Clickbait | la recensione della miniserie

Fabrizio Guerrieri 20 Settembre 2021 Cinema, Movie e Serie TV

La serie Netflix che racconta di un uomo che appare in un video che lo porterà alla morte se raggiungerà i cinque milioni di visualizzazioni, ha il pregio di essere raccontata su diversi piani dai vari protagonisti, sebbene non brilli del tutto a causa di un finale inaspettato un po’ distante dal resto della narrazione


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Un uomo appare in un video che circola su internet in cui mostra due cartelli: sul primo c’è scritto “Io abuso delle donne” e sul secondo “A 5 milioni di visualizzazioni morirò”. L’uomo si chiama Nick e sua sorella Pia, infermiera, vi assiste quasi per caso, stupefatta e terrorizzata mentre si trova sul posto di lavoro, quando il video è a quasi quattromila visualizzazioni, dopo che la sera precedente aveva avuto un alterco proprio col fratello. Si precipita dalla cognata Sophie che pensa sia uno scherzo. Provano a segnalare la cosa al sito da cui il video viene trasmesso ma i feedback possono essere inviati non prima di 48 ore. Il resto della famiglia viene a conoscenza della cosa e la polizia inizia le indagini. Lentamente viene svelata una seconda vita di Nick fatta di donne adescate su diverse app d’incontri, apparentemente tutte abusate da lui. Intanto, mentre la stampa si accanisce sui risvolti della storia, le views corrono e il tempo per trovarlo diventa sempre più esiguo.


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La serie si sviluppa da diversi punti di vista: ogni episodio ha come titolo uno dei componenti della storia che ha avuto un rapporto (familiare o non) con Nick. In questo modo si viene a creare un intreccio in cui le motivazioni di ognuno vengono messe in risalto, accentuandone i tratti caratteriali e mostrando un insieme compiuto dei vari personaggi. In questo senso si muove l’ottimo montaggio che mette in piedi una narrazione concreta e quanto più oggettiva, in cui tutti hanno un proprio posto, con i vari lati nascosti che via via che vengono svelati e mettono in discussione ogni singolo protagonista in un paragone sempre meno distante dalle presunte colpe di Nick.


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La più appassionata è sua sorella Pia. Dopo aver avuto un’accesa discussione col fratello la sera precedente alla sua scomparsa, resta del tutto scossa dal video e interagisce con la massima decisione con la polizia, in particolare con l’agente Roshan Amiri, col quale casualmente avrebbe dovuto incontrarsi la notte precedente dopo che entrambi si erano matchati su un’app d’incontri. Riesce a convincerlo a tenerla aggiornata su ogni minimo sviluppo, soprattutto per il fatto che non c’è tempo da perdere e di fronte a tanta determinazione l’uomo cede. Poi c’è Sophie, la moglie di Nick. Sempre calma nonostante la situazione, bilancia il carattere istintivo di Pia e cerca di tenere unita tutta la famiglia di fronte alle accuse che vengono mosse nei confronti di Nick, accuse alle quali lei che lo conosce bene non crede affatto. Fin quando una donna non si presenta come la sua amante. Ma anche Sophie ha qualcosa da nascondere nel suo passato recente e i suoi peccati potrebbero aver portato il marito verso certi comportamenti.


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Le interazioni fra i componenti della famiglia sono molto simili a quelle raccontate in un’altra recente miniserie, Omicidio a Easttown, ma affrontante in maniera differente. Lì si raccontava la morte di una ragazzina e tutto ciò che ruotava intorno alla protagonista detective che per risolvere il caso rischia di compromettere il suo nucleo familiare, qui si affronta ogni singolo componente della famiglia disegnando un quadro approfondito di ciò che sta attorno all’uomo scomparso. In entrambe le storie però l’unione è molto forte e nonostante i contrasti laceranti, tutti cercano di tenere duro per mantenere in piedi gli affetti e giungere a una verità liberatoria.


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All’interno della narrazione ci sono temi che sono stati ampliamente sviscerati in altre storie, come l’ingerenza della stampa, coi giornalisti che oltre ad assediare la casa del protagonista non esitano di fronte a niente, non per arrivare alla verità ma per creare effetto e quindi audience e quindi fama personale. Questo va a intersecarsi con le nuove infinite possibilità della rete globale di internet sia di generare mostri (il titolo della serie si può tradurre col termine acchiappaclic, cioè un contenuto creato con lo scopo di diventare virale e generare rendite pubblicitarie online) ma anche di risolvere una situazione tanto complessa, molto più velocemente dei mezzi canonici con cui lavorano le forze dell’ordine, sia tramite la comunicazione istantanea che tramite la geolocalizzazione.


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Il finale, in cui viene rivelato che cosa sia realmente accaduto, ribalta un po’ a sorpresa tutti gli elementi disseminati con cura durante gli episodi. Elementi che restano come sospesi di fronte a qualcosa di inaspettato. Che genera quindi un buon effetto sorpresa ma che si sposa in modo imperfetto col resto delle storie dei singoli personaggi tra i quali si dovrebbe celare chi ha scatenato tutto. E la motivazione risulta essere ancora una volta il bisogno di emulazione, proprio come il tema centrale di un’altra serie recente, Cruel summer. Sembra essere questa una delle malattie del nuovo millennio, stimolata dalla possibilità di sentirsi qualcun altro grazie alla rete che cela l’identità delle persone che possono così diventare chiunque vogliano. E fin quando la cosa viene vissuta come un gioco innocente nessuno può farsi male, ma quando, senza averne immediata contezza, si superano determinati labili confini il rischio di causare effetti deflagranti e definitivi è spesso dietro l’angolo. Una serie non perfetta, che ha diviso critica e pubblico, ma da vedere per l’ottima costruzione su vari piani e perché aggiunge un altro tassello alle possibili insidie della rete.


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VALUTAZIONI

dal trailer all’intera serie
Aspettativa 7/8 Potenziale 8,5

soglia d’attenzione
Scorrevolezza MEDIA Impegno MEDIO

visione
Intrattenimento 7 Senso 7 Qualità 7,5
Giudizio Complessivo 7,2

Clickbait | miniserie
drammatico, thriller | USA, Australia | 25 ago 2021 | 8 ep / 47 min | Netflix

ideatori Tony Ayres, Christian White

personaggi interpreti
Pia Brewer Zoe Kazan
Sophie Brewer Betty Gabriel
Nick Brewer Adrian Grenier
Roshan Amiri Phoenix Raei
Ben Park Abraham Lim
Curtis Hamilton Motell G Foster
Emma Beesly Jessie Collins

critica IMDB 7,3 /10 | Rotten Tomatoes critica 6,3 /10 utenti 3,6 /5 | Metacritic critica 47 /100 utenti 7,4 /10

camera Sony VENICE (camera principale)
aspect ratio 16 : 9 HD

 

 

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