Hisense: TV con Mini LED RGB e MicroLED da 136 pollici
Tante le novità interessanti presentate dal marchio cinese: spiccano su tutte la tecnologia TriChroma LED TV con Mini LED RGB e controllo indipendente dei diodi rossi, verdi e blu. C'è anche il MicroLED 136MX da 10.000 nit.
TriChroma LED TV 116UX
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Hisense è stato uno dei marchi più attivi nell’edizione 2025 del CES di Las Vegas. Il colosso cinese ha presentato una nuova tecnologia per la retroilluminazione Mini LED dei suoi TV e ha anche in cantiere il lancio di un MicroLED da ben 136”. La carne al fuoco è quindi tanta e non a caso la presentazione dei prodotti veri e propri è passata un po’ in secondo piano.
Del resto ormai il CES è più una vetrina per mostrare le soluzioni più interessanti e all’avanguardia: l'annuncio della gamma di prodotti è sempre più spesso rimandata ad eventi successivi. Abbiamo comunque qualche anticipazione sulle serie in uscita quest’anno: andremo ad illustrare tutte le novità nel corso dell’articolo.
SOMMARIO
- TRICHROMA LED TV: ARRIVANO I MINI LED RGB
- TV 116UX: MINI LED RGB DA 116” E 10.000 NIT
- ARRIVA ANCHE IL MICROLED DA 136”
- TV ULED 2025
TRICHROMA LED TV: ARRIVANO I MINI LED RGB
Hisense ha introdotto il suo primo TriChroma LED TV, un prodotto che integra una delle tecnologie più interessanti tra quelle viste al CES 2025. Il termine TriChroma è derivato dai Laser TV e Laser Cinema che Hisense produce già da diversi anni: parliamo di proiettori a tiro ultra-corto basati su una sistema di illuminamento a triplo Laser, cioè RGB (rosso, verde e blu). La necessità di portare una soluzione simile sui televisori nasce dalle limitazioni che affliggono tutte le tecnologie attualmente disponibili: LCD a LED, LCD con Mini LED, OLED e anche i QD-OLED.
Secondo Hisense i QD-OLED devono ancora migliorare il picco di luminanza e l’efficienza, che è un tallone d’Achille anche per i Mini LED, tuttora limitati anche per quanto riguarda la copertura degli spazi colore più ampi. Non c’è dunque una tecnologia perfetta: è qui che interviene l’innovazione sotto forma di TriChroma LED TV, cioè televisori LCD Mini LED con RGB Local Dimming Technology.
Si tratta in pratica di una retroilluminazione che sostituisce i convenzionali Mini LED blu (dai quali si ricavano rosso e verde grazie ai Quantum Dot) con Mini LED RGB. I chip che integrano i minuscoli diodi sono inseriti all’interno di migliaia di lenti ottiche, ciascuna delle quali contiene i singoli LED rossi, blu e verdi. I Quantum Dot non ci sono più. Questi elementi funzionano come gruppi controllati in modo indipendente per ciascuna delle componenti cromatiche primarie: rosso, verde e blu.
Si tratta perciò di un local dimming evoluto, cioè un controllo a zone della retroilluminazione che non gestisce più solo la luminanza ma applica lo stesso principio anche ai colori, grazie alla possibilità di controllare individualmente la luce emessa dai diodi rosso, verde e blu.
Si aggiunge sostanzialmente un livello in più al local dimming; per capirlo meglio si può immaginare la gestione della retroilluminazione come un sistema così composto:
- 0D dimming: detto anche global dimming (oscuramento globale), è l’accensione/spegnimento disponibile su qualsiasi schermo;
- 1D dimming: il controllo mono-dimensionale che accende una striscia intera dello schermo, viene usata per la scanning backlight che simula la scansione dei TV a tubo catodico negli LCD;
- 2D dimming: il controllo bi-dimensionale che conosciamo più comunemente con il nome di local dimming, la gestione a zone della retroilluminazione.
I sistemi per controllare la retroilluminazione | ©LED-lit LCD TVs di Ruibo Lu, Sebastian Gauza e Shin-Tson Wu
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La RGB Local Dimming Technology parte quindi dal 2d dimming ed evolve ulteriormente la tecnologia. In gergo tecnico di parla di 2D color dimming per indicare la capacità di modulare l’emissione di luce dai LED non solo in termini di luminanza, cioè la quantità di luce che poi arriva su schermo, ma anche per i colori primari RGB. Spiegato in parole più semplici, si regola sia quanta luce viene visualizzata dal TV (spegnendo o accendendo i LED) sia l’intensità dei colori.
L’idea non è totalmente nuova: in passato sono già stati commercializzati alcuni TV LCD con LED RGB. Un esempio è la serie Sony X4500, dotata di una retroilluminazione definita LED RGB Dynamic con in realtà una quaterna al posto della tripletta RGB (RGGB: i LED verdi erano doppi). In questo caso però i LED si accendevano e si spegnevano tutti insieme, generando una luce bianca. Il prodotto più simile ai nuovi Hisense è stato lo Sharp XS1, sempre LCD a LED RGB ma con la possibilità di regolare l’intensità dei colori, qualità che lo rende il vero predecessore dei TriChroma LED TV.
Il 2D color dimming | ©Pierre de Greef, Hendriek Groot Hulze, Harm van der Heijden, EE Times
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Non va poi dimenticato il monitor Dolby PRM-4200, un LCD Full HD estremamente avanzato (ai tempi) con una retroilluminazione RGB indipendente composta da oltre 4.500 LED. Ovviamente ci aspettiamo che il livello qualitativo dei prodotti Hisense sia molto superiore. La differenza principale tra un Mini LED RGB e un Mini LED convenzionale è che questa seconda tipologia deve affidarsi a un filtro con Quantum Dot per creare i colori, dato che la luce di partenza è bianca. La tecnologia RGB Local Dimming genera invece colori più puri direttamente al livello della sorgente luminosa, cioè dei Mini LED.
Una luce più pura equivale a uno spettro di emissione molto stretto per le tre componenti cromatiche primarie. Cosa significa e perché è importante? Avere uno spettro più ristretto per rosso, verde e blu riduce l’inquinamento luminoso che si verifica invece quando l’emissione è più ampia: la luce generata per i colori primari è più concentrata dove serve realmente e travalica molto meno nello spettro degli altri. Il risultato è una maggiore copertura degli spazi colore più ampi: Hisense dichiara che i TriChroma LED TV raggiungono il 97% dello spazio colore BT.2020.
Riassumendo, la retroilluminazione Mini LED RGB è capace di modulare l’emissione di luce dai diodi regolandone non solo la quantità ma anche i colori, senza il ricorso ad altri elementi. La luce prodotta attraversa il pannello LCD e i filtri colore: la differenza rispetto ai Mini LED convenzionali consiste nel fatto che la configurazione RGB consente un controllo molto preciso fin dall’origine, mentre tutte le tecnologie con Quantum Dot, NanoCell, QNED eccetera applicano filtri o conversioni successive. Ecco perché i TriChroma LED TV riprodotto una gamma di colori più ampia e sono anche più efficienti: la luce prodotta tramite la gestione indipendente dei Mini LED RGB è solo quella che serve realmente per mostrare un determinato colore.
La retroilluminazione è però solo una parte del sistema: per sfruttare a pieno il local dimming con diodi RGB è indispensabile un circuito di controllo evoluto e un processore video molto prestante. Il chip che presiede a tutte le funzioni è l’Hi-View Engine AI X, il primo di una nuova generazione di processori definiti RGB Local Dimming PQ. Al suo interno troviamo una CPU 3-core RISC per l’elaborazione dell’immagine e NPU (Neural Processing Unit) da 2 TOPS (Tera Operations Per Second) che accelerano i calcoli legati all’intelligenza artificiale.
Il processore adotta vari modelli di AI per migliorare l’immagine (sono previsti 26 scenari tra cui Sport e Game), si occupa ovviamente dell’upscaling, della riduzione del rumore video e della ricostruzione del dettaglio e incrementa il contrasto analizzando più di 500 zone su schermo (attenzione a non confonderlo col local dimming: qui si parla di algoritmi). La parte più importante è quella che controlla la retroilluminazione: ovviamente il processore deve analizzare le immagini in tempo reale per ricavare le informazioni necessarie a pilotare i Mini LED RGB.
Rispetto a un Mini LED convenzionale, qui la mole di dati da prendere in considerazione è notevolmente maggiore: normalmente il local dimming richiede solo l’analisi della luminanza per individuare le zone da spegnere o attenuare su schermo. Un Mini LED RGB richiede invece di ricostruire la rappresentazione dei colori in 3D, cioè del volume colore (tinta, saturazione e luminanza), un’operazione decisamente più complessa. Proprio per questo motivo il chip lavora a 26-bit per ciascuna delle componenti RGB, consentendo così una modulazione molto precisa sia della luminanza sia dei colori.
Arriviamo infine all’ultimo passaggio: tutti i componenti e gli elementi citati devono operare in perfetta sincronia, dalla retroilluminazione con relativi circuiti integrati al processore video con i suoi algoritmi. Questo sistema totalmente integrato assicura una trasmissione velocissima dei dati relativi alla retroilluminazione, garantendo così anche una perfetta sincronizzazione con l’aggiornamento dei pixel su schermo. In altri termini non c’è alcun ritardo: tutto il sistema reagisce sempre in tempo reale, elaborando le immagini fotogramma per fotogramma.
Il controllo della retroilluminazione è programmato per tenere in considerazione l’invecchiamento dei Mini LED, compensandone i cambiamenti nel corso del tempo per estendere la durata dei TV e mantenere le prestazioni sempre costanti. Hisense sostiene che la tecnologia TriChroma LED TV aumenta l’efficienza luminosa del 15% e offre vantaggi tangibili rispetto a tutte le tipologie di display. In particolare si cita la copertura dello spazio colore BT.2020, superiore del 6% se confrontata con i Q-OLED e del 16% rispetto ai Mini LED con Quantum Dot. Il volume colore è invece il 3% più ampio di quello riprodotti dai QD-OLED, un divario che sale al 20% per i Mini LED con Quantum Dot.
TV 116UX: MINI LED RGB DA 116” E 10.000 NIT
Il 116UX è il primo TV ad incorporare la nuova tecnologia Mini LED RGB. Non è solo la tecnologia adottata ad essere fuori dal comune ma anche le dimensioni: parliamo di un LCD Ultra HD da ben 116”, il più grande tra quelli annunciati per il 2025, se escludiamo i MicroLED. Il numero di zone di controllo indipendenti non è stato chiarito esattamente: alcune fonti parlano di oltre 15.000 ma attendiamo precisazioni sul punto.
Il picco di luminanza è invece dichiarato chiaramente: sono 10.000 nit, come sempre un numero da valutare con attenzione (non sappiamo come è stato misurato) ma che sicuramente si tradurrà in una quantità di luce molto importante. La retroilluminazione molto sofisticata non ha comunque pregiudicato il design: lo spessore, pur non da record, è comunque di 38 millimetri.
Il pannello LCD incorpora un trattamento anti-riflesso avanzato (ma è comunque glossy, cioè lucido) e offre un angolo di visione più ampio. HDR è supportata in tutti i formati: HDR10, HLG, HDR10+ e anche Dolby Vision IQ. C'è anche la certificazione IMAX Enhanced che implica la compatibilità con i formati audio DTS, incluso il DTS:X. L’audio usa una configurazione a 6.2.2 canali e ovviamente non manca il Dolby Atmos. Da notare che la retroilluminazione Mini LED RGB abbatte del 38% l’emissione di luce blu, aumentando così il comfort visivo.
La connettività offre Wi-Fi 6E, vari ingressi HDMI 2.1 e la Smart TV che sulla versione statunitense, l’unica al momento annunciata, è Google TV (in Europa si usa VIDAA U). Al momento il 116UX dovrebbe essere l'unico modello dotato della nuova retroilluminazione. In futuro la tecnologia verrà sicuramente scalata verso il basso, aprendosi anche a tagli meno gargantueschi. Il prezzo dovrebbe aggirarsi intorno ai 30.000 dollari.
ARRIVA ANCHE IL MICROLED DA 136”
Il 116UX non è il televisore più grande tra quelli portati da Hisense al CES: a primeggiare sotto questo aspetto è il MicroLED 136MX da 136”. Il marchio cinese ha deciso di entrare in questo segmento, ad oggi presidiato praticamente solo da Samsung, se parliamo di schermi per intrattenimento proposti sotto forma di televisori e non di display professionali.
136MX dispone di 24,88 milioni di microscopici diodi: ricordiamo che sui MicroLED ce ne sono 3 per ogni pixel, uno rosso, uno verde e uno blu. I MicroLED non sono infatti LCD retroilluminati: sono gli stessi diodi a comporre lo schermo emettendo luce direttamente.
La risoluzione è sicuramente 4K (24,88 milioni diviso per 3) con un picco di luminanza che anche in questo caso è dichiarato in 10.000 nit. Anche qui abbiamo il supporto a tutti i formati di HDR, inclusi HDR10+ e Dolby Vision IQ, Dolby Atmos e DTS:X. La copertura dello spazio colore BT.2020 raggiunge il 95%. Anche se l’aspetto di 136MX è quello di un comune televisore, in realtà ci troviamo di fronte ad un prodotto composto da moduli, esattamente come i MicroLED Samsung.
Stando alle informazioni che abbiamo raccolto, dovrebbero essere in tutto 25 moduli disposti su una griglia 5 x 5. In fase di installazione si fissa prima il telaio e poi si assemblano tutti i moduli. In questo modo si semplifica anche la logistica: movimentare un 136” già pronto risulterebbe molto più complesso. L’impianto audio è contenuto all’interno di una soundbar che si fissa al bordo inferiore.
La dotazione include porte HDMI 2.1 con anche le funzioni da gioco, inclusi Variable Refresh Rate fino a 120 Hz, FreeSync Premium Pro e Auto Low Latency Mode. Non mancano infine le funzionalità “smart", qui affidate a VIDAA U. Non ci sono per ora indicazioni precise sul prezzo che ovviamente si preannuncia molto alto.
TV ULED 2025
Hisense non ha fornito molte informazioni sulla gamma TV ULED, gli LCD Mini LED con Quantum Dot che di fatto rappresentano il pilastro portate per il marchio cinese. Durante la conferenza stampa sono state solo mostrate le immagini delle quattro serie in uscita, per lo meno nel mercato nord americano. Sono le ormai collaudate U9, U8, U7 e U6. Qualche dettaglio in più è emerso dai colleghi di AVForums, che hanno confermato l’uscita di tre serie per il mercato britannico: sono U8Q, U7Q Pro e U7Q .
Almeno nel Regno Unito (ma probabilmente in tutta Europa) la serie U6 non ci sarà più: viene dismessa la piattaforma usata per i TV a 50/60 Hz e si parte con la serie U7Q (abbiamo recensito qui il modello 2024), che come lo scorso anno è a 144 Hz. Negli Stati Uniti uscirà la serie U65 ma anche quella sarà a 144 Hz. I tagli proposti nella serie U7 spaziano da 50” a 100”. L’audio migliora passando da 2.1 a 2.1.2, con speaker dedicati all’espansione verticale del suono. Dall’entry level U7 si prosegue poi con la U7Q Pro, che aumenta il picco di luminanza portandolo da 1.500 a 2.000 nit.
U7Q Pro e U8Q dispongono anche di un maggior numero di porte HDMI 2.1, e questo significa che Hisense ha cambiato il SoC passando dal MediaTek Pentonic 700 al Pentonic 800. U7Q mette a disposizione gli ormai consueti 2 ingressi HDMI 2.1, U7Q Pro ha invece 4 HDMI 2.1 mentre U8Q dovrebbe offrire 3 HDMI 2.1 e una USB-C, oltre ad una frequenza di aggiornamento a 165 Hz. Crescono poi i modelli disponibili per la serie U8: anche qui si spazia da 50” a 100”. A seconda dei tagli la luminanza di picco passa da 3.000 nit ad un massimo di 5.000 nit.
L’audio è in configurazione 4.1.2 e aumentano le zone di controllo per il local dimming, anche se non sappiamo ancora quante siano di preciso. Su tutte le serie l’elaborazione dei segnali è affidata al processore High-View Engine AI Pro, una versione leggermente scalata verso il basso del chip usato lo scorso anno sulla serie UX, un deciso passo in avanti rispetto alla gamma 2024. Su tutte le serie è presente la Smart TV basata su VIDAA U.
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Commenti (10)
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Ma sono solo io che non riesco a capire questa nuova tecnologia mini led RGB?
Quello che mi chiedo è come fa il colore a passare direttamente dalla retroilluminazione senza una conversione (e come fanno ad implementare una conversione dinamica tipo un giallo che deve diventare blu nel caso di due pixel affiancati di diverso colore) dato che i miniled sono in misura molto inferiore agli 8 milioni di pixel visualizzato dal pannello? Mi aspetto di avere un quadrato più o meno grande di un unico colore che deve visualizzare pixel che possono variare anche di molto.... Altrimenti avremmo già i microled con ogni pixel mappato dalla sua tripletta di led. O sbaglio?
Sinceramente (ma sono complottista di natura) mi dà di una furbata marketing che funziona solo sui pattern di rilevazione degli strumenti per dare delle misure dello spazio colore altissime , ma che su vere scene è inapplicable...
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Ci sono comunque i filtri colore sul pannello, come ho specificato nell'articolo, altrimenti effettivamente diventerebbero schermi a LED, non LCD.
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Ok grazie per la risposta e non sono a livello tecnico di capire esattamente come funzioni un filtro colore ma se in una stessa zona di local dimming abbiamo un pixel blu e uno rosso la retroilluminazione cosa fa? Manda un viola e poi il filtro sul LCD divide lo spettro? E se c'è ne è anche uno verde? Manda bianco? E dove sarebbe il miglioramento rispetto ad una retro monocolore normale?
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Modula come farebbe se c'è il nero, in alcuni casi dovrà scendere a qualche compromesso (alle brutte può fare comunque luce bianca, i Quantum Dot funzionano così
, lì bisognerà vederli, anche perché non sappiamo nemmeno quanti siano i LED nella retroilluminazione, già quello darebbe qualche idea in più.
Certo è che su prodotti di fascia molto alta (e questi lo sono) possono metterne moltissimi ormai.
In ogni caso si riuscirà in molte situazioni a controllare molto meglio l'emissione rispetto ai LED blu, il vantaggio c'è sicuramente, poi chiaro non può essere un controllo al pixel, altrimenti come giustamente hai scritto non sarebbe più un LCD. -
Originariamente inviato da: Onslaught;5298745Ci sono comunque i filtri colore sul pannello, come ho specificato nell'articolo, altrimenti effettivamente diventerebbero schermi a LED, non LCD.
Veramente scrivi così:
136MX dispone di 24,88 milioni di microscopici diodi: ricordiamo che sui MicroLED ce ne sono 3 per ogni pixel, uno rosso, uno verde e uno blu. I MicroLED non sono infatti LCD retroilluminati: sono gli stessi diodi a comporre lo schermo emettendo luce direttamente.
Difatti ho sempre pensato che questo tipo di applicazioni fossero LedWall per il mercato consumer che prima Samsung ed adesso loro hanno ribattezzato in forma commerciale così.
Che filtro c'è davanti ai pixel ? Sei sicuro Nicola ? -
Quello è un MicroLED vero e proprio, non ha filtri perché ha tre LED per ogni pixel.
I Mini LED RGB è il TriChroma 116UX, quello è un LCD e non può avere una terna per ogni pixel, altrimenti non sarebbe più LCD. -
C'è stata confusione.
Io parlavo del MicroLed da 136 (e 163 anche ? non ricordo la diagonale del modello più grande), menntre la domanda era sul MiniLED TriChroma (che poi è lo stesso presentato da Samsung ma spacciato per altra tecnologia).
Mannaggia a loro ed al marketing di sta ceppa ! -
Ah ok, adesso mi è chiaro: effettivamente sta diventando parecchio caotico districarsi tra sigle che in alcuni casi sono uguali anche se le tecnologie sono completamente diverse e infatti ho visto anche articoli rimossi in questi giorni, colpa sicuramente dei produttori ma anche un pò della stampa (esempio: come fai a presentare MicroLED RGB come una novità? Sono sempre stati RGB i MicroLED).
Tornando a noi: il MicroLED i filtri non li ha, te lo confermo. -
Originariamente inviato da: Onslaught;5298881sta diventando parecchio caotico districarsi tra sigle che in alcuni casi sono uguali anche se le tecnologie sono completamente diverse e infatti ho visto anche articoli rimossi in questi giorni
Io sono anche un pò convinto che lo facciano apposta così la gente si fa fuoriviare da concetti o idee astruse ed è contenta di pagare chissà quanto la novità appunto. Oramai il marketing è davvero una tecnica di guerriglia psicologica avanzata.
Originariamente inviato da: Onslaught;5298881Tornando a noi: il MicroLED i filtri non li ha, te lo confermo.
E ci mancherebbe anche.
Pensavi che mi fossi rincoglionito,dai, ammettilo ... ah ah
Scherzo -
Il marketing sicuramente, la stampa che si occupa di tecnologia però dovrebbe stare un minimo attenta: come fai a parlare di novità pensando che fossero proprio MicroLED (quindi non LCD) RGB?
Indirettamente stai dicendo che non sai come funziona un MicroLED, è abbastanza grave.
Non voglio fare nomi ma di corbellerie del genere ne ho lette parecchie, come anche mi ha lasciato interdetto il fatto che praticamente nessuno sembra ricordarsi che di LCD con LED RGB ne avevano già fatti (più o meno sofisticati), invece per molti sembra che si siano visti per la prima volta al CES 2025.
Ripeto: stampa specializzata, ci sta sbagliare (di errori ne ho fatti e ne farò anche io!) ma bisognerebbe prestare un pochino più di attenzione, secondo me.
PS: no figurati Alberto, qui al massimo sono io che sono un po' rimbambito, tra tutta la roba da fare in certi momenti qualche blackout lo rischio!