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Risultati da 16 a 29 di 29
  1. #16
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    Feb 2004
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    Rimembriti di Pier da Medicina, se mai torni a....
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    Probabilmente il consiglio riguardante la stessa lunghezza dei cavi non è dato per evitare il rischio di uno sfasamento temporale tra il suono emesso dai due diffusori, non credo che anche il più esoterico degli appassionati arrivi a tanto (ma non si sa mai ), ma perchè con lunghezze diverse variano i parametri elettrici del cavo: resistenza, capacità, induttanza.

    Partendo dal presupposto che tali parametri influenzano a livello udibile il suono è indubbio che parametri diversi produrranno influenze diverse e, di conseguenza, un suono diverso dei due diffusori.

    Come ho detto, partendo dal presupposto che tali variazioni siano udibili, ma questa è un'altra storia.

    Facciamo però un esempio, non tanto teorico: in un impianto un cavo basta sia di 5 m., mentre l'altro deve essere di 10.

    Secondo le raccomandazioni d cui sopra dovrebbero essere tutti e due di 10 m.

    Mia domada: i 5 m. in più dove li mettiamo, magari avvolti in un angolo ?

    Così forse creiamo una bobina e si aumenta l'induttanza, forse di poco, ma sui cavi stiamo disquisendo di valori comunque piccoli e questa aggiunta sicuramente fa qualcosa.

    Per cui qual'è il minore dei due mali ?

    Ciao
    "Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).

  2. #17
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    Jan 2002
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    Citazione Originariamente scritto da nordata
    Per cui qual'è il minore dei due mali ?
    Ciao
    Ai posteri l'ardua sentenza
    Una domanda sorge da questa tua considerazione: quanto deve essere qualitativamente valida l'intera catena audio per sentire le differenze?
    Martino

  3. #18
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    Feb 2004
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    Rimembriti di Pier da Medicina, se mai torni a....
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    Direi di classe elevata.

    Però io nella "catena" ci metto anche il locale di ascolto e le proprie orecchie.

    Sulle seconde più che intervenire periodicamente con un cotton fiok non si può fare altro , sul primo, invece, si può fare moltissimo.

    Anche perchè con i cavi stiamo parlando, eventualmente, di variazioni minime, di sfumature, e affermare di sentirle chiaramente, anzi, parlare del fatto che possono cambiare quasi totalmente il timbro di un impianto, senza curarsi che nell'ambiente stesso si verificano fenomeni di alcuni ordini di grandezza più grandi, mi sembra, fose, un pelino azzardato.

    Anche solo cercare la collocazione migliore per diffusori e punto di ascolto, quando questo sia possibile senza particolari problemi di ambientazione e nel caso questo non sia possibile, come per molti impianti HT legati alla posizione del display, intervenire con un minimo di correzione acustica.

    Date tutte queste premesse, se uno poi lo ritiene, può anche pensare ai cavi, senza però spendere cifre assurde o ricercare soluzioni astruse.

    Ciao

    p.s.: anche per le orecchie si può intervenire: cercare di ascoltare anche musica dal vivo, per crearsi un termine di confronto reale.
    "Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).

  4. #19
    iaiopasq Guest
    finito?

    Riguardo ai tnt ffrc, vuoi dirci la tua Nordata?
    Come vengono misurate/calcolate le capacità dichiarate dei cavi?
    Come mai tu hai fatto i cavi STAR e non gli FFRC?

  5. #20
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    Feb 2004
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    Rimembriti di Pier da Medicina, se mai torni a....
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    Il come vengano misurate le capacità, o altri parametri, sarebbe domanda da rivolgere ai costruttori degli stessi.

    Presumo che, di base, la cosa venga fatta collegando a un capacimetro uno spezzone di lunghezza definita, ho qualche dubbio sul fatto che il cavo debba essere terminato o meno e, in caso affermativo, con quale valore.

    Penso anche per avere una lettura significativa e affetta da un errore minore sia meglio effettuare la misura su un tratto molto lungo per poi dividere il valore ottenuto; per cui fare la misura su due o tre metri non credo darebbe risultati validi, specialmente con capacimetri non sofisticati, che hanno già di per sè una tolleranza non piccola e che sulle basse capacità aumentano l'imprecisione.

    Quanto all'aver realizzato i miei cavi con quella tipologia, come ho scritto predentemente, è presto detto: avevo letto molti anni fa un articolo su una rivista straniera in cui si trattava dei valori di capacità e induttanza dei cavi e suggeriva alcune soluzioni per ridurle; quello detto attualmente STAR era semplice da realizzare.

    Considerato che si ottiene un valore della sezione elevata impiegando cavi poco costosi e facilmente reperibili ho provato a realizzarli, tutto qui, non è perchè gli attribusca doti miracolose, se riducono alcuni effetti e mgliorano il suono, tanto meglio.

    In altre parole, se si rimane nel campo del normale è tutto OK, quando si comincia a parlare di strane tipologie con cavi ancora più strani, avvolti in modo da fare invidia al cubo di Rubik, allora mi viene qualche dubbio.

    Questa però è solo la mia idea, se la cosa non costa molto e si ha il tempo e la voglia di provare, ognuno è libero di sperimentare, purchè già a priori non vi sia qualche elemento che può suscitare dubbi, ad esempio il citato possibile aumento della capacità totale.

    Per concludere, giuro che ho veramente letto tempo fa una disquisizione sul fatto che il colore, sì avete letto bene, possa influire sulla qualità del suono.

    La cosa era giustificata tirando in ballo alcune reazioni chimiche tra i pigmenti ed il dielettrico, che alteravano alcune caratteristiche elettriche dello stesso; la cosa in teoria potrebbe avere anche qualche base scientifica, però..... (e se poi il colore migliore non è quello gradito da vostra moglie, riuscite a spiegarle che quel cavo "rosa confetto" che attraversa il salone deve proprio essere così ?) .

    Dimenticavo: e che il cavo stesso deve anche stare sospeso dal pavimento.

    Ciao
    Ultima modifica di Nordata; 04-12-2006 alle 12:46
    "Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).

  6. #21
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    Isernia
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    La mia impressione che l'aderenza a modelli fisici relativamente semplici come un Circuito RLC a molti per forza non deve stare bene.

    Molto spesso ci dimentichiamio che i circuiti di amplificazione sono caratterizzati da una (impedenza specifica) a cui è possibile accopiare solamente specificate tipolgie di diffusori caratterizzati da una impedenza altrettanto specifica, pena l'insorgere di una serie di fenomeni indesiderati.
    Tipicamente un finale con impedenza ad 8 Ohm necessita di diffusori con quella impedenza, ma questo senza tener conto che tra finale e diffusore vi è un cavo che come primo effetto "smorza" l'accoppiamento proprio perchè influenza le grandezze del circuito RLC.

    Si tratta di capire quali di queste grandezza hanno effetti più o meno marcati sulla qualità del suono!

    Io la mia idea me la sono fatta!

    Ciao

    Rino

  7. #22
    iaiopasq Guest
    Citazione Originariamente scritto da rinorho
    Io la mia idea me la sono fatta!
    ..che colore è?

  8. #23
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    Il mio dubbio è sempre quello: l'ampli o le casse potrebbero danneggiarsi?
    Se vi metto i dati dell'ampli potreste aiutarmi?

  9. #24
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    Feb 2004
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    Poichè quella tipologia di cavi è stata realizzat da moltissime persone, quindi su moltissimi ampli diversi, e non mi risulta che vi siano stati "effetti indesiderati", presumo che non vi siano particolari rischi.

    E' un ragionamento empirico, ma credo abbia un certo fondamento.

    Quando mi dilettavo a fare delle misure su qualche ampli che avevo realizzato o che mi capitava tra le mani utilizzavo un carico fittizio in cui era possibile inserire un condensatore in parallelo al carico, in modo da osservarne il comportamento all'oscilloscopio; il valore di capacità era abbastanza elevato, ma non mi sono mai capitate situazioni di rischio.

    Ciao
    "Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).

  10. #25
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    May 2005
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    Saronno (VA)
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    Benissimo, grazie per i chiarimenti.
    Ho deciso che per i frontali e il centrale farò il cavo FFRC però senza banane o forcelle, magari i fili intrecciati finali li termino con una saldaturina in argento.
    Per i surround penso di prendere un cavetto 2x2,5mmq nelle guaine senza ossigeno.
    Per il sub vorrei usare i tre spezzoni di cavo component con le due giunzioni.

  11. #26
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    Alla fine ognuno ha espresso il proprio parere, come è giusto che sia, ma in conclusione ci ritroviamo al punto di partenza.
    Ha ragione Nordata quando parla di "empirismo": provare e verificare, magari con cautela, per evitare incidenti, ma provare e verificare con le proprie orecchie, perchè alla fine tutto è mirato ad ottenere una buona resa sonora dal proprio impianto.
    Potremmo discutere una vita su come un componente influenza l'impianto, potremmo continuare a parlare della convenienza di utilizzare un cavo autocostruito (Star, FFRC, Starquad, ecc. ecc.) o di utilizzare una piattina da 2 0 4 mmq, oppure di utilizzare un cavo da mutuo in banca, per non parlare di diffusori, amplificatori, ecc.: alla fine l'impianto migliore, a mio modesto parere, sarà quello che piacerà alle nostre orecchie !
    Molti fattori influenzano la resa sonora di un impianto (qualcuno lo ha citato sempre Nordata), ma un ruolo importante lo hanno le nostre orecchie che sono ben lontane dagli strumenti di misurazione.
    Ho sentito suonare impianti esaltati dal possessore, ma che a me non dicevano nulla, e probabilmente il suono del mio non dirà molto a qualcun altro.
    L'importante è pensare che l'impianto deve produrre suoni, suoni che non devono infastidirci, suoni che devono essere graditi alle nostre orecchie.
    Il resto è relativo, molto relativo: basti pensare che per i nostri amati componenti dobbiamo scendere, molto spesso, a compromessi con la nostra dolce metà che ci impone parametri estetici a scapito di quelli funzionali.
    Forse sono andato OT, ma prometto di non tornare più sull'argomento.

    p.s.
    iaiopasq ammetto la mia ignoranza sull'esistenza dello starquad di potenza Canare . Ciao

  12. #27
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    Citazione Originariamente scritto da Parsifal
    ...suoni che devono essere graditi alle nostre orecchie...
    In primis suoni che si avvicinino il più possibile al suono dal vivo dello strumento musicale su cui fissiamo la nostra attenzione.

    Il suono di un colpo su un piatto della batteria ha certe caratteristiche base, indipendentemente dalla marca e dal tipo di piatto.

    Io personalmente cerco di ottenere quel suono (o altri che ben conosco) indipendentemente che tale suono possa piacere o meno o sia più o meno acattivante; idem per il suono di un contrabbasso e così via.

    In questo modo, con tutti i limiti e manchevolezze del caso il risultato sarà un suono che si avvicina al reale, quindi non sarà "caldo", "dolce", "frizzante", "accattivante", ecc., ma sarà il suono che approssima il vero.

    Se un cavo contribuisce a tutto questo, che ben venga, io personalmente ne dubito, vi sono altri parametri che influiscono con ordini di grandezza ben più elevati.

    Ciao
    "Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).

  13. #28
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    Mar 2005
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    Domanda sulla calza dello Star

    Volendo usare un cavo quadripolare schermato, ho letto che alcuni hanno collegato la la calza a una vite dell'ampli, ma non ho capito se la medesima cosa si fa anche per quella lato diffusore o è meglio rivolgerla sulla guaina esterna del cavo come illustrato sul progetto. Consigli?

  14. #29
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    Usando un cavo con calza schermante affinchè la stessa possa svolgere la sua funzione deve essere collegata a massa; questo si ottiene appunto collegandola alla massa dell'ampli, il modo più semplice è quello di utilizzare una vite del telaio.

    Sui diffusori, essendo gli stessi nel 99% dei casi costruiti in legno non si può fare la stessa cosa; assolutamente non si deve collegare la calza schermante al morsetto NERO dei diffusori stessi.

    Ciao
    "Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).


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