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Risultati da 61 a 75 di 89
  1. #61
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    Jul 2002
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    3.507

    Ecco anche la mia


    Visto che ho avuto modo di scontrarmi anche io sia con Microfast che con Cabala, ecco il mio pensiero da 4 soldi, soprattutto dopo l'incontro avuto ieri sera con altri 4 scalmanati come me(e poi vi postero' qualcosa di veramente simpatico):
    Sono straconvinto perche' ne ho le certezze non solo perche' cio' che dico e' stato misurato da uno strumento, ma perche' e' passato attraverso le mie orecchie (che ieri sera hanno esibito delle performance straordinarie che hanno lasciato di stucco i presenti con delle prove in doppio cieco circa la conversione effettuata da due componenti non proprio economici diciamo robetta da 5000/6000 Eurozzi):
    1) l'equalizzatore influisce gia' da solo in flat negativamente sul suono (momento aspettate di farmi finire il pensiero poi v'incazzate)
    2) l'equalizzatore non risolve i problemi di risonanze ma attenua certe frequenze, e in maniera drammatica MIGLIORA il suono non solo per quanto riguarda l'aspetto della timbrica ma anche per quel riguarda la scena sonora ovviamente se ci sono dei problemi prima, e non parlo di processori ma solo di eq, provare per credere.
    3) l'equalizzatore e' il rimedio e non la soluzione come dire ho bucato metto il ruotino e non la ruota arrivo dal gommista e cambio, pero' se non ho la ruota mi va bene anche il ruotino purche' esca dalla cacca.
    4) io stesso non condivido l'uso di un equalizzatore ma lo uso, anzi ne ho due uno sui frontali e uno sui posteriori, in quanto la soluzione a casa mia era quella di buttare l'arredamento fuori della porta e non potevo permettermelo, il rimedio e' stato l'uso degli eq.
    5) il mio impianto del costo di una frazione di quello ascoltato ieri sera, bastona pesantemente quest'ultimo SU TUTTI I FRONTI relativi all'ascolto Hi-Fi e cioe' Timbrica, distorsione,dinamica, scena, emozione ( e ringrazio non poco l'Ing. Antonio Ruggiero per l'indispensabile aiuto fornitomi).
    Per cui pur condividendo l'idea che l'equalizzatore non e' la soluzione , ma l'unico rimedio, continuo ad utilizzarlo, sono felice (soprattutto quando mi confronto con altri impianti che costano piu' di dieci volte il mio), e so che non e' una mia impressione, perche' siamo in molti a crederlo , e in molti io compreso a rimanerne stupiti.
    Per tanto vi invito a provare, considerando soprattutto i costi, ovviamente con l'aiuto di persone serie e qualificate e con strumenti idonei.
    Se non volete provare, nulla da eccepire, continuate a cambiare i vostri cavi alla ricerca di quello giusto , io cambiero' i miei con un bel Pirelli schermato trifase piu' terra , e ancora una volta bastonero' impianti decine di volte piu' costosi del mio che non hanno un auditorium a disposizione per esprimersi e che per scelta filosofica e scarsa apertura mentale non hanno un eq. .
    Il tutto scaturisce ovviamente dalle mie (scarse) esperienze di ascolto, per cui prendetelo con le pinze:o
    Ciao
    Giovanni

    Mast a uocchio mast a capuocchio

  2. #62
    Data registrazione
    Sep 2002
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    912
    Originariamente inviato da Michele Spinolo
    Qualunque sistema fisico può essere descritto approssimativamente con equazioni lineari (equazione genereale approssimata tramite serie di taylor attorno alla condizione di equilibrio sino al primo termine).
    Si dimostra (la dimostrazione puoi trovarla su ogni testo di Teoria dei Sistemi o Controlli Automatici) che un sistema lineare eccitato da una funzione periodica (ogni funzione è scomponibile attraverso la serie di Fourier o la trasformata dello stesso in una serie di funzioni periodiche sinusoidali per esempio) risponde con una funzione periodica la cui ampiezza è funzione dell'ampiezza dell'eccitate e della sua pulsazione(frequenza), mentre lo sfasamento risulta funzione solo della pulsazione.

    Non è teoria avanzata, è alla base di tutta la controllistica.
    Michele, come dici, questo è applicabile a un sistema linare eccitato da una funzione periodica (costante). Dici giustamente che ongi funzione è scomponibile, ma quando poi questa varia nel tempo in tutti i suoi parametri, possiamo applicare la stessa unica relazione che legherà la forza che sollecita il sistema con la risposta del sistema?

    (Soprattutto quando parliamo di risonanze e non di assorbimento acustico alle varie frequenze).



    Ciao

  3. #63
    Data registrazione
    Jan 2002
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    6.153
    Originariamente inviato da renato999
    Michele, come dici, questo è applicabile a un sistema linare eccitato da una funzione periodica (costante).
    No.
    Ogni funzione, che sia periodica, che non lo sia, che sia costante (ma costante diverso da periodica occhio!) può essere scomposta in una serie di Fourier composta da funzioni periodiche (ad esempio sinusoidali) di ampiezza costante (forse tu intendevi questa costante).
    Le funzioni periodiche (es onda quadra, o qualsiasi altra funzione che si ripeta in maniera eguale dopo un periodo di tempo fisso) si scompongono direttamente in serie di Fourier, mentre per le funzioni qualunque occore usare la trasformata di Fourier.
    Qualsiasi messaggio sonoro può essere scomposto in serie di Fourier.

    Originariamente inviato da renato999

    Dici giustamente che ongi funzione è scomponibile, ma quando poi questa varia nel tempo in tutti i suoi parametri, possiamo applicare la stessa unica relazione che legherà la forza che sollecita il sistema con la risposta del sistema?

    (Soprattutto quando parliamo di risonanze e non di assorbimento acustico alle varie frequenze).
    Ogni funzione come ho detto è scomponibile, quello che varierà nel tempo non saranno altro che l'ampiezza di ogni termine della serie di Fourier:la pulsazione (frequenza) di ogni termine rimane costante.
    La relazione che descrive un sistema è totalmente indipendente dall'ingresso (funzione di risposta armonica, se analizzata nel dominio delle frequenze, o funzione di trasferimento se analizzata nel dominio dei tempi trasformati di Laplace), altrimenti che utilità avrebbe?

    In soldoni fai conto che il messaggio sonoro sia composto da tante sinusoidi ognuna con una propria frequenza (costante) e ampiezza (variabile nel tempo), queste vengono trattate dal sistema stanza, con le sue risonanze, assorbimenti, ecc...
    Il risultato che ci arriva alle orecchie (sempre supponendo il sistema lineare) è un insieme di sinusoidi che hanno la stessa frequenza di quelle di partenza, più un eventuale rotazione di fase, e un ampiezza funzione dell'ampiezza di partenza (chiaramente più e forte il segnale ad una determinata frequenza in origine più lo sarà in uscita) e della frequenza (per questo alcune frequenze vengono eccitate di più e altre meno).

    La teoria spiega benissimo sia assorbimenti che risonanze, senza alcun problema o distinzione.
    Inoltre, per fugare ogni tuo dubbio, questi metodi nascono proprio per facilitare lo studio di sistemi dinamici (descritti da equazioni differenziali dove compaiono termini elastici, smorzanti, inerziali, ecc...) in presenza di ingressi variabili come funzione del tempo.

    Se vuoi comunque ti consiglio un testo!

  4. #64
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    Jan 2002
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    2.732

    Re: segue da prima:

    Originariamente inviato da andrea aghemo
    questo intendevo quando ho bacchettato un po` Igor, ad esempio, un po` per il modo troppo veemente di esprimere il suo pensiero, talvolta al limite dell’offensivita`, un po` per quel modo di porsi della serie “venite a vedere la luce, poveri stolti…”.
    Invece di dire ”il tuo impianto non puo` suonare, e quindi non mi curo neanche di venirlo a sentire”, forse sarebbe stato piu` costruttivo proporre ”allora, quando hai un attimo vieni a sentire il mio, e appena posso ti ricambio la cortesia, cosi` ci facciamo entrambi un’idea e arricchiamo il nostro patrimonio di esperienze”
    Andrea
    effettivamente sono stato un pochino veemente, ma siccome nel mio impianto sento la differenza tra un cd sovracampionato digitalmente ed uno no allora mi lascio trasportare un pochino!
    cmq se Microfast vuole venire a sentire il mio impianto quando vuole basta che mi avvisi
    Originariamente inviato da andrea aghemo
    Mi volete dire che se lui avesse dei prodotti diversi, che so, finali a valvole, gli apparirebbe evidente quanto malsuonante sia un equalizzatore digitale? Bah, puo` anche darsi: facciamo una qualche prova, rigorosamente in doppio cieco, e vediamo cosa ne viene fuori: chissa` che non sia vero (ma mi permetto di dubitarne…non di esserne certo, sia chiaro, ma di dubitarne) o che non scopriamo come il miglioramento divenga addirittura superiore.
    veramente quello che ha dei qua tu lo sto dicendo da ben due thread ma si vede che nessuno mi legge

    ciao

    igor

  5. #65
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    Jan 2002
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    10.625
    Bene,

    Finalmente qualche post costruttivo.

    Giovanni, Andrea, Michele e chiunque sia interessato, cominciate anche voi a descrivere il vostro ambiente, l'impianto, i problemi che avete risolto, con quali apparecchiature, con che software di misurazione e naturalmente se potete postate qualche grafico.

    Pure importanti penso siano le impressioni di ascolto ( per quanto soggettive ).

    Sono sicuro che con le esperienze di tutti avremo l'opportunita' di ottenere risultati insperati e a raccogliere i frutti delle nuove tecniche dopo decenni di obbligata inerzia.

    Sara' forse un argomento che non interessa i commercianti ( anche se io sono convinto che se la pensano cosi' sbagliano in quanto e' forse l'unica arma che hanno per distinguersi da un anonimo centro commerciale che sa solo girare le scatole), ma per molti utenti puo' essere quel di piu' che si cerca invano da tanto tempo.


    Saluti a voi tutti

    Marco

  6. #66
    Data registrazione
    Sep 2002
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    Condivido questo spirito di maggior dialogo, e ringrazio anche Andrea, per il suo lungo post, dove ha trattato argomenti interessanti, e pacato gli animi, tirando fuori un po' di saggezza. (Questa sì che è una dote che di solito cresce con gli anni. )

    Appena ho tempo darò una risposta più lunga, molte cose fra l'altro le condivido, per ora mi limito a evidenziare che sono del parere di Igor circa il discorso che con impianti sempre più raffinati (o musicali, non dico neanche più di qualità, tanto per intendersi) l'equalizzazione darà maggiori effetti indesiderati, quindi sarà più probabile che gli svantaggi superino i vantaggi, e questo sempre più anche man mano che il trattamento acustico sarà migliore.

    Spero di essere stato chiaro su cosa intendo, non dico che l'equalizzazione va sempre peggio, ma che più migliora l'impianto, e più l'acustica, e minori benefici avrò dall'equalizzazione, con al contempo degrado di altri parametri sempre più evidenti. Inoltre, ragionando secondo questo punto di vista, per chi ha intenzione di migliorare in futuro il propio impianto, e l'acustica della propia sala, l'equalizzazione potrebbe costituire un problema, un freno.


    Ciao
    Ultima modifica di renato999; 30-01-2003 alle 03:20

  7. #67
    Data registrazione
    Sep 2002
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    Prima di rispondere a Michele (che in questo momento è l'argomento che più mi interessa, perchè è da un po' che mi pongo questi interrogativi) voglio rispondere ad un'altra questione trattata da Andrea, ovvero lo scontro durissimo fra me e Marco.

    Credo che mi sarà riconosciuto che tendenzialmente ho fatto post dove parlo di vari argomenti riguardanti l'equalizzazione, e certamente dal mio punto di vista, ci mancherebbe, ma nulla più. Dove sono stato più duro, è stato invece nei confronti delle risposte ricevute da Marco, dove non mi sono risparmiato, ma credo però in un confronto leale.

    Se vengo sollecitato nel modo giusto, faccio come la mia sala, vado in risonanza!!!



    Ciao
    Ultima modifica di renato999; 30-01-2003 alle 02:04

  8. #68
    Data registrazione
    Sep 2002
    Messaggi
    912
    Originariamente inviato da Michele Spinolo
    No.
    Ogni funzione, che sia periodica, che non lo sia, che sia costante (ma costante diverso da periodica occhio!) può essere scomposta in una serie di Fourier composta da funzioni periodiche (ad esempio sinusoidali) di ampiezza costante (forse tu intendevi questa costante).
    Le funzioni periodiche (es onda quadra, o qualsiasi altra funzione che si ripeta in maniera eguale dopo un periodo di tempo fisso) si scompongono direttamente in serie di Fourier, mentre per le funzioni qualunque occore usare la trasformata di Fourier.
    Qualsiasi messaggio sonoro può essere scomposto in serie di Fourier.

    Ogni funzione come ho detto è scomponibile, quello che varierà nel tempo non saranno altro che l'ampiezza di ogni termine della serie di Fourier: la pulsazione (frequenza) di ogni termine rimane costante.
    La relazione che descrive un sistema è totalmente indipendente dall'ingresso (funzione di risposta armonica, se analizzata nel dominio delle frequenze, o funzione di trasferimento se analizzata nel dominio dei tempi trasformati di Laplace), altrimenti che utilità avrebbe?

    In soldoni fai conto che il messaggio sonoro sia composto da tante sinusoidi ognuna con una propria frequenza (costante) e ampiezza (variabile nel tempo), queste vengono trattate dal sistema stanza, con le sue risonanze, assorbimenti, ecc...
    Il risultato che ci arriva alle orecchie (sempre supponendo il sistema lineare) è un insieme di sinusoidi che hanno la stessa frequenza di quelle di partenza, più un eventuale rotazione di fase, e un ampiezza funzione dell'ampiezza di partenza (chiaramente più è forte il segnale ad una determinata frequenza in origine più lo sarà in uscita) e della frequenza (per questo alcune frequenze vengono eccitate di più e altre meno).

    La teoria spiega benissimo sia assorbimenti che risonanze, senza alcun problema o distinzione.
    Inoltre, per fugare ogni tuo dubbio, questi metodi nascono proprio per facilitare lo studio di sistemi dinamici (descritti da equazioni differenziali dove compaiono termini elastici, smorzanti, inerziali, ecc...) in presenza di ingressi variabili come funzione del tempo.

    Se vuoi comunque ti consiglio un testo!



    Michele, qualcosina avevo letto anch'io ai tempi di quando frequentavo ingegneria, però già allora più andavo avanti negli esami, e più diminuiva in me la voglia di prendere in mano libri di testo, finchè ho lasciato stare, preferirei quindi evidenziarti dove ho i miei dubbi, e se ti va, di parlarne un po'.

    Sul discorso teorico, non ho nulla da replicare, e trovo giuste anche le tue precisazioni sulle mie inesattezze, bisogna essere chiari, cerca di "interpretare" ciò che dico, o di tradurlo se possibile con i termini più appropiati.

    Le mie perplessità sono su come vadano applicate queste teorie al caso che stiamo considerando. Occhio e croce mi sembra che stiamo trascurando qualcosa, riferendomi al mio discorso che riguarga l"approssimazione" nel calcolare la relazione che lega il segnale in ingresso rispetto a quello in uscita.

    Dalla teoria andiamo alla pratica per vedere se abbiamo considerato tutto, e quindi eventualmente torniamo alla teoria: Consideriamo una sola frequenza per semplificare il discorso, e ammettiamo che questa sia una di quelle dove avverto la risonanza (tanto per intendersi). Con la musica questa varierà sempre di intensità (ampiezza), ma per semplificare ulteriormente, ammettiamo che inizialmente l'ampiezza sia zero, poi di un valore costante per 15 millisecondi, poi ancora zero per 2 secondi, poi dello stesso valore precedente, ma per 60 millisecondi, ancora 2 secondi a valore zero, quindi ancora segnale della solita ampiezza ma per 5 secondi, dopodichè l'ampezza resta zero. Secondo me non c'è una unica formula (anzi una diretta proporzione) utilizzando la quale potrò modificare il segnale di partenza in modo che l'ambiente mi restituisca i tre segnali di uguale ampiezza fra loro. L'ultimo, essendo più prolungato nel tempo, avrà ampiezza maggiore, oltre ad una coda. Variando più o meno il valore sull'equalizzatore non riuscirò a stabilirne uno che mi restituisca l'ultimo secondo del segnale più lungo, con un'ampiezza uguale a quella del primo segnale che durava 15 millisecondi. Anche la coda, per quanto io possa attenuare di 10dB, piuttosto che 8 o 12, rimarrà. Ciò che andrà bene per il primo segnale, non andrà bene per l'ultimo, e viceversa. Secondo me non abbiamo considerato qualcosa, e ritengo che questo non dipenda solo da eventuali rotazioni di fase, c'è una relazione anche con quello che è avvenuto in precedenza, cioè l'ambiente non è sempre nelle stesse condizioni. (Rileggendo quello che hai scritto, è il sistema che varia? )


    Ciao.
    Ultima modifica di renato999; 31-01-2003 alle 14:49

  9. #69
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    6.153
    Originariamente inviato da renato999



    Michele, qualcosina avevo letto anch'io ai tempi di quando frequentavo ingegneria, però già allora più andavo avanti negli esami, e più diminuiva in me la voglia di prendere in mano libri di testo, finchè ho lasciato stare, preferirei quindi evidenziarti dove ho i miei dubbi, e se ti va, di parlarne un po'.

    Sul discorso teorico, non ho nulla da replicare, e trovo giuste anche le tue precisazioni sulle mie inesattezze, bisogna essere chiari, cerca di "interpretare" ciò che dico, o di tradurlo se possibile con i termini più appropiati.

    Le mie perplessità sono su come vadano applicate queste teorie al caso che stiamo considerando. Occhio e croce mi sembra che stiamo trascurando qualcosa, riferendomi al mio discorso che riguarga l"approssimazione" nel calcolare la relazione che lega il segnale in ingresso rispetto a quello in uscita.

    Dalla teoria andiamo alla pratica per vedere se abbiamo considerato tutto, e quindi eventualmente torniamo alla teoria: Consideriamo una sola frequenza per semplificare il discorso, e ammettiamo che questa sia una di quelle dove avverto la risonanza (tanto per intendersi). Con la musica questa varierà sempre di intensità (ampiezza), ma per semplificare ulteriormente, ammettiamo che inizialmente l'ampiezza sia zero, poi di un valore costante per 15 millisecondi, poi ancora zero per 2 secondi, poi dello stesso valore precedente, ma per 60 millisecondi, ancora 2 secondi a valore zero, quindi ancora segnale della solita ampiezza ma per 5 secondi, dopodichè l'ampezza resta zero. Secondo me non c'è una unica formula (anzi una diretta proporzione) utilizzando la quale potrò modificare il segnale di partenza in modo che l'ambiente mi restituisca i tre segnali di uguale ampiezza fra loro. L'ultimo, essendo più prolungato nel tempo, avrà ampiezza maggiore, oltre ad una coda. Variando più o meno il valore sull'equalizzatore non riuscirò a stabilirne uno che mi restituisca l'ultimo secondo del segnale più lungo, con un'ampiezza uguale a quella del primo segnale che durava 15 millisecondi. Anche la coda, per quanto io possa attenuare di 10dB, piuttosto che 8 o 12, rimarrà. Ciò che andrà bene per il primo segnale, non andrà bene per l'ultimo, e viceversa. Secondo me non abbiamo considerato qualcosa, e ritengo che questo non dipenda solo da eventuali rotazioni di fase, c'è una relazione anche con quello che è avvenuto in precedenza, cioè l'ambiente non è sempre nelle stesse condizioni. (Rileggendo quello che hai scritto, è il sistema che varia? )


    Ciao. [/B]
    Renato, c'è qualcosa di cui in effetti non ho parlato, che mi è venuto in mente leggendo quanto hai scritto, cercherò di essere il più chiaro possibile, ma già sono un cattivo insegnante di persone, figurati via forum!

    Allora inizio correggendo alcune tue inesattezze: un segnale come da te descritto NON può avere frequenza costante.
    In pratica il segnale da te descritto non è altro che una somma di onde quadre di periodo diverso (diversa frequenza), e ogni onda quadra si scompone in una serie di termini sinusoidali infinito ognuno con frequenza diversa l'uno dall'altro.
    Inoltre l'ampiezza non c'entra niente con quanto dura un segnale: se ho un segnale a 10db per un microsecondo e un segnale a 10db per un'ora questi hanno la stessa ampiezza (10db).

    Ora tornando alla nostra approssimazione lineare (che ti assicuro risulta descrivere sperimentalmente benissimo sistemi anche complessissimi come ad esempio tutta l'avionica dei caccia che in realtà lineare non è per niente!) c'è in effetti un diverso comportamento a seconda della durata del segnale in ingresso (eccitazione).
    In pratica considera un ingresso a gradino (0db sino a t=to e che so 3db per t>t0) che eccita un sistema (che può per esempio essere un sistema musicale equalizzato o meno).
    La risposta del sistema (per esempio il suono che si propaga nell'aria) impiegherà un certo tempo per andare a regime, raggiungere cioè uno stato per cui da quell'istante in poi la risposta non vari più.
    Quello che ogni sistema si propone è in genere di avere a regime un segnale uguale a quello di ingresso ma amplificato (in pratica moltiplicato per una costante K), si indica con prontezza la minore o maggiore capacità di un sistema di andare a regime velocemente.

    Più un sistema è pronto chiaramente meglio è.
    Questo a maggior ragione quando il segnale in ingresso è variabile molto velocemente nel tempo (es segnale musicale), in quanto, in soldoni, se il sistema non è sufficientemente pronto non riesce a star dietro all'ingresso: in pratica non riesce ad andare a regime prima che il segnale in ingresso sia variato di una quantità che il sistema riesce ad avvertire. (qui mi rendo conto che non mi sono spiegato bene).
    Per fare un esempio: se in ingresso ho 440Hz per 1s poi 630 per 2s e il sistema non è abbastanza pronto, potrei avere che in uscita non riesco mai ad avere 440Hz ma qualcosa solo di li vicino, in quanto il sistema necessità di un po' di tempo per adeguare l'uscita (suono dai diffusori) all'entrata che è veriata (es segnale dal CD player da nullo a 440Hz 3db).

    Questo per spiegarti quanto è importante la prontezza.
    Si dimostra che in genere un sistema la prontezza è legata ad un altro parametro detto sovraelongazione: in soldoni immagina sempre un ingresso a gradino che eccita il sistema, se un sistema presenta sovraelongazioni notevoli la risposta ballerà oscillando molto attorno al valore che avrà questa a regime.
    In pratica se eccito con un segnale a gradino da 3db posso, al limite, avere un segnale che presenta picchi anche di 6db!
    Il guaio è che èiù un sistema è pronto più queste sovraelongazioni sono ampie.

    Comunque un intervento di equalizzazione equivale nient'altro ad un intervento sulle costanti che sono presenti nella funzione di trasferimento (funzione che descrive la risposta del sistema al variare della frequenza e del tempo): tramite queste costanti si può controllare sovraelongazione, prontezza, errori a regime.
    Anche tutti indipendentemente in certi casi.
    In teoria, quindi, un'equalizzazione ben fatta porta solo benefici, rendendo il sistema musicale più preciso, regolarizzando la risposta, scegliendo il miglior compromesso fra sovraelongazione e prontezza.

  10. #70
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    in pratica però...

    ...ci sono errori che nascono dovuti alle imprescindibili inesattezze del sistema di conversione A/D (i disturbi che questo inserisce nell'ingresso risultano molto rilevanti sull'uscita) e di conversione D/A (meno importanti questi errori).

    Inoltre il sistema di equalizzazione non avrà una velocità di risposta infinita, e questo rallenterà il sistema abbattendone la prontezza, il che potrebbe dare problemi nel caso di segnali ad alta frequenza.

    Ora il solito problema ingegneristico è: qual'è il male minore?

    Su questo bisogna lavorare e studiare!
    Mi spiego: magari gli errori ad alta frequenza risultano avvertibili (anche solo strumentalmente) da 100Khz in su e quindi completamente trascurabili ai nostri fini.
    Lo stesso si può dire per gli errori dovuti ai processi D/A e A/D (ma io penso che questi qualche danno percepibile lo facciano), ma sono sempre da confrontare con i benefici che dà l'equalizzazione.

    Personalmente penso che in una stanza acusticamente quasi perfetta (mi riallaccio al tuo discorso) l'equalizzazione faccia più danni che benefici, ma che, vista l'acustica che hanno generalmente i nostri ambienti, e viste le potenzialità che i chip digitali hanno oggigiorno, nel nostro caso i benefici siano superiori agli svantaggi.

  11. #71
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    Michele,

    E' interessante quello che dici, pero' tieni presente che in un sistema digitale esistono i buffer che permettono di fare ( se utilizzanti DSP dotati della necessaria velocita' di calcolo ) tutte le cose con calma.

    I campioni che non devono essere elaborati ( o che necessitano di calcoli piu' brevi ) vengono lasciati in un buffer; solo quando tutti i campioni sono calcolati ( pronti ) vengono trasferiti in uscita.

    Insomma con le tecniche giuste ( non sono un programmatore di dsp quindi non chiedetemi i dettagli ) non si corre il rischio di presentare in uscita campioni in tempi diversi perdendo cosi' la coerenza temporale.

    Se poi il sistema tra ingresso ed uscita presentera' per esempio sempre un delay costante di 1 mS. indipendentemente dalla complessita' dell'equalizzazione non ci sara' nessun problema visto che in pratica si aggiungono sempre ulteriori delay per le diverse distanze tra i vari diffusori e per compensare il ritardo dei processori video.

    Pensa che col Behringer DSP8024 c'e' talmente tanto buffer che si puo arrivare se ricordo bene ad oltre 2 sec. di delay !!

    Circa il problema della frequenza parlando con i programmatori di DSP piu' volte mi hanno confermato che almeno in campo audio i calcoli piu' lunghi sono richiesti propio nel trattamento delle frequenze piu' basse.

    Saluti
    Marco

    Ps. E' arrivato l'RB993 : semplicemente perfetto, come nuovo.

  12. #72
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    ***** ho sbagliato la lettura devo aver lasciato uno zero nel buffer.
    Ciao Mirko

    Impianto

  13. #73
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    Hai ragione Mirko,

    Perche' tutti questi zero e uno ............ !!!!!!

    Meglio qualcosa di piu' tradizionale :

    Tac ......................tic .................toc..............
    ...................track........................ti c.............
    ..............tac......................fsz........ ........wow...
    ......................flutt.................ssssss sss.......
    ..........................................Tac

    Finalmente la vecchia cara hi-fi come la intendeva Edison prima maniera, quanti ricordi ..... che nostalgia !!!!!!!



    Ciao,
    Marco
    Ultima modifica di Microfast; 31-01-2003 alle 22:56

  14. #74
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    Originariamente inviato da Microfast
    quanti ricordi .....
    Quanti ricordi ..... Poco approfonditi
    Ciao Mirko

    Impianto

  15. #75
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    Ma quante nuove opportunita' ........... ignorate.


    Saluti
    Marco


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