Il disco del mese - ottobre 2018

Marco Cicogna 26 Ottobre 2018 Audio

A ciascuno il suo "Quadri di un'esposizione". Questa pagina di Mussorgsky si conferma un banco di prova formidabile per l'impianto e non c'è audiofilo che non la conosca. Opportuno quindi fare il punto della situazione tra le tante edizioni disponibili per meglio scegliere quella che saprà farvi godere nella vostra sala da musica.


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Intanto un piacevolissimo richiamo lo voglio fare alla intrigante domenica (21 ottobre) trascorsa nelle sale audio e video di Mino di Prinzio in occasione della undicesima edizione di “Bacco Tabacco e Vinile”. Perché vi racconto questo? In alcune delle “incursioni musicali” assieme ad Emidio Frattaroli, il video che forse più di altri ha suscitato l’entusiasmo degli appassionati è stata la splendida versione berlinese dei “Quadri di un’esposizione” in Blu-ray Disc. La forza espressiva delle immagini dalla Filarmonica di Berlino, la dinamica ed incalzante direzione di Simon Rattle e la buona resa del DTS Master Audio, hanno ispirato applausi spontanei. Prima di conoscere più da vicino questi “Quadri” voglio dirvi di questa edizione in Blu-ray Disc. Più volte abbiamo detto del maggior coinvolgimento offerto dalle immagini alla fruizione musicale. Qui una regia attenta segue le frasi dei solisti e delle diverse sezioni strumentali senza mancare in suggestive inquadrature anche le percussioni. In alcuni episodi e nello spettacolare finale diventano davvero protagoniste. Il BD documenta il concerto di San Silvestro 2007 con Rattle e la Filarmonica di Berlino: protagonista la musica russa.

In apertura infatti le celebri Danze Polovesiane di Borodin, a seguire la sua Sinfonia n. 2 che riceve un trattamento di prim'ordine grazie allo smalto convinto e levigato dei Berliner. Rattle è splendido anche in due chicche di grande raffinatezza strumentale come il preludio della Khovanchina (Mussorgsky) e la breve “Danza” dalla suite dell’Età dell'oro (Shostakovich). Ma è proprio nei gloriosi “Quadri di un'esposizione” che l'orchestra prende il volo e offre spunti di rilievo assoluto a coronare un programma generoso. La forza espressiva delle immagini fa apprezzare la totale intesa tra il maestro inglese e i Berliner, equilibrio perfetto tra raffinatezza ed energia, coinvolgendo ogni parte in un grande gioco di squadra. Il ritmo è serrato, a tratti incalzante ma i tempi si mantengono nella nobile tradizione di un Karajan che proprio con questa formazione ha lasciato testimonianze insorpassate. Di quello smalto resta molto in questa lezione, forte nel tratto umano, spettacolare nel rendere la magnificenza della “Grande porta di Kiev”, in cui gli ottoni, ancora una volta, si coprono di gloria. Disponibile anche in streaming sul sito della Digital Philharmonie, che vi invito a conoscere. Un prodotto moderno e culturalmente vincente.


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Proprio sul tema della musica in immagini (senza dimenticare l’audio in multicanale offerto in dTS Master Audio), ho voluto richiamare l’attenzione del pubblico nella sala cinema del negozio HiFi Di Prinzio. Nel finale (la Grande porta di Kiev) una camera inquadra da dietro il timpanista e parte della sezione ottoni e percussione. Anche voi potresti essere lì. Un posto vicino a quella videocamera, con un quadro davvero suggestivo sull’intera orchestra, è quello che scegliamo quando è disponibile Emidio ed io nelle nostre visite berlinesi in occasione di IFA Berlino. Magari ci vediamo lì il prossimo settembre. Andate sul sito dei “Berliner Philharmoniker” e scegliete concerto, serata e posto a sedere in base alle vostre esigenze. Consideriamo un Blu-ray Disc musicale come un film dove gli attori sono i musicisti. Non ha prezzo poter seguire i Berliner in questa lettura dei Quadri, per cogliere lo smalto di una partitura che ha sposato l’espressione e la dinamica pianistica di Mussorgsky con il senso del colore di un maestro dell’orchestrazione come Ravel.

Ma cosa sono questi “Quadri di un’esposizione” e perché questa pagina per grande orchestra si chiama proprio così? L’origine è una suite per pianoforte di Mussorgsky. I vari brani (quadri) sono ispirati a disegni del pittore ed architetto Hartmann amico dello stesso Mussorgsky, che il compositore volle commemorare in forma musicale. I quadri erano reali, cartoline sonore che si succedono collegate tra loro dal tema della “Promenade”, ad indicare un percorso che lo spettatore segue tra un quadro e l’altro. Le scene che l’arte figurativa coglie in un momento statico sono riproposti nel divenire del discorso musicale, che ne interpreta le forme, colori e il carattere emotivo. L’immagine della Porta di Kiev nel finale, lascia la staticità dell’immagine per diventare una processione che si evolve nel tempo, un grandioso crescendo che lascia senza fiato.


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La base discografica per conoscere i “Quadri” è ovviamente l'originale per pianoforte. Una breve ma doverosa citazione va all’esecuzione di Ivo Pogorelich (Deutsche Grammophon) e la originale lettura di Maurizio Baglini (Decca), indispensabili per chi ancora apprezza il “semplice” formato CD. Timbro e dinamica del pianoforte sono perfettamente resi. In particolare il CD di Pogorelich è stato presente per anni tra i brani usate nelle dimostrazioni audio e solo la maggiore comodità dei file in HD mi ha convinto a sostituirlo.


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Nell’ambito della musica su file in due canali PCM 24/96, c'è la prodigiosa registrazione (molto ravvicinata, molto intensa e di certo per nulla eufonica) della label Gramola con pianista Yuko Batik. Potete acquistare soltanto il brano 8 (Gnomo) e avrete un esempio breve ma incisivo di come potrebbe suonare un pianoforte ascoltato a pochi passi.

La trascrizione orchestrale di Ravel è senza dubbio la versione più famosa dei Quadri, un vero e proprio trattato di strumentazione. Le sfumature timbriche e dinamiche di questa pagina, ben articolata e divisa in episodi (“quadri”) così efficacemente descritti anche soltanto dalla tastiera, si esaltano nell'impiego orchestrale. Dall'assolo iniziale della tromba, all'andamento ritmico e percussivo potentemente scandito nello “Gnomo” e più ancora in “Baba Yaga”, lo struggente assolo sulla tuba tenore (Bydlo), con il suo carattere cupo e nobile, il brillante scherzare del “Balletto dei pulcini nei loro gusci” o il “Mercato di Limoges”, tutto contribuisce ad un tour de force di cui è protagonista la tavolozza cromatica di una grande orchestra. Parti più “difficili”, come “i due ebrei” o “Catacombae” richiedono una penetrazione musicale profonda e non possono limitarsi ad una funzione sonora puramente descrittiva: Gli accordi degli ottoni qui chiedono uno spessore tecnico inesauribile, come anche il famoso finale della “Grande Porta di Kiev”

Il timbro strumentale diviene qui l’ingrediente fondamentale nella raffigurazione in musica dei quadri di Hartmann. Le improvvise esplosioni sonore sono punteggiate dalle percussioni dello “Gnomo”, ma non manca la languida sezione del “Vecchio Castello” con il lungo assolo sul saxofono, la vivacità sugli strumentini che ricorda il gaio vocio dei bimbi nei giardini parigini nelle “Tuileries”. In “Bydlo” c’è il pesante carro trainato da buoi con gli archi bassi scandiscono un ritmo pesante sul quale si alza il cupo assolo della tuba tenore, un crescendo sorretto dalle percussioni, sul tamburo militare e grancassa. Nella luminosa conclusione della trionfale “Grande porta di Kiev”, il respiro lungo degli ottoni è sorretto anche dal rintocco possente delle campane.


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Mi piace il timbro scuro e possente della nobile versione realizzata una ventina di anni fa da Sinopoli con la New York Philharmonic. Veneziano di nascita, compositore, medico, direttore d'orchestra e archeologo, Giuseppe Sinopoli è stato uno specialista della musica d'avanguardia negli anni Settanta e Ottanta, facendosi in seguito apprezzare in esecuzioni dal tratto originale alla testa di orchestre tra le più importanti. Noi lo ricordiamo con affetto soprattutto nei suoi anni a Roma con Santa Cecilia, protagonista di tante serate all'auditorium di Via della Conciliazione.  Di grande spessore i suoi “Quadri di un'esposizione”, potente lettura che esalta le tonalità più scure della partitura, con uno smalto suggestivo e tromboni quanto mai potenti e corposi


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Una lettura moderna, disponibile in SACD o file audio (magari in due e cinque canali)? Il primo posto segnalo l’incisiva lettura di Gergiev con l'orchestra del Mariinsky di San Pietroburgo. Toni bruniti ma possenti che non nascondono il sapore autenticamente russo di questa formazione.  Sul senso di coinvolgimento e solidità dell'impianto percussivo dell'ascolto in multicanale non vorrei ripetermi troppo; con questa registrazione si coglie il respiro ampio dell’orchestra, l’impatto coinvolgente ma con scarsa fatica d’ascolto anche a volume elevato. Nei due brani conclusivi non si avverte compressione alcuna, mentre resta un riferimento la percezione dei dettagli strumentali anche nelle parti più delicate della partitura (controfagotto nel pianissimo centrale di Baba Yaga, provare per credere). Nell’ascolto 5.0 il senso di realismo della scatola sonora si esalta; anche dinamica e percussioni appaiono più naturali. Anche in stereo, con un impianto importante, ci sarà di che far tremare i polsi.

 

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