Hi-Fidelity Roma 2024 - Parte 1

Fabio Angeloni, Fabio Sacchieri 28 Novembre 2024 Audio

Se avete voglia di sapere cosa c'era all'ultimo Hi-Fidelity romano, non avete che da leggere l'esteso reportage che abbiamo preparato per voi. Nei commenti fateci sapere se le vostre impressioni collimano!


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Introduzione

È sempre facile raccontare e commentare eventi stimolanti quale il Roma Hi-Fidelity del patron di "The Sound Of The Valve" Stefano Zaini, in quanto parliamo della più autorevole mostra audiovideo della capitale, che si declina in due-tre edizioni, a Roma e a Milano. Come si può facilmente evincere dal nome, la mostra ha una vocazione audio, più che video, e vede la partecipazione di un elevato numero di distributori e rivenditori. E non solo 2 canali: ha quindi forse avuto fiuto, ma anche gioco facile, Fulvio Cecconi di Gruppo Garman, ad allestire l’unica sala audio-video (commentata anche dal nostro Emidio Frattaroli) che ha ammaliato i presenti che si sono alternati nelle varie sessioni che si sono succedute nella due giorni romana.

 

SOMMARIO

Spoiler

Come ci si aspetta dagli Hi-Fidelity, l’evento ha pienamente soddisfatto le aspettative del grande pubblico degli appassionati dell'alta fedeltà del centro-Sud Italia per la qualità organizzativa garantita dalla professionalità di Stefano Zaini, ma anche per la nutrita partecipazione all’evento (gratuito, sottolineiamo) dei vari rivenditori e distributori. Dell’Hotel Mercure Roma West, infatti, sono risultate occupate non solo tutte le sale meeting, ma anche numerose stanze situate al piano terra e al primo piano e tutte hanno contribuito ad offrirci quella profonda immersione musicale da noi tutti anelata per scaldarci un po’ prima di affrontare quello che si prospetta come un inverno piuttosto rigido. Tenteremo di essere sintetici, ponendoci però il forse impossibile obiettivo di non lasciare indietro nessuno. Qui di seguito, a beneficio di chi va di fretta (SPOILER: saltate il prossimo paragrafo, se volete godervi lo spettacolo, quindi!) c’è un juice ristrettissimo. Di seguito, riporteremo descrizioni più analitiche delle sale. Le storiche tre certezze dell’evento romano, le classiche auto da corsa sempre competitive, hanno mantenuto il loro alto livello di eccellenza e valore economico: Audioplus di Emanuele Bassetti, Audio Reference di Federico Licciardello e LP Audio di Luca Parlato. Anche se questa volta hanno mostrato una leggera diminuzione nelle prestazioni assolute, la qualità era comunque indiscutibile, proprio come le solite Ferrari, Porsche e Lamborghini che continuano a dominare le piste. Accanto a queste icone del settore, sono emerse - benvenute! - due “nuove” macchine da corsa, pronte a lasciare il segno. Le nuove arrivate, Audio Natali/Entertainment Machine/Paolo Cherubini e Burmester/Tecnofuturo di Mauro Battilana, hanno subito sfoderato performance elevatissime, sorprendendo per la loro qualità assoluta, un po' come le ultime supercar che, pur essendo appena entrate in gara, sono già pronte a gareggiare ai vertici della categoria sin dal primo giro di pista. Per capire meglio “chi”, “cosa” e “come” di tutto l’evento, basta proseguire nella lettura. Allacciate gli occhi, accendiamo le orecchie: si parte!


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HiFi Di Prinzio 1

Hi-Fi Di Prinzio è una delle realtà storiche più importanti dell'alta fedeltà in Italia e la sua sala, come sempre, non lasciava indifferenti. Insieme al SACD player Accuphase DP-770, al network player Lumin, al trasformatore di step up per testine a bobina mobile Ortofon ST-80 SE e tanto altro, campeggiavano un paio di grandi speaker bianchi con medio e alto a tromba, gli Extrema Voice. I brani ringraziavano per questa buona dotazione: l’equilibrio tonale complessivo era sicuramente buono, con una resa naturale di brani quale l’arcinoto Napule è di Pino Daniele. Il sistema evidenziava una buona presenza sulle frequenze medio alte e una scena musicale ampia con una dinamica mai troppo invadente, sebbene con una apparente minore prestazione in gamma bassa. Purtroppo non solo le voci dei visitatori riempivano la sala, che risultava gremita, ma il problema risiedeva nella scompostezza degli spettatori stessi che - come se nulla fosse - si piazzavano intorno, dietro, perfino davanti ai diffusori (sic!) con assoluta nonchalance.


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HiFi Di Prinzio 2

Molto meno tempo siamo riusciti a dedicare al secondo set, anche per via dei problemi legati alla presenza un po’ scomposta del pubblico romano, interessato dal set al punto da quasi circondarlo. Il sistema che dava voce a 2 speaker QLN Audio ha offerto un suono molto limpido e bilanciato, con un’ottima velocità sui transienti. Nonostante un form factor non immenso, l’impianto ha offerto una notevole presenza sonora, con una scena ampia e ben definita, nonostante il posizionamento.


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Audioplus

Audioplus in questi anni ha costituito una presenza costante presso l’Hi-Fidelity al Mercure, così come in altre manifestazioni italiane. I suoi set ci hanno sempre piacevolmente convinto per la qualità complessiva, magnificata dal suono delle Marten nelle varie serie che ha via via presentato. Quest’anno erano presenti le Marten Coltrane Quintet, guidate dagli amplificatori di potenza Halcro Eclipse Mono, con preamplificatore Soulution 727 e giradischi TechDAS Air Force III Premium. Purtroppo, durante la nostra visita, non era presente in sala il patron di Audioplus, Emanuele Bassetti, che generalmente accoglie i suoi visitatori fornendo spiegazioni sul set-up in funzione ed offrendosi anche di riprodurre i CD del pubblico, così facendo dimostrando, nei fatti, di non nutrire alcuna incertezza sulla qualità del proprio impianto. Durante il nostro ascolto la scena sonora della sala era ovviamente davvero piacevole, con una separazione degli strumenti e tanto dettaglio. La gamma delle frequenze era apparsa buona, con qualche punto debole: complice la sala per una gamma bassa leggermente indietro rispetto al resto della rappresentazione davvero realistica, non crediamo a causa della scelta degli Halcro al posto dei Soulution, piuttosto per la programmazione incerta del mediatore tecnologico del momento. All’interno erano esposti i listini prezzi dell’intera gamma di apparecchi distribuiti.


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Audio Reference

Anche in questo caso siamo di fronte ad una piacevole tradizione sonora di alto livello che Audio Reference negli anni perpetua sempre uguale a se stessa. Quest’anno il mediatore tecnologico era proprio Federico Licciardello, una vera e propria istituzione dell’ Hi-fi grazie a quell’Audio Reference fondata nel 1978 a Milano dal padre Giuseppe. Federico, insieme al fratello Andrea, perpetra e valorizza l’eredità di famiglia. Quest’anno era in fiera il sistema con Rockport Atria II, DAC/Streame Meitner MA3, giradischi Bergmann Magne Anniversary, testina My Sonic Lab signature platinum, preamplificatore phono Pass Labs XP-17, amplificatore integrato Pass Labs INT-250, condizionatore di rete Gryphon PowerZone 3.10, cavi Kimber Cable Nake, Select e PK. Il sistema ha mostrato di possedere una qualità sonora superiore, in particolare nella resa dei fiati e la batteria, con una dinamica e una scena eccellenti con un buon livello di dettaglio. La timbrica era molto chiara e solida. La gamma di frequenze era quindi completa, con bassi ben definiti, non estremamente profondi ma sicuramente controllati, capitolo molto delicato in tutti gli ambienti di ascolto. Ogni strumento riprodotto mostrava grande realismo ed equilibrio tonale esemplare. Il sistema ha messo in evidenza le caratteristiche naturali di ogni brano, rendendo l'ascolto estremamente soddisfacente, anche se forse lievemente sottotono rispetto al solito. Nota di merito, la civile esposizione di un foglio affisso fuori dalla sala che elencava le macchine suonanti, con tanto di prezzi di listino come il menù di un bel ristorante che ti invoglia ad entrare ancor prima di aver assaggiato le pietanze!


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LP Audio

Quasi nascosta, in fondo al corridoio del piano +1, abbiamo scovato una sala che non ci aspettavamo di vedere lì, complice la messe di set presenti al piano -1 e le soluzioni più intime disposte nelle camere superiori (fatta eccezione per quella con Wilson Audio e Dan D’Agostino). Ovviamente la sala ha costituito una piacevole conferma, visto che i set della LP Audio di Luca Parlato - come pochissimi altre - sono sempre di alto livello ed esibiscono sonorità davvero notevoli. Il set-up era composto da ELAC, PrimaLuna e MOON che offrivano subito un'ottimo suono, grazie forse ai tweeter a nastro e alla loro ottima ibridazione con i driver dinamici. La scena sonora era piacevolmente sollevata con lo spettro medio-alto caratterizzato da una piacevole ariosità di riproduzione. La scena sonora complessiva appariva quindi ampia e offriva una buona separazione degli strumenti. La timbrica era piuttosto naturale. La gamma di frequenze risultava ben coperta, con una gamma bassa forse un po' indietro, anche qui probabilmente complici le caratteristiche fisiche della sala.


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Yamaha

Yamaha, con il suo manager Matteo Franciullo, costituisce una presenza ormai piacevolmente fissa della manifestazione. Dopo un periodo di assenza, ha proposto qui le sue soluzioni ponte tra l’alta definizione e il mondo liquido-digitale. Tutto il set-up era affidato all’ottimo amplificatore integrato streamer Yamaha R-N2000A sia con torri che con bookshelf rispettivamente NS2000 e NS800, sapientemente tarato attraverso la calibrazione ambientale disponibile sull’amplificatore. Il sistema ha eseguito con scioltezza brani jazz con un sax che risultava leggero, naturale, con una grande dinamica complessiva e una risposta veloce ai transienti, come nella tradizione del brand giapponese. L’ascolto è stato condizionato dalla presenza pervasiva del pubblico, incuriosito dalla semplicità, dall’efficacia e dall’ottimo rapporto Q/P del set-up. Forse anche per questo i medio-bassi sembrava facessero un po’ fatica ad esprimersi, mentre lo sweet spot risultava essere piuttosto ristretto. Molto utile risultava il display posto (quasi nascosto) nella parte inferiore dell’apparecchio, in grado di fornire all’istante preziose informazioni tecniche al mediatore tecnologico, vero e proprio anello di congiunzione tra i belli e classici V-Meter, e la parte streaming.


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Gruppo Garman

Con la stessa certezza che il Natale arriva ogni anno il 25 Dicembre, anche Fulvio Cecconi della divisione Audio-Video di Gruppo Garman era fortunatamente presente all’evento, supportato dal fido Claudio Milana. E con la stessa fermezza ha portato con sé le ultime novità del panorama audio-video home cinema. Il sistema impiegato includeva un proiettore della nuova generazione di JVC DLA-NZ500 nativo 4K, il telo Screenline con base da 2,9 m. con tela Home Vision (guadagno 1.16) e un sistema audio 5.2, composto anteriormente da una coppia di Focal Aria Evo X4 e un Focal Aria Evo X Center e posteriormente da una coppia di torri Focal Aria Evo X3, il tutto supportato da 2 subwoofer Polk Audio (12” davanti e 10” dietro, con coni praticamente dello stesso colore di quelli delle Focal) e saldamente governato dal nuovissimo integrato Marantz Cinema 30 ad 11.4 canali (Atmos). Tra le diverse presentazioni che si sono succedute nel weekend, alcuni fortunati spettatori hanno potuto assistere a quelle mediate proprio dal nostro Direttore Emidio Frattaroli che con il suo “acerbo” Dune Pro One 8K Plus (si è piantato più volte durante la giornata, segno di un firmware non ancora granitico) ha illustrato le potenzialità del proiettore soprattutto nella gestione dell’HDR e per l'ottimo tone mapping dinamico integrato. L’esemplare di VPR, sballotatto per mezza Europa prima di approdare all’Hi-Fidelity, mostrava qualche imprecisione, incarnati particolarmente saturi e trasmetteva la sensazione di una lente forse non sempre all’altezza del compito. Si tratta sicuramente di una macchina dal valore prezzo-prestazioni interessante, che coraggiosamente ci è stata presentata in uno stadio di pre-produzione, visto che a dicembre uscirà sul mercato in veste definitiva e con firmware aggiornato. L’impatto visivo è stato però davvero notevole, con un contrasto elevato e una resa accurata. I film sono stati riprodotti in HDR con un’ottima dinamica anche nelle scene più buie, come quelle di "Aquaman", in cui piccole luci si stagliavano e brillavano con la giusta intensità sul declivio in forte penombra di una collina grazie alla portentosa funzione frame adapt HDR. Dal punto di vista audio, sicuramente il Marantz non ha mai fatto avvertire la necessità di disporre di maggiore corrente per muovere i numerosi woofer dei 5 canali, con form factor a torre anche per gli speaker surround! Hanno sorpreso, poi, i due subwoofer della Polk Audio per il rapporto qualità-prezzo, anche se - come spesso accade - non apparivano perfettamente legati agli speaker principali quasi sicuramente per irrimediabili questioni strutturali della stanza. Un doveroso plauso va quindi a Fulvio Cecconi ed al suo team, sempre capaci di selezionare una soluzione anche economicamente avvicinabile. Anche stavolta la sala, sommata alla grande affluenza, ha lasciato la sua impronta: i più fortunati, posizionati al centro, hanno potuto apprezzare la spazialità e la corposità del suono cinematografico, quelli disposti lungo le pareti hanno percepito qualche sbilanciamento, come sempre avviene. Quel che è certo è che, grazie al Gruppo Garman, tutti hanno potuto godere del grande spettacolo offerto dall’audio-video multicanale.


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Luxury Group

Tra i vari e prestigiosi brand che il Luxury Group di Alfredo Scauzillo ha nel proprio portafoglio (primo fra tutti, Estelon), ha deciso di portare a Roma la linea Atalante del brand francese Revival Audio, un marchio di diffusori di gamma medio-alta. Durante la nostra breve visita ci hanno sicuramente colpito la profondità e l’ampiezza della scena riprodotta, complice sicuramente anche la resa del set pre e finale Luxman che esibivano la consueta gran dinamica. L’impronta audio è stata sicuramente molto naturale e realistica, complice anche il woofer da 12″ in BSC (Basalt Sandwich Construction). Abbiamo potuto ascoltare sia le Atalante 5 che le 4, ma erano disponibili in sala anche le 3. Sulle prime abbiamo notato un suono più equilibrato, anche se con qualche difficoltà nell’articolazione nelle alte frequenze rispetto alle 4. Le Atalante 4, invece, hanno restituito un suono più equilibrato e centrato, con voci ben amalgamate, ma con qualche disallineamento nella fusione delle frequenze in confronto alle 5. In generale entrambi i sistemi hanno dimostrato una riproduzione accurata subendo poco, ove possibile, l’impatto del medio-basso nella sala nei brani più complicati, creando un'atmosfera sonora affascinante che ha reso la musica coinvolgente. Altra nota di merito che teniamo a sottolineare è la presenza di un civile elenco di macchine e prezzi esposto ad ingresso sala. Approfittiamo per segnalarvi il test delle Atalante 3 con l'ascolto di Marco Cicogna che è disponibile a questo indirizzo.


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Cinema & Sound - Omega Audio Concepts

Complice anche la nostra recente visita presso il negozio di Casalnuovo di Napoli, sapevamo cosa aspettarci da questo bel set e infatti non siamo rimasti delusi. Antonio Guarino e Nando Iervolino hanno pensato per di portare con sé lo stesso ottimo set-up visto in precedenza: il sistema Omega Audio Concepts con diffusori M.U.S.A. con finitura titanio e bronzo (messo a punto con il supporto di Renato Filippini di OAC), interamente costruiti in alluminio fresato dal pieno, in modo che non ci siano giunture o elementi da accoppiamento incerto, con amplificatore integrato TSI-300 di TrueLifeAudio, con il DAC valvolare delle meraviglie, il Poseidon Lampizator, e con una novità assoluta, lo streamer a tre telai Pachanko Labs. E come fu per la scorsa visita, il set ha offerto ottimi risultati, garantendo ascolti di alta qualità. Per cercare di limitare le code sui bassi che affliggono tutte le sale, Cinema & Sound astutamente ha puntato anche su un adeguato trattamento acustico ambientale, posizionando moquette e tappetoni che hanno notevolmente messo in sicurezza l’ascolto, limitando però l’impatto che inevitabilmente producono questi necessori in termini di ritmo e dinamica. La sala, quindi, ha offerto una scena sonora ampia, con un buon equilibrio sia in termini di larghezza che di profondità. In generale, grazie a quanto detto, la gamma di frequenze risultava ben coperta. La scena si sviluppava in modo preciso e immersivo. La dinamica dei bassi era ben controllata e la presenza delle frequenze alte non risultava mai troppo invadente. Il sistema non soffriva di sbavature, e il suono restava chiaro e preciso anche nelle riproduzioni più intricate, complice forse anche la solidità costruttiva dei diffusori a quattro vie, il cui peso complessivo assommava a circa 0,3 tonnellate. La musica blues, ad esempio, veniva riprodotta con grande articolazione, dando vita a un'esperienza sonora ricca di emozioni. Le sale curate da Cinema & Sound di anno in anno stanno diventando sempre più un grande classico di qualità.


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Entertainment Machine - Audio Natali

Siamo quindi giunti in un’altra sala che ispirava aspettative particolarmente alte per via della squadra messa in campo: Luca Natali ed Emanuele Fronteddu di Audio Natali oltre a Federico e Paolo Cherubini del punto vendita romano Entertainment Machine. In una delle uno dei più grandi spazi situati ai piani superiori, secondo solo a quella del patron di The Sound of Valve, Stefano Zaini. Abbiamo avuto il piacere di ascoltare una catena i nomi dei cui singoli componenti già dicono tutto: Wilson Audio, con le The Watt/Puppy e le sue 3 vie separate, in coniugio con il DAC dCS Lina in due telai le elettroniche di Dan D'agostino. Di Daniel venivano alternati l’integrato Pendulum con la coppia di pre Momentum C2 e finale Progression S35. Il suono è risultato a dir poco eccellente, con un’impronta naturale che ha reso ogni brano vibrante e coinvolgente. La gamma bassa era precisa e non invadente, segno di un accurato set-up dell’ambiente, mentre le alte frequenze risultavano lucide e dettagliate e mai affaticanti. La scena sonora era ampia, riempiva perfettamente l’ambiente, senza risultare “esagerata” considerando la corrente a disposizione dalle elettroniche e l’ampiezza sonora a cui Wilson Audio ci ha sempre abituato. Il sistema ha dato il meglio di sé con brani come una preziosa versione di "Another Brick in the Wall", che ha emozionato per la sua espressione dinamica. La performance complessiva è stata tra le migliori due della mostra. Luca e Paolo ci hanno permesso di ascoltare una versione speciale anche delle prove di registrazione di Lucio Battisti. Capolavoro unico anche grazie all'incredibile qualità della registrazione: un’esperienza sonora unica. Le rare e preziose incisioni di Luca Natali, che pilotava tutto in remoto con i meravigliosi telecomandi-oblò di Dan D’Agostino, come sempre non hanno tradito le aspettative. La resa complessiva ha mostrato un perfetto equilibrio dinamico, con la possibilità di apprezzare la variazione di intensità dal pianissimo a momenti più potenti, veloci e vibranti. Una vera e propria cavalcata a pelo dentro alle note. Anche i brani con le voci femminili sono risultati un capolavoro, con una giusta, ferma e solida delicatezza coerente con il brano. Paolo Cherubini ci aveva già abituato a questi altissimi livelli: sin dall'inaugurazione del suo negozio (di cui fu ospite, tra gli altri, proprio l’ingegnere Daniel D’agostino), ricordiamo perfettamente l’uso delle Magico, addirittura in un sistema multicanale. Per maggiori dettagli surfate qui. Ricordiamo infatti che seppure Paolo è presente sulla scena dell’alta fedeltà romana da moltissimi anni, il suo negozio Entertainment Machine è stato inaugurato solo lo scorso gennaio. Miglior segno della riuscita della loro proposta è stato sicuramente rilevare con piacere come alle 18:30 della domenica la sala Natali-Cherubini era ancora piena di ascoltatori completamente immersi nella musica, mentre altre sale risultavano già desolatamente vuote.


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Centro Musicale - Tecnofuturo

Arriviamo ad una delle due sale più interessanti della mostra. Il brand che finalmente Mauro Battilana di Tecnofuturo ha portato a Roma è di gran pregio: Burmester. Si tratta di un marchio tedesco di alta fedeltà fondato nel 1977 in grado di ingegnerizzare e produrre ogni singola parte del set in Germania: dalla sorgente sino ai pesanti diffusori da 180 kg cadauno. Con la divisione automotive intrattiene anche importanti partnership con brand di lusso come Mercedes-Benz, Ferrari e Porsche. La sala era stata ben allestita e governata con precisione chirurgica: ingressi su prenotazione selezionati ogni 30 minuti, luci che si spegnevano prima di ogni dimostrazione e una densa penombra squarciata solo da due faretti posti sotto agli speaker e dal marchio fiocamente illuminato da un occhio di bue in movimento. Tutto questo favoriva il prodursi di un rigoroso clima chiesastico. La presentazione era stata organizzata secondo rigide modalità, doppia presentazione dei mediatori e 6 selezionatissimi brani fissi (prelevati in un non meglio precisato streaming, su Tidal e in locale). Rigore tedesco. Il sistema di altissimo livello, Burmester n. 1 (serie 105), era composto da un (pre) music streamer 111, da un preamplificatore 077 a componenti discreti con alimentazione separata collegato a due finali stereo 218. Questi finali dichiarano una erogazione di potenza di 355 Watt per canale, ma qui erano configurati in monofonia, quindi erogavano 785 watt a ponte, non essendo però dichiarato su quale impedenza raggiungessero quel valore. In questo set pilotavano degli speaker BC150 che hanno un'impedenza nominale di 3 Ohm, dunque i Watt massimi erogabili, a naso, dovrebbero essere ancora di più dei 785 dichiarati. Il modello a tre vie BC150 fa parte di una edizione limitata e speciale fatta a mano prodotta in occasione del 150° anniversario di Robbe & Berking, in collaborazione con la sua divisione Cantiere di yacht d’epoca, con legni pregiati in rovere “Bar Trolley” e rifiniture con placcatura in argento, e viene offerto insieme al 111 e ai 218. Gli speaker dispongono di un woofer laterale (nella sala direzionato verso l'interno) da 32 cm mascherato dalla preziosa ebanisteria Robbe & Berking, con un midrange da 18 cm e due tweeter, uno dei quali posteriore. Gli altoparlanti hanno una sensibilità di 88,5 dB e una tenuta in potenza dichiarata di 400 Watt secondo lo standard DIN EN 60268-5. Il set ha impressionato per la dinamica incredibile e per la resa sugli estremi di frequenza, forse più in gamma bassa. La scena sonora era meravigliosa, spaziosa, con una buona separazione tra gli strumenti e con un suono che ha evidenziato la qualità in ogni micro-dettaglio. Durante l’ascolto di Still Waters Run Deep, la scena ha raggiunto livelli elevatissimi. La musica classica e il jazz sono stati riprodotti esibendo un suono ricco e vibrante. Purtroppo, complice la sala e il volume davvero elevato (che ci mandava in brodo di giuggiole, perché pur non considerandolo il normale livello d’ascolto, rende evidenti eventuali criticità), abbiamo udito alcuni “rimbombi” sulle pareti-vetrate e finte-pareti divisorie che rendevano meno nitida e solida la gamma bassa, malgrado il lieve trattamento nella parte sinistra della sala. Si è trattato però dell’ascolto forse al più alto livello sonoro di tutta la mostra e di tutti i tempi, qui a Roma, e sappiamo bene che sostenerlo comporta sempre pericoli ed espone a rischi ambientali che coraggiosamente Tecnofuturo si è sentita di correre. La performance complessiva è stata davvero straordinaria, con un’eccellente capacità del set di adattarsi a generi musicali diversi, dalle sonorità classiche al blues, fino alla musica elettronica. Come da un paio di anni per i set presentati a Monaco, si possono solo fare vive congratulazioni a Tecnofuturo, perché questi impianti sono assurti ai vertici assoluti di questo tipo di setup da corsa. Punti deboli? Il rapporto qualità prezzo potrebbe senz’altro essere migliorato, ma parliamo senza dubbio di un prodotto di altissima gamma. In secondo luogo, un semplice backup in locale del materiale della demo sarebbe riuscito ad evitare il fermo sala e avrebbe assicurato la continuità di esecuzione, in assenza della rete Internet. Concludiamo proponendo una duplice riflessione. Capita sovente che alla scomparsa o alla dipartita verso altri lidi del fondatore di un marchio la produzione subisca flessioni anche forti e i prodotti risultino non più all’altezza rispetto al passato, mentre in questo caso, dopo la scomparsa dell’austriaco Dieter Burmester e sotto la guida del co-CEO Marianne Burmester il marchio tedesco ha invece felicemente implementato il livello della sua produzione. Visto da un altro punto di vista, elitario come la classe del prodotto spinge a fare, in epoca di barche plasticose con chiglie in vetroresina un pregiato yacht d’epoca costruito interamente in legno da un maestro d’ascia mantiene giustamente un prezzo particolarmente elevato. Acquistando questo set si potrà godere in casa della raffinatezza della divisione Cantiere di yacht d’epoca di Robbe & Berking grazie alla quale potranno affrontare con scioltezza le onde (sonore), ad una frazione del costo!

Ad ogni buon conto, a beneficio di qualche masochista in vena di confronti casalinghi, riportiamo l’interessante scaletta riprodotta in sala:

Daft Punk “Giorgio by Moroder”

Jim Keltner “Drum improvisation” 

Carolin No “Still waters run deep”

Annette Askvik “Liberty”

Michelle Shocked “Quality of Mercy”

Peer Gynt, Op. 23 - Incidental music - Gothenburg symphony orchestra

 

Segue con la seconda ed ultima parte.

 

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