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Pagina 1 - Il Tempio del Suono, Audio Graffiti
Ogni manifestazione è anche il frutto della storia che l'accompagna e l'hi-fidelity non fa eccezione, potendone orgogliosamente esibire una molto lunga,composta da ben 44 (quarantaquattro!) rassegne dedicate agli audiofili e di cui ben 27 soltanto a Milano. Oggi l'organizzazione dell'hi-fidelity annovera tre appuntamenti annuali, due a Milano ad aprile ed ottobre ed un terzo a novembre a Roma. I due appuntamenti milanesi si svolgono all'interno dell'hotel Meliá, un albergo ben strutturato, dotato di molte sale, alcune delle quali anche piuttosto grandi. Durante il primo week-end di ottobre si è svolta l'edizione autunnale del Milano hi-fidelity: a seguito dell'introduzione pubblicata la scorsa settimana e della prima parte del reportage in questo articolo, proseguiamo con la pubblicazione della seconda parte del reportage.
Il Tempio del Suono Impianto di pregio, quello presentato dal punto vendita di Lissone, con correzione dell'acustica attraverso i pregevoli DaaD di Acustica Applicata. Un pregiato DAC dCS Bartók collegato ad una serie di dolci "occhioni blu" - vale a dire un lettore McIntosh MCD600, un preamplificatore McIntosh C2600 e un finale McIntosh MC312 (300 Watt per canale) - pilotavano una coppia di speaker Sonus Faber Olympica III: un meraviglioso 3 vie con tweeter da 2,9 cm, medio da 15 cm e doppio woofer da 180 cm, 4 Ohm di impendenza nominale, 90 dB di sensibilità, tenuta in potenza 300 Watt, per un peso di 36 chilogrammi. Tra i brani ascoltati, citiamo il bel jazz frizzante del trio di "Jacques Loussier" e del "Yuko Mabuchi Trio". Una riproduzione corretta, quella delle sempre piacevoli invenzioni di altissima ebanisteria e di ottimo design di SonusFaber, con sonorità piacevolmente morbide, certamente più coerenti verso un ascolto rilassato e musicalmente piacevole che non verso certe estremizzazioni audiofile. Come sempre ciascuno ha i propri gusti in tema di riproduzione sonora, ma c'è ben altro qui che non stile ed eleganza della veste estetica.
Audio Graffiti Angus e Julia Stone, con la loro meravigliosa "Drawyourswords", tratta da "Down the way", ci accolgono nella piccola sala Audiograffiti, da pochissimo distributore dei pregevoli diffusori attivi Kii Audio, prodotti in Olanda con componenti teutonici. La coppia di speaker "Three" (12.200€) formato bookshelf, di un bel pantone arancione acceso, creature del marchio fondato da Bruno Putzeys, utilizzano ben sei differenti driver, ognuno pilotato da un finale da 250 Watt dichiarati: un tweeter da 2.5 cm, un midrange da 12,7 cm, due woofer laterali da 16,5 cm e due ulteriori posteriori, sugli hifi stand dedicati (1.000€) e controllo remoto Kii Control (1.586€). Wim Weijers, Sales Manager Europe di Kii Audio, ci spiega che la programmazione del DSP interno è stata molto complessa, in quanto tesa soprattutto a massimizzare il preciso controllo delle caratteristiche di emissione, al fine di neutralizzare o quanto meno di minimizzare gli effetti nefasti delle interazioni in ambiente tramite. L'amplificazione attiva dei singoli driver ha consentito di realizzare una perfetta sinergia tra le caratteristiche delle elettroniche e quelle degli speakers. Da tutto ciò scaturisce un risultato sonico piacevole generato - preciso - in una sala assolutamente non trattata.
Pagina 2 - Audio Point, DML Audio AudioPoint AudioPoint ha avviato la distribuzione dello storico marchio Spendor. Qui abbiamo ascoltato le grandi Classic 200 pilotate dai seducenti valvolari di Leben; benchè penalizzate dalle dimensioni lillipuziane della sala, mostravano una base timbrica corretta e rispettabile in uno stile sonoro un po' vintage che molti trovano irresistibile. Ho avuto poi il piacere di salutare Kerry St James della YG Acoustics che nella stessa sala dello scorso anno (avevo fatto un paio di seminari musicali in quell'occasione che erano piaciute quasi esclusivamente all'ospite americano!) faceva suonare le nuove “Vantage”. Splendida l'accoppiata con le elettroniche di Vitus Audio, un riferimento nordico di qualità assoluta che potrete ascoltare (sono quasi certo) la prossima settimana in occasione dell'evento abruzzese nel negozio di Mino Di Prinzio, a Chieti Scalo. Sempre notevole la prestazione analogica del giradischi SME Synergy. Anche qui ho ascoltato un sistema di notevole equilibrio timbrico in grado di mettere in evidenza in modo realistico la dinamica importante dei passaggi musicali più complessi.
DML Audio In un'ampia sala multimarchio, DML Audio presentava un set che comprendeva il glorioso marchio Galactron, risalito all'onore delle cronache da qualche anno, dopo le suggestive macchine a sviluppo verticale MK 16 e MK 120 prodotte quasi mezzo secolo fa. In una posizione non felicissima, poiché il punto di ascolto ostruiva il passaggio di una sorta di corridoio, vengo posto al cospetto di un piatto Perpetuum Ebner P1010 MKII (2.630€), di un lettore 3D Lab T2000, un interessante streamer compatto Triangle AIO C (159€) e uno streamer 3D Lab Nano Transport Network Signature V3 (3.450€). I diffusori Magnepan, un dipolo praticamente perfetto, con driver principale "quasi-ribbon", tweeter a nastro e tecnologia magnetoplanare, erano mosse dall'integrato allo stato solido Galactron MK3020 da 2x100 Watt su 8 Ohm e 2x236 Watt su 2 Ohm (7.750€), elettronica a cui aggiungere in opzione il DAC 3201 (700€) e anche la scheda phono (350€). Il Galactron era a valle di un preamplificatore Conrad-Johnson GAT S2 (36.800€), mentre tutte le elettroniche erano collegate ad un distributore di alimentazione a 6 prese GalactronMK66 (3.500€). Ci viene proposto prima il piacevole ma un po' evanescente "Only Time" di Enya, tratto da "A daywithoutrain" in versione liquida, poi un classico dei Police, "Message in a bottle", reinterpretato daSarah Jane Morris& Antonio Forcione. Il set non brilla per estensione tonale e agli speaker planari difetta più del solito la gamma mediobassa. Non so se i brani si sposassero bene con il set. Peccato, ma dovremo senz'altro concedere loro una seconda possibilità.
Pagina 3 - Pixel Engineering, Stereo Box MBL Pixel Engineering, che distribuisce in Italia prodotti a marchio MBL, NAD, Dali, Bluesound e molti altri, al Melià aveva a disposizione due salette. Nella prima arano ospitati tre diversi sistemi, con componenti NAD e diffusori Dali, compresi i personal speaker Dali Ketch e la nuova soundbar Ketch One. Nella seconda sala c'era invece un sistema MBL, pregiato marchio berlinese che rappresenta per tutti noi una tappa imperdibile alla fiera di Monaco, per via della produzione di oggetti praticamente unici ed inimitabili. Il sistema è della linea Corona (la serie di ingresso del brand), collegata con CD-DAC C31 (circa 9.200$) e integrato C51, apparecchio allo stato solido con amplificazione in classe D che eroga 180 watt per canale su 8 Ohm e 300 watt per canale su 4 Ohm (circa 11.000$). La testa onnidirezionale delle Radialstrahler 126 della linea Corona (circa 11.800$ la coppia), "le piccole di casa", mi fa tornare alla mente quella delle ormai scomparse Ohm, le quali ultime però nelle frequenze di incrocio con la gamma medio bassa della parte dinamica mostravano più di qualche incertezza. Naturalmente il risultato è ben lontano (anche in termini di prezzo di listino) da quello, davvero impressionante, garantito dalle 101 X-treme. Nella riproduzione da "Sound of China"di "Moon light on springriver", infatti, i due woofer laterali da 5" sembrano quasi scollegati e l'emissione appare carente in gamma bassa, mentre l'alta, di gran livello, prodotta dal mid e dal tweeter radiali, viene soavemente riprodotta. Permane quella meravigliosa spazialità tipica dell'emissione onnidirezionale, con un punto di erogazione del suono - mi si conceda il gioco di parole - naturalmente non individuabile come puntiforme, che dovrebbe però spingere il fortunato acquirente ad inserire lo speaker in ambiente dopo attenta valutazione, in modo da valorizzare i (in questo caso) desiderati effetti riflessivi. Le elettroniche sono esteticamente bellissime, con quella luminosa aureola concava posta al centro dei coperchi che promana una luce soffusa. Dopo un po' perdiamo la pazienza e chiediamo un aumento di volume, ricordando che non siamo in un aeroporto in attesa dell'imbarco. Finalmente le cose migliorano e la cassa inizia a cantare. Nel brano si odono distintamente i tocchi delle punte delle bacchette sulla coppa dei piatti e più in generale si conferma la grande estensione e trasparenza verso l'alto di cui è capace lo speaker. Il piano (strumento notoriamente difficilissimo da riprodurre) viene reso bene, realisticamente, anche se gli manca la poderositàdi un gran coda (magari solo perché non lo è).
In una piccola sala del tutto priva di trattamento ambientale, Stereo Box presenta i prodotti Lyravox, brand tedesco di Amburgo. La piccola sala consente di ospitare solo due file di pochissimi posti. Vengono proposte le casse autoamplificate Karlina Komplett, un 4 vie dotate di un tweeter ceramico da 30mm, di un mediobasso da 7", un woofer in alluminio da 10" e un tweeter di ambienza con emissione superiore. Il diffusore è attivo e dispone di 6 finali in classe D da 1.200 Watt di potenza totale, oltre ad uno streamer HD Audivo, un modulo DSP ad 8 canali, e ad un telecomando ad infrarossi. Il telaio ha una porta USB integrata e può connettersi in rete con Music server, NAS, PC, sorgenti DLNA, oltre che ricevere Internet Radio e servizi come TIDAL e Qobuz. C'è anche il Bluetooth con tecnologia APT-X, quindi con qualità audio ben superiore ai precedenti, grazie ad un maggiore flusso di dati e a più efficienti algoritmi di compressione/decompressione. Non mancano gli ingressi analogici e un ingresso digitale SPDIF coassiale, per un peso di circa 30 kg per ogni diffusore. Il sistema all-in-one emana un suono estremamente controllato, perfettamente coerente con la componentistica di dimensioni contenute presente nella parte frontale (il woofer è alloggiato nella parte posteriore). Ascoltiamo il magico piano di Lola Astanova, in "Fantasy". La timbrica sembra essere eccessivamente asciutta in gamma bassa, ma la riproduzione appare corretta. In un lato della sala si può ammirare in esposizione statica Stereomaster 2 MKII (i.e. SM2 MKII), un altoparlante orizzontale dalle sembianze di un grande canale centrale per impianti multicanale o, a seconda dei gusti, di una gigantesca meravigliosa soundbar, disponibile anche con una pregiata ebanisteria, dal costo a partire da 18.800€. 12 altoparlanti costituiscono un completo sistema stereo che garantisce la dinamica di un concerto live con una amplificazione attiva digitale multicanale da 3.000 Watt e uno streamer integrato ad alta risoluzione:purtroppo era scollegato, ma era esteticamente davvero sontuoso.
Pagina 4 - Axiomedia, Omega Audio Concepts Axiomedia
Axiomedia è da anni un riferimento assoluto in Italia per tutti gli autocostruttori poiché distribuisce alcuni dei componenti più prestigiosi per la produzione di sistemi di altoparlanti. Nel suo catalogo è possibile trovare anche prodotti Skan Speak, Faital e Morel e fino al prestigioso tweeter con cupola in diamante Seas Excel. Tra le categorie, non mancano componenti per il car audio e la domotica, assieme a connettori e accessori vari per ogni tipo di necessità. In quest'ultima edizione del Milano hi-fidelity, Axiomedia ha mostrato alcune novità riassunte in parte dal CEO Gioacchino Ballo nel video qui in alto. Tra le novità che meritano senz'altro un approfondimento ricordiamo ad esempio due progetti realizzati da Axiolab, ovvero due schede con amplificatore in classe D, la prima stereo (2x40W) e la seconda a tre canali (3x40W) con ingresso HDMI e DSP programmabile. Interessanti poi gli speaker ad incasso della Tang Bang che si inseriscono nelle scatole BTicino 506, sia in configurazione due vie, sia come subwoofer: in questo caso è interessante la sinergia con la scheda a 3 canali con DSP integrato che può essere utilizzata per creare un sistema ad incasso davvero a scomparsa con due satelliti a due vie e sub-woofer. Altrettanto interessante lo streamer con amplificazione digitale 2x50W, compatibile anche con i servizi di streaming più comuni, a sole 159 Euro, presto in prova su AV Magazine. Omega Audio Concepts
Da anni alle manifestazioni audio è presente uno stand "importante" di Omega Audio Concepts, marchio che si vanta di produrre tutto in Italia, a Treviso, e che da poco ha inaugurato una nuova showroom. Nella sala molto lunga e un po' stretta, giganteggiano solo due speakers e una elettronica centrale. L'ambiente non sembra particolarmente "riflettente". Il layout della sala prevede un'unica sedia al centro, situata nello sweet spot (dove ho avuto la fortuna di potermi sedere), e a seguire tre file da tre posti. Il set mostra un design non banale, anzi personalissimo (per converso, particolarmente soggetto ai gusti del possibile acquirente), ed emette un sound piacevole, analogico,con una buona gamma alta. Tutto viene comandato wireless mediante un minitablet. La parte finale dell'integrato Essenziale All-in one presente in sala, da 100 Watt, ha sostituito la precedente, da 50 Watt e non ha alcun condensatore in serie al segnale. Si tratta di una macchina ricavata scavando dal pieno a CNC un blocco di alluminio da 60 kg, con i circuiti isolati dalle interferenze RFI ed EMI sia esterne che interne, trasformatori meccanicamente isolati dal telaio e cavi di connessione interni della serie brevettata Elements Nano extra. All’interno è presente un ricevitore USB 24/192 con 3 ingressi, con capacità di connessione via Bluetooth a qualsiasi smartphone, tablet, computer o apparecchiatura per potere selezionare le tracce da riprodurre da chiavette memorystick, hard disk, music server, computer, smartphone, tablet ed effettuare streaming. Dopo la sezione ricevitore USB c’è un’unità di conversione DA Sigma-Delta AK 4384. Dispone di ingresso digitale S/PDIF su coassiale RCA, quindi è possibile collegare un’unità di lettura CD separata. Rapporto Segnale/Rumore 120dB. Gli speaker Essenzialesono dei 4 vie con woofer da 32cm. Il set dei tre Essenziale costa circa 40.000€. In sala è presente un mediatore tecnologico, Giampiero Peron, molto gentile e disponibile a fornire informazioni. Viene riprodotta una interpretazione di "Hallelujah" della mia amata ChieAyado. Il set diffonde in sala un suono gradevole, se non fosse per una fastidiosa risonanza sul pianoforte che finisce col rendere inintelligibile il segnale sonoro, per fortuna solo nelle parti in cui interviene lo strumento:si tratta, insomma, di un brano decisamente non adatto a far esprimere il set al meglio di sé. Segue la riproduzione di un clavicembalo che invece non genera lo stesso problema. ... continua
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