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Sintonie 2019: seconda parte
Sintonie 2019: seconda parte
Fabio Angeloni, Emidio Frattaroli - 19 Novembre 2019
“Sintonie High End e Audio Video Show s'incontrano a Rimini per mettere l'ipoteca sulla pił importante manifestazione audio e video in Italia: dopo la prima parte dedicata alle sale video, proseguiamo il viaggio tra le sale audio pił interessanti ”
Pagina 1 - Audio Natali, con dCS, Nagra e Sasha DAW


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Continuiamo il nostro reportage del doppio appuntamento Sintonie High End e Audio Video Show, dopo la prima parte dedicata agli impianti audiovideo, pubblicata a questo indirizzo. Continuiamo ora con i sistemi audio più importanti, iniziando dalla vasta sala di Audio Natali che, anche quest'anno, è stata tra le più frequentate  Il team del distributore toscano, in collaborazione con Angelucci HiFi, aveva allestito una catena così composta: meccanica CD-SACD dCS Rossini Transport, convertitore dCS Rossini DAC, clock dCS Rossini Clock. La sorgente analogica trovava il registratore a nastro Nagra IV-S con motore QGB. Preamplificatore Nagra HD-Preamp, finali monofonici Nagra HD-Amp. I diffusori sono i Wilson Audio Sasha DAW.  


 

Alla base di un buon ascolto c’è una selezione di brani ben sperimentati che si uniscono a golose novità discografiche, alcune presentate in anteprima proprio qui a Rimini. Alcuni di questi “pezzi” hanno accompagnato le  prove d'ascolto di Marco Cicogna degli ultimi anni. Dati gli ingredienti, il risultato dipende dall'impianto di riproduzione, che deve rendere fruibile il contenuto del disco in modo corretto e coinvolgente. Con una catena audio di questo calibro è stato facile cogliere anche confronti tra formati, “liquidi” e “solidi”, digitali ed analogici, senza dimenticare il SACD in formato “fisico” grazie alla presenza dello straordinario dCS Rossini, lettore, DAC e server a rappresentare una sorgente di riferimento. Ma non finisce qui. Una forte attrattiva è stata rappresentata dal registratore a bobine Nagra con il quale abbiamo potuto ascoltare un breve florilegio di registrazioni analogiche. A questo livello l'analogico non teme rivali.

 
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In campo digitale abbiamo raccolto un buon numero di “bocconi sonori” che spaziano da un estremo all’altro del repertorio, una serie di brani che esprimono diverse combinazioni timbriche, piccoli gruppi e grandi formazioni, dalla classica al jazz, al pop. Chi non era abituato ad ascoltare a livello praticamente reale il finale della “Sagra della Primavera” o l’attacco sugli ottoni e timpani da “Urano” (Holst, Pianeti), ha provato sorpresa ed emozione nel realismo di questo sistema. In tutto questo è stato possibile anche affrontare temi di carattere generale come quello del corretto volume d’ascolto, la “giusta” dinamica di un’orchestra, il colore ed il timbro nella resa degli strumenti, la differenza tra le diverse incisioni ed etichette.

Il significato di “dinamica orchestrale” si coglie ad esempio attraverso l’ascolto di alcuni spunti dalla Seconda di Mahler, partitura tra le più possenti del repertorio, materiale sonoro che nessuno avrebbe il coraggio di farvi ascoltare in una mostra HiFi. E' stato quindi possibile focalizzare il modo in cui l'impianto propone gli elementi ambientali propri dell’incisione, un gioco che punta sulla risoluzione ai bassi livelli di segnale e che configura il “respiro” stesso dell’evento sonoro.

 
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Quando la sala è affollata, il suono complessivo si sposta verso tonalità più calde; c'è un notevole assorbimento e ci troviamo ad alzare di molto il livello sonoro. Con diverse file di ascoltatori è ovvio che un determinato livello di riproduzione che risulta corretto per chi siede in fondo, apparirà troppo forte a chi sta in prima fila. E viceversa s’intende. Per questo invito i partecipanti a spostarsi, cambiando più volte di posto per godere di prospettive sempre diverse

 
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Si conferma la musicalità delle Sasha DAW che già avevamo apprezzato in altri incontri musicali. Hanno affrontato questo impegnativo ambiente con generosità e dinamica, capaci di scandagliare le più sottili trame sonore anche nei passaggi a basso livello sonoro, ai limiti della risoluzione del sistema. Del resto se è vero che le Sasha DAW (dedicate appunto al fondatore David Andrew Wilson) hanno radici ben piantate nella tradizione della casa americana, dall'altro vengono a concretizzare gli sviluppi più attuali dell'azienda che oggi vede al timone Daryl Wilson.

 
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Ricordiamo che dallo storico sistema WATT/ Puppy nasceva la versione originale delle Sasha, in seguito perfezionate. Daryl Wilson ha concepito una nuova generazione di Sasha, ulteriore evoluzione di un sistema che rende onore all'impegno del compianto papà Dave. Dopo due anni di sviluppo Sasha DAW arrivava sul mercato lo scorso anno, diffusore totalmente ridisegnato che appare del tutto nuovo rispetto alle Sasha 2.

 
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Tra le caratteristiche principali la camera posteriore per il tweeter Convergent Synergy derivata dalle WAMM, il nuovo woofer da 8'' che origina dagli studi effettuati per le Alexia 2, il midrange che è lo stesso driver di prestigio che troviamo nelle WAMM, XLF, Alexx e Alexia, gli speciali supporti studiati per il possente subwoofer Thor’s Hammer. Inoltre si mette in evidenza il pannello che ospita il woofer (ora inclinato di 3°), un più facile carico di impedenza, l'aumento del volume a disposizione del midrange e del woofer, il rinnovato sistema di fissaggio e smorzamento del woofer, il circuito cross-over più raffinato, il nuovo disegno della griglia del medio, la ricollocazione del condotto del reflex con un nuovo profilo per contenere la turbolenza, l'aumento dello spessore del cabinet per midrange e woofer. La musica più bella dell’intera rassegna? Probabilmente si.

 

Pagina 2 - Audiograffiti - Kii Audio


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Kii audio è un marchio presente anche in altra recente mostra milanese, sulla quale abbiamo pubblicato un ampio reportage al quale volentieri rimandiamo il lettore più curioso. Nella presentazione curata dal bravo mediatore tecnologico presente in sala, Eugenio Fenocchi, veniva spiegato con inusitata esaustività che Kii Audio è una delle più recenti acquisizioni di Audiograffiti, essendo stato scoperto all'ultimo High End di Monaco, nel maggio scorso. Si tratta di un marchio olandese che offre un prodotto con amplificazione integrata con moduli Hypex  (classe D, Ncore customizzati), dotato di una alimentazione switching di qualità, convertitore e DSP interni. 

I diffusori Kii Audio utilizzano componentistica tedesca e trovano il loro punto di forza nella sofisticata programmazione del DSP interno, che consente di attenuare le complesse interazioni che si realizzano tra lo speaker e l'ambiente. Inoltre, nell'intervista esclusiva che il Sales Manager Wim Weijers ci ha rilasciato, è emerso che il sistema riesce a garantire un preciso allineamento temporale ed anche una equalizzazione di fase, tesa ad attenuare riverberi e rimbombi; sempre grazie al DSP è possibile modificare la risposta in frequenza sul singolo canale agendo sulle frequenze dei 30, 50, 1.000 e 2.000 Hertz.

Ogni sistema può contare su ben sei differenti driver, ognuno pilotato da un finale da 250 Watt dichiarati: un tweeter da 2.5 cm, un midrange da 12,7 cm, due woofer laterali da 16,5 cm e due ulteriori posteriori.  Le Kii Audio sono poste su hifi stand dedicati (1.000€). L'interfaccia Kii Control (1.586€), collegata agli speaker con un cavo ethernet Cat6 (con protocollo proprietario KiiLink), oltre ad estirpare alla radice l'eterno dilemma di individuare il precario equilibrio tra le impedenze di entrata, uscita e gain, consente pure di aggiungere ulteriori sorgenti analogiche o digitali (USB, S/PDIF e TosLink) a quelle già presenti sugli speaker, Al di là delle pregevoli caratteristiche tecniche, nell'insieme gli speaker trasmettono una sensazione di grande qualità costruttiva che porta sempre con sé una quanto mai ricercata robustezza operativa.


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Gli speaker Kii Three possono essere scelti tra infiniti colori, ma alla mostra erano proposti in una colorazione rosso-arancio, dunque con finitura custom (dai 12.200€ del tipo base si passa a 14.760€), ed erano installati in una sala priva di qualsiasi trattamento, in un ambiente piuttosto riflessivo, dotata di 3 file da 3 posti. Completavano il set un lettore NUPRiME CDT-8 Pro (795€) con stabilizzatore di rete NUPRiME Pure AC-4 (849€) e un server multimediale Naim (che non era in funzione).


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Mi sono brillati gli occhi, poi, quando ho notato che in sala erano addirittura (sigh!) disponibili dei depliant che riportavano le caratteristiche tecniche e i prezzi dei singoli apparecchi. Veniva dunque riprodotta una rivisitazione dell'immarcescibile "I wish you were here" dei Pink Floyd, nella piacevole interpretazione di Arianna D'Angelo ("Acoustic", Studio Records), con un sound dalla limpidezza stupefacente e un medio quasi live, con la penna per chitarra che si udiva distintamente pizzicare le corde.


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Con "Wreck of the Umbria" della violinista Anne Akiko Meyers (Mirror in mirror) emergeva una davvero inaspettata capacità di riprodurre la gamma bassa profonda, forse dovuta alla dichiarata capacità dello speaker di scendere fino a 30 Hertz a meno 3 dB. Si tratta, come detto, di un prodotto da considerare seriamente per via della sua caratteristica di all-in-one e in relazione alle notevoli potenzialità soniche che è in grado di sprigionare grazie alla sua sofisticata sezione di elaborazione digitale.


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In altra sala abbiamo avuto la fortuna di ascoltare il modello composto dai Kii Three e da un modulo aggiuntivo denominato Kii Three BXT (17.320€), che sarebbe ingeneroso ed anzi sbagliato definire "subwoofer" perché oltre ad aggiungere 16 woofer aggiuntivi autoamplificati (per un totale di ulteriori 4.000 Watt) con controllo di fase e di frequenza che garantiscono una maggiore pressione sonora complessiva del set, opera con una modalità piuttosto articolata riconfigurando il sistema in modo da utilizzare contemporaneamente tutti i woofer al fine di realizzare una direttività cardiode (dunque direzionale, rispetto alla consueta onnidirezionalità) che sospinge la gamma bassa in avanti.


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Nel rack erano presenti un Rokna Wavedream NET (8.900€), meccanica CD/DVD, server audio, ripper, master clock, DAC, DSP, con hard disk, connessione HDlink (I2S), alimentazione lineare e interfaccia web (la macchina mi è sembrata molto interessante: dovrò approfondirne la conoscenza), un piatto AMG Giro G9 (8.300€) corredato di un preamplificatore phono Boulder 508 (5.950€), un ulteriore stabilizzatore di rete NUPRiME Pure AC-4 (849€), tutto cablato con cavi MIT.


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Questa ulteriore sala mi è apparsa essere una delle più equilibrate, a livello di trattamento acustico originario, visto che su tutti e quattro lati aveva la parte inferiore assorbente e la parte superiore riflettente: in questo senso si trattava senz'altro di una delle originariamente più "dotate".


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Le Kii Three configurate con il modulo BXT si rivelano dei camaleonti in grado di mutare repentinamente i toni della loro pelle poiché ad un tratto il set udito nell'altra sala aveva acquisito la maggiore autorevolezza sonica tipica degli altoparlanti da pavimento, esibendo una maggiore solidità in basso ma anche una aumentata ricchezza sonora complessiva. Nell'ascolto improvvisamente ho avvertito come sgelarsi il permafrost che si era creato in me per fugaci ascolti effettuati altrove e mi è sembrato che il paradigma si stesse improvvisamente ribaltando.


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La riproduzione de la Pantera Rosa di Mancini, nella bella versione di Erich Kunzel, mostrava una inedita pulizia in gamma alta, con pieni orchestrali resi con solida autorevolezza. Erano passati i soliti 5 minuti del mio format di ascolto, mi appropinquavo ad uscire soddisfatto dalla sala quando veniva riprodotto "Hotel California" degli Eagles nella strepitosa versione live presente su Hell freezes over con quegli enormi colpi di grancassa iniziale: per l'ottima resa di questi colpi ho fatto un rapido dietrofront, ma anche la voce appariva limpida, cristallina, perfettamente intelligibile.

Spostandomi in sala la scena rimaneva accettabile ma non perfetta, come normale che sia e un po' diversamente dal dichiarato, a mio avviso perché il DSP in realtà prevede una focalizzazione piuttosto precisa, al limite di una identificazione spaziale univoca. Ormai ero lì, dunque mi sono fermato ad ascoltare un altro brano, per l'esattezza la parte finale dell'epica sinfonia n. 2 di Mahler, che offriva voci rese con grande naturalezza. Si tratta però di un suono davvero denso, pieno di tanto: organo, voci, timpani, campane, 110 elementi, un messaggio acustico davvero complesso da rendere bene per qualsiasi set di qualsivoglia prezzo. È un excerpt, per così dire, piuttosto rischioso da riprodurre e una lieve ombra di confusione, c.v.d., era in effetti comparsa.

Concludo osservando che trovo geniale dare la possibilità all'appassionato di potersi avvicinare al mondo esclusivo di Kii acquistando il - per così dire - compatto e poco invasivo "modulo di base" con gli stand, per poi progressivamente eventualmente arricchirlo con le funzionalità offerte dal Control ed infine - se ritenuto utile - completarlo con quel BXT che realizza un poderoso, mirabolante rinforzo della emissione sotto ai 250 Hertz. 

Anche questa volta Kii e gli sniper di Audio Graffiti hanno preso bene la mira: obiettivo centrato!

 

Pagina 3 - Audiogamma - Bower and Wilkins Formation


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Della nuova serie wireless Formation di "B&W", anzi di "Bower and Wilkins" - come il brand da un po' si definisce, con relativa modifica dei loghi apposti su tutti suoi prodotti - AV Magazine ha già parlato prima qui e poi qui. Approfittiamo per ricordare che l'originaria proprietà britannica da qualche tempo è passata alla startup americana EVA Automation.


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La serie Formation è composta da un insieme di prodotti che cavalcano i desideri del momento, dunque digeriscono musica liquida, sono controllabili con la "Formation App" che assicura compatibilità Airplay 2 (per iOS), usano un Bluetooth 4.1 classe 2 (non capisco perché non il 5.0!) con modalità aptX HD (per Android), hanno compatibilità con Spotify Connect e sono Roon Ready, con una spiccata vocazione multiroom. Il sistema utilizza una rete mesh proprietaria che consente la sincronizzazione tra device, con un ritardo inferiore ad un microsecondo per i Duo e di qualche millisecondo per gli altri diffusori, possono riprodurre musica ad alta risoluzione fino a 24bit/96 KHz e sfruttano un DAC 24 bit premium con DSP.


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Premetto immediatamente che tutti i prodotti suonano molto bene, hanno un design praticamente da sempre iscritto nella tradizione del marchio e continuano idealmente la "tradizione" di proporre altoparlanti compatti e iconici, a partire dal meraviglioso Zeppelin che anticipò, non di poco, i tempi tra gli altoparlanti amplificati "stand-alone". Anche se in questo caso, invece, pur partendo da una storica posizione di supremazia qualitativa, più che precorrere i tempi, Bower and Wilkins sembra aver fatto tesoro degli esperimenti altrui e, rimanendo in questo ambito buona ultima del giro, ha finalmente deciso di calare in tavola la sua mano vincente.


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Al piano terra del Palacongressi era presente un ampio angolo gestito da Audioquality ma tutto dedicato a prodotti Audiogamma e dunque anche a Bower and Wilkins. In una precedente mostra audiovideo svoltasi al Nord ero stato attratto dagli "stilosi" Formation Flex, dotati di un tweeter da 2,5 cm e di un woofer da 10 cm, sorretti da una amplificazione da 50 Watt e stipati in un piacevole case cilindrico ultracompatto, con costo alla coppia appena inferiore ai 1.000 Euro (999€, per l'esattezza!). Nel corner di Audiogamma erano esposti anche il subwoofer compatto Formation Bass (1.099€), dotato di due woofer a corsa lunga da 16 cm e due amplificatori da 250 Watt in classe D (il cui form factor richiama alla mente il precedente PV1-D), il Formation Wedge (999€) con una struttura che richiama il citato Zeppelin Wireless.

Anche il Wedge adotta due tweeter da 2,5 cm, due midwoofer FST da 9 cm e un (sub)woofer da 15 cm, con amplificazione integrata rispettivamente da 40W, 40W e 80W; rispetto al vecchio Zeppelin, il Wedge ha maggiore compattezza pur garantendo una "apertura angolare" di 120°. C'è poi la Formation Bar (1.249€), suggestiva e snella soundbar, larga 124 cm, dotata di meravigliose nervature ellittiche superficiali che fanno tornare alla mente il rivestimento del famoso edificio 30 St Mary Axe di Londra. All'interno troviamo tre tweeter da 2,5 cm e sei midwoofer da 6,5 cm caricati in bass-reflex, alimentati da sei amplificatori da 40 Watt. Completava l'esposizione statica il Formation Audio (699€), uno "smilzo" preamplificatore-sottiletta dotato di ingressi audio analogici e digitali idonei a collegare un giradischi e un lettore CD, la cui programmazione musicale risulterà così fruibile da tutti i diffusori della serie Formation presenti nel set.


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Per fortuna era invece collegato e perfettamente funzionante il "pezzo da 90" della serie, vale a dire la coppia di altoparlanti Formation Duo (3.999€) dotati di un tweeter da 2,5 cm con cupola in fibra di carbonio mutuato dalla serie 700 e di un midwoofer da 16,5 cm in Continuum carpito alla serie 800 Diamond, sospinti da due finali in classe D da 125 Watt, con un aspetto che non può che richiamare immediatamente alla mente gli speaker della serie 800 per il form factor ma anche per via del particolare posizionamento del tweeter


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I 5 minuti di tempo che solitamente mi concedo (replicando il tempo che dedicano i visitatori "fuori porta" agli ascolti), anche considerata la necessità di liberare la comoda seduta monoposto a beneficio di altri ascoltatori, mi hanno consentito di ascoltare a volume adeguato "Trampoline" di Shaed, tratto da "Melt": nella riproduzione del brano gli altoparlanti hanno esibito una poderosa gamma bassa, ricca quanto quella solitamente emessa da altoparlanti di diametro maggiore (merito del trattamento digitale adattivo del suono con analisi dinamica?), e una gamma medio-alta che restituiva una voce presente, chiara e vivida. Dopo essere arrivato a verificare ictu oculi se il subwoofer fosse davvero scollegato, li ho decretati senza alcuna ombra di dubbio le migliori casse compatte wireless mai udite in vita mia in termini di rapporto tra estensione sonora e form factor!


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Visto lo stupore che mi si leggeva in volto, il gentile mediatore tecnologico musicale di Audioquality ha collegato apposta per me anche le più piccole Formation Flex (dal costo, ricordo, pari ad un quarto delle Duo!) e ha messo in riproduzione lo stesso brano (particolarmente ben inciso, preciso) ascoltato qualche attimo prima: il risultato dava conto dell'immaginabile attenuazione di quella estesissima gamma bassa e di una qual certa compressione della medioacuta, per cui il messaggio sonoro, pur rimanendo pienamente intelligibile e godibile risultava come svuotato di qualcosa. Come sempre, con Keynes, potrei dire che "non esistono pasti gratis", ma forse sarebbe semplicemente bastato invertire l'ordine degli ascolti per trarne una impressione diversa.


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In entrambi i casi, si tratta di prodotti consigliabili per chi cerca un set all-in-one compatto che garantisca ascolti di qualità, ma non posso davvero esimermi dall'attribuire una menzione speciale agli strepitosi Formation Duo, che ritengo però del tutto inadatti agli audiofili dai palati fini e dalle orecchie di pipistrello alla ricerca della estensione tonale situata sui 192 KHz e/o a coloro che prima di tutto desiderano un rigido controllo in gamma bassa, che provoca quel suono esangue che può indubbiamente aiuta il posizionamento dello speaker in ambiente. Se trovate un attimo di tempo per farlo, andate ad ascoltarli, anche solo per confutare questa mia infatuazione!

 

Pagina 4 - Audio Living Design: Brinkmann TAD VTL


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Entro nella bella sala rettangolare di Audio Living Design (cui suggerirei di aggiornare i prodotti pubblicati sul sito web) e trovo riuniti alcuni tra i marchi meglio suonanti disponibili nel panorama internazionale. La sala, come altre, provvidenzialmente dispone del trattamento acustico di Fantoni Group che accomuna quasi tutti gli ambienti del Palacongressi di Rimini, in questo caso con pareti integralmente riflettenti e assorbenti (non miste), non simmetricamente disposte, e presenta 3 file da tre sedie, 5 sedie poste a fondo sala da una parte e 4 dall'altra.


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L'impianto è composto da un elegante piatto dal design essenziale Brinkmann Taurus (13.990€), con relativo braccio 12.1 (5,900€) - entrambi non verranno usati nel corso della dimostrazione -, da un SACD player TAD-D600 Reference (42.780€), da un preamplificatore valvolare VTL TL6.5 II (27.680€), da due finali mono valvolari da 300 Watt VTL MB185 III (36.940€ la coppia) e da una coppia di casse TAD Evolution 1 TX-K (25.900€ la coppia), con probabile cablaggio SilverCom.


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Il programma proposto è tratto dal nuovo CD di Arianna D'Angelo, "Acoustic", per Studio Records, che ricomprende anche la reinterpretazione di alcuni begli standard. Odiamo una reinterpretazione di "Wish you were here" con una chitarra particolarmente chiara, pulita, registrata a ripresa ravvicinata, ma con una voce lievemente arretrata, per i miei gusti. L'artista, giovane, simpatica e musicalmente dotata, farà poi anche una breve esibizione cantando e suonando alcuni brani tratti dal suo ultimo lavoro a vantaggio degli ascoltatori presenti in sala.


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Poi odiamo "Le petit train d'autrefois", jazz di Pierre Verany, con il suono live, molto diffuso, della grande orchestra. Ci godiamo una riproduzione di estrema qualità. Chiediamo di poter ascoltare un brano della nostra selezione tratta dal TrituraImpianti n. 4, e il set riproduce timpani "veloci" (che sfatano la supposta "lentezza" del suono valvolare) e trombe poderose, con una gran (mi si scusi il calembour) grancassa. Come sempre l'accoppiata tra i caldi VTL e le meravigliose TAD garantisce un risultato inappuntabile, di grande qualità e classe.


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Si tratta insomma di una di quelle sale in cui viene la voglia di tornare per godere di un bell'ascolto (come effettivamente ho fatto): brava Audio Living Design!

 

Pagina 5 - LP Audio: Elac Moon


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Dopo averla ascoltata a Milano, la bella sala di Elac/Moon di LP Audio di Luca Parlato per fortuna è stata trasferita qui a Rimini, sempre con quella imbarazzante luce blu che concorre a creare un ambiente saturo di luce con spettro vicino a quello ultravioletto e al contempo rende anche davvero arduo poter fare foto appena decenti.

In effetti gli speaker da pavimento della Elac erano una editio minor di quelli presenti a Milano, in quanto al posto delle straordinarie Concentro 9 c'erano diffusori più economicamente abbordabili, i Vela FS409 (6.900€ in colore nero), 3 vie e mezzo in bass-reflex con 2 woofer (uno dei quali usato come mid-woofer) da 18 cm, un midrange AS XR da 15 cm, un tweeter AS XR JET 5, senza schermatura magnetica, con una sensibilità di 89dB, una impedenza di 4 Ohm (che scende fino a 3,4 Ogm a 105 Hertz), una tenuta in potenza (continua) di 200 Watt per 32 chilogrammi di peso: si tratta peraltro di uno dei modelli non firmati da quel genio di Andrew Jones, poiché la sua gestazione affonda i propri natali nel tempo.


 

Due curiosità tecniche su questo speaker: sulla superficie dei coni del woofer e del midrange sono state innervate molte sfaccettature che sembrano irrigidirla, al punto che risulta "lavorata" e diversa dalla solita liscia e concava presente su molti driver di altri marchi; anche il tweeter è diverso dalla norma poiché deriva dallo schema utilizzato nel famoso tweeter Air Motion Transformer (AMT) ideato nel 1973 dal dottor Oskar Heil.


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La coppia di finali stereo Moon 860A V2 usata a Milano in mono a ponte (utilizzando il sistema proprietario che minimizza i difetti tipici di una configurazione del genere) è qui sostituita con un unico esemplare utilizzato in modo canonico (stereo); per semplicità ricordo i dati di targa: "fino a 5 Watt in classe A, fino a 225Watt per canale in configurazione dual-mono su 8 Ohm, 450 Watt su 4 Ohm e 750W in configurazione mono su 8 ohm, con 110 dB di rapporto segnale rumore, un peso di 40 chilogrammi e un costo di 20.000€". Il set, per il resto, è il medesimo di Milano, dunque "il preamplificatore 740P (9.450€), lo streamer DAC 780D V2 (15.750€), il DAC-CD Transport 650D (8.700€), l'alimentatore 820S (8.400€) e il condizionatore di rete Powergrip YG-1 (1.525€). 


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La sala è stata dotata di adeguato trattamento ambientale posto davanti, in fondo e ai lati: un telo centrale, 6 pannelli laterali, due agli angoli frontali della stanza. Noto per la seconda volta che il titolare, nonché per l'occasione mediatore musicale e tecnologico, Luca Parlato, oltre a non fare la figura della inutile "mummia imbalsamata" (come accaduto altrove) si mostra sempre disponibile con i presenti ed offre una programmazione musicale al livello del set, senza mai sbagliare un colpo. Forse la presenza di un po' di materiale illustrativo (da confrontare poi su Internet) e/o di un foglio che illustrasse la composizione della sala avrebbe potuto ulteriormente supportare la (anche commercialmente) delicata fase di ascolto.


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Si inizia con Wycliffe Gordon, "Just going off (alternate mix)", tratto da "The complete yoyride". Gli speaker emanano la musica letteralmente trascinata dal suo trombone grasso, poderoso, accompagnato, tra gli altri, da una classica batteria jazz resa inusitatamente cristallina. La meravigliosa magia milanese qui si ripete, solo lievemente meno fuori dall'ordinario, in quanto il set appare leggermente più rigoroso e neutro, il che per moltissimi costituisce un atout e non un difetto.


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Segue l'altrettanto eccellente "Hey Now", di London Grammar tratto da "If you wait": lo stage appare sempre piacevolissimo, equilibrato, naturale, con un pianoforte quanto mai realistico, ferma l'ottima scena ricreata anche nel pezzo precedente. Nella nostra chat "AV Magazine Italian Panel" il mio amico Davide/DSScherziElettronici mi fa notare di aver udito in sala un lieve "sentore metallico" e in effetti comprendo che la configurazione del tweeter può non piacere, anche se a me quella pulizia di emissione in alto piace e sembra in certo qual modo controbilanciare un suono nell'insieme piacevolmente gradevole e caldo, probabilmente favorito dal doppio woofer. Sempre ottimi ascolti, qui da LP Audio!

 

Pagina 6 - Audio Reference Bergmann EMM Labs Gryphon Koetsu


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Dopo aver brillato di luce propria a Milano, la splendida sala di Audio Reference si è trasferita a Rimini, piena delle sue autentiche meraviglie sonore. La grande sala d'angolo aveva tre lati assorbenti nella parte inferiore e riflettenti nella superiore, ma sul lato destro di ascolto si aprivano anche due grandi finestre verticali.


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Il set riproduceva uno dei due presenti nell'altra manifestazione, con il lettore CD Gryphon Ethos (35.140€), dal bel telaio con la originale foggia triangolare, il lettore digitale e streamer EMM Labs NS-1 (4.490€) ed il convertitore D/A EMM Labs DAC DV2 (41.100€). L'integrato danese Gryphon Diablo 300 (15.620€), costruito secondo rigide specifiche militari, che eroga 300W su 8 Ohm, 600W su 4 Ohm e 950W su 2 Ohm, in configurazione di vero dual mono e con retroazione negativa nulla era pronto ad erogare l'energia necessaria per far cantare gli altoparlanti Rockport Atria 2 (32.350€), che pur mantenendo il tweeter da 1" in berillio della prima serie, hanno un crossover completamente ridisegnato e utilizzano per i coni del woofer da 9" e del midrange da 6" un innovativo sandwich in fibra di carbonio, con inediti profili dei coni e nuovi meccanismi di movimento ultralineari, con una impedenza di 4 Ohm, una sensibilità di 87,5 dB e 68 chilogrammi di peso.


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La sezione analogica prevedeva invece un pre fono Gryphon Sonett (7.310€), oltre alla vera novità per Audio Reference: il giradischi Bergmann Galder su con cuscino d'aria (24.800€) con braccio tangenziale Bergmann Odin ad aria incluso nel prezzo, su cui era installata una testina MC Urushi Gold (Wajima) di Koetsu (6.525€). Dico novità, in quanto solo da un paio di mesi Audio Reference è divenuta rappresentante dei prodotti danesi di Johnnie Bergmann, che si giovano di un design pulito ed essenziale (tipico della scuola scandinava e che ben si sposa - peraltro - con l'altro marchio danese già presente "in casa", Gryphon), e utilizzano l'aria come mezzo "di sospensione" dei piatti e del sistema elettronico montato sui bracci tangenziali, ma una nuovissima acquisizione è anche Koetsu, il notissimo marchio giapponese che produce prodotti realizzati a mano dal figlio del fondatore, Yoshiaki Sugano.


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Il cablaggio era eseguito con Kimber Kable PK10 Platinum e Kimber Cable Carbon, i supporti erano di Atacama Audio.

L'ascolto è iniziato con "Tulipani" di Fausto Mesolella, tratto da "Canto Stefano" (Benni) per Fonè ed il suono della chitarra si è rivelato subito nitido, distinto, e la sua voce piacevole e calda. Si è passati a "Famous blue raincoat" di Jennifer Warnes, brano spesso inserito nelle dimostrazioni per la qualità di incisione della voce. C'è poco da dire: il set emetteva un suono scenicamente centrato, ma anche naturale, senza inutili forzature o muscolarità.


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Mi sono brevissimamente trattenuto, come sempre, per simulare il tempo medio di visita di un ascoltatore, ma sono tornato a dare un'occhiata e la costante presenza di persone in sala era il risultato della gradevolezza di emissione del set, ma probabilmente anche della lezione di civiltà che Federico Licciardello ha impartito a tutti, avendo provvidenzialmente reso disponibile su ogni posto a sedere un foglio A4 che descriveva la lista dei componenti dell'impianto, con tanto di prezzi di listino, peraltro riportati anche sulla porta di ingresso alla stanza, nella ferma convinzione che se naturalmente è sempre e solo il mediatore tecnologico il soggetto più idoneo a spiegare le caratteristiche dell'impianto e delle sue componenti, non sarà certo una semplice elencazione dei componenti, con tanto di prezzo esposto, ad allontanare l'ascoltatore dalla propria intenzione di acquisto. Tutt'altro. Comunque c'è poco da dire, di sale come questa. Solo: eccellente.

... continua