YAMAHA NS-F500
I diffusori della casa dei tre diapason testimoniano quanto pesi la ricerca e ottimi componenti sulla resa totale in ambiente. La buona prestazione non è fatta soltanto di tenuta in potenza e di equilibrio timbrico, ma anche di microcontrasto e velocità fulminante
Costruzione
Il marchio giapponese, non dimenticatelo, è lo stesso che costruisce degli ottimi pianoforti e “qualcosa” di legno ed incollaggi capisce. Ecco perché la struttura di questo diffusore è così massiccia ed ecco perché sono veramente curioso di vedere e “capire” quanto più possibile smontando gli altoparlanti e mettendo la macchina fotografica all’interno del mobile. Intanto con un minimo di attenzione si può vedere che la classica forma a parallelepipedo è leggermente snaturata da un pannello superiore leggermente più piccolo di quello inferiore. In questo modo la struttura tende leggermente al tronco di piramide. Sulle pareti non parallele che dovrebbero uccidere l’innesco di riflessioni e risonanze interne si è detto molto e secondo il mio parere anche a sproposito.
Un woofer incrociato col midwoofer a 150-200 Hz smuove lunghezze d’onda variabili da 1,7 a 2,3 metri ed appare del tutto inutile andare ad incurvare una parete dieci o quindici volte più piccola: tutta scena ed estetica che, occorre ammetterlo, può piacere anche molto. Ma è fine a se stessa. L’approccio del costruttore giapponese a me appare leggermente diverso, dal momento che il woofer sale decisamente in frequenza e le dimensioni sono direttamente comparabili con le lunghezze d’onda in gioco. Non a caso quindi rileverò la waterfall dell’interno col nuovo potente programma del quale sono venuto in possesso.
Oltre alla struttura a tronco di piramide, possiamo vedere dal bell’esploso fornitoci dal costruttore che il volume è diviso in due da un rinforzo che si sviluppa verticalmente e dotato di due ripiani orizzontali che si incollano a tutte le pareti. Il materiale utilizzato per i rinforzi è diverso da quello usato per la struttura dello stesso mobile, che è realizzato in medium density di discreto spessore. Il pannello frontale lucidato a specchio presenta delle fresature molto precise per ospitare gli altoparlanti alla giusta profondità di fissaggio, con l’interposizione di guarnizioni abbastanza rigide.
Una ghiera di colore metallizzato copre il bordo del cestello sia del woofer che del midrange con un profilo che riduce molto le possibili diffrazioni una volta che gli altoparlanti sono al loro posto. Detto tra noi ciò consente anche l’utilizzo di cestelli non particolarmente prestanti dal punto di vista estetico, con una finitura superficiale meno elegante ma anche molto più economica.
In una delle foto che ho fatto dell’interno vi faccio notare come attorno al condotto reflex di discrete dimensioni ed emissione posteriore sia stato fissato un arco di materiale assorbente molto denso, che serve ad evitare riflessioni che poi il condotto stesso immancabilmente emetterebbe all’esterno. I cavi che collegano il filtro crossover agli altoparlanti sono, al di la dell’estetica gommosa, di sufficiente sezione. Come si vede dalle foto il filtro crossover è fissato sul fondo del mobile alle spalle dell’altoparlante più grande. Prima però di rimuoverlo andiamo a fare la conoscenza con gli altoparlanti, in modo da poterci magari spiegare le scelte dei progettisti.