CHARIO Syntar 520
Tra i prodotti di fascia media che propone la casa di Merate proviamo il nuovissimo Syntar 520, una cassa acustica da stand con discrete dimensioni che potrebbe apparire come un restyling della storica e fortunata serie Syntar di venti anni fa. Questo test vi mostrerà che non è così.
Ascolto, conclusioni e pagella
E’ implicito che dopo aver effettuato le misure ed aver guardato tutto quello che c’era da vedere posso dire di conoscere meglio la Syntar 520 e di avviarmi all’ascolto con la curiosità di verificare quanto una risposta così apparentemente sbilanciata risulti in effetti non lineare alle mie orecchie. Beh, i casi sono due: o io sono veramente sordo oppure è sacrosantamente vero che il grafico della risposta vuole dire veramente poco, almeno se preso da solo. Il diffusore da nuovo suona un po’ scorbutico, ma ci mette pochissimo a sciogliersi ed a suonare come mi aspetto che suoni. Intanto, mentre prendo confidenza con la cassa acustica di Merate e mentre guardo le cose da dover notare, mi sento un po’ di musica non impegnativa ma che delinea in maniera macroscopica il comportamento del diffusore. Le condizioni al contorno sono le stesse degli altri test, con le stesse fidate elettroniche di potenza e controllo. Insomma in tutta rilassatezza non mi concentro su nulla ed aspetto che il tempo passi e che i brani del disco finiscano.
Alla fine del CD posso già annotare qualche impressione: basso solido, abbastanza esteso, specialmente per un diffusore da stand, e gamma mediobassa molto meno invasiva di quello che la misura lascia credere. Tra quelle ascoltate posso dire che assomiglia più alla gamma mediobassa della Yamaha che non a quella della B&W CM8 che pubblicheremo a breve. L’effetto ottenuto è abbastanza sottile, perché la perfetta compatibilità con la gamma bassa sembra ingigantire quest’ultima e farla apparire più estesa di quanto realmente sia. Altro effetto annotato riguarda lo smorzamento, non perfetto ma comunque notevole, con una buona articolazione ed un senso di energia pronta a materializzarsi. L’estremo alto della banda udibile, almeno da me, a volte suona un po’ insistente, ma conto ancora su un periodo di assuefazione sia del diffusore che del mio sistema auditivo.
Seguendo la scaletta che mi sono preparato vado a cercare un disco con sole voci maschili e poi quello di un coro femminile di cui non conoscevo fino a qualche mese fa nemmeno l’esistenza. Si tratta di una registrazione particolarmente felice, col fonico di ripresa che si merita di certo il mio personale ringraziamento. Le voci maschili sono possenti soltanto quando occorre ma possiedono il dono di una notevole articolazione, con i dettagli che vengono fuori abbastanza naturali, quasi senza sforzo, almeno da parte mia, nel recepirli. La stessa cosa accade con le voci femminili. Qui occorre aprire una parentesi che ritengo doverosa, almeno per questo tipo di diffusori.
Occorre differenziare bene il concetto di articolazione e mancanza di colorazioni da quello di timbrica. Si può avere una timbrica molto ben bilanciata ma che risulta confusa sulle voci proprio a causa delle colorazioni sia del diffusore che dell’ambiente, e si può avere una resa pulita, senza colorazioni e senza risonanze che rischia di apparire un po’ magra. Bene, la Syntar appartiene a questo secondo tipo di gamma media, e devo precisare che si fa notare molto bene, visto che si riescono a sentire bene anche particolari inflessioni della voce che potrebbero in altri casi andar perse. Vale ancora, secondo me, la regola che vuole le migliori caratteristiche di un diffusore tutte contenute nei primi watt. Poi di pende da cosa si cerca nella riproduzione della musica e cosa riteniamo essere più importante.
Anche dal lato dell’immagine la Chario brilla di luce propria, con un palcoscenico ricreato di notevole larghezza e giusta profondità. A dire il vero la profondità è maggiore sia di quella della B&W che di quella della Yamaha, pareggiando a fatica con la Dromos, che in questo test è stata eletta a riferimento, visto anche il costo e la caratura notevoli. Non mi rimane che ascoltare del jazz, giusto per analizzare i fiati, che su un diffusore ad alta risoluzione non sfigurano mai. Ammetto però che le tracce che ascolto non mi hanno deluso con nessuno dei diffusori ascoltati. La Syntar 520 propone dei fiati lucidi, appena avanzati nelle note altissime e negli armonici ma sempre credibili e, soprattutto, ben fermi nella posizione che probabilmente gli ha assegnato la ripresa microfonica.
Quello in cui la Chario brilla è certamente il salto dinamico da un basso livello ad uno molto più elevato, una operazione che viene affrontata con sicurezza e determinazione senza apprezzabili limitazioni. Anche l’ascolto dei violini e delle chitarre si avvantaggia di questa resa dinamica anche se noto un velo di aggressività in più almeno quando il livello è elevato. Per verificare quanto scritto in queste pagine, non vi resta che ascoltare le Syntar 520 in prima persona. Per cercare i punti vendita dove è possibile ascoltare le Chario Syntar 520, sul sito del costruttore (a questo indirizzo) è disponibile una mappa con l'indicazione di tutti i punti vendita. Una volta trovato quello più vicino, chiamate e verificate se il modello sia effettivamente presente nel punto vendita.
Per maggiori informazioni: www.chario.it/prodotti/syntar/prodotti/520-2/
La pagella secondo Pietro Di Giovanni: voto medio 7,67
Costruzione |
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8 |
Altoparlanti |
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7 |
Versatilità |
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7.5 |
Misure |
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7.5 |
Ascolto |
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7.5 |
Rapporto Q/P |
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8,5 |
PAGINE ARTICOLO
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Commenti (4)
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Bella recensione. Potrebbero essere un mio prossimo acquisto. Le fanno anche nere?
Mi piacerebbe confrontare con le dynaudio excite 16. Secondo voi sono comparabili. -
clap! clap! clap! Bravo Pietro, ottima recensione: mi hai tenuto incollato allo schermo fino alla lettura dell'ultima riga!
tempo fa ascoltai le chario silverette, le hyper e la serie costellation.
Queste nuove syntar, come suono, a quali si avvicinano di più, se conosci le serie precedenti? che tu sappia, questa nuova linea dovrebbe andare a sostituire le silverette o le hyper? -
Proprio 20 anni fa acquistai le Syntar 3, che possiedo ancora, anche se ferme.
Erano casse eccellenti, forse le migliori delle Chario, nonostante il prezzo relativamente contenuto per un prodotto di qualità. -
Originariamente inviato da: grezzo72;3675413clap! clap! clap! Bravo Pietro, ottima recensione: mi hai tenuto incollato allo schermo fino alla lettura dell'ultima riga!
tempo fa ascoltai le chario silverette, le hyper e la serie costellation.
Queste nuove syntar, come suono, a quali si avvicinano di più, se conosci le serie precedenti? che tu sappia, questa nuova linea dovrebbe andare a s..........[CUT]
La serie syntar si pone tra la serie Silverette e la serie Hyper. La vecchia serie si chiamava con lo stesso nome.