Diffusori Magneplanar MG 30.7

Redazione 16 Ottobre 2020 Audio

Pierre Bolduc ci racconta le sue demo dei Magneplanar 30.7, i successori degli illustri Magneplanar Tympani IVa, tenute durante lo Hi-Fidelity Show all’Hotel Melia di Milano nell’autunno del 2018. Due giorni di set-up e due giorni di fiera per capire le caratteristiche sonore dei nuovi Magneplanar a 3 vie e 2 pannelli per ogni canale…

Introduzione, unboxing e caratteristiche


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Grazie a un accordo preso tra il distributore DML Audio, la Magnepan e Audiophile Sound, la ditta americana ci inviò una coppia dei nuovissimi Magneplanar 30.7 da usare nel nostro impianto durante l’edizione di ottobre del Milano Hi-Fidelity 2018. Era la prima coppia dei diffusori spedita in Europa! Questa edizione dello Hi-Fidelity poteva quindi vantare la prima presentazione europea dei 30.7 nonché il ritorno ‘autonomo’ sulla scena fieristica milanese di Audiophile Sound con la nostra propria sala, con il nostro proprio contenuto editoriale e con l’impianto scelto da noi.


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Tante difficoltà…

Cinque giorni dunque con i successori dei Tympani IVa. Un’esperienza atipica per noi: prima, perché non conoscevo i diffusori; secondo, perché non conoscevo l’amplificazione per pilotarli; terzo, perché non conoscevo l’ambiente, la Sala Jigger al piano 0 dell’albergo. Ma nella mia tasca avevo un’arma segreta: una linea diretta con Wendell Diller, in effetti il numero 1 della Magnepan. In più, potevo sfruttare la costante presenza di Eugenio Lazzari di Nonsolomusica che oltre ad assistermi durante le demo, mi prestò l’amplificazione e le sorgenti digitali e analogiche. A questo doppio colpo di fortuna fu l’ascolto dei nostri nastri master su un registratore a bobine ½ pollice della Sony generosamente prestato da Fabio Liberatore di The Recorderman.  

Senza l’assistenza di Wendell sarebbe stato difficile piazzare correttamente i quattro pannelli dei 30.7 (vedere la pagina seguente a cura dell’Ing. Fulvio Chiappetta). Fu infatti il nostro più grosso problema poiché la difficoltà maggiore era l’enorme volume della Jigger, una sala di circa 18 metri di lunghezza, 6 metri di larghezza e quasi 6 metri di altezza. In un ambiente così massiccio non c’è una coppia di altoparlanti commerciali che riescono a esprimersi al massimo. In più, questi diffusori erano appena arrivati in Italia e dunque senza rodaggio; non solo, dovevamo inserirli in un contesto ambientale senza pubblico, un elemento fondamentale nella costruzione – o dicostruzione – dello bilanciamento tonale di un impianto suonato in una così voluminosa sala di ascolto. 

Tutto questo per dirvi che è stato necessario variare il posizionamento dei diffusori più di una volta e che il rodaggio l’abbiamo realizzato in situ: fattori determinanti che hanno fatto sì che la qualità della resa sonora ha raggiunto il suo livello massimo solo nelle ultimi ore della fiera! Ma anche tenendo conto di queste problematiche, devo dire che sono rimasto sorpreso dei miglioramenti apportati ai 30.7 in confronto alle precedenti ammiraglie, le 20.7.  

  
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Pregi e limiti dei 30.7

I 30.7 godono di due significativi vantaggi rispetto ai 20.7: il primo è l’enorme passo in avanti nella riproduzione del medio-basso e basso, il secondo è una decisiva superiorità della resa del registro alto. Si tratta in entrambi i casi di miglioramenti ottenuti: 1. dallo spostare su un secondo panello il tweeter a nastro e la membrana delle medie frequenze che  nei 20.7 si trovano su uno solo pannello; 2. dall’aggiunta di una seconda membrana per la riproduzione dello spettro inferiore, situati così su un solo panello  senza tweeter e senza membrana dei medi.

Come si sa, quasi tutti gli strumenti musicali hanno le fondamentali nelle gamme medio basse e basse. Spesso non ci si rende conto che strumenti che pensiamo facciano parte della gamma alta - come i flauti per fare uno solo esempio - scendono fino a circa 250 Herz, un po’ al di sopra della gamma medio bassa, ma comunque sempre relativamente a frequenze basse. I colpi dei timpani, così tanto amati dagli audiofili, appartengono solidamente alla gamma medio-bassa (circa 80-100 Herz), senza parlare di quasi tutti gli altri ottoni e legni nonché di tanti strumenti a percussioni. È un punto importante perché se le fondamentali si sviluppano in modo sbagliato ne risultano i soliti suoni gonfiati e scuri.

Chiaro, un impianto non riuscirà mai a sviluppare le fondamentali in modo perfetto, ma diffusori come i Magneplanar mostrano seri vantaggi su speaker tradizionali e prima di tutto perché i pannelli dei planar non subiscono le pressioni sonore create dagli ambienti chiusi dei diffusori tradizionali. Dentro mobili chiusi, o quasi chiusi, i movimenti dei coni di altoparlati tradizionali vengono assai disturbati nel loro spostamento; e, a sua volta, i movimenti non lineari dei coni producono importanti colorazioni. In altre parole, è molto difficile, direi anzi impossibile, che il cono dentro un diffusore chiuso si muova avanti-dietro in maniera veramente lineare. Con i loro pannelli aperti i diffusori planar non soffrono di questi problemi e così godono di un basso assai articolato e trasparente. 


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Avendo sottolineato i pregi, non possiamo passare sotto silenzio le debolezze associati a pannelli cosi grandi. Muovere linearmente membrane con grande superficie limitano anche un pochino la loro performance nelle zone inferiori dello spettro; non in termini di velocità e di trasparenza come già notato, ma nella loro capacità di produrre una pressione sonora come alcuni dei loro concorrenti tradizionali e specialmente quando equipaggiati con numerosi woofer. Per tanti audiofili la mancanza di quel punch potrebbe essere una pecca. 

Ma devo sottolineare che grandi pressioni sonore vengono purtroppo associate a ‘un grande basso’ che spesso non è altro che un boom nella zona medio bassa. Riprodurre una nota grave correttamente è molto, molto, difficile da fare, direi impossibile. La scelta qui è fra l’uno o l’altro compromesso: il suono più limpido, trasparente e veloce ma con la profondità un po’ sacrificata dei pannelli aperti (vero anche per i Quad) o un basso più profondo ma al costo della stessa trasparenza, limpidità e velocità dei sistemi tradizionali. Il diffusore che fa entrambi perfettamente non esiste anche se è un fatto sostenuto dai protagonisti dei due campi.

Non per niente, per ovviare questa limitazione la Magnepan ha scelto di aggiungere nel nuovo modello top un pannello extra per ogni canale, dedicato solamente alle medie e alte frequenze liberando così l’altro pannello per ospitare solo membrane dedicate alla zona inferiore dello spettro sonoro. Attenzione, questi diffusori possono produrre un grande basso; in termini di confronto è soltanto con diffusori come i top di gamma Wilson Audio, Magico, B&W, Vivid, ecc – infatti con tutti i grandi diffusori tradizionali -  che sarà possibile sentire un basso più compatto ma dinamicamente un tantino più debole nella zona grave dello spettro.  

 

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