' sinfonico che sembra voler condurre l’ascoltatore non tanto attraverso le 'immagini' di questo arduo percorso, quanto piuttosto attraverso le emozioni dell’uomo nel confrontarsi con le forze della natura. Quando arriva il temporale si rientra in una discesa punteggiata dal rombo incessante del tuono, episodio di assoluta spregiudicatezza di fronte al quale lo spettatore resta sgomento, avvolto da energia sonora. La quiete giunge infine, il sole si avvicina al tramonto, la musica si fa rarefatta, sognante, con toni dissolventi di sapore impressionista.


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The Spirit of Turtle, jazz e classica nel sampler di casa dCS

Non amo molto le compilazioni musicali, ma quando la 'firma' è quella di un marchio del calibro di dCS, allora dobbiamo prestare la massima attenzione. Qui abbiamo un box con due dischetti, un sampler 'aziendale' disponibile da qualche tempo in formato DSD anche sul sito di Native DSD, già oggetto del 'Disco del mese' di un paio di anni fa. Ottimo come esempio della discografia della label olandese Turtle Records. C'è una raccolta di pezzi jazz e classici, brani per singoli strumenti, piccoli gruppi, grande orchestra e orchestra con coro. In formato fisico (per chi fosse interessato) ci sono un SACD ibrido 2 e 5 canali e un Blu-ray Audio in 2 e 5 canali, sulla scia di quanto ha fatto ad esempio la 2L, la casa norvegese che oggi offre persino contenuti musicali in Dolby Atmos. Il suono di tutti questi brani è eccellente e se avete un lettore SACD di alto profilo la raccomandazione è d'obbligo. Dal jazz pianistico che non mancherà di affascinare molti audiofili si giunge ad un pezzo difficile ma di grande suggestione come il Dies Irae dal 'War Requiem' di Britten. Qui si intrecciano diverse sezioni di ottoni, una grande orchestra, una massa corale. Percussioni dinamiche, improvvise esplosioni sonore, naturalezza nella resa dei timbri e degli accenti. Già in due canali s'intende. In 5.0 è come trovarsi nella sala dell'evento musicale, una partecipazione da veri protagonisti. Per approfondimenti vi segnalo anche il sito www.spiritofturtle.com, che esibisce un catalogo ampio, acquistabile non soltanto nel formato 'fisico', ma anche in quello 'liquido'. Tra i formati disponibili il PCM sino a 24/352.8 e il DSD anche sino al DSD 256.


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Amsterdam sound con le sinfonie di Mahler dirette da Gatti

Breve ma intensa la stagione di Daniele Gatti con l’orchestra del Concertgebouw, documentata per l'etichetta 'RCO Live'. La collaborazione discografica era partita alla grande con le prime tappe di una integrale delle sinfonie di Mahler. Come più volte abbiamo detto proprio il linguaggio orchestrale dell'autore boemo sembra un documentario sulle possibilità espressive dell'orchestra. Dopo la Seconda c’era stata una splendida lettura della Quarta sinfonia, una pagina dalle tinte classiche, apollinea nella raffinatezza della scrittura. Appare perfetta per il sound morbido ed avvolgente della formazione olandese, con archi espressivi e prime parti inappuntabili. Daniele Gatti presenta un’esecuzione di alto profilo resa nella migliore cornice tecnologica attualmente possibile. Il semplice avvio della Quarta ci regala alcuni minuti dell’autentico respiro di questa storica sala, un “immersive audio” di riferimento. L'interesse qui non è solo per Mahler o per la tecnologia allo stato dell'arte associata a questa registrazione; potete apprezzarla nello stato dell'arte del DSD sino a 256, ovviamente in due e cinque canali. Sul senso di ascoltare una pagina sinfonica di queste dimensioni in multicanale ho raccontato tante di quelle volte che ormai non mi resterebbe che invitare gli audiofili in una sala da concerto e dimostrare (dal vivo, non con l'impianto) il fatto che il suono sia effettivamente 'Tutto Intorno a Te'. 

 

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Commenti (2)

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  • runner

    03 Novembre 2020, 17:47

    deve essere stata una esperienza esaltante. vorrei capire però la composizione della catena usata. all'inizio dell'articolo si parla di livelli, ritardi e bass management utili al corretto setup, ma poi non ho capito se e dove siano stati applicati e da quale parte della catena. non mi sembra si accenni ad un pre.
  • AlbertoPN

    03 Novembre 2020, 19:34

    Domanda interessante Runner .... non avrei saputo chiedere di meglio

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