Sintonie 2019: seconda parte

Fabio Angeloni, Emidio Frattaroli 19 Novembre 2019 Audio

Sintonie High End e Audio Video Show s'incontrano a Rimini per mettere l'ipoteca sulla più importante manifestazione audio e video in Italia: dopo la prima parte dedicata alle sale video, proseguiamo il viaggio tra le sale audio più interessanti

Audiograffiti - Kii Audio


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Kii audio è un marchio presente anche in altra recente mostra milanese, sulla quale abbiamo pubblicato un ampio reportage al quale volentieri rimandiamo il lettore più curioso. Nella presentazione curata dal bravo mediatore tecnologico presente in sala, Eugenio Fenocchi, veniva spiegato con inusitata esaustività che Kii Audio è una delle più recenti acquisizioni di Audiograffiti, essendo stato scoperto all'ultimo High End di Monaco, nel maggio scorso. Si tratta di un marchio olandese che offre un prodotto con amplificazione integrata con moduli Hypex  (classe D, Ncore customizzati), dotato di una alimentazione switching di qualità, convertitore e DSP interni. 

I diffusori Kii Audio utilizzano componentistica tedesca e trovano il loro punto di forza nella sofisticata programmazione del DSP interno, che consente di attenuare le complesse interazioni che si realizzano tra lo speaker e l'ambiente. Inoltre, nell'intervista esclusiva che il Sales Manager Wim Weijers ci ha rilasciato, è emerso che il sistema riesce a garantire un preciso allineamento temporale ed anche una equalizzazione di fase, tesa ad attenuare riverberi e rimbombi; sempre grazie al DSP è possibile modificare la risposta in frequenza sul singolo canale agendo sulle frequenze dei 30, 50, 1.000 e 2.000 Hertz.

Ogni sistema può contare su ben sei differenti driver, ognuno pilotato da un finale da 250 Watt dichiarati: un tweeter da 2.5 cm, un midrange da 12,7 cm, due woofer laterali da 16,5 cm e due ulteriori posteriori.  Le Kii Audio sono poste su hifi stand dedicati (1.000€). L'interfaccia Kii Control (1.586€), collegata agli speaker con un cavo ethernet Cat6 (con protocollo proprietario KiiLink), oltre ad estirpare alla radice l'eterno dilemma di individuare il precario equilibrio tra le impedenze di entrata, uscita e gain, consente pure di aggiungere ulteriori sorgenti analogiche o digitali (USB, S/PDIF e TosLink) a quelle già presenti sugli speaker, Al di là delle pregevoli caratteristiche tecniche, nell'insieme gli speaker trasmettono una sensazione di grande qualità costruttiva che porta sempre con sé una quanto mai ricercata robustezza operativa.


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Gli speaker Kii Three possono essere scelti tra infiniti colori, ma alla mostra erano proposti in una colorazione rosso-arancio, dunque con finitura custom (dai 12.200€ del tipo base si passa a 14.760€), ed erano installati in una sala priva di qualsiasi trattamento, in un ambiente piuttosto riflessivo, dotata di 3 file da 3 posti. Completavano il set un lettore NUPRiME CDT-8 Pro (795€) con stabilizzatore di rete NUPRiME Pure AC-4 (849€) e un server multimediale Naim (che non era in funzione).


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Mi sono brillati gli occhi, poi, quando ho notato che in sala erano addirittura (sigh!) disponibili dei depliant che riportavano le caratteristiche tecniche e i prezzi dei singoli apparecchi. Veniva dunque riprodotta una rivisitazione dell'immarcescibile "I wish you were here" dei Pink Floyd, nella piacevole interpretazione di Arianna D'Angelo ("Acoustic", Studio Records), con un sound dalla limpidezza stupefacente e un medio quasi live, con la penna per chitarra che si udiva distintamente pizzicare le corde.


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Con "Wreck of the Umbria" della violinista Anne Akiko Meyers (Mirror in mirror) emergeva una davvero inaspettata capacità di riprodurre la gamma bassa profonda, forse dovuta alla dichiarata capacità dello speaker di scendere fino a 30 Hertz a meno 3 dB. Si tratta, come detto, di un prodotto da considerare seriamente per via della sua caratteristica di all-in-one e in relazione alle notevoli potenzialità soniche che è in grado di sprigionare grazie alla sua sofisticata sezione di elaborazione digitale.


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In altra sala abbiamo avuto la fortuna di ascoltare il modello composto dai Kii Three e da un modulo aggiuntivo denominato Kii Three BXT (17.320€), che sarebbe ingeneroso ed anzi sbagliato definire "subwoofer" perché oltre ad aggiungere 16 woofer aggiuntivi autoamplificati (per un totale di ulteriori 4.000 Watt) con controllo di fase e di frequenza che garantiscono una maggiore pressione sonora complessiva del set, opera con una modalità piuttosto articolata riconfigurando il sistema in modo da utilizzare contemporaneamente tutti i woofer al fine di realizzare una direttività cardiode (dunque direzionale, rispetto alla consueta onnidirezionalità) che sospinge la gamma bassa in avanti.


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Nel rack erano presenti un Rokna Wavedream NET (8.900€), meccanica CD/DVD, server audio, ripper, master clock, DAC, DSP, con hard disk, connessione HDlink (I2S), alimentazione lineare e interfaccia web (la macchina mi è sembrata molto interessante: dovrò approfondirne la conoscenza), un piatto AMG Giro G9 (8.300€) corredato di un preamplificatore phono Boulder 508 (5.950€), un ulteriore stabilizzatore di rete NUPRiME Pure AC-4 (849€), tutto cablato con cavi MIT.


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Questa ulteriore sala mi è apparsa essere una delle più equilibrate, a livello di trattamento acustico originario, visto che su tutti e quattro lati aveva la parte inferiore assorbente e la parte superiore riflettente: in questo senso si trattava senz'altro di una delle originariamente più "dotate".


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Le Kii Three configurate con il modulo BXT si rivelano dei camaleonti in grado di mutare repentinamente i toni della loro pelle poiché ad un tratto il set udito nell'altra sala aveva acquisito la maggiore autorevolezza sonica tipica degli altoparlanti da pavimento, esibendo una maggiore solidità in basso ma anche una aumentata ricchezza sonora complessiva. Nell'ascolto improvvisamente ho avvertito come sgelarsi il permafrost che si era creato in me per fugaci ascolti effettuati altrove e mi è sembrato che il paradigma si stesse improvvisamente ribaltando.


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La riproduzione de la Pantera Rosa di Mancini, nella bella versione di Erich Kunzel, mostrava una inedita pulizia in gamma alta, con pieni orchestrali resi con solida autorevolezza. Erano passati i soliti 5 minuti del mio format di ascolto, mi appropinquavo ad uscire soddisfatto dalla sala quando veniva riprodotto "Hotel California" degli Eagles nella strepitosa versione live presente su Hell freezes over con quegli enormi colpi di grancassa iniziale: per l'ottima resa di questi colpi ho fatto un rapido dietrofront, ma anche la voce appariva limpida, cristallina, perfettamente intelligibile.

Spostandomi in sala la scena rimaneva accettabile ma non perfetta, come normale che sia e un po' diversamente dal dichiarato, a mio avviso perché il DSP in realtà prevede una focalizzazione piuttosto precisa, al limite di una identificazione spaziale univoca. Ormai ero lì, dunque mi sono fermato ad ascoltare un altro brano, per l'esattezza la parte finale dell'epica sinfonia n. 2 di Mahler, che offriva voci rese con grande naturalezza. Si tratta però di un suono davvero denso, pieno di tanto: organo, voci, timpani, campane, 110 elementi, un messaggio acustico davvero complesso da rendere bene per qualsiasi set di qualsivoglia prezzo. È un excerpt, per così dire, piuttosto rischioso da riprodurre e una lieve ombra di confusione, c.v.d., era in effetti comparsa.

Concludo osservando che trovo geniale dare la possibilità all'appassionato di potersi avvicinare al mondo esclusivo di Kii acquistando il - per così dire - compatto e poco invasivo "modulo di base" con gli stand, per poi progressivamente eventualmente arricchirlo con le funzionalità offerte dal Control ed infine - se ritenuto utile - completarlo con quel BXT che realizza un poderoso, mirabolante rinforzo della emissione sotto ai 250 Hertz. 

Anche questa volta Kii e gli sniper di Audio Graffiti hanno preso bene la mira: obiettivo centrato!

 

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