5 minuti da... VDM Group/Igor Fiorini

Fabio Angeloni 26 Settembre 2020 Audio

Una struttura romana che si è rivelata una autentica sorpresa. Una sala di ascolto raffinata che al contempo rappresenta un piacevole punto di ritrovo.

Il set


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Il set in ascolto si giovava della fonte, rappresentata da un ServerSystem24, un gran bell'oggetto in alluminio modulare e customizzabile, disponibile nelle versioni Audiophile, Studio e Live Workstation. Si tratta di una realizzazione curata da VDM Group dalle dimensioni particolarmente compatte, CPU i7 con 16GB di RAM high-grade, HD da 128 GB, flusso d'aria supersilenzioso, condensatori tedeschi o giapponesi su scheda regolata in tensione, piattaforma in pesante allumino massiccio (che ben si sposa con il Boulder di cui parleremo poi), Roon onboard, offerto a prezzi che vanno dai 2.700€ ai 4.420€ più IVA.


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Igor ama i brand svizzeri, ma come possiamo dargli torto conoscendo le qualità sonore e la meticolosa costruzione da orologiai dei prodotti costruiti da AvantGarde, Goldmund, Nagra, Revox e Thorens, tanto per fare i primi nomi che mi vengono in mente? Il DAC era quindi uno svizzerissimo Merging+NADAC (Network Attached DAC, convertitore digitale/analogico di rete) che funzionava con un Merging+Power (alimentazione separata): rispetto a Rimini, dove era in funzione il cosiddetto Merging Data Trio, mancava il master clock Merging+Clock.


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Merging Technology è un marchio con vocazione pro che nasce nel 1990 a Chexbres, nel Cantone Vaud e nel distretto di Lavaux-Oron, in Svizzera, dalla fervida mente dell'ingegner Claude Cellier (ex Nagra) e costituisce una punta di diamante nel comparto delle operazioni di conversione. Fra le caratteristiche apparentemente futili, ma che nella pratica non si rivelano affatto tali, ho apprezzato la funzione di modifica del colore del logo del DAC al mutare della tipologia di segnale che gli si dà in pasto.


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Sotto il profilo tecnico si potrebbe senz'altro parlare per ore delle doti di questa macchina, ma la migliore dimostrazione delle qualità del prodotto è la sua ricorrente presenza nei più prestigiosi studi di registrazione del mondo e l'unanime apprezzamento per la caratteristica che connota i prodotti del brand: la capacità di rendere del tutto neutro il processo di conversione del segnale, in modo da far scomparire gli effetti dell'interpolazione della macchina all'interno della catena. Passando dal microcosmo al macrocosmo si potrebbe osservare una curiosa analogia di sistema osservando che il concetto di neutralità è da sempre coltivato, ed anzi sublimato, proprio in quel Paese e da quella popolazione anche a livello geopolitico!


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Torniamo a noi. L'amplificazione del segnale era curata da un integrato a valvole S.A.Lab Thunderbird. La Sound Analysis Laboratory nasce nel 2002 dalla mente di Alexey Syomin, impegnato nella sua attività nella ricerca di un suono senza compromessi. Nella vasta gamma di amplificatori il Thunderbird utilizza nel buffer di uscita push-pull quattro potenti pentodi di fabbricazione sovietica (6550), nello stadio di pilotaggio doppio triodo 12AX7 (ECC83), con trasformatori principali da 430 W oltre a trasformatori separati per alimentare le reti dei tubi e i servocircuiti: i trasformatori di uscita (2x460 W) sono progettati e prodotti appositamente per Thunderbird.


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Sono presenti cinque ingressi di linea (3 х RCA, 2 x XLR), un ingresso diretto, tre uscite (XLR, RCA e Rec), una uscita per cuffie e quattro coppie di morsetti acustici placcati argento progettati da S.A.Lab per bi-wiring/amplificazione. L'integrato eroga 50 Watt a 4 Ohm e 25 Watt ad 8 Ohm, con un rapporto segnale rumore di 100dB, una sensibilità di 0,7 Volt e un THD al 50% della potenza minore dello 0,1%. Mai, durante gli ascolti, abbiamo però avuto l'impressione di una amplificazione sottodimensionata rispetto alle necessità! Il cablaggio in bilanciato era Audioquest.


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Gli speaker, similarmente al set portato a Rimini, erano degli Stenheim, ma questa volta non i pluripremiati Alumine Five (nella preziosa versione Signature by JCGaberel), bensì gli Alumine Three, l'unico altro modello a torre della gamma presentato ad Axpona, a Schaumburg, nell'Illinois, ad aprile 2019. Anche in questo caso si tratta di un prodotto fabbricato in Svizzera, a Vétroz, del Cantone Vallese e nel distretto di Conthey. Sono altoparlanti alti circa un metro dotati di una potenza nominale di 150 Watt (300 Watt di picco), con una sensibilità di 93 dB a 8 Ohm (il modulo di impedenza scende fino ad un minimo di 5 Ohm) e dal rilevante peso di circa 70 chilogrammi l'uno.


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Si tratta di un tre vie e mezzo in alluminio massiccio dotato di quattro driver ad alta efficienza, un tweeter da 1" e un medio da 5¼" in neodimio incapsulati in 2 camere separate posti all'interno di un mobile nel quale albergano anche 2 woofer da 8" che si spartiscono l'emissione in gamma bassa in una terza camera separata dotata di flow port "laminare" frontale, con il driver posto più in basso che prende in carico la riproduzione delle frequenze più gravi: particolare attenzione è stata posta all'area di incrocio dei due woofer. Il costo della coppia è di circa 30.000€. Anticipo che gli speaker sono neutri, possiedono una impietosa capacità di fotografare la scena e non devono essere fatti urlare, per farli rendere al meglio, poiché sono in grado di riprodurre in modo eccellente una dinamica particolarmente ampia, mostrando al contempo la capacità di esercitare un controllo fermo della gamma bassa e un ampio soundstage. Trovo particolarmente azzeccato il progetto del set, che accoppia alle casse Stenheim sempre sezioni pre e finale o integrati a tubi.

Segue : Gli ascolti

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